1.Non so se voi abbiate sentito raccontare un piccolo fatterello avvenuto all'inizio dell'Istituto. Allora i giovani erano pochi, la casa che li ospitava era tanto piccola: in tutto 12m. x 12m., e lì ci stava la Chiesa, ci stava la scuola, ci stavano il personale, i laboratori, ci stavano i nostri cari giovani. Le camerate erano... una sola: 5 m., mi pare, per 6 o 5x5. Avevamo ammassato i giovani, poverini, come al Signore non piace, perché di più non ce ne stavano. Erano ragazzi molto buoni, pressapoco come voi, quindi.Ebbene, una volta è capitato un piccolo incidente. Da parecchio tempo mancava il pane. Sapete, eravamo durante la guerra. L'assegnazione di pane per ognuno era di 1hg e1/2 di pane al giorno. Qualcosa si trovava da una parte o dall'altra. Ma certo, qualcuno ne avrebbe mangiato addirittura 1 Kg. o anche di più. Ebbene, la mia povera mamma era in apprensione, perché mancavano ogni giorno 4 o 5 pezzi di pane, e per quell'amministrazione era qualcosa di grave.Abbiamo cercato in tutti i modi di farci dire dai nostri illustri giovani, questo gruppetto di 6 o 7, ma nessuno... "Chi? Tu? Tu?". "No, no, no.". I topi? No. I ladri? No. E allora viene questa famosa idea: di mettere sulla maniglia della porta l'inchiostro tipografico, quello rosso, sapete, che ci voleva qualche giorno prima di tirarlo via. E abbiamo sporcato di rosso la maniglia. Alla notte, il piccolo ladro è disceso, è andato a prendere il suo pane, l'ha nascosto sotto il materasso ed è andato a letto. Al mattino vado a svegliare i giovani, vado a svegliarli.Naturalmente vedo immediatamente sporco di rosso in un letto, no? Quell'altro è andato lì, ha presa la maniglia, si è sporcato le mani, ha sporcato le lenzuola, e lui non si è accorto che aveva sporcato, perché era all'oscuro. Vedo subito le lenzuola sporcate e batto le mani, do la sveglia... e appena si alzano su, dico un'Ave Maria e subito dico: "C'è stato qualcuno di voi che ha preso il pane?". Tutti mi guardavano, perciò quel giovane non ha guardato le lenzuola. "No.". “Tu? Tu?". "No. No...". Arrivo a quel tale: "Tu?". "No.". "Come no? Come no? Se hai le mani macchiate di sangue. Guarda.". Lui ha guardato le mani, ha preso paura. "Ahh, sono stato io, sono stato io, sono stato io.", dice. "E dove l'hai messo?". "Qui, sotto il materasso, sotto il materasso". ...Fermiamoci qui.
MO69,2[29-05-1966]
2.Figlioli, avreste voi il desiderio, quando ne combinate qualcuna, di essere scoperti in questo modo? Sareste contenti voi di esservi trovati nella situazione di quel povero giovane: con le mani macchiate di sangue, col pane nascosto sotto il materasso? Eppure, figlioli, può capitare a noi qualche cosa di ancora più grave. Il giorno nel quale moriremo ci accorgeremo di avere l'anima, non macchiata di sangue, di avere l'anima accesa di fuoco e forse per tutta la vita non ci siamo mai accorti.Quel giovane appena si è accorto: "Ah – dice - Avevo le mani macchiate di sangue e io non lo sapevo". Nel giorno del Battesimo noi siamo stati immersi nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è entrato dentro di noi, siamo divenuti tempio dello Spirito Santo e noi forse non lo sappiamo. Il giorno della morte ci accorgeremo, ci accorgeremo di aver avuto sempre con noi la terza persona della SS.Trinità, che abitava in casa nostra, pensate, in casa nostra, qui, dentro di noi, non vicino a noi: dentro di noi. Questa, figlioli, è la fede cattolica, questa è la fede.Come è vero che in cielo c'è Dio, come è vero che nel Tabernacolo c'è la seconda persona della SS. Trinità, incarnatasi e fattasi uomo, così è vero che dentro di me c'è lo Spirito Santo, la terza persona della SS. Trinità. È venuta ad abitare dentro di me.Figlioli, - e allora ecco - la Festa della Pentecoste ci deve richiamare a questa grande verità. Dobbiamo prendere coscienza di questa grande verità. Prima di tutto: pensare che dentro di noi c'è lo Spirito Santo e camminare sempre alla presenza dello Spirito Santo.Pensate una cosa, figlioli: ecco là in studio un gruppetto di giovani. Sono là, con il loro assistente, che chiacchierano. E cominciano a parlare di don Ottorino, dicendo che don Ottorino è un vecchio..., che ormai è ora che vada in Paradiso, che è meglio che ne venga un altro più giovane e che... Parlano poi dicendo che don Ottorino non dà mai le caramelle. Pensate un momentino: se sapeste che lì dentro c'è un microfono e don Ottorino sente tutto, pesereste le parole? È logico, no?, è logico.Quando state parlando da soli, due o tre ragazzi, e state parlando male, per esempio, del professore di scuola, di matematica o della professoressa di francese, se sapeste che la professoressa sente tutto quello che dite, forse misurereste le parole di più.Ebbene, figlioli, avete mai pensato voi che tutto quello che diciamo è sentito dallo Spirito Santo che è dentro di noi? Viene tutto registrato quello che diciamo, proprio da Lui, proprio da Lui. E se parliamo bene, facciamo piacere a Lui, e se parliamo male, disgustiamo Lui.
MO69,3[29-05-1966]
3.E allora vedete, una cosa necessaria è questa: bisogna ascoltare lo Spirito Santo, bisogna ascoltare lo Spirito Santo. Vedete, figlioli, tante volte lo Spirito Santo parla nell'intimo dell'anima nostra. Noi ascoltiamo le canzonette, ascoltiamo i dischi, ascoltiamo i compagni... Perché non ascoltiamo un pochino di più la voce di questo Ospite Divino che è dentro nell'anima nostra?Figlioli, ricordatevi che bisogna tacere qualche volta, sapete, bisogna saper tacere e ascoltare Lui che, nell'intimo dell'anima, proprio nell'intimo, ci insegna la strada che conduce al Paradiso, ci insegna cosa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare. Se qualche volta stessimo un pochino in silenzio e facessimo come Teresina del Bambin Gesù che andava là sotto-scala a pensare, a pensare.Cosa vuol dire andare a pensare? Vuol dire meditare, vuol dire ascoltare, figlioli, ascoltare la voce di Dio. E Dio ci dirà: "No, figliolo, quel pensiero non va bene. Quell'atto col tuo compagno non va bene. Quel tuo modo di fare in scuola non va bene". Ti dirà il Signore: "Fa' un piccolo sacrificio, fa' qualche cosa". Ti dirà il Signore quello che non devi fare e quello che devi fare.Figlioli miei, dentro di noi c'è lo Spirito Santo: in nome della nostra buona Mamma la Madonna, ascoltiamolo lo Spirito Santo. Tacciamo qualche volta e ascoltiamo Lui. Anche quando veniamo in chiesa, non continuare a pregare noi, a parlare noi. Anche appena fatta la comunione, abbiamo allora dentro Figlio e Spirito Santo. Ascoltiamo.Ma c'è un'altra cosa ancora.Quando la Madonna è venuta dal Cielo e si è incontrata con i tre pastorelli di Fatima, cosa ha fatto Lucia? "Vero, vieni dal Cielo? E io vengo in Cielo?". Vi ricordate no? È passata subito al contrattacco la piccola Lucia, cioè ha incominciato a interrogare la Madonna.E allora anche noi, sì, ascoltiamolo lo Spirito Santo, ma interroghiamolo lo Spirito Santo, figlioli. Cioè domandiamo allo Spirito Santo.Vi ricordate quando vi dicevo che mia mamma mi ha insegnato da piccolo: "Quando hai qualche difficoltà, invoca lo Spirito Santo". E allora, ecco, figlioli, invocate lo Spirito Santo, invocatelo. Specialmente quando siete in un bivio, no? Ecco là, arrivato al tal punto devo andare a destra o a sinistra? Qualcuno cosa fa? Butta in alto il cappello e va dove va il cappello. No, non è mica giusto. E se sbagli strada? E se vai nel fosso?
MO69,4[29-05-1966]
4.Dobbiamo... Noi nella vita ci troveremo continuamente al bivio. Non sappiamo se, per esempio, a scuola, va messa una "s" in fondo o no... eh, può essere uno sbaglio di grammatica. Non sappiamo se dobbiamo mettere una parola o un'altra, un numero o un altro; se abbiamo da dire una parola o un'altra, se dobbiamo andare per l'una o l'altra strada. Figlioli, la vita è piena di bivii, è piena di incroci, e non si sa tante volte per quale andare, sapete. Anche quando si ha più di 50 anni. E allora c'è bisogno di ricorrere a una guida, c'è bisogno di guardare i cartelli. Questo cartello è lo Spirito Santo, questa guida è lo Spirito Santo. Invocatelo, invocatelo, domandategli luce sempre nelle vostre difficoltà, non andate avanti così con la testa nel sacco. Invocatelo lo Spirito Santo.Ecco allora quello che noi promettiamo questa mattina: prometteremo, per non trovarci nell'ultimo giorno a dover scoprire le mani rosse senza saperlo, prometteremo di pensare un po' di più alla presenza dello Spirito che è in noi; prometteremo di ascoltare lo Spirito Santo, di interrogare lo Spirito Santo e di invocarlo, figlioli, non soltanto interrogarlo nel bivio, da di invocarlo.Quante volte ci sentiamo deboli davanti alla tentazione. Quante volte sentiamo che manca a noi qualche cosa: la forza per poter camminare sulla via del bene. Ricordatevelo: gli Apostoli erano deboli, gli Apostoli erano fiacchi, gli Apostoli avevano tanta fifa, tanta paura; ma quando è arrivato lo Spirito Santo sono saltati sopra le case. Hanno cominciato a gridare; non avevano più paura, prendevano le bastonate ed erano contenti. Solo attraverso lo Spirito Santo sono stati trasformati.Ecco quello che invoco per me e per voi: che lo Spirito Santo oggi, come l'ha invocato bene il nostro caro confratello poco fa, scenda su tutti noi e ci dia la forza per poter camminare, per poter correre; noi siamo, come diceva padre Isacco Meggiolaro a scuola, noi siamo delle piccole barche in mezzo al mare. Lo Spirito è come il vento che ci porta, e allora questa mattina stendiamo le vele allo Spirito Santo e lasciamoci portare finché arriveremo al porto della vita eterna.1 giugno 1966