Meditazioni Originale > 1961-65 > LA VITA RELIGIOSA NON È QUALCHE COSA, MA QUALCUNO

LA VITA RELIGIOSA NON È QUALCHE COSA, MA QUALCUNO

MO39 [25-11-1965]

25 novembre 1965 Meditazione ai religiosi e ai novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo motivo dal libro "L'uomo che si vendicò di Dio", insiste sulla necessità, da parte del religioso, di incontrarsi personalmente con il Signore.

MO39,1 [25-11-1965]

1.La meditazione di questa mattina é una meditazione un po' stramba, come di consueto.
Ho letto un libro, meglio sto leggendo un libro, e ho trovato qualcosina che fa bene a me, fa bene a me... qualcosina anche a voialtri, e che se riesce, se riesce un acido ad intaccare, non sò, il sasso, dentro nell'acido, sasso, ad intaccare dentro, dico io... Dunque, state attenti, sto leggendo un libro: "L'uomo che si é vendicato di Dio". L'avete letto anche voi quasi tutti, é dello stesso autore che ha scritto: "Tre frati ribelli"; adesso non parlo di questi qui, e, frati: di altri. Si tratta di un uomo, come é descritto, che aveva una passione: quella di vendicarsi, vendicarsi sempre, vendicarsi sempre: "Mi vendicherò! Mi vendicherò!"... Gli avevano bruciato il magazzino del papà, il capannone...! "Mi vendicherò, mi vendicherò!". E, quando é entrato fra i Trappisti: "El crede lu che mi non riesca, me vendicherò, ghe farò vedare mi che...!". Ma no in senso, in principio era in senso buono: "El crede lu che non sia bon a far silenzio: me vendicherò, ghe mostrerò mi che son bon a far silenzio! El crede che mi non sia bon de xugare: ecco là, me vendicherò, xugarò!". Ecco, miga massa ortodosso 'sto modo de far el frate, no? mica troppo ortodosso! E, infatti é sfuggito a questo frate - fa a meno di scrivere, la parte importante vien dopo, tanto per inquadrare un pochino - qui, ha detto questo frate: "Mi vendicherò, mi vendicherò!"; e qualche volta capitava qualche "mi vendicherò" fuori posto. Un giorno, là in un lavoro in silenzio come voi, capita che un fraticello che era a capo, gli fa un segno, si parlano a segni, di fare una cosa: "Ecco, quello fa' apposta, per dispetto... contro de mi, contro de mi, contro de mi; ecco, contro de mi, contro de mi, mi vendicherò". Scappa via dal campo e va a torse una forca, par parlarse in dialetto, no?, la forca, savì cosa che la xé; e el se mete vissin al porton: "Col riva te vedaré ca lo metto a posto mi!". El gera là che el 'spetava co la forca par infilar quell'altro. Pro prio, semo rivà al quarto stato, vero, de santità. Senonché, invesse de arrivar quell'altro, speta, speta, speta xé rivà el portinaio a ciamarlo parché ghe xé el padre guardian che el lo vole. L'é andà su, e el padre guardian ghe gà dà na lavada par dentro e par fora... "Mi vendicherò, mi rivedrò, me perdonaré, almanco, parché non son bon de vénsarme e no rabiarme più: mi vendicherò e mi deciderò... mi deciderò!". E pian, nol se ga mia contentà. Capita che un giorno el mete la carne sul forno, el gerà incaricà de lavorare in cucina, i ghe dise: "Varda, te raccomando de cusinarla molto lentamente, parché se no la se cusina male, vero, de cusinarla lentamente!". Lu el la gà cusinà molto lentamente: el se la ga dismentegà dentro nel forno, e dopo qualche giorno el se ga accorto che ghe gera la tecia... de carne: la gera deventà un toco de carbon, te poli immaginarte... El va dal padre superiore, el se presenta co la tecia: "Cos'è questo?", "Carne". El dise. "Carne? La mangerai, la mangerai!". E difatti... auff! dentro de lu: l'è matto magnare sta roba, 'sto carbon qua, ma xéla roba da fare, magnare 'sto carbon qua!!!... "La mangerai, la mangerai!". E qui comincia la meditazione!

