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LA MADONNA RICHIAMA L’UMANITÀ IN UN MOMENTO PARTICOLARMENTE DIFFICILE

MO18 [14-05-1965]

14 maggio 1965 Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell’Immacolata. Don Ottorino riprende il tema delle apparizioni della Madonna, sottolineando che sono un richiamo di Dio all’umanità. Si sofferma inoltre a parlare del pericolo incombente del comunismo e della necessità di apostoli disposti all’immolazione di sé e pieni di fuoco apostolico. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 32’. In altre parole, é stato un richiamo del cielo alla realtà, alla penitenza, a soprannaturalizzare la nostra opera sopra la terra.

MO18,1 [14-05-1965]

1.E la Madonna, mi pare, adesso senza star qui a citare tutte le apparizioni ecc., ha parlato chiaro, ha detto che il Signore Gesù non é contento, non é contento dell'umanità, non é contento dei suoi cristiani. Ha detto che bisogna far penitenza perché altrimenti tante anime vanno a finire all'inferno, ha detto che il Signore castiga la terra, permetterà... se gli uomini non si convertiranno. Ha detto: "Guardate che... e il castigo sarà che il comunismo diffonderà i suoi errori sopra la terra. O fate penitenza, o vi mettete a fare i buoni, o senò lui diffonderà...; permetterà, il Signore, che il comunismo diffonda i suoi errori sopra la terra".
Ora mi pare, quando che il cielo ha parlato, non si può rimanere indifferenti alla voce del cielo. Quando é venuto un messaggio dal cielo non si può prendere così alla leggera come si prende di solito una predica: si va, si sente, fa un po' d'impressione e dopo non ci si ricorda più. Diceva la mia povera mamma: "Quando che le mamme dixe una roba, i tusi bisogna che i staga attenti, che non vaga dentro par 'na recia e fora par quel'altra, senò guai! el Signore non l'è mia contento, e allora bisogna mettare na man qua parché non la vaga fora". La scherzava un pochetin, parché mi gera boceta, no?, ma mi dixeva: "Allora mi metto la man qua, e allora non la va più fora!. Eh, bisogna tegnerla dentro qua!". Capito? Quando che il Signore ha parlato agli uomini, non possono gli uomini rimanere indifferenti alla voce di Dio. Perché me dixeva anca: "Scherza coi fanti, ma lassa stare i santi! No sta' scherzare col Signore". E' troppo pericoloso scherzare col paron de casa, no? Non vi pare?

MO18,2 [14-05-1965]

2.Ora figlioli miei, la Madonna ci ha detto che il Signore non é contento degli uomini, non é contento di noi. Perché? Perché siamo troppo preoccupati delle cose del mondo e siamo poco preoccupati delle cose del cielo.
Ora io vorrei chiedere a me e a voi: sentite un po', noi abbiamo preso sul serio il messaggio della Madonna di Fatima? Abbia mo preso sul serio il richiamo che ci é stato fatto dal cielo? Sentite, questa mattina pensando un po' alla meditazione, mi é venuta in mente la scena evangelica di Gesù nell'orto e i tre Apostoli che dormivano. Ditemi un po': come giustifichiamo noi quel sonno degli Apostoli? E sì che avevano ripetutamente detto di credere al Signore; e sì che avevano assistito alla scena della Trasfigurazione, perciò il Signore aveva dato loro una testimonianza, a loro tre, mi pare piuttosto forte della sua divinità, no? Avevano assistito a tanti miracoli, avevano protestato fede fino alla morte. "Se anche gli altri ti tradiranno, io no!"... Eppure guardateli là: il Signore chiede il sacrificio che preghino un'ora: "Non potuistis vigilare mecum". E va a chiamarli: "Iterum atque iterum", va a chiamarli, e di nuovo: "Oculi autem eorum erant gravati". Ora sentite un po': il Signore, Lui, chiede a tre dei suoi la collaborazione, la collaborazione della preghiera per loro stessi e per il mondo intero, perché: "Pregate perché la carne é debole, lo spirito é pronto ma la carne é debole; insomma pregate per voi!". E poi chiede preghiera per sé, per il mondo intero, no? E questi tre Apostoli nonostante tutto, dormono! Sono talmente presi dalla stanchezza, che non sanno fingere. Se in quel momento fosse intervenuto un interesse materiale, per esempio avessero detto a Pietro: "Varda che te regalo un bastimento, un transatlantico, te poi andar pescare ecc...", saria passà el sonno, inmediatamente! Fratelli, non vi pare che sia un po' il caso di noi, che quando le cose ci interessano perché... perché c'è un benefattore, perché c'è un bene materiale, perché c'è insomma, un qualche cosa che piace, allora non sentiamo mai la stanchezza, allora non sentia mo il sacrificio. Ma quando invece la cosa é un po' pesante, quando per seguire Cristo bisogna fare un po' di sacrificio, forse non vi pare che anche per noi potrebbe ripetersi il rimprovero del Divino Maestro: "Una hora non potuistis vigilare mecum?". Vedete, ho paura che noi apostoli, in quest'ora tragica, mentre Gesù misticamente si trova ancora nell'Orto degli ulivi, in questo momento siamo un po' addormentati: non ci rendiamo conto della gravità del momento che stiamo attraversando. Gli Apostoli forse in quel momento non si rendevano conto dell'ora tragica del tradimento. Forse neanche noi ci rendiamo conto.

MO18,3 [14-05-1965]

3.Se ci mettessimo sul serio a pensare che cosa sta facendo il comunismo nel mondo, al pericolo enorme del comunismo, credo che non potremmo dormire, non potremmo dormire. Ricordatevi che il comunismo non lo fermeremo con la nostra dialettica, seppure é bene, seppure bisogna sapere, bisogna studiare il marxismo, bisogna studiare! E avete il dovere sacrosanto di studiare quelle cose là, di approfondirle, dovete approfondirle! Mancate a un vostro preciso dovere se non le approfondite, però ricordatevi, i comunisti non li convertite con la dialettica. Vinicio, tu che sei stato in mezzo, sei del mio parere? Non li convertite con la dialettica. Il comunismo si converte col sangue. Ah, cari miei, non c'è niente da fare, si converte col sangue. E noi vediamo che stanno venendo avanti, stanno venendo avanti. Avete visto adesso che lì vicino a Cuba, quell'isola lì... avete visto, no? Avete visto in Vietnam cosa sta succedendo: é un osso duro. Domani ti impiantano un altro nell'Africa, ti impiantano di qua e di là... e gli americani potranno tener testa a tutto? Domani saltassero fuori degli altri fuochi in America Latina, perché é una polveriera, é un attimo.
Voi direte: in Italia? Guardate in Italia. Quando che Longo alla televisione ti dice: "Sa, noi siamo il partito più forte". Provate un pochino a... A un dato momento viene l'ordine da Mosca di saltare nelle piazze qua in Italia, vedrete cosa succederà. Ricordate alcuni anni fa con la questione delle elezioni, ci son state mi pare delle dimostrazioni in piazza, no? Domani, a un dato momento se saltano fuori nelle piazze, ecc... milioni... sono milioni, mica uno, eh! sono milioni! Amici miei, ci rendiamo conto?, ci rendiamo conto che il comunismo sta andando avanti in una forma impressionante? E guardate che, umanamente parlando, e non é pensiero mio, é pensiero un po' di tutti, umanamente parlando andiamo nelle braccia del comunismo. Umanamente parlando non c'è niente... andiamo lentamente... Avete visto anche nelle ultime elezioni fatte lì, verso, dove é stato? Rimini, avete visto il comunismo é andato avanti, no? Il comunismo é andato avanti. Mons. Fanton mi diceva ultimamente: "Noialtri... se trattarà de 5 -10 - 15 anni, ma se andiamo avanti così l'Italia va in mano matematicamente al comunismo. Va in mano così, così, va in mano al comunismo".

MO18,4 [14-05-1965]

4.Ma non l'Italia, il mondo intero va in mano al comunismo. Perché? Perché loro hanno una forza che... loro sa... E' facile dire a uno: "Va col sciopo a tòrte da magnare", che non fa guadagnarsene, no? "Varda quel paron che el va in macchina, eee". Hanno delle forze in mano, hanno una forza loro che noi non abbiamo. Perché é facile dire a Magnaguagno: "Senti, invece che andar a scola, va su par... va fora che ghe xé le parallele, ecc.". "Dove xele?", el scuminsiaria. "Eh, adesso i le ga portà via, le vien tra poco, intanto fa de manco andar scola, va là". Xé fassile dir così. E Magnaguagno sente il suo vecchio uomo che salta fora in quel momento lì, no? mica vero? E siccome il vecchio uomo l'abbiamo tutti, si tratta altro che di trovarlo fuori, scovarlo fuori, é facile; é facile far pagliaccia alla mattina e venir Messa in ritardo, vero Bottegal? Sei venuto in ritardo? No? Non te gò gnanca visto davanti... In fondo?... va ben! E' facile venire in ritardo, che non venire a ora giusta.

MO18,5 [14-05-1965]

5.Figlioli miei, io vorrei domandarvi questo: in questo momento in cui il comunismo sta facendo questo, é come un rullo compressore che sta venendo avanti, noi che potremmo paragonarci agli Apostoli che Dio ha chiamato e ai quali il Signore ha affidato una missione: quella di arginare questa ondata diabolica. Ci rendiamo conto che l'argineremo soltanto con la preghiera, con la penitenza? Ci rendiamo conto? Sarà penitenza lo studio, sarà penitenza fare il proprio dovere; ma ci rendiamo conto che soltanto con la preghiera e penitenza, preghiera e penitenza, noi riusciremo ad arginare, ad arginare questa ondata di demonio, diabolica ondata?
Guardiamo un pochino: orto degli ulivi e tre Apostoli che dormono. E intanto i comunisti di allora stavano radunandosi "cum gladiis et fustibus", per prendere il Signore, no? In questo momento, ecco qui, il mondo intero: "cum gladiis et fustibus" stanno radunandosi per prendere il Signore e crocifiggerlo un'altra volta. E gli apostoli di oggi sono chiamati; e il Signore li chiama.

MO18,6 [14-05-1965]

6.Tra questi apostoli ci siamo anche noi: proprio chiamati in quest'ora, in questo momento. La Congregazione é sorta in questo momento: per forza deve essere inserita nella storia del momento, nell'ora presente. In questo momento... Però attenti! Il Signore ci dice ancora: "Vigilate et orate, perché lo spirito é pronto, ma la carne é debole". Siamo pronti, figlioli, se domani dovesse venire un'invasione di comunisti qua, siamo pronti a perdonare chi ha ucciso nostro padre, nostra madre e morire per loro? Siamo pronti a ripetere gli atti eroici dei primi fratelli cristiani? O siamo solo pronti a saltare sopra un pilastro e fare una filippica contro: "Vae! Guai a voi!"... e alzare il braccio così; o meglio ancora: "Fugerunt... omnes fugerunt...", com'é la frase evangelica, no? "Relicto eo, omnes fugerunt", che tradotta in italiano dice: "Tagliaverunt corda"?

MO18,7 [14-05-1965]

7.Guardate che le scene si ripetono. Domani potremmo essere chiamati tutti, tutti a testimoniare col sangue la nostra fede. Non é da escludersi che il Signore ci abbia chiamati qui, come un agnello é stato chiamato, chiuso come Gesù é venuto al mondo per essere immolato "tamquam agnus..." Nessuna meraviglia che domani sia una Congregazione di martiri: il Signore ci abbia raccolti qui, ci abbia nutriti qui, ingrassati bene come don Flavio, bene così, e ci abbia preparato al martirio. Manca sangue? bene! Datori di sangue! "Io vi voglio qui pronti a dare la vita". E col sangue vostro avviene la redenzione di tante anime. Non sappiamo, sappiamo solo che il Signore ci ha chiamati qui. Come san Filippo Neri quel giorno che aveva da cambiar di casa, ha mandato a chiamare i cardinali e i vescovi, no? e da ultimo poi é venuto... tutti quanti alla stessa ora: e allora a un vescovo e a un cavaliere... portare un armaro, quell'altro... e da ultimo porta la so gatela, e da ultimo chiudere il corteo lui, portando la sua gatta. Così anche Nostro Signore ha chiamato noi.
Ora attenti... adesso me toca ripetere alcune parole perché senò nol capisce gnente, tutto el resto nol capisce gnente. A Fatima... me lassé che ghe ripeta in do parole... fasso molto presto perché don Gianni xé intelligente e el fa presto capire. A Fatima la Madonna sé apparsa a gente umile, va ben, Dio si serve degli umili. Primo punto: ieri mattina. Ha consegnato un messaggio agli uomini. Il messaggio: penitenza e preghiera, perché il mondo va male, senò: castigo, comunismo! Il comunismo sta vegnendo avanti, non ghe xé gnente da fare, lo vedemo, di fatto dal'17 a adesso che razza de salto che el ga fatto, perché allora el gera appena comincià, no? Ecco, cosa succede? Che bisogna ca 'ndemo alla conclusione che gli uomini non gà fatto quello che ga domandà la Madonna, perché se gli uomini gavesse fatto quello che ga domandà la Madonna non vedarissimo gli effetti del castigo, no?

MO18,8 [14-05-1965]

8.Ora, in questo momento, perché el Signore ne ga chiamà qua dentro? Siccome che la battaglia xé una, del male contro il bene, el ne ga chiamà perché podemo arginare il comunismo, arginare il male, no? E in che modo dovemo arginarlo noialtri? Prima di tutto con la preghiera e con il sacrificio. A Fatima ga domandà questo, dopo, con la predicazione. Quante volte go dito nelle nostre meditazioni che semo chiamà a celebrare la nostra Messa: la nostra Messa xé il sacrificio! Mettemoselo in testa: la nostra Messa xé il sacrificio, xé giorno per giorno, istante per istante, il sangue ca demo, quello che... La vocazione prima xé questa qua: l'immolazione di noi stessi! Guardé che me fé ridere, me fe compassion se credì che la vostra missione sia quella de andare in giro a predicare, a fare chissà cosa... Xé quella di essere immolati per la salvezza delle anime. Allora, quello xé quello che darà valore alla vostra preghiera, anche se la vegnarà fora sgrammaticata. Mejo che la vegna fora bella, mejo che la vegna fora fiorita, tutto quello che volì! Ma la sostanza della conversione la sarà lì.
Ve ricordé quel vescovo del Pakistan, che el ga comprà le prediche del santo Curato d'Ars, no? Parché el ga dito - sé stà fatto vescovo un domenicano - "Andar nel Pakistan... un domenica no... cultura... beh insomma, semo un po' sul livello de Ars". Compra le prediche, el me lo ga dito lu: "E me son messo a lesarle... in sostanza cosa ghe xé?", el ga dito! "Ma insomma, cosa ghe xé? Se le leso mi... se le digo mi ste prediche qua, i se mete ridare la gente", el ga dito. "E allora go capìo na roba, el ga dito, go capìo na roba: che le prediche del santo Curato d'Ars in boca mia, le fa ridare, e in boca del santo Curato d'Ars le fa piansere. Perché? Perché ghe xé l'omo", el ga dito. Dopo se pol essere domenicani, se pol essere tutto quel ca volì, se pol essere... Però, che da' valore xé l'omo! Senò si come un filo de nichelcromo, vero, senza corrente elettrica. Cosa me interessa a mi che sia... Preoccupati che el filo sia grosso. Saria compagno uno che el volesse fare na bela stua... fasesse freddo, freddo, freddo, e preoccupato de fare la stua, no?, un bel coso de terracotta e su...torno. - "Lo mettemo fin o grosso el nichelcromo?". - "Mejo grosso, perché el scalda de più! Eh sì, no, più grosso che l'è, più el scalda. E sa, xé mejo che la temperatura sia alta, perché oggi xé ben avere 20 gradi. Ma no perché 18 xé massa poco, 17 no... xé 20,22". - "Femo el calcolo: 22 gradi", dixe Filippi. - "Ciò Filippi, che nichelcromo ghe vole per avere 22 gradi?". - "Lungo così!". - "Ma no – vien fora n'altro -, xé mejo 23 perché sà...". E discussioni sul 23 e sul 22, e più grosso e più de qua... E tutte belle discussioni. E vien dentro Toni: "Ma sentì, tutte belle robe! E la corrente elettrica ghe xela?". "No, non la ghe xé mia". Cosa me interessa a mi. Mejo na fogara de bronze allora! Tante belle discussioni. Son d'accordo con voialtri su queste robe qua, son pienamente d'accordo; ma prima di tutto, ante omnia, o contemporaneamente, no? ante omnia, ghe xé la... Ecco, i pensa subito al panegirico de Sant'Antonio queli là. Ste' atenti: prima di tutto fe' rivare la corrente; o assicuratevi che nel momento che avete comperata la stufa insieme ci sia la corrente, se no fe ridare i sassi! Perché xé mejo portar qua na vaca dentro qua, con un po' de fen, e la fa pi' caldo, che non fa una stua moderna, bellissima, senza corrente elettrica. El me varda don Venanzio, ma la xé la realtà. No, don Venanzio? non la xé la realtà? I nostri nonni veci i 'ndasea in stala, i 'stasea al caldo senza corrente elettrica, i se adattava; mancava la corrente? i gavea le stue naturali vero, ad aria compressa, giusto?

MO18,9 [14-05-1965]

9.Amici miei, ecco la preoccupazione che dobbiamo avere noialtri. Voialtri dirì che mi son un arretrato, che mi non capisso gnente. Dirì che son oscurantista, tutto quel ca volì! No, fìoi! mi son qua, la corrente elettrica fe' rivare, e dopo metì stue fin ca' volì, o contemporaneamente preparé le stue. Mi son qua proprio per gridarve, ma in tutti i toni: vardé che se non fe' rivare la corrente elettrica diventaré ridicoli dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini!
E se il mondo non é riuscito a fermare il comunismo é perché ci sono troppi apostoli che portano il fanale ma senza la lampadina dentro. Mejo un musso col caretto piuttosto che una 1100 senza motore o senza benzina perché col musso te ve avanti, vero. Mejo se xé una 1100, mejo se l'é un aereo, no? mejo, mejo! In hoc laudo, ma che sia proporzionato, che ghe sia tutto, no che ghe manca i tochi. Non si può partire con una macchina da qua senza olio: "Eh, ma la parte, eh, ma la parte"... Sì ma co te sì in fondo al pino te ghe fuso tutto. Fermate! varda l'olio! Co te ghe l'oio, parti, ma no pretendere di partire senza... "Eh, ma la parte 'istesso, ma la va, el senta el motore". "Sì, sì, lo sento, lo sento che el va; ma so che manca olio e so che in fondo al pino". "Ohh, mi non credeva". Ecco la storia de tanti apostoli: sentono che il motore va bene, che parte bene, ma dopo se fonde tutto, se brusa tutto... "Ma mi non credea". Fidati un pochino, fidati un pochino! Guardate che anche gli Apostoli là hanno dormito; ma dopo cosa xè capità?

MO18,10 [14-05-1965]

10.Mi non so più cosa dirve. Mi digo solo: guardé, o se mettemo in testa ca dovemo diventare uomini di Dio, e questa roba qua bisogna ca' la femo individualmente. Qua non se tratta de dire: adesso femo un'ora de adorassion, stasera se trovemo tutti quanti a pregare, femo tutti meditassion, femo questo, o femo individualmente o non femo niente niente niente!
Mi ricordo in terza liceo in seminario... Scusé, co se xé veci i ga dito che uno dei segni che indica la vecchiaia xé i ricordi, vero. Non la xé cussì? Mi ricordo che son entrà in seminario in terza liceo e ghe gera don Florindo Lucatello, me compagno de scola, e, el gera un bon fiolo, ma in liceo el gavea passà durante le vacanze un po', sa, el gera un bon seminarista, un bon seminarista. Te se, un po' così... allegro, sereno, senza andar fora de strada; l'unica cosa che podaria verghe accusà, che allora gera de scandalo, essere andà senza giachetta qualche volta, che adesso i saria mali che se pole fare in ciesa, vero. Avere sparà alla matematica quello xé un merito, vero... Dopo gli esami de 5 ginnasio, dalla gioia de esserse liberà dalla matematica, el ga messo el libro su par 'na siaresara, piantà con un ciodetto là, e dopo con la s-ciopa el ghe ga tirà. E lo ga messo in fondo alla cassa, e quando che l'é stà in liceo, mons. Miotti gà vossudo ripassare la matematica ghe gà tocà vegner scola con la traforata. E allora ghe gera de quei bagoli, la gera tutta piena de busi... Far bagolo allora, tusi, giovani, niente de straordinario.

MO18,11 [14-05-1965]

11.Ricordo questo: che all'inizio della terza liceo se ghemo trovà per caso per due insieme, là... gerimo per due in fila, sapete, la prima sera...
"Oh, santocio! - el gà dito – o te me converti ti o te converto mi - el gà dito - st'ano". Gò tirà vanti, lu sitava torme in giro, scherzare, ecc, far bagolo un pochettin. Semo 'ndà avanti fino alla fine d'anno scolastico no, l'anno civile. L'ultimo dell'anno gò dito: - "Ciò, feto l'ora de adorassion stanotte?", go dito. - "Te po' immaginarte! el ga dito, no 'ndemo in cattedrale? non ghe xé adorassion là?... ancora, anca stanotte?", el ga dito. - "No, te domando", go dito. - "Ti la feto", el ga dito a mi. - "Sì", go dito. - "E a che ora la feto?", el ga dito. - "Dalle ondase a mezzanotte". - El dise: "Beh...", el dise, e allora el ga scumissìa torme in giro. E, tornando indrìo el ga sità, el ga sità torme in giro, un pochettin scherzando, per due, ecc. Co xé stà verso... prima de 'ndare in letto, el vien in camerin mio un momento: "Ciò senti, el ga dito, come feto farla stanotte ti l'adorassion, cosa feto? Così, tanto per savere; dime cosa che te fe. No, no ca la fassa mi! Può darsi che me vegna voia de farla, el ga dito. Comunque, el ga dito, così per curiosità, cosa feto ti", el ga dito. E allora ghe go dito: "No". Alla mattima el me vede... i ne inciavava in camerin la sera, no, gerimo sotto chiave. Alla mattina seguente i vien là, i te apre la porta. Appena verta la porta, dopo non so qualche momento, el vien là, el bate, el vien dentro, el me porta là tutti i rifornimenti che lu el gaveva, el ghin n'aveva na straie de rifornimenti, munision, insomma, el li porta là. - "Ciò - el dise -, fale partire par le mission ste' qua", el ga dito. Siccome che si raccoglieva tanta roba e dopo la se dava via per le missioni o S. Vincenzo, ecc... "Fala partire sta' roba qua". - "Eh, ma cosa succede?". - "Ah, - el ga dito - gò fato adorassion stanotte e gò capìo tante robe che non gavevo mai capìo", el ga dito. Da quella volta el gà comincià ore di adorazione, el gà comincià... Me tocava frenarlo perché sennò... Ve digo, me tocava frenarlo, proprio tegnerlo così, perché sennò quelo, schhh. Amici miei, penitenze che el fasea, piccoli sacrifici. Xé a onore e gloria di Dio, posso dirlo, no?

MO18,12 [14-05-1965]

12.Ora, mi digo: il lavoro di un'anima xé lavoro così, individuale. Non podì pretendere voialtri che sia tutto a posto perché ghi fatto la lettura spirituale insieme, perché ghi fatto la meditazione insieme, perché ghi dito la corona insieme se non ve incontré con Dio da soli; se non ve fermé la sera, il mattutino, da soli a discutere con Dio.
Non solo lo studio, lo studio delle cose di Dio, quello ghe vole, ma non xé quelo che ve fa... quello vi aiuterà se, se voialtri, vedìo, ste attenti... Portemo un esempio molto semplice: se voialtri ciapé carbone, carbone, ghe mettì un fuminante, el carbon non arde mia, no? Ma se voialtri impissé un bel fogo e ghe butté el carbon par sora, a capì cosa che el diventa quel carbon là. Lo studio delle cose di Dio, anche di teologia e anche di più della teologia, vale, agli effetti apostolato, in quanto voialtri gavì impissà el fogo e butté il carbone sopra il fuoco. Ma se butté il carbone soltanto, chi xé che non ve dixe che el carbon ga più calorie della legna; chi xé che non ve dixe che il carbone xé carbone! Ma ve digo: vardé che il carbone per poder ardare gà bisogno di un fuoco acceso, senò soffoca tutto. Senò la teologia vi fa perdere la fede, perché diventa una cosa razionale. Carbone buttato sopra un focherello piccolo, piccolo, piccolo finisce che, pure con tante calorie, tanta potenza, finisce per spegnere tutto. Sito d'accordo don Gianni? Ora, mi son el primo a dire che ghin vol tanto carbon, ma ve digo: bisogna che ghe preparé il terreno per il carbone, perché sennò non può ardere il carbone. Perché la teologia diventerà una roba razionale, diventerà uno studio, non diventerà fuoco. Ora, ecco la necessità di questo incontro intimo con il Signore - che non xé sentimento; xé fede, xé fede fioi! Mettersi lì a contatto con Dio, metterse, no, a dormire come gli Apostoli, perché vardé che andemo a finire tutti in mano al comunismo, e al momento della persecuzione, se dovesse vegnere la persecuzione, vardé che finimo per tradire il Signore. Come minimo femo come san Piero, e che Dio ne la manda bona perché el ne lassa el tempo dopo per pentirse. Vardé che l'inferno può essere fatto per mi e anche per voialtri, savìo fioi. Vardé ca' podarissimo... La fine de Giuda podaria essere la mia o la vostra. Bisogna che ghe demo un fondamento alla nostra fede; bisogna che ghe demo una vita, una vita all'anima nostra! Non può nascere un vivo da un morto. Da una mamma morta e un papà morto non pol nascere dei fioi. Guardé fioi che voi siete padri spirituali domani e dovete dare la vita; ma la vita non la se dà senza vita. Dovete averla dentro di voi questa vita, senò siete il pezzettino di legno mezzo impissà e non impissà e pretendete di accendere il carbone. ma xé impossibile, figlioli, é impossibile!

MO18,13 [14-05-1965]

13.Ora io proprio vi direi: facciamo un esame, un pochino.
La Madonna si é lamentata degli uomini, si é lamentata dell'umanità, perché gli uomini non conoscono il Signore, non amano il Signore, non sono interessati sufficientemente delle cose del cielo. Io dico: e noi? e noi? siamo veramente coscienti della nostra fede? siamo veramente coscienti della presenza di Dio in noi? che é Dio che abita in noi? Padre, Figlio e Spirito Santo? Dio che genera il Figlio ab aeterno dentro di noi? Il Figlio che ama il Padre, il Padre che ama il Figlio e lo spirito Santo che procede é tutto dentro qui di noi? E siamo coscienti della nostra grandezza, della grazia che abbiamo, del nostro inserimento in Cristo? Queste cose bisogna viverle, ma viverle così... intimamente. Dobbiamo qualche volta, figlioli... io non mi meraviglierei, non mi meraviglierei che qualcuno andasse in estasi pensando a ste' robe qui. Voi ridete, sorridete fin che volete... Non mi meraviglierei che qualcuno meditando queste cose qui, a un dato momento si sentisse preso anche dalla natura stessa. Non quelle estasi famose, isteriche che può essere di qualche donnuccia, ecc., qualcosa di virile. Rendiamoci conto, figlioli, rendiamoci conto del soprannaturale nel quale viviamo, nel quale viviamo e dove siamo chiamati noi ad essere domani i portatori di questo spirito. Ecco, perdonate se... lo so, voi direte: ma don Ottorino dixe sempre le stesse robe; dite in un modo o nell'altro, xé sempre le stesse robe. Cosa volìo, quando se tratta de impissare el fogo, se prova, se suppia, se butta carta, se butta benzina fin ch'el fogo no arde, viva Dio, non posso mia butarghe na seccia de acqua dosso, no? Bisogna che seita gettare qualche fuminante. Ieri sera ghe gera Mariano che el voleva impissarse la sigaretta; el ga tirà fora na scatola de cerini... eh, non ghi n'é gnanca uno: "Oh, morisse el mas-cio! gnanca uno!", el ga dito. "Eh, ma ghi n'ho n'altra scatola in scarsela, el ga dito, tira fora quela, tira fora... gnanca un cerin!. "Ma insomma, el ga dito, proprio...". Insomma, ghe ga tocà ciapare la sigaretta e metterla dentro. Ecco, ste' attenti che alla fine della vita, dopo aver cercà e cercà e cercà fuminanti; non ve toca far la dolorosa fine de Mariano: rimettere dentro la sigaretta. Saria un fiasco, savìo.