25 novembre 1965Meditazione ai religiosi e ai novizi della Casa dell'Immacolata.Don Ottorino, prendendo motivo dal libro "L'uomo che si vendicò di Dio",
insiste sulla necessità, da parte del religioso, di incontrarsi personalmente con il
Signore.
MO39,1 [25-11-1965]
1.La meditazione di questa mattina é una meditazione un po'
stramba, come di consueto.Ho letto un libro, meglio sto leggendo un libro, e ho trovato qualcosina
che fa bene a me, fa bene a me... qualcosina anche a voialtri, e che se riesce, se
riesce un acido ad intaccare, non sò, il sasso, dentro nell'acido, sasso, ad
intaccare dentro, dico io...Dunque, state attenti, sto leggendo un libro: "L'uomo che si é vendicato
di Dio". L'avete letto anche voi quasi tutti, é dello stesso autore che ha scritto:
"Tre frati ribelli"; adesso non parlo di questi qui, e, frati: di altri.Si tratta di un uomo, come é descritto, che aveva una passione: quella
di vendicarsi, vendicarsi sempre, vendicarsi sempre: "Mi vendicherò! Mi
vendicherò!"... Gli avevano bruciato il magazzino del papà, il capannone...! "Mi
vendicherò, mi vendicherò!". E, quando é entrato fra i Trappisti: "El crede lu che
mi non riesca, me vendicherò, ghe farò vedare mi che...!". Ma no in senso, in
principio era in senso buono: "El crede lu che non sia bon a far silenzio: me
vendicherò, ghe mostrerò mi che son bon a far silenzio! El crede che mi non sia bon
de xugare: ecco là, me vendicherò, xugarò!". Ecco, miga massa ortodosso 'sto modo de
far el frate, no? mica troppo ortodosso! E, infatti é sfuggito a questo frate - fa a
meno di scrivere, la parte importante vien dopo, tanto per inquadrare un pochino -
qui, ha detto questo frate: "Mi vendicherò, mi vendicherò!"; e qualche volta
capitava qualche "mi vendicherò" fuori posto.Un giorno, là in un lavoro in silenzio come voi, capita che un
fraticello che era a capo, gli fa un segno, si parlano a segni, di fare una cosa:
"Ecco, quello fa' apposta, per dispetto... contro de mi, contro de mi, contro de mi;
ecco, contro de mi, contro de mi, mi vendicherò". Scappa via dal campo e va a torse
una forca, par parlarse in dialetto, no?, la forca, savì cosa che la xé; e el se
mete vissin al porton: "Col riva te vedaré ca lo metto a posto mi!". El gera là che
el 'spetava co la forca par infilar quell'altro. Pro prio, semo rivà al quarto
stato, vero, de santità. Senonché, invesse de arrivar quell'altro, speta, speta,
speta xé rivà el portinaio a ciamarlo parché ghe xé el padre guardian che el lo
vole. L'é andà su, e el padre guardian ghe gà dà na lavada par dentro e par fora..."Mi vendicherò, mi rivedrò, me perdonaré, almanco, parché non son bon de
vénsarme e no rabiarme più: mi vendicherò e mi deciderò... mi deciderò!". E pian,
nol se ga mia contentà.Capita che un giorno el mete la carne sul forno, el gerà incaricà de
lavorare in cucina, i ghe dise: "Varda, te raccomando de cusinarla molto lentamente,
parché se no la se cusina male, vero, de cusinarla lentamente!". Lu el la gà cusinà
molto lentamente: el se la ga dismentegà dentro nel forno, e dopo qualche giorno el
se ga accorto che ghe gera la tecia... de carne: la gera deventà un toco de carbon,
te poli immaginarte... El va dal padre superiore, el se presenta co la tecia: "Cos'è
questo?", "Carne". El dise. "Carne? La mangerai, la mangerai!". E difatti... auff!
dentro de lu: l'è matto magnare sta roba, 'sto carbon qua, ma xéla roba da fare,
magnare 'sto carbon qua!!!... "La mangerai, la mangerai!".E qui comincia la meditazione!