MO39,2 [25-11-1965]

2.Poco tempo prima, 'sto benedetto frate, era stato chiamato dall'abate, e l'abate gli aveva detto una frase - questa é la nostra meditazione -: "Ricordati che la Trappa, la vita, la Trappa, la vita della Trappa non é qualche cosa, ma Qualcuno: ricordati, eh!". 'Sto poro frate: "Cosa vuol dire 'sta roba...?".
Ricordati che la vita religiosa, io direi col padre abate, non é qualche cosa, ma é Qualcuno, é Qualcuno. Vedete, quel benedetto Abate aveva capito una cosa importantissima, molto importante: che le passioni non son mica cose cattive se sono incanalate bene. Anche le cascate d'acqua, incanalate, fanno venir fuori la corrente elettrica, no? Se invece le lasci libere, fanno disastri. Incanalate bene, portano potenza. Ora, le passioni di un uomo, uomo vendicativo, domani in qualche modo puoi incanalarle per la salvezza delle anime. Un po' di superbia ci vuole. Scusatemi, bisogna stare attenti, no ste mia a fermarve nel vostro processo di... per Dio! Un po' di superbia ci vuole: un uomo che non ha un po' di ambizione, che non ha un pochino di desiderio di essere qualche cosa, dentro di sé, sarà sempre un mediocre apostolo. Datemi voi un uomo pieno di se stesso, un pochino, pieno insomma, quando che el punta el ciodo el vol essere, vol essere, vol fare, vol... Se lo incanalate bene, quello diviene un Francesco d'Assisi, un Francesco Saverio, Un Francesco di Sales, ecc... Guardate che i santi – scusate la brutta parola, mi no son mia professore de pedagogia - i xé passionali de ché! Infatti, una volta vi dicevo sempre: o briganti o santi, o briganti o santi! Perché, quando che te ghe credi, o tutto o gnente. Quando tu mi dai un uomo pieno di sè stesso, un pochino, che vuole quando che el dise, per punto de onore vol fare, che ha il desiderio un po'; se fosse, se fosse fuori vorrebbe diventare deputato e poi senatore, ovvero un grande industriale o qualcosa del genere.

MO39,3 [25-11-1965]

3.Se tu sai incanalare quel duro puoi farne un santo, eh, vien fuori un santo. Perché il Signore é sempre lo stesso autore lì, in fondo a ogni uomo, in fondo c'è sempre il peccatore e il santo: basta far dormire uno e svegliare quell'altro. Capissito Giorgio, dentro de ti ghe xé un peccatore co la barba da brigante e un santo. Basta far dormire uno e sveiar quell'altro. Ma, ma se dentro de ti no ghe xé l'omo, un po', sa cossa vuto, l'é un peccatore o un santo, e va ben cussì... cussì. Xé diverso mettare dentro 'na gabbia, mettar dentro du ochitti, mettar dentro du ochitti, o mettar dentro... due galli, incominciano a beccarsi, no?... i ochi i resta du ochi! Ora, se dentro de ti, te ghe el santo e el brigante, ma i xé là: pora robeta! Invesse mi vui gente, gente che i xé boni anca de spaccarse la testa in principio, in principio, dopo basta! In principio i xé boni anca, vero ti, "Pociti", de spaccarse un fiore magari con un colpo de rabbia, e de rispondere, magari, in cortile: ben, ben, ben, ben, proprio così.
Quel frate lì che gera drio taiarghe la barba al padre abate, el fasea: ben, ben, ben... Non che i fassa così, ma che i sia boni da far così; questa xé la gente che mi vui qua dentro! Marmotte, ve lo gò dito tante volte, non sò cosa farghene. Bauchi, capissito ti, bauchi... "Sunt inter nos multi imbecilles et dormiunt multi", ma no bauchi! Bauchi gnente nella vita Religiosa, parché domani i bauchi "non capiunt regnum coelorum". Domani nella vita apostolica, ricordeve, che i santi i gera i furbi, i santi savea farghela anche al diavolo. E bisogna farghela al diavolo, siccome che la nostra missione xé de farghela al diavolo che l'è furbo, bisogna essere furbi!... Però, ecco io non mi spavento se vedo gente rabbiosa, pelagrosa, superba, ecc., ecc.; però questa gente dev'essere preoccupata non di vivere una giornata così, passata anche ben...

MO39,4 [25-11-1965]

4.Supponiamo che noi avessimo la Casa dell'Immacolata che funzionasse in modo meraviglioso: suona la campanella, al primo tocco di campanella tutti i "frati" della Casa Immacolata son là seduti sul letto con le manine giunte: "Quando sarà o mio Dio che aprirò questi miei occhi". Secondo colpo di campanella: son tutti nella porta della stanza recitando "Miserere mei Deus", e vanno a mettersi per due. Poi, parla l'assistente e dice: "Procedamus, in nomine Domini...", e partono, e vengono giù tutti quanti con la testa... Poi se fossero in chiesa: "In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen". Poi, andando giù: "Miserere mei Deus", verso il refettorio... Tutta la giornata filasse così, e che se qualcuno: "Oh, che Casa religiosa che funziona, che Casa religiosa!"... Mi diria: che casa de marmotte, che casa de marmotte!!!
Non é questa la vita religiosa! Voi sapete che io sono un po' rivoluzionario da quel punto di vista lì. Non parto dalla disciplina per arrivare alla santità; parto dalla santità per arrivare alla disciplina. Non mi interessa avere un gruppo di soldati, di avere un gruppo inquadrato: a me interessa avere dei capi, non della gente in corriera, ma della gente con la macchina da corsa, chiaro? Interessa a mi avere un domàn, in pulman 50-60... là: no, no! Interessa avere della gente che ognuno ha la sua macchina e che sa guidare e correre con la sua macchina! Figlioli miei, ecco allora il punto dove si doveva arrivare e che dobbiamo meditare un pochino. Noi non dobbiamo trasformare la vita religiosa in qualche cosa, in qualche cosa di organizzato dove che uno l'é a posto quando é puro, quando é povero, quando é obbediente, quando studia, quando lavora, quando compie bene il suo dovere. Questo é un religioso? No, questo é uno che ha l'abito esterno del religioso. E' vero che ci vuole anche l'abito esterno, per carità, nol pol mia andare uno con la camisa rossa con la falce e martello qua a predicare el vangelo doman de mattina, sul pulpito della cattedrale, vero? No, ghe vol anca l'abito esterno. Obbediente, obbedientissimo, però attenti, guardate che facciamo nostra quella frase di quell'autore lì: "La vita religiosa é Qualcuno, non é qualche cosa". Non é una ripetizione di atti meravigliosi, non é una scorza esterna, é Qualcuno!

MO39,5 [25-11-1965]

5.Queste robe, un po', qui le abbiamo dette in altra forma parlando della fede. E mi permetto di insistere di convertirci, perché se riusciamo a realizzare questo incontro personale col Signore, guardate che abbiamo scoperto l'America, ma quella di una volta, non quella di adesso! Guardate che abbiamo scoperto il punto di appoggio e la leva per sollevare il mondo. Se invece non scopriamo questo, diventiamo una delle tante prove che si sono fatte per salvare il mondo, una delle tante esperienze che di qui a cinquant'anni é già sorpassata! Se invece noi ci sforziamo che la vita religiosa divenga Qualcuno, Qualcuno allora state sicuri, state sicuri che in quei cinquant'anni la Congregazione non sarà sorpassata.

MO39,6 [25-11-1965]

6.Come si fa a diventare Qualcuno?. Quel povero frate avrà pensato: "Ma cossa vol dire 'sta roba?". Sa, per lui che non aveva studiato filosofia, come voi, la cosa é più difficile ancora. Poi, quando si é trovato dinanzi a quella carne là, ha incominciato a tirarla fuori a pezzettini, l'ha presa in mano un po' sabbiosa metà bruciata; dentro il cuore suo, il testo non riferisce le parole, ma penso che el ghe gà dito poco, se el ghe gà dito: "Fiol d'un can de un superiore!". Se el gà dito: "Varda quel cretino, ignorante, nol capisse gnente. Xele robe da magnare?". E quell'altro insiste: "Mangiala, mangiala!". La magnasse lu, lu, parché el magnarà le bistechete. Sa, lu le vecio e el magna bele bistechette, ecc... Insomma, per sei mesi, sei mesi ha impiegato a mangiarla tutta. Bisogna vedare che tecia che la gera! Pol darsi che el fusse sta' un teciòn così, parché i gera in tanti in convento, no?, par tutti i frati la dovea essere 'na bela tecia! Per sei mesi lui se l'é vista sempre lì a tavola, e i magnava dò volte al giorno, capìo? Per sei mesi l'ha mangiata tutta, sei mesi! Però, in principio el gavea le frasi contro l'abate, el gavea brumm, el bum che vegnea fora, no?, el bum! Poi, pian piano: "Che cretino che son mi, sto' sacrificio qua lo fasso per l'abate o lo fasso par Dio? E se lo offro al Signore, con quel senso di... con un senso di penitenza e di mortificazione, ecc., lo offro al Signore; seto cosa che salta fora! Pénsate quanti meriti... me sento tanto de volerghe ben, mostrarghe al Signore ca ghe voio ben, no? Lo fasso par lu allora. Varda che stupido ca son, varda che cretino!". E el gà scominsia, in principio no la ghe piasea, dopo no la ghe piasea, ma par amore del Signore el la magnava; dopo, in fondo el gà scominsia a amare di non amare... finché pian, pian, pian verso la fine mi digo che ghe dispiasea che la tecia fusse finia! Benché ghemo la natura umana che dise: Deo gratias, finalmente oh Signore, chissà ca non ghin brusa n'altra parché allora...
Ora vedete, la scalata a questa unione con Gesù, c'è solo questo sapete, non ce n'è mica altre. In principio si parte così con l'offrire al Signore tutto quello che si trova per istrada. Scusa, io vi dico la strada che ho percorso io, e mi son consolato quando che ho visto quell'altro con la tecia che ha preso la stessa strada, no? Dove che te trovi uno che l'è 'ndà... domani se trova uno che l'è sta in Russia e i te manda in Russia allo stesso posto, te ve in compagnia volentiera; anca mi farìa un giretto in compagnia con lori! Io ho provato così: cominciato con l'offrire al Signore tutto quello che mi costava. Costa qualche cosa? Sei in studio ti ritrovi una difficoltà, beh, Signore, tutto quanto par ti! Vai in ricreazione e prendi un calcio: Signore, par ti! Abituarsi pian piano quando trovi qualche cosa che ti inciampa, offrirla a Lui. Questo é il primo passo; in modo che un compagno, uno, l'altro, st'altro ti fa un dispiacere, tu subito pensi: Signore, te lo offro a te, va'. Tu hai permesso questo per la mia santificazione, te lo offro a Te, Signore, te lo offro a Te, Signore! Guardate che bisogna fare questo passo prima; non riuscirete al passo della mistica se non riuscite prima nell'ascetica. Non so se é giusto, padre maestro, dico male? Prima della mistica ghe xé l'ascetica.

MO39,7 [25-11-1965]

7.Tu devi vincere un po' te stesso; quando tu ricevi un affronto, verrebbe voglia subito di ribellarsi! Che questo affronto venga fatto da un superiore, venga fatto da un confratello vien voglia subito... la tua natura comincerebbe subito: spari contro a uno, spari addosso, bumm! Lui ti dà due spari, tu ne dai tre tanto per ubbidire al vangelo, no? Questo sarebbe il primo "moto primo-primi". Almeno penso di me, non so di voialtri. Se uno me dise 'na frase mi voio dirghene diese, no? Ora attenti, il primo passo che noi dobbiamo fare é offrire al Signore quello che ci costa, ma con spirito di gioia! In principio el te rosega qua dentro, poi sarai contento di avere qualcosa da offrire al Signore.
Quando vengono stroncati i tuoi piani, quando... tu vai per presentarlo e magari don Ottorino capisse niente e dise: ah, va là, lassa stare va là! Scusate, che el baùco de don Ottorino nol capisse gnente, me par stupido in quel momento lì, o stupido per amore de Dio, ma sa stupido... avevi già usato quell'idea lì, avevi già visto i risultati, ecc, ecc. Sa, chissà quanto che costa, chissà come costa. E magari te vidi che li tratta in dù minuti quello che te ghe trattà in tre giornate. Costa fatica, costa sudore! Figlioli miei, ora bisogna che noi prima di tutto siamo capaci, ma in tutte le difficoltà della giornata, di offrire al Signore quello; ma offrirlo così: prima con fatica, poi con meno fatica, finché a un dato momento tu prendi l'abitudine di interpellare Lui, interpellare Lui.

MO39,8 [25-11-1965]

8.E veniamo allora a quella unione di cui abbiano parlato altre volte, forse anche troppo, vero?, in cui senti il bisogno di andare con Lui. Dicevamo ieri sera coi nostri cari confratelli del magistero e del liceo, che a un dato momento anche conversando insieme tra noi, non possiamo dimenticare che c'è Lui presente. Cosa vuoi, allora cambia colore tutto quanto, cambia colore tutto il nostro modo di agire! Dicevamo, per esempio, questo particolare. Parlavamo, supponiamo che ci sia da parlare adesso di Bertelli, se io parlo con Vinicio e con Zeno di Bertelli, io dovrei pensare che c'è sua mamma di Bertelli presente! Perché se c'è sua mamma di Bertelli presente, certe cose di Bertelli non le dico; perché, perché soppeso un pochino le parole, é giusto, no?, peso le parole perché, insomma se c'è la mamma presente, rispetto la mamma. Ora, se noi abbiamo fede e pensiamo che, non la mamma, ma c'è Gesù, che ama Bertelli più di sua mamma, che ha fatto per Bertelli più di sua mamma, perché é morto in croce, e sua mamma non é morta in croce ancora, va ben, tu capisci che io rispetto Gesù che é presente, e parlo di Bertelli soltanto in bene, ovvero parlo mettendo in evidenza qualche difetto ma in "ad bonum", soltanto per correggerlo, per aiutarlo!

MO39,9 [25-11-1965]

9.Ora vedete, questo punto di arrivo é indispensabile per noi, é assolutamente indispensabile! E tu arriverai alla presenza di Dio, alla presenza di Gesù soltanto se arriverai a essere innamorato di Gesù. Il punto é questo: io devo essere innamorato di Gesù, per cui io voglio sempre Gesù con me. Se per caso a un dato momento... no, sta qua con mi, con mi, sta qua con mi. Devo sentire il bisogno di Cristo presente. Perché devo essere talmente innamorato di Cristo, che non lo devo mai lasciare. Come i tusiti che i va in letto col bambolotto co i va a far nanna, no... appena che i se sveia, i lo serca e durante il giorno i lo vole, anca fin che i magna i lo vole in compagnia... No che el sia un bambolotto, Gesù... Ste' attenti un momento, perciò digo, sté attenti un momento, ora vedete noi dobbiamo arrivare a questo: essere innamorati di Cristo! Prendete la parola innamorati in senso cristiano, non in senso di sensualità come lo può... fuori. Amore é sacrificio, no?, io amo Uno solo e questo crocifisso. Beh, io devo arrivare ad essere innamorato di Cristo. E devo sentire il bisogno, vorrei dire anche fisico, di averlo sempre con me, di averlo sempre presente.
E allora, quando io arrivo a questo la vita religiosa non é diventata qualche cosa per me, é diventata Qualcuno! Allora per me non é una cosa assurda, campata in aria quando parlo di Cristo, parlo di Lui, parlo di Lui: di Lui parlo, nel quale sono, con cui parlo, con cui tratto, che é sempre con me! Quando qualcuno batte la porta in stanza mia, per esempio Venco: el scusa don Ottorino, xélo solo? Dovrei dire: no, semo qua in dù, semo drio parlare. Non devo mai trovarmi solo, il religioso no se trova mai solo; parché quando che l'è solo l'è più insieme degli altri momenti, no? Ora, a questo punto bisogna arrivare a qualunque costo, e senza la grazia di Dio non se arriva, ma senza la bona volontà dell'individuo non si arriva assolutamente: ci vuole la buona volontà dell'uomo, ognuno deve fare il suo sforzo. Un buon modo per arrivarci é questo: comincio, dico per me é stato questo, per qualche altro di voi potrebbe essere che, potrebbe essere un'altra strada per carità, avete il vostro padre spirituale là eccolo là, i più giovani; i più vecchi hanno un altro padre spirituale. Comunque, il carattere mi pare che sia questo: cominciare a offrire giorno per giorno le croci a Gesù. Ti te capissi che anche nella vita umana, se mi vado come xé che i fa i fidanzati, no i ghe porta el regaleto, el mazzo de fiori a ela, i porta 'naltra roba, 'naltra roba, 'naltra roba. I sa che i ghe piase; "Come che magnaria volentieri le fragole!", la dise 'na sera: la sera dopo quell'altro el va la con un mazzetto de fragole. Varda, son passà in città e gò visto un cappel lin che l'é un spettacolo: ah, chissà cosa che el costa! La sera dopo l'altro va la col cappellin. Zeno, xéla così pressa poco. Ti, Vinicio che te ghe esperienza. Ruggero, che te si sta fora nel mondo... Ora, il desiderio, il desiderio della persona amata diviene una richiesta, é chiaro? Il desiderio di Gesù, il desiderio di Gesù che desidera che qualcuno si sacrifichi per la salvezza delle anime, si mortifichi, diviene una richiesta. Io comincio, e voi dovete cominciare coi piccoli, spingerli al fioretto, alla mortificazione: loro non sanno che arriveranno a questo punto, ma senza accorgersi arriveranno a questo a punto. Va bene? Io offro a Gesù i miei sacrifici, e ogni sacrificio diviene un filo, una corda, segno del mio amore verso di Lui. Io vado, per esempio, a portare un dono a una persona; dopo due-tre giorni vado a portarne un altro, e lui mi ricambia in che modo? Col sorriso, mi ricambia offrendomi il caffè, una gentilezza. Ora, se questa persona é una persona amabile, una persona gentile, ricambia in qualche modo. E io ogni cosa che gli porto, più sento la gioia di portare, perché sento di essere ricambiato ad usura. Ora, così é col Cristo: io offro, ma siccome Lui non vuol farsi vincere in generosità, Lui ti dà grazia, ti dà unione. E continui dare, dare, dare e a un dato momento te senti che andar là te si, vero, conosciuto... eh, xé come che fusse casa mia, come che fusse casa mia; perché? Eh, andemo spesso via in compagnia qua e là, a un dato momento posso andar là, e el dise: fermate a magnar qua, e sta qua, e viento via con mi; e a un dato momento te deventi de casa, no? Se te ve' una volta all'anno in una famiglia, te vidi che... ma se te ve' trenta volte al giorno in quella casa, a un dato momento te te senti de casa! Ora, se noi andiamo a Cristo a offrire qualche cosa, dài oggi, dài domani a un dato momento diventiamo di casa. "Io vi chiamo amici", nel vero senso della parola; e allora la Vita religiosa é Qualcuno!

MO39,10 [25-11-1965]

10.Scusate se mi sono ripetuto su certe cose che sapevate già, ma io vi prego, in nome della nostra buona mamma, la Madonna, in nome delle anime che dovete salvare, questo lavoro lo dovete fare ciascuno di voi con semplicità, senza agitazioni, ma dovete fare in modo che divenga "Qualcuno" la vita religiosa. Dovete solo raffigurarvi Lui, solo Lui, dovete incontrarvi con Lui e solo con Lui. Dovete pensare che se dovessimo morire tutti, tu Adriano, da solo con Lui devi convertire il mondo. Ognuno di voi solo, morisse il Papa, morisse tutti i cristiani e restasse soltanto che Zeno, ricordati che tutto quello che il Signore ha detto agli apostoli, resta per te solo, e cioè: la missione di andare e predicare e convertire il mondo, niente da fare. E tu devi agire nella tua vita come se fossi tu solo con Lui. Cosa grandiosa, é grandiosa la missione che il Signore ci ha affidato: é meravigliosa, grandiosa, ma se la compiamo con Lui!
E allora, aveva ragione mons. Volpato, che diceva, concludendo: "Sacerdote: o la più sublime delle missioni o il peggiore dei mestieri!". La più sublime delle missioni, il peggiore dei mestieri! Se tu prete, se tu assistente, veramente vivi con Qualcuno, sei l'uomo di Dio e allora sei l'uomo che passi in mezzo agli uomini portando come... l'Assoluto. L'umanità ha bisogno di Assoluto, e porti l'Assoluto. L'umanità cerca Dio e tu porti Dio! Se tu invece non vivi con qualcuno, cosa vuoi dare? In che cosa é che puoi primeggiare col mondo di oggi? Puoi forse metterti la e primeggiare con la scienza, con la fisica nucleare... cosa vuoi primeggiare? Forse, facendo la radio a galena, vero, dinanzi alla televisione, ecc., puoi primeggiare... balbettando tanto. Tu puoi primeggiare soltanto in questo modo: mostrando agli uomini che tu vivi in contatto perenne con Dio. E allora, siccome questo é un po' difficile, lo domandiamo alla nostra buona Mamma, la Madonna, che ci aiuti. Domandiamo alle anime del Purgatorio e del Paradiso, visto che non mandano soldi, che almanco mandino 'sta roba qui, no? Penso che prima dei soldi abbiamo chiesto santità! Io vi ho un po' traditi, perché ho chiesto alle anime del Purgatorio e al Signore: piuttosto che un grado meno di santità nei miei figli, piuttosto che ghe sia un santo de manco, el se tegna pure i so schei, el se tegna questo e le anime no. Senza de queste no voio el secondo, prima che arrivi queste, dopo che arrivi la seconda cosa. Non avendo visto arrivare la seconda cosa, speriamo che arrivi almeno questa... Ave Maria... Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi!