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LO SPIRITO SANTO È FONTE DELLA VERA SAPIENZA

MO7 [29-04-1965]

29 aprile 1965

MO7,1 [29-04-1965]

1.Mi diceva mia mamma: "Ricòrdate de dire tre Gloria al Padre... Se non te ghé la sapiensa del Signore, a un dato momento, caro, xe fasile perder la testa per il mondo. Anche la vocasion, e tutto quanto, xe fasile che te perdi la testa. Scusa seto... Mi son to mama, son to mama, e come mama posso dirte ste robe, son to mama". Quando che la te dixe: "A son to mama"; la te faxeva tirar sù per veder se te ghé le maje... "Scusa seto... son to mama, voio veder come che... e dime un po'... Son to mama!".
Ecco, una cosa grande, che questa povera donna che aveva troncato la prima elementare perché non aveva i soldi per comprarsi i libri. Vi ricordate la storia che vi ho raccontata: ha cominciato la prima elementare e dopo 4-5 mesi, 3-4 mesi, el maestro, la maestra ga dito: "Senti cara, o te vien con i libri o se no xe meio che te stai casa". E suo papà nol gaveva i soldi per comprarghe i libri; e allora ghe gà tocà star casa perché non aveva i soldi per comprarse i libri. Questa povera donna che ha troncato... La ga imparà a scrivere un pochetin "aramaico “da sola penso... Ma questa povera donna che ha dovuto troncare la scuola a metà della prima "università “perché la maestra ga dito: "aut, aut, o te compri i libri o se no fa de manco de vegner a scola", e il papà, che ferrava cavali e a quel tempo i cavali i rendeva poco, no?... e mussi, e nol ga podù comprare i libri...

MO7,2 [29-04-1965]

2.Però, però, sebbene che é rimasto soltanto nel primo anno di "università", capiva questa cosa qua: che per camminare sopra la terra ci vuole il dono della sapienza, e che é necessario per tutti, e che la sapienza viene dallo Spirito Santo, e che lo Spirito Santo dà questo dono a chi lo domanda. E perciò mi diceva: "Prega, seto! guarda, te raccomando lo Spirito Santo, seto! Anche quando che te si drio fare la lession (mi vivevo in Seminario) non te si bon come fare... te vien le tentasion, perché vien le tentasion, le vegnerà de sicuro, prega lo Spirito Santo, lo Spirito Santo: tre Gloria Patri allo Spirito Santo. Quando non ti si bon a capire qualcosa, nelle difficoltà, in qualunque difficoltà te te trovi, lo Spirito Santo te illumina, te illumina, te dirà lù cossa che te ghe da fare... Co te si davanti a una roba: ma gonti da far questo o gonti da far quello?, prega lo Spirito Santo e lù con la sua sapienza, con la sua sapienza pensa tutto quanto lù".

MO7,3 [29-04-1965]

3.Figlioli miei, io vorrei chiedere a voi, a voi, ditemi un po': chiedete mai voi allo Spirito Santo il dono della sapienza? Poi faremo una domanda, che sarà la nostra meditazione: abbiamo noi veramente la nostra vita guidata dalla sapienza di Dio? E cioè: siamo illuminati dal dono della sapienza nel nostro cammino?
E vorrei proprio domandarvi questo prima di tutto: siete convinti che abbiamo bisogno... Voi direte: "Beh, don Ottorino, lu el dixe questo perché so mama ghe lo ga dito". Beh, sentì, adesso mi ve lo digo a voialtri, no?, a voialtri. Ora state attenti: siete convinti che senza il dono della sapienza siamo... no dei cembali, dei altoparlanti, diria san Paolo adesso, no?, che in volta per la strada i fa altro che bordeo par niente, non costruiremo niente, non costruiremo niente?, che senza il dono della sapienza é impossibile che un cristiano non dico un prete, non dico un religioso che un cristiano viva da cristiano senza il dono della sapienza? Perché vedete, la sapienza é un po' come il selettore che sceglie fuori, sceglie fuori. Se tu a un dato momento ricevi una telefonata e sapete che in tante linee che ci sono passano anche 900 comunicazioni in una linea solo qualche volta. Beh, se tu ricevi tutte quante le 900 comunicazioni non capisci niente, no? E' chiaro! Se tu, quando ti portano una gallina, metti dentro la pignatta la gallina intera con le penne e tutto il resto, chi é che magna quel brodo là? Chi xé che lo magna?, xe chiaro! Curarla la gallina, perché sennò te magni el brodo colorato, vero, ve par giusto? Ora vedete, sopra la terra ci sono tante cose buone, tante cose belle, ma il demonio ha seminato delle cose poco belle, e allora abbiamo bisogno del dono della sapienza, della sapienza, per poter selezionare le cose belle e le cose buone e lasciare le altre cose. Il pollo é buono se é cotto bene, se pulito bene prima, no?, se pulito bene, se el xe pién de penne e se ghe xé dentro quel che ghe xé dentro, nessun lo magna. Ora vedete, le cose che troviamo sopra la terra, ce ne sono tante di buone, tante di sante, ma ce ne sono anche tante seminate dal demonio, e seminate anche dentro di noi, dentro di noi, ma proprio dentro nell'intimo nostro.

MO7,4 [29-04-1965]

4.Il nostro io, per esempio, il nostro io. La personalità é una cosa meravigliosa. Io ho scritto in questi giorni, e ho gridato "opportune et inopportune", e chi mi é stato vicino sa quanto io ho sofferto per spingere a sviluppare la personalità a qualcuno. Con qualcuno, vi dico, ho battuto: "No! siete uomini e avete i doni di Dio e dovete prendervi le vostre responsabilità!". Però, amici miei, si é vero questo, ma é altrettanto vero che questo deve essere purgata dalle penne e da quelo che ghe xé dentro, se no la personalità val gnente. Dio vi ha dato dei doni, avete la vostra personalità... bisogna assolutamente svilupparla!
Però attenti: non il pollastro intiero... E chi é che vi dirà quello che deve essere sviluppato e quello che deve essere assolutamente accantonato, perché é frutto di io, invece che di Dio?

MO7,5 [29-04-1965]

5.Vedete in noi, in noi é facilissimo che a un dato momento subentri l'io, subentri l'ambizione, subentri il piacere, subentri il gusto, subentri il mondo, che sia il mondo che ci guida un pochino nella scelta delle nostre azioni, nella scelta dei nostri pensieri, nella scelta dei nostri giudizi. E' facilissimo, é facilissimo che entri... il giudizio venga dato, portato dal nostro io e portato dal mondo, dalle cose del mondo, dal modo di ragionare del mondo.
E' vero che quando io vi dico: metto il pollastro intiero nella minestra... ma nol ghe xé tutto el pollastro, no?, nol ghe xé el pollastro?, sì! ma ghe xé anche qualche cosa che rovina el pollastro, avete capito? Se tu guardi logicamente: nol ghe xé el pollastro nella pignatta? Sì el ghe xé, logico c'è! Ma non é giusto cusinare il pollastro? Scusa el polastro nol va cusinà, cotto? Sì che el va cotto... e io non l'ho messo nella pentola? Sì! E non lo go cotto? Sì! Ma te lo ghe cotto, assieme con tutte le budelle dentro, con tutto el resto che ghe gera dentro, vero, tutto qui! Se tu guardi così, accecato dal tuo io, tu guardi... e hai ragione, per carità. Tutti d'accordo!, Nessuno ti dice: "Non dovevi metterlo dentro". Ti dice soltanto: "Dovevi pulirlo prima di metterlo dentro". Non so se come paragone ci capiamo abbastanza. Perciò, questo...

MO7,6 [29-04-1965]

6.L'uomo, che non agisce con la sapienza di Dio, é talmente ubriaco che lui crede di aver ragione, giurerebbe di avere ragione. Perché? Perché logicamente lui ha ragione, soltanto che non ha selezionato, non ha tolto via quello che guastava il cuore. Mi sono spiegato abbastanza? Paolo, é abbastanza chiaro o no?... Abbastanza chiaro, o no?. Devo spiegare, Luciano, de più? Vinicio? Se ghemo capì abbastanza?
Cioè praticamente, praticamente, se noi non ci lasciamo guidare dalla sapienza di Dio, dobbiamo fare un passo avanti, se non ci lasciamo guidare dalla sapienza di Dio noi abbiamo l'impressione di essere a posto... ma guardate, l'impressione nettissima di essere a posto, perché agiamo logicamente, é chiaro? Però, agendo logicamente, non ci accorgiamo, non ci accorgiamo che insieme con le cose buone, che dovremmo logicamente fare, portiamo una scoria, un peso; e questo peso solo la sapienza di Dio ce lo farà notare. Se no noi ce lo portiamo fino alla fine della vita, non ce ne accorgiamo mai.

MO7,7 [29-04-1965]

:7.Porto un altro paragone. Scusate, fasso per i più giovani, che sennò non capiscono. Ecco Natalino: abita, supponiamo, in una colonia agricola, lui un grande fattore, ecc., el gà una trentina de bestie... El va in stala, el sta là in inverno in stala una giornata di neve, perciò la stalla chiusa tutta la giornata, sa, vento e neve fora, dentro el ga una piana de fritole e là con lui tre, quattro amici che xuga le carte... E i sta là... Te pol immaginarte una giornata intiera e una notte intiera chiuso dentro na stalla, ghe xé un profumo meraviglioso dentro, no?, un profumo meraviglioso. E lui é dentro lì, dentro lì. E i xe là che i se la gode fra lui, el suo compare Franco e el so compare Mirco... i xe là che i se la gode un mondo. Entra un altro: entra - no Venco, perché poareto nol sente miga l'odore – Zeno, mettemo Zeno, va dentro, el riva lì in macchina, sa, con la fuoriserie insieme con Grassetto, perché i va compra re un poche de bestie... El va dentro là, entra là... Appena che l'entra: mamma mia, i se sente sofegare, ghe manca el respiro, i se sente sofegare. El dixe: "Ciò - el ga dito - non te senti miga che odore?", "Mi non sento niente!", "Non te senti miga che spussa che ghe xé quà dentro?", "Non la sento... me par de no, mi me par de no". Perché é abituato, no?

MO7,8 [29-04-1965]

8.Ecco, colui che agisce senza la sapienza di Dio si abitua a vivere con la sua propria spuzza, non con la spuzza degli altri, con la sua propria spuzza. Cammina sopra la terra portando con sé la sua propria spuzza. E gli altri, anche se é vestito bene, anche se ha la camicia pulita, anche se el gà una bella cravattina, i sentirà; non i vardarà la camisa pulita, il vestito pulito, ma i sentirà la spuzza e i dirà: "Che luamaro che l'é quelo lì!". Scusate se parlo con questo linguaggio. Perché guardate che agli altri, agli altri farà impressione non tutto il resto, anche se hai il vestito di seta... tutto quello che vuoi... farà impressione l'odore che hanno, perché sarà la prima roba che farà impression.
Figlioli, ho portato degli esempi un po' banali se volete... ho scandalizzato i pargoli... ma era tanto perché vi rendeste conto dell'assoluta necessità di aver la sapienza di Dio. E come un uomo di Dio - un cristiano é un uomo di Dio - se non hanno la sapienza del Signore sono degli illusi, ma degli illusi, degli illusi! E sono gli unici che arriveranno al sepolcro senza sapere che sono passati attraverso la vita puzzando di mondo, puzzando di io, puzzando di qualche cosa che non é il Signore, non é il Signore.

MO7,9 [29-04-1965]

9.Se io domandassi a uno a uno... Supponiamo che qui nella Casa dell'Immacolata ci siano due giovani, due buonissimi giovani - Giorgio per esempio e Venco facciamo che siano - Supponiamo che Giorgio viva un po' senza la sapienza di Dio e Venco supponiamo... no, viceversa, altrimenti Venco se rabbia... Giorgio vive secondo la sapienza de Dio... e Venco invese vive un po' secondo... sì... sì... ma però senza la sapienza de Dio. Se io prendo un giovane, un fanciullo qua davanti, un fanciullo... diciamo qua Daniele, dico: "Daniele, dimmi un po': secondo ti, dimme un po', ti te voli andar prete, come xé che te piaxaria essere prete: come Giorgio o come Venco? "Come Giorgio!". "Ma non te piaxaria come Venco?", "No!", "Ma perché?", "Ma... non savaria gnanca mi... ma non me piaxaria gnanca par sogno!".
Guardate che nella mia esperienza de tanti anni, guardate che io potrei dire: tu vivi secondo la sapienza di Dio, tu un pochino meno, tu un pochino meno, tu molto meno. Come si fa a dirlo? Mah! é difficile. E ho potuto fare esperimenti di questo genere qui... Ho detto, per esempio, secondo me quel tale vive secondo la sapienza di Dio, quest'altro invece, mi pare un po' meno, secondo la sapienza di Dio.

MO7,10 [29-04-1965]

10.E ho voluto provare: "Ma dimmi un po' - a qualcuno te piaxaria diventare come questo o come quelo?". Infallibilmente ho sempre trovato che, i ragazzi boni dicevano: "Come quello!", cioè come Giorgio, non come Venco. Vi posso dire che go fatto questi esperimenti qua e sempre. C'è sempre un "quid “che si capisce, é indefinibile, ma si capisce, si capisce...

MO7,11 [29-04-1965]

11.Non so se ho reso il pensiero... ho reso abbastanza il pensiero? Gavì miga capìo? Luciano, gheto mia capìo? Chiaro sì o no? C'è sempre un "quid “per cui anche le nostre buone mamme che non hanno fatto teologia, se va a casa un chierico le dixe: "Ah, quelo sì, quelo si! Quelo?... Hummm... Cosa ghe xé? cosa c'è? S'intuisce. E' quel famoso profumo de Dio, o la spussa de Dio o la spussa del diavolo, no? Non ci sono cose gravi, no, non ci sono cose gravi, non sono mancanze gravi, magari ci fossero! Magari ci fossero! Perché anche l'individuo se ne accorgerebbe.

MO7,12 [29-04-1965]

12.Non ci sono, sono piccole cose impercettibili, ma si capisce che quell'uomo non é imbevuto della sapienza di Dio, non agisce sotto il lume della sapienza di Dio e chiunque gli é vicino, capta questa cosa. Per cui, se tu gli domandi a un ragazzino - ma vi dico ragazzino giovane qualche volta -: "Dimmi un po' secondo ti, chi te piaxaria essere, diventar quando che te sarà prete...". E te fa’ cinque, sei nomi... Infallibilmente: tac! Dove che tu vedevi... tu avresti dato 100 su 100 della sapienza di Dio... tam!... come quello, come quello, come quello!".
Ho provato con quelli della seconda, terza media per il passato che mi giudicassero i chierici, ma senza che se ne accorgessero. "Ciò dime, co te si prete, come xé che te piaxaria diventare? come chi?... Varda un pochetin i più veci... Come xé che te piaxaria?". E dopo mi ghe scherzavo sora in modo che non i se ne accorsesse della domanda che gavevo fatto. "Eh, te vuli diventare come quello, perché eee... perché eee... perché aaa...". Confondevo le idee. Ma guardate che l'ho fatta a voi tante volte senza che ve ne accorgeste, vi ho fatto far tanti giudizi senza che ve ne accorgeste. E qualche volta ve ne accorgevate, e vi dico, non che lo abbia fatto mille anni fa. Vi dico: anche ieri, per esempio... tanto che lo sappiate. Anche perché, "ex ore infantium", qualche volta, sa, ti confermi il tuo giudizio, dai latanti, dai fanciulli. Figlioli miei, prima cosa dunque: convincetevi che abbiamo bisogno della sapienza di Dio, convincetevi che la sapienza Dio la dà a chi la chiede, Dio la dà a chi la chiede... E' una delle cose che in un attimo chiedo al Signore quando alzo la particola ogni mattina... un attimo...

MO7,13 [29-04-1965]

13."Signore, Padre... il Figlio - siccome che el ga dito Gesù Cristo che quando ch'el va su, el manda xò lo Spirito Santo ...- ti offro il Figlio... manda lo Spirito Santo, manda quello e dopo son a posto, no?... Lo Spirito Santo... affinché io possa fare il prete come vuoi tu. Tu sei il Padre, qui c'è il Figlio, te lo offro, eccolo qui. Io ho bisogno... son tuo prete, tuo sacerdote e mi hai messo sopra il candelabro perché io devo parlare di Te, devo agire per Te, devo fare per Te. Io sono un tuo rappresentante al confessionale, son Tuo rappresentante anche in giro per la strada, anche quando che vao vendere case prefabbricate, perché questa veste dice che sono un uomo di Dio".

MO7,14 [29-04-1965]

14.Perciò anche quando entro in un negozio, entro in qualun que parte, entro anche in un'osteria, entra il prete... entra la Chiesa. Perciò io son prete, e perciò io devo parlare di Dio, devo predicare Dio, sempre! sempre! Amici, e allora come posso fare io se non ho lo Spirito Santo che mi guida? Se non ho la sua sapienza, e perciò sento il bisogno, la lezione della mia povera mamma, ogni mattina, sempre, ma proprio... ma vi dico: più volte durante il giorno c'ho i punti fissi, ma alla mattina quando che me also: "Padre... il Figlio, manda a me lo Spirito Santo, sapienza". E' il primo pensiero quando che alzo la particola santa. E dopo ghe digo anca: "Paga i miei peccati, lavame, dame el resto". Vero, ma intanto metto dentro anche questo.
Figlioli, prima cosa: bisogna sentire che abbiamo bisogno e domandare il dono della sapienza.

MO7,15 [29-04-1965]

15.Ma adesso ci sarebbe un passo più avanti. Questa sapienza di Dio deve illuminare i nostri pensieri, dirigere le nostre parole, suggerire le nostre parole e dirigere le nostre azioni. Deve innanzitutto illuminare i nostri pensieri. Noi, con altre parole, dicevamo che "prima di fare una cosa, telefona al Signore". Ecco vedete figlioli, prima di dire una frase, prima di pronunciare un giudizio, prima anzi di concepire dentro di voi un giudizio, figlioli, sottoponetelo alla luce di Dio, sottoponetelo alla luce di Dio!
San Piero el ga dito: "Femo discendere el fogo dal cielo!"; "Vade retro, Satana! Questo pensiero viene da satana, non da Dio". Capito? Questo pensiero viene da satana. Quando tu stai giudicando, quando stai pensando qualche cosa, sottoponi il tuo pensiero a Lui. Non può, figlioli, un cristiano, non può un religioso pensare fuori dalla luce dello Spirito Santo. Sarebbe come uno che pretendesse camminare in una notte buia senza un fanale. Senza una luce é impossibile camminare nella notte buia, in mezzo a fossati, in mezzo a posti pericolosi. Non vi pare? Certamente non si può avere l'orientamento, e poi non si può far strada, é impossibile, se ci sono pericoli, no?. C'è bisogno almeno di una lanterna. Ora vedete, noi, figlioli, siamo troppo, siamo troppo pieni noi di noi stessi, imbevuti dalle idee del mondo, imbevuti degli interessi del mondo; il mondo é interessato, pieno di egoismo, é pieno... desidera il piacere, soddisfazioni, ecc. Non siamo... "vos de mundo non estis", non siamo del mondo. Siamo sporchi del mondo ma non siamo del mondo. E allora ecco che abbiamo bisogno della luce di Dio che ci insegni a giudicare. Perché guardate che é una cosa diversa i giudizi di Dio, sono una cosa diversa, il giudizio di Dio.

MO7,16 [29-04-1965]

16.Guardate, é morto ieri l'arciprete di Sandrigo, no?, l'arciprete di Sandrigo. L'arciprete di Sandrigo é morto e ha avuto una croce tremenda, tremenda, di morire, lo dico perché é una cosa nota fuori ecc., perché non aveva... aveva letto una cosa... la pastorale del vescovo l'anno scorso in chiesa l'aveva fatta leggere e aveva saltato via, aveva segnato con la matita alcuni pezzettini e li aveva saltati via per farla diventare un po' più corta... eh! sembravano ripetizioni alcune e allora le aveva saltate via. C'è un cappellano a Sandrigo, primo cappellano, il quale meriterebbe di essere fucilato – dopo che el ga fatto un corso de esercizi spirituali -. Don Bortolo Gasparotto lo gà accettà la con le braccia aperte, tanto per... per sanarlo, per vedere se poteva metterlo a posto un pochino va ben... e dunque ha avuto il cuore grande tenerlo lì e aver pazienza. Sa, el vescovo el gera stufo e nol voleva più saverghene... El gà cercà di sanarlo, e sanato un pochino, el gà fatto come la serpe famosa... Quando ch'el gà comincià ancora a essere uomo un pochino, e allora l'é andà dal vescovo portarghe la lettera, il giornale con la lettera: "Eccellenza, vardé qua, l'arciprete dixe sempre...". Forse ha tratto lì qualche frase contro el vescovo... qualcosa così. E allora el vescovo paf!, una lettera all'arciprete: "Leggerla di nuovo!". Rileggere un'altra volta, di nuovo, tutta la lettera intiera del vescovo in chiesa e, chiamati i cappellani ha fatto firmare che leggono quella. E allora, potete immaginarvi insomma, povero arciprete ha sofferto il soffribile, ha sofferto il soffribile.

MO7,17 [29-04-1965]

17.Se noi ragioniamo... state attenti: se noi ragioniamo con sguardo umano, allora pronti: "El Vescovo non capisse niente, el Vescovo xé qua...". Va ben! Se ragioniamo con lo sguardo umano, se ragioniamo secondo la sapienza diciamo: "Il Vescovo male illuminato... ma, male illuminato". Forse il Signore ha permesso, per sua umiliazione, che sbagliasse nel fare un colpo di scena così. Comunque siccome non tocca a me giudicare il Vescovo e tocca a Gesù Cristo e io sarò giudicato anch'io e me le prenderò, perciò diciamo: "Il Signore ha permesso, - diciamo - anche uno sbaglio eventualmente del Vescovo o un'azione troppo forte del Vescovo, che adesso io non sto a giudicare... oh... mi viene l'occasione di dirlo al Vescovo... io posso... “Allora quella é un'altra cosa, ma io non sto a giudicare. Ha permesso affinché un sacerdote, che, guardate, ha lavorato e ha lavorato, da quando é venuto cappellano a Quinto erano anni e più che non andava uno in Seminario... e son partito io, e un altro é andato nelle Missioni Estere, un altro é andato dai Salesiani prete, un altro dai Scalabrini, due tre sono andati dai Francescani, 25-26 ragazze sono andate suore proprio nel giro di cinque, sei anni. Vi dico uno che ha lavorato, ha portato dappertutto santità... Don Aldo é stato suo allievo, padre Bertinazzo é stato suo allievo, ha lavorato il lavorabile. Bene, questo uomo, questo uomo che ha lavorato così, se avesse avuto... il Vescovo... "Monsignore qua... monsignore là...", avrebbe già in parte ricevuta la sua ricompensa sopra la terra. Ma guardate che il Signore non dà la sua ricompensa ai suoi uomini qua, non la da! Bisogna che capiamo le cose. Il Signore, appunto perché ti ama, ti purifica fino in fondo, ti macina fino in fondo, ti pesta fino in fondo per farti santo, questo é l'agire del Signore.
Allora se tu ragioni con la mentalità della Sapienza dici: "Va ben, il Signore ha permesso perché?, eh... per il solito motivo, perché vuole far santi i suoi uomini, vuol purificare i suoi uomini. Certo umanamente parlando é una ingiustizia, umanamente parlando".

MO7,18 [29-04-1965]

18.Ma guardate che noi, noi uomini di Dio siamo chiamati a subire queste ingiustizie. E se queste ingiustizie non ci vengono fatte dai cattivi, il Signore permette che i buoni in buona fede, ce la facciano loro, perché? Perché ne abbiamo bisogno. Partiamo dalla idea che noi abbiamo bisogno di queste ingiustizie che ci sono dovute per diritto sacerdotale, che sono il pane nostro come l'acqua per il pesce se no il pesce muore, per noi, per noi é dovuto il martirio é dovuto, l'annientazione... é dovuta questa roba qui.
Ora se non ce la danno i cattivi, il Signore permette che in buona fede la superiora di santa Teresina la faccia santa o che la superiora di suor Bertilla la faccia santa. Se dentro in un convento non c'è un Pilato o non c'è qualche altro... permette che una superiora... ecco lì... e magari dopo la superiora si converte e si fa santa più di santa Bertilla. O ragioniamo con l'occhio di Dio e allora le cose cambiano colore, o se no figlioli é meglio che cambiamo mestiere, perché allora non é più una missione, é un mestiere se non abbiamo il dono dello Spirito Santo. Ci siamo abbastanza capiti? Capite che adesso qui... partendo con una forma pratica così potrei tirarvene fuori centinaia di esempi. Vorrei farvi toccare con mano tutte le volte che noi sragioniamo perché vogliamo ragionare secondo i principi della logica.

MO7,19 [29-04-1965]

19.E guardate che Dio non ragiona secondo i principi della logica in questo caso qua, ragiona con i principi di un'altra logica, che é quella del Crocifisso, che é quella del Sangue sparso per la salvezza degli uomini. Tante volte noi parliamo, ma parliamo male perché parliamo secondo la nostra testa, tante volte noi agiamo male perché agiamo secondo i nostri principi sbagliati. Figlioli rendetevi conto che un pochino, più o meno, tutti puzziamo di mondo, che un pochino, o un tantino, tutti puzziamo di io, di io e di mondo, e abbiamo bisogno tanto, e tanto, e tanto di Dio che con la sua sapienza ci apra gli occhi.
Dopo la discesa dello Spirito Santo gli apostoli: "Ah! ah! adesso capiemo, mamma mia! Adesso capiemo, adesso capiemo". Quante volte - e ho terminato -, quante volte ho visto anime che a un dato momento della loro vita hanno aperto gli occhi, illuminati dallo Spirito Santo, e hanno detto: "Adesso ho capito! Credevo di capire, ero nella convinzione di capire... ma adesso ho capito, adesso ho capito! cosa ho fatto fin'ora?, insensato che sono! Credevo di essere sulla strada buona, cosa ho fatto fin'ora? adesso ho capi to!". E guardate che purtroppo quello che é male é che queste rive lazioni mi sono state fatte un po' tardetto con l'età, mica a 15-18-20 anni, un po' tardetto... Se potessimo pensarci un pochino prima e far meno fiaschi, credo che sarebbe conveniente domandarlo.