MO39,2 [25-11-1965]
2.Poco
tempo prima, 'sto benedetto frate, era stato chiamato dall'abate, e l'abate gli
aveva detto una frase - questa é la nostra meditazione -: "Ricordati che la Trappa,
la vita, la Trappa, la vita della Trappa non é qualche cosa, ma Qualcuno: ricordati,
eh!". 'Sto poro frate: "Cosa vuol dire 'sta roba...?".Ricordati che la vita religiosa, io direi col padre abate, non é qualche
cosa, ma é Qualcuno, é Qualcuno. Vedete, quel benedetto Abate aveva capito una cosa
importantissima, molto importante: che le passioni non son mica cose cattive se sono
incanalate bene. Anche le cascate d'acqua, incanalate, fanno venir fuori la corrente
elettrica, no? Se invece le lasci libere, fanno disastri. Incanalate bene, portano
potenza. Ora, le passioni di un uomo, uomo vendicativo, domani in qualche modo puoi
incanalarle per la salvezza delle anime.Un po' di superbia ci vuole. Scusatemi, bisogna stare attenti, no ste
mia a fermarve nel vostro processo di... per Dio! Un po' di superbia ci vuole: un
uomo che non ha un po' di ambizione, che non ha un pochino di desiderio di essere
qualche cosa, dentro di sé, sarà sempre un mediocre apostolo. Datemi voi un uomo
pieno di se stesso, un pochino, pieno insomma, quando che el punta el ciodo el vol
essere, vol essere, vol fare, vol... Se lo incanalate bene, quello diviene un
Francesco d'Assisi, un Francesco Saverio, Un Francesco di Sales, ecc... Guardate che
i santi – scusate la brutta parola, mi no son mia professore de pedagogia - i xé
passionali de ché! Infatti, una volta vi dicevo sempre: o briganti o santi, o
briganti o santi! Perché, quando che te ghe credi, o tutto o gnente. Quando tu mi
dai un uomo pieno di sè stesso, un pochino, che vuole quando che el dise, per punto
de onore vol fare, che ha il desiderio un po'; se fosse, se fosse fuori vorrebbe
diventare deputato e poi senatore, ovvero un grande industriale o qualcosa del
genere.
MO39,3 [25-11-1965]
3.Se
tu sai incanalare quel duro puoi farne un santo, eh, vien fuori un santo. Perché il
Signore é sempre lo stesso autore lì, in fondo a ogni uomo, in fondo c'è sempre il
peccatore e il santo: basta far dormire uno e svegliare quell'altro. Capissito
Giorgio, dentro de ti ghe xé un peccatore co la barba da brigante e un santo. Basta
far dormire uno e sveiar quell'altro. Ma, ma se dentro de ti no ghe xé l'omo, un
po', sa cossa vuto, l'é un peccatore o un santo, e va ben cussì... cussì. Xé diverso
mettare dentro 'na gabbia, mettar dentro du ochitti, mettar dentro du ochitti, o
mettar dentro... due galli, incominciano a beccarsi, no?... i ochi i resta du ochi!
Ora, se dentro de ti, te ghe el santo e el brigante, ma i xé là: pora robeta!
Invesse mi vui gente, gente che i xé boni anca de spaccarse la testa in principio,
in principio, dopo basta! In principio i xé boni anca, vero ti, "Pociti", de
spaccarse un fiore magari con un colpo de rabbia, e de rispondere, magari, in
cortile: ben, ben, ben, ben, proprio così.Quel frate lì che gera drio taiarghe la barba al padre abate, el fasea:
ben, ben, ben... Non che i fassa così, ma che i sia boni da far così; questa xé la
gente che mi vui qua dentro! Marmotte, ve lo gò dito tante volte, non sò cosa
farghene. Bauchi, capissito ti, bauchi... "Sunt inter nos multi imbecilles et
dormiunt multi", ma no bauchi! Bauchi gnente nella vita Religiosa, parché domani i
bauchi "non capiunt regnum coelorum". Domani nella vita apostolica, ricordeve, che i
santi i gera i furbi, i santi savea farghela anche al diavolo. E bisogna farghela al
diavolo, siccome che la nostra missione xé de farghela al diavolo che l'è furbo,
bisogna essere furbi!... Però, ecco io non mi spavento se vedo gente rabbiosa,
pelagrosa, superba, ecc., ecc.; però questa gente dev'essere preoccupata non di
vivere una giornata così, passata anche ben...
MO39,4 [25-11-1965]
4.Supponiamo che noi avessimo la Casa dell'Immacolata che
funzionasse in modo meraviglioso: suona la campanella, al primo tocco di campanella
tutti i "frati" della Casa Immacolata son là seduti sul letto con le manine giunte:
"Quando sarà o mio Dio che aprirò questi miei occhi". Secondo colpo di campanella:
son tutti nella porta della stanza recitando "Miserere mei Deus", e vanno a mettersi
per due. Poi, parla l'assistente e dice: "Procedamus, in nomine Domini...", e
partono, e vengono giù tutti quanti con la testa... Poi se fossero in chiesa: "In
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen". Poi, andando giù: "Miserere
mei Deus", verso il refettorio... Tutta la giornata filasse così, e che se qualcuno:
"Oh, che Casa religiosa che funziona, che Casa religiosa!"... Mi diria: che casa de
marmotte, che casa de marmotte!!!Non é questa la vita religiosa! Voi sapete che io sono un po'
rivoluzionario da quel punto di vista lì. Non parto dalla disciplina per arrivare
alla santità; parto dalla santità per arrivare alla disciplina. Non mi interessa
avere un gruppo di soldati, di avere un gruppo inquadrato: a me interessa avere dei
capi, non della gente in corriera, ma della gente con la macchina da corsa, chiaro?
Interessa a mi avere un domàn, in pulman 50-60... là: no, no! Interessa avere della
gente che ognuno ha la sua macchina e che sa guidare e correre con la sua macchina!Figlioli miei, ecco allora il punto dove si doveva arrivare e che
dobbiamo meditare un pochino.Noi non dobbiamo trasformare la vita religiosa in qualche cosa, in
qualche cosa di organizzato dove che uno l'é a posto quando é puro, quando é povero,
quando é obbediente, quando studia, quando lavora, quando compie bene il suo dovere.
Questo é un religioso? No, questo é uno che ha l'abito esterno del religioso. E'
vero che ci vuole anche l'abito esterno, per carità, nol pol mia andare uno con la
camisa rossa con la falce e martello qua a predicare el vangelo doman de mattina,
sul pulpito della cattedrale, vero? No, ghe vol anca l'abito esterno. Obbediente,
obbedientissimo, però attenti, guardate che facciamo nostra quella frase di
quell'autore lì: "La vita religiosa é Qualcuno, non é qualche cosa". Non é una
ripetizione di atti meravigliosi, non é una scorza esterna, é Qualcuno!
MO39,5 [25-11-1965]
5.Queste robe, un po', qui le abbiamo dette in altra forma
parlando della fede. E mi permetto di insistere di convertirci, perché se riusciamo
a realizzare questo incontro personale col Signore, guardate che abbiamo scoperto
l'America, ma quella di una volta, non quella di adesso! Guardate che abbiamo
scoperto il punto di appoggio e la leva per sollevare il mondo. Se invece non
scopriamo questo, diventiamo una delle tante prove che si sono fatte per salvare il
mondo, una delle tante esperienze che di qui a cinquant'anni é già sorpassata! Se
invece noi ci sforziamo che la vita religiosa divenga Qualcuno, Qualcuno allora
state sicuri, state sicuri che in quei cinquant'anni la Congregazione non sarà
sorpassata.
MO39,6 [25-11-1965]
6.Come si fa a diventare Qualcuno?. Quel povero frate avrà
pensato: "Ma cossa vol dire 'sta roba?". Sa, per lui che non aveva studiato
filosofia, come voi, la cosa é più difficile ancora. Poi, quando si é trovato
dinanzi a quella carne là, ha incominciato a tirarla fuori a pezzettini, l'ha presa
in mano un po' sabbiosa metà bruciata; dentro il cuore suo, il testo non riferisce
le parole, ma penso che el ghe gà dito poco, se el ghe gà dito: "Fiol d'un can de un
superiore!". Se el gà dito: "Varda quel cretino, ignorante, nol capisse gnente. Xele
robe da magnare?". E quell'altro insiste: "Mangiala, mangiala!". La magnasse lu, lu,
parché el magnarà le bistechete. Sa, lu le vecio e el magna bele bistechette, ecc...
Insomma, per sei mesi, sei mesi ha impiegato a mangiarla tutta. Bisogna vedare che
tecia che la gera! Pol darsi che el fusse sta' un teciòn così, parché i gera in
tanti in convento, no?, par tutti i frati la dovea essere 'na bela tecia! Per sei
mesi lui se l'é vista sempre lì a tavola, e i magnava dò volte al giorno, capìo? Per
sei mesi l'ha mangiata tutta, sei mesi! Però, in principio el gavea le frasi contro
l'abate, el gavea brumm, el bum che vegnea fora, no?, el bum! Poi, pian piano: "Che
cretino che son mi, sto' sacrificio qua lo fasso per l'abate o lo fasso par Dio? E
se lo offro al Signore, con quel senso di... con un senso di penitenza e di
mortificazione, ecc., lo offro al Signore; seto cosa che salta fora! Pénsate quanti
meriti... me sento tanto de volerghe ben, mostrarghe al Signore ca ghe voio ben, no?
Lo fasso par lu allora. Varda che stupido ca son, varda che cretino!". E el gà
scominsia, in principio no la ghe piasea, dopo no la ghe piasea, ma par amore del
Signore el la magnava; dopo, in fondo el gà scominsia a amare di non amare... finché
pian, pian, pian verso la fine mi digo che ghe dispiasea che la tecia fusse finia!
Benché ghemo la natura umana che dise: Deo gratias, finalmente oh Signore, chissà ca
non ghin brusa n'altra parché allora...Ora vedete, la scalata a questa unione con Gesù, c'è solo questo sapete,
non ce n'è mica altre. In principio si parte così con l'offrire al Signore tutto
quello che si trova per istrada. Scusa, io vi dico la strada che ho percorso io, e
mi son consolato quando che ho visto quell'altro con la tecia che ha preso la stessa
strada, no? Dove che te trovi uno che l'è 'ndà... domani se trova uno che l'è sta in
Russia e i te manda in Russia allo stesso posto, te ve in compagnia volentiera; anca
mi farìa un giretto in compagnia con lori!Io ho provato così: cominciato con l'offrire al Signore tutto quello che
mi costava. Costa qualche cosa? Sei in studio ti ritrovi una difficoltà, beh,
Signore, tutto quanto par ti! Vai in ricreazione e prendi un calcio: Signore, par
ti! Abituarsi pian piano quando trovi qualche cosa che ti inciampa, offrirla a Lui.
Questo é il primo passo; in modo che un compagno, uno, l'altro, st'altro ti fa un
dispiacere, tu subito pensi: Signore, te lo offro a te, va'. Tu hai permesso questo
per la mia santificazione, te lo offro a Te, Signore, te lo offro a Te, Signore!Guardate che bisogna fare questo passo prima; non riuscirete al passo
della mistica se non riuscite prima nell'ascetica. Non so se é giusto, padre
maestro, dico male? Prima della mistica ghe xé l'ascetica.
MO39,7 [25-11-1965]
7.Tu devi vincere un po' te stesso; quando tu ricevi un affronto,
verrebbe voglia subito di ribellarsi! Che questo affronto venga fatto da un
superiore, venga fatto da un confratello vien voglia subito... la tua natura
comincerebbe subito: spari contro a uno, spari addosso, bumm! Lui ti dà due spari,
tu ne dai tre tanto per ubbidire al vangelo, no? Questo sarebbe il primo "moto
primo-primi". Almeno penso di me, non so di voialtri. Se uno me dise 'na frase mi
voio dirghene diese, no? Ora attenti, il primo passo che noi dobbiamo fare é offrire
al Signore quello che ci costa, ma con spirito di gioia! In principio el te rosega
qua dentro, poi sarai contento di avere qualcosa da offrire al Signore.Quando vengono stroncati i tuoi piani, quando... tu vai per presentarlo
e magari don Ottorino capisse niente e dise: ah, va là, lassa stare va là! Scusate,
che el baùco de don Ottorino nol capisse gnente, me par stupido in quel momento lì,
o stupido per amore de Dio, ma sa stupido... avevi già usato quell'idea lì, avevi
già visto i risultati, ecc, ecc. Sa, chissà quanto che costa, chissà come costa. E
magari te vidi che li tratta in dù minuti quello che te ghe trattà in tre giornate.
Costa fatica, costa sudore!Figlioli miei, ora bisogna che noi prima di tutto siamo capaci, ma in
tutte le difficoltà della giornata, di offrire al Signore quello; ma offrirlo così:
prima con fatica, poi con meno fatica, finché a un dato momento tu prendi
l'abitudine di interpellare Lui, interpellare Lui.
MO39,8 [25-11-1965]
8.E veniamo allora a quella unione di cui abbiano parlato altre
volte, forse anche troppo, vero?, in cui senti il bisogno di andare con Lui.
Dicevamo ieri sera coi nostri cari confratelli del magistero e del liceo, che a un
dato momento anche conversando insieme tra noi, non possiamo dimenticare che c'è Lui
presente. Cosa vuoi, allora cambia colore tutto quanto, cambia colore tutto il
nostro modo di agire! Dicevamo, per esempio, questo particolare. Parlavamo,
supponiamo che ci sia da parlare adesso di Bertelli, se io parlo con Vinicio e con
Zeno di Bertelli, io dovrei pensare che c'è sua mamma di Bertelli presente! Perché
se c'è sua mamma di Bertelli presente, certe cose di Bertelli non le dico; perché,
perché soppeso un pochino le parole, é giusto, no?, peso le parole perché, insomma
se c'è la mamma presente, rispetto la mamma. Ora, se noi abbiamo fede e pensiamo
che, non la mamma, ma c'è Gesù, che ama Bertelli più di sua mamma, che ha fatto per
Bertelli più di sua mamma, perché é morto in croce, e sua mamma non é morta in croce
ancora, va ben, tu capisci che io rispetto Gesù che é presente, e parlo di Bertelli
soltanto in bene, ovvero parlo mettendo in evidenza qualche difetto ma in "ad
bonum", soltanto per correggerlo, per aiutarlo!
MO39,9 [25-11-1965]
9.Ora vedete, questo punto di arrivo é indispensabile per noi, é
assolutamente indispensabile! E tu arriverai alla presenza di Dio, alla presenza di
Gesù soltanto se arriverai a essere innamorato di Gesù. Il punto é questo: io devo
essere innamorato di Gesù, per cui io voglio sempre Gesù con me. Se per caso a un
dato momento... no, sta qua con mi, con mi, sta qua con mi. Devo sentire il bisogno
di Cristo presente. Perché devo essere talmente innamorato di Cristo, che non lo
devo mai lasciare. Come i tusiti che i va in letto col bambolotto co i va a far
nanna, no... appena che i se sveia, i lo serca e durante il giorno i lo vole, anca
fin che i magna i lo vole in compagnia... No che el sia un bambolotto, Gesù... Ste'
attenti un momento, perciò digo, sté attenti un momento, ora vedete noi dobbiamo
arrivare a questo: essere innamorati di Cristo! Prendete la parola innamorati in
senso cristiano, non in senso di sensualità come lo può... fuori. Amore é
sacrificio, no?, io amo Uno solo e questo crocifisso. Beh, io devo arrivare ad
essere innamorato di Cristo. E devo sentire il bisogno, vorrei dire anche fisico, di
averlo sempre con me, di averlo sempre presente.E allora, quando io arrivo a questo la vita religiosa non é diventata
qualche cosa per me, é diventata Qualcuno! Allora per me non é una cosa assurda,
campata in aria quando parlo di Cristo, parlo di Lui, parlo di Lui: di Lui parlo,
nel quale sono, con cui parlo, con cui tratto, che é sempre con me!Quando qualcuno batte la porta in stanza mia, per esempio Venco: el
scusa don Ottorino, xélo solo? Dovrei dire: no, semo qua in dù, semo drio parlare.
Non devo mai trovarmi solo, il religioso no se trova mai solo; parché quando che l'è
solo l'è più insieme degli altri momenti, no?Ora, a questo punto bisogna arrivare a qualunque costo, e senza la
grazia di Dio non se arriva, ma senza la bona volontà dell'individuo non si arriva
assolutamente: ci vuole la buona volontà dell'uomo, ognuno deve fare il suo sforzo.
Un buon modo per arrivarci é questo: comincio, dico per me é stato questo, per
qualche altro di voi potrebbe essere che, potrebbe essere un'altra strada per
carità, avete il vostro padre spirituale là eccolo là, i più giovani; i più vecchi
hanno un altro padre spirituale. Comunque, il carattere mi pare che sia questo:
cominciare a offrire giorno per giorno le croci a Gesù. Ti te capissi che anche
nella vita umana, se mi vado come xé che i fa i fidanzati, no i ghe porta el
regaleto, el mazzo de fiori a ela, i porta 'naltra roba, 'naltra roba, 'naltra roba.
I sa che i ghe piase; "Come che magnaria volentieri le fragole!", la dise 'na sera:
la sera dopo quell'altro el va la con un mazzetto de fragole. Varda, son passà in
città e gò visto un cappel lin che l'é un spettacolo: ah, chissà cosa che el costa!
La sera dopo l'altro va la col cappellin.Zeno, xéla così pressa poco. Ti, Vinicio che te ghe esperienza. Ruggero,
che te si sta fora nel mondo...Ora, il desiderio, il desiderio della persona amata diviene una
richiesta, é chiaro? Il desiderio di Gesù, il desiderio di Gesù che desidera che
qualcuno si sacrifichi per la salvezza delle anime, si mortifichi, diviene una
richiesta.Io comincio, e voi dovete cominciare coi piccoli, spingerli al fioretto,
alla mortificazione: loro non sanno che arriveranno a questo punto, ma senza
accorgersi arriveranno a questo a punto. Va bene? Io offro a Gesù i miei sacrifici,
e ogni sacrificio diviene un filo, una corda, segno del mio amore verso di Lui.Io vado, per esempio, a portare un dono a una persona; dopo due-tre
giorni vado a portarne un altro, e lui mi ricambia in che modo? Col sorriso, mi
ricambia offrendomi il caffè, una gentilezza. Ora, se questa persona é una persona
amabile, una persona gentile, ricambia in qualche modo. E io ogni cosa che gli
porto, più sento la gioia di portare, perché sento di essere ricambiato ad usura.
Ora, così é col Cristo: io offro, ma siccome Lui non vuol farsi vincere in
generosità, Lui ti dà grazia, ti dà unione. E continui dare, dare, dare e a un dato
momento te senti che andar là te si, vero, conosciuto... eh, xé come che fusse casa
mia, come che fusse casa mia; perché? Eh, andemo spesso via in compagnia qua e là, a
un dato momento posso andar là, e el dise: fermate a magnar qua, e sta qua, e viento
via con mi; e a un dato momento te deventi de casa, no? Se te ve' una volta all'anno
in una famiglia, te vidi che... ma se te ve' trenta volte al giorno in quella casa,
a un dato momento te te senti de casa! Ora, se noi andiamo a Cristo a offrire
qualche cosa, dài oggi, dài domani a un dato momento diventiamo di casa. "Io vi
chiamo amici", nel vero senso della parola; e allora la Vita religiosa é Qualcuno!
MO39,10 [25-11-1965]
10.Scusate se mi sono ripetuto su certe cose che sapevate già, ma
io vi prego, in nome della nostra buona mamma, la Madonna, in nome delle anime che
dovete salvare, questo lavoro lo dovete fare ciascuno di voi con semplicità, senza
agitazioni, ma dovete fare in modo che divenga "Qualcuno" la vita religiosa. Dovete
solo raffigurarvi Lui, solo Lui, dovete incontrarvi con Lui e solo con Lui. Dovete
pensare che se dovessimo morire tutti, tu Adriano, da solo con Lui devi convertire
il mondo. Ognuno di voi solo, morisse il Papa, morisse tutti i cristiani e restasse
soltanto che Zeno, ricordati che tutto quello che il Signore ha detto agli apostoli,
resta per te solo, e cioè: la missione di andare e predicare e convertire il mondo,
niente da fare. E tu devi agire nella tua vita come se fossi tu solo con Lui. Cosa
grandiosa, é grandiosa la missione che il Signore ci ha affidato: é meravigliosa,
grandiosa, ma se la compiamo con Lui!E allora, aveva ragione mons. Volpato, che diceva, concludendo:
"Sacerdote: o la più sublime delle missioni o il peggiore dei mestieri!". La più
sublime delle missioni, il peggiore dei mestieri! Se tu prete, se tu assistente,
veramente vivi con Qualcuno, sei l'uomo di Dio e allora sei l'uomo che passi in
mezzo agli uomini portando come... l'Assoluto.L'umanità ha bisogno di Assoluto, e porti l'Assoluto. L'umanità cerca
Dio e tu porti Dio! Se tu invece non vivi con qualcuno, cosa vuoi dare? In che cosa
é che puoi primeggiare col mondo di oggi? Puoi forse metterti la e primeggiare con
la scienza, con la fisica nucleare... cosa vuoi primeggiare? Forse, facendo la radio
a galena, vero, dinanzi alla televisione, ecc., puoi primeggiare... balbettando
tanto. Tu puoi primeggiare soltanto in questo modo: mostrando agli uomini che tu
vivi in contatto perenne con Dio.E allora, siccome questo é un po' difficile, lo domandiamo alla nostra
buona Mamma, la Madonna, che ci aiuti. Domandiamo alle anime del Purgatorio e del
Paradiso, visto che non mandano soldi, che almanco mandino 'sta roba qui, no? Penso
che prima dei soldi abbiamo chiesto santità!Io vi ho un po' traditi, perché ho chiesto alle anime del Purgatorio e
al Signore: piuttosto che un grado meno di santità nei miei figli, piuttosto che ghe
sia un santo de manco, el se tegna pure i so schei, el se tegna questo e le anime
no. Senza de queste no voio el secondo, prima che arrivi queste, dopo che arrivi la
seconda cosa. Non avendo visto arrivare la seconda cosa, speriamo che arrivi almeno
questa...Ave Maria... Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi!