1.Stamattina, prima di procedere, ho una distrazione. Di solito le distrazioni bisogna anche cavarle dall'animo, altrimenti sono di disturbo durante la meditazione. "Ante orationem, praepara animam tuam". La distrazione è questa.Nella Sacra Scrittura, nel libro di Ester, noi vi leggiamo... è stata oggetto di invidia da parte di Amàn. Il motivo è semplice. Ester aveva uno zio, Mardocheo, e questo zio Mardocheo andava, è stato quello che ha fatto un po' da padrino ad Ester e se l'è tirata su come una figliola, e sarebbe felicissimo di vederla divenire regina. Ma nello stesso tempo trepidava perché lui era un buon, diremmo noi, un buon cristiano, adesso, lui era un buon ebreo; e messa questa creatura... - lui l'aveva tirata su nella fede di Dio - nella corte del re, sfarzosa, eccetera, lui temeva per questa creatura sua, che lui considerava più che una figlia. E ogni giorno veniva alla corte del re per avere informazioni, eccetera. Senonchè, c'era il primo ministro, Amàn, il quale era certo più caldo di Ester, vanitoso, superbo, sdegnoso, pieno di se stesso. E allora ogni giorno passava dalla porta del gran palazzo questo Amàn, e Mardocheo, che credeva in Dio, sentiva un po' un certo senso - non di venerazione verso Amàn - di disprezzo, non di venerazione. E perciò quando passava Amàn, mentre tutti si chinavano con la testa fino a terra, lui non si chinava come gli altri. Amàn, con la sua superbia, voi sapete che ha cercato di vedere chi fosse questo tale. Saputo che era un ebreo, ha detto: "Non è abbastanza che io lo ammazzi lui solo. La mia vendetta non sarebbe appagata. Devo ammazzare tutto gli ebrei che ci sono". Questa è la vendetta che ha fatto nell'animo suo Amàn.Lasciamo stare tutta la storia. C'è stato poi un particolare: quella sera famosa in cui... - Perché Mardocheo, stando lì alla porta, aveva scoperta un giorno una congiura che era stata fatta contro il re e l'aveva svelata. Una sera il re non ha sonno, chiama il lettore, si fa leggere gli annali e viene fuori la storia di quella congiura. E allora domanda: "Che cosa abbiamo dato a quel tale che ha svelato la congiura?". Che era stato proprio Mardocheo. "Niente", ha risposto lui. E subito dopo sta per entrare Amàn. "Amàn, devo domandarti un consiglio. - ha detto il re - Che cosa deve fare il re alla persona che vuole onorare?". “Alla persona che vuole onorare?”. Lui, pensando che nel regno non ci sarebbe stata nessuna persona degna di onore all'infuori di lui, no: "Il re dovrebbe fare così: prendere il suo cavallo con tutti i finimenti del re, ecetera, far sedere questo tale là sopra; fare in modo che il primo personaggio del regno prendesse le redini, e a piedi lui, e l'altro sopra, girare per la città e gridare "così il re onora colui che vuole onorare". "Hai detto molto bene. E allora, guarda: c'è un certo Mardocheo, e tu lo prenderai, - siccome la prima persona del regno sei tu, - lo farai sedere su quel cavallo e tu lo condurrai per la città gridando: “così il re onora colui che vuole onorare”. Mi raccomando, eh? Non saltar via niente di tutto quello che hai detto". Potete immaginarvi il veleno, la bile di quell'uomo, di quell'Amàn, dover prendere proprio Mardocheo, quello che lui odiava, che voleva ammazzare, e doverlo condurre in giro.
MO76,2[11-06-1966]
2.Ora vedete, pensando alla passione del Signore, io penso proprio a qualcosa di simile. Quando Gesù è venuto sopra la terra, il Padre suo, il Padre suo gli ha dato un pezzo di carta: "Adesso ecco, tu vai là e ricordati eh? Non fare niente di diverso da tutto quello che è scritto qui. Ti raccomando, eh, niente di diverso da tutto quello che è scritto qui".E quando noi leggiamo il santo Vangelo, e non sto qui a citarvelo, perché forse sarei capace di citarvi i vari punti; e se volete anche nell'Antico Testamento, come Amàn, potremmo tirarne tanti fuori punti che dimostrano questa stessa cosa. Vi dico questo: quando noi leggiamo il santo Vangelo, troviamo che Gesù è preoccupato di questo solo: di fare regolarmente tutto quello che il Padre gli ha prescritto dal cielo, no? Completamente solo questo: "Cosa è che, Padre, devo fare?".Lui mette a disposizione se stesso del Padre, però per fare quello che il Padre vuole. Come Amàn parte, ed è libero perché può camminare forte o camminare piano, può andare de qua o andare de là, però deve fare quello che il re gli ha comandato, tutto, tutto completamente e solo, tutto e solo. Ora anche Gesù, venendo sopra la terra, si è preoccupato di questo: di fare tutto e solo quello che il Padre ha comandato o aveva comandato.Ora vedete figlioli, guardate che noi non capiremo niente, niente della passione del Signore, se anche noi non avremo la stessa preoccupazione, perché è tutta qui la santità: conoscere Cristo, amare Cristo e desiderare di seguire Cristo nel compiere la volontà di Colui che ha mandato Lui e che ha mandato me a imitare Cristo nel compimento della volontà del Padre.Il quale Padre si manifesta in mille modi.E qui basterebbe analizzare la vita del Cristo per capire che il Padre non sempre ha parlato dal cielo Lui: "Figlio, fa' questo". Ma ha manifestato s volontà anche attraverso gli uomini, "etiam disculis" - direbbe SAN Paolo - "etiam disculis". Perché quando Erode el fa quel bel mistieretto de copare gli innocenti, o l'imperatore di Roma vuol fare il censimento e costringe la Madonna a portare Gesù proprio a Betlemme, o costringe il Bambino Gesù a scappare in Egitto, Erode, penso che siano stati, almeno Erode, abbastanza discolo per fare una roba di quel genere lì, no? Eppure, attraverso un superiore, no discolo, assassino, assassino come Erode, Dio Padre manifesta la sua volontà al Figlio suo e gli dice: "Adesso va' a Betlemme! Va' a Nazaret! In Egitto!". E più tardi: "Ex Egitto vocavi filium meum", lo chiama: allora lo chiamerà con un angelo, la volontà la manifesterà con questo. Ma prima, la sua volontà perché andasse in Egitto la manifesta attraverso un delinquente.
MO76,3[11-06-1966]
3.Direbbe padre Piantoni: "C'è volontà di beneplacito". Se non sbaglio? Chiamatela come volete adesso... a me non importa; l'interessante è questo: che un cristiano, non dico un religioso, eh, un cristiano dovrebbe dire: "Sono venuto sopra la terra per fare la volontà del Padre che è nei cieli; il mio cibo è fare la volontà del Padre". Un papà di famiglia: "Io sono qui per fare la volontà di Dio. Ho una moglie, ho dei figli: per fare la volontà di Dio". E dice la moglie: "Io ho dieci figli perché voglio fare la volontà di Dio". E dice quel padre: "E adesso io, invece di andare all'osteria, vado a casa perché ho dei doveri, per fare la volontà di Dio".E io ho abbandonato il mio paese da piccolo per fare la volontà di Dio e sono entrato in seminario. E quando ho cominciato l'Istituto, per fare la volontà di Dio e l'ho cercata attraverso Francesco Giuliari, prima col mio padre pirituale, poi con don Calabria, ma solo una cosa: per fare la volontà di Dio! Perché fuori dalla volontà di Dio, casca il palco.Il Padre mi ha creato, mi ha messo in terra, rispetta la mia volontà, vuole la mia collaborazione, ma nel compiere la sua volontà che mi viene espressa attraverso i libri santi, attraverso la Chiesa, il magistero della Chiesa, che mi viene espressa attraverso coloro, 'etiam disculis', che rappresentano Dio sopra la terra, va bene?, i miei superiori, e attraverso le circostanze.Se mons. Rodolfi avesse detto "No", anche avessi avuto mille miracoli, io non avrei cominciato. Anche fosse venuto lo Spirito Santo in persona a dirmi "Comincia!", avrei detto: "Piano, non sono mica sicuro che tu sei lo Spirito Santo. Va' dal vescovo, digli quello che hai detto a me; che il vescovo mi dica sì...", ma io non mi ribello alla autorità. Lo Spirito Santo mi ha insegnato che io devo essere obbediente.
MO76,4[11-06-1966]
4.Ora, vedete, perché insisto su questo? Adesso vedrete perché. Andiamo avanti. Andiamo a trovare Giuda adesso, il nostro caro amico Giuda. Ma io insisto su questo perché, guardate, che sono anni che batto questo chiodo, perché fuori di questo non c'è altro. E state attenti, però, perché il demonio è tremendo, sapete, il demonio è tremendo! Guardate che il demonio, perché non facciate la volontà di Dio, e naturalmente perché andiate in rovina, vi farà vedere: "Sì, sì volontà di Dio, ma quello stupido dell'assistente cosa vuto che el capissa? volontà di Dio, ma quel cretino, imbecille, là uno de 50 anni, cosa vuto che el capissa? L'è dell'altro secolo! Volontà di Dio, ma l'altro, ma st'altro, ma qua, ma là". E cioè, il demonio che è furbo, che è demonio eh?, ci farà vedere la parte umana e dirà: "Ma vuto che mi obbedisca ad Erode, quel porco di Erode (per dirlo giusto, no?, dico bugie?). Quel porcaio di Erode... che mi vaga a obbedire ad Erode? Ma scherziamo! Vuto che vaga obbedire mi a quel disgraziato?".Se nell'obbedienza non è implicito il peccato, quella è volontà di Dio.Oh, intendiamoci bene, volontà di Dio non vuol mica dire che, per esempio, adesso non si possa venire... Supponiamo l'ipotesi, viene dato un ordine: "Oggi facciamo questo e questo: andiamo tutti quanti a passeggio, fino a Padova a piedi, per fare un pellegrinaggio". E va bene. Mica proibito che venga Venturin a dirmi: "Ma don Ottorino, el guarda: mi gavaria un esame domattina. Se lu dise... l'esame!”. O senno: "Gavaria da andar su ad Asiago con quelli del seminario; el senta, don Ottorino, mi ghe lo digo...". "Vedemo un po': orco, te ghe rason, me gera dismentegà"... Ah, questo è un dovere. E Smiderle che viene a dirmi: "Sa, don Ottorino, lei sa che io ho male alle gambe, perché ho le gambe deboli". "Hai ragione. Tu hai le gambe coperte dalla veste...". Chiaro! Ora, questo dire anche: "Don Ottorino, lei ha detto di andare a Padova; scusi, sa, ma guardi che i ragazzi sono stanchi, è caldo... forse". "Hai ragione... E allora, permetti un momento... Ciò, senti Bepi, che sia el caso o no?". A un dato momento posso dire: "Guardate che la cosa capitata è talmente grave che bisogna fare un atto di penitenza. Facciamo chi si sente".Questo dire... ma questo è un dovere. Questo dire da fratello a fratello. Quello che invece, figlioli, è diabolico è buttare una frase dietro la schiena, buttare una frase: "Boom", buttarla là, una frase così, di condanna dell'obbedienza. Quello è diabolico, quello... Se uno comincia a fare così, prima nell'interno e poi nell'esterno, fa la fine, che adesso leggeremo, di Giuda, se abbiamo il tempo; ma la leggo in fretta, senza commenti.
MO76,5[11-06-1966]
5.È chiarissimo. L'accettare... Non si dice: siete degli stupidi e dovete obbedire con gli occhi chiusi. No, no, per carità. È una ricerca della volontà di Dio. Però avete il dovere, non solo il diritto, ma il dovere fraternamente di esprimere difficoltà, e anche di dare dei consigli, di suggerire dei consigli. Ma non... L'obbedienza religiosa e cristiana non è una votazione: in dieci, hanno diritto i sei contro i quattro. Capito? Intendiamoci bene, questo non è quello che vuole il Signore. Che tutti e dieci cerchino la volontà del Signore questa sì è la volontà del Signore. E il superiore che non fa questo, manca. Però, gli altri dovrebbero obbedire anche se l'altro manca, perché anche con un imbecille e un delinquente il Signore comanda. “Misterium...”.Lo so che è 'misterium', lo so. Perché per tanti anni ho obbedito, e continuo a obbedire anch'io, a certe cose, a certi ordini che non mi sembrano convenienti. Ma quando non sono contrarie alla morale, so che c'è la volontà di Dio di beneplacito, e non si discute più. E staccarsi da quello, vuol dire staccarsi dalla corrente. È inutile che una ruota protesti: "Ma io non voglio andare dove mi conduce l'autista". Stacchete, e allora ti fermi. La macchina continuerà, tirerà fuori la gomma di scorta, ma la macchina va avanti lo stesso. Ma siccome la macchina è di Dio, a un dato momento se tutte le ruote fanno sciopero, Dio mette le ali e la macchina va avanti per aria. Questa è la Congregazione religiosa.Perché sottolineo questo? Perché il nostro caro amico, quella faccia brutta e sporca del demonio, si insinua talvolta anche nelle Famiglie religiose; per cui si può arrivare anche a questo: a scherzare un pochino sull'obbedienza, buttando qualche frasetta, come ho sentito ieri sera dai nostri casi assistenti, che mi riferivano. Dicevano: "Qualche volta, sa, la volontà di Dio! Oh la volontà di Dio; scherzare così, dicendo xe volontà di Dio". Ora mi domando: si accorgono questi tali, che scherzano con questa parola qui, che stanno insultando Dio? Supponiamo che uno stupido, cretino, che si chiama don Ottorino, dia un ordine, faccia capire una cosa che è insensata anche, se volete, uno che dicesse, uno che dicesse: "Oh, volontà di Dio? Possibile che Dio sia così indrio da servirse de quell'omo lì per...?". Questo tale bestemmia, spiritualmente parlando, bestemmia. E qui dentro queste cose non devono capitare. Perché? Perché questa Casa è sempre a contatto con Dio.
MO76,6[11-06-1966]
6.Figlioli, guardate che Dio vi renderà conto di tutto quello che vedete qui dentro.Per esempio, domenica sera qui, dicevamo: "Siamo messi male col denaro, vi ricordate bene. Non so come faremo coi quattro milioni". Martedì sera sono tornato con i cinque milioni in tasca. Quello... avevamo avuto una cambiale da Milano di un milione, e quattro dovevamo assolutamente pagarli entro il 15. Sono tornato con in cinque milioni senza andare a domandare.Ora questo Dio che da 25 anni ti manda un pezzo di pane, ti manda il necessario, al quale rivolgiamo tutte le nostre azioni, del quale vogliamo fare la volontà, e solo la sua volontà, volete proprio che se fosse necessario fermare un cuore, per metter un altro al posto, non fosse capace di farlo? Se vuole dei superiori corti, insulsi, forse non è perché vuole esercitare l'umiltà di chi obbedisce, la fede di chi obbedisce? E l'umiltà di chi comanda? E dimostrare che attraverso poveri strumenti confonde i sapienti? Guardate figlioli che se ha scelto povera gente, ieri e oggi, lo fa per confondere, lo fa per confondere.Non dimenticatevi che il Papa Pio XII mandava molto spesso mons. Montini da quel povero prete di Verona, che si chiamava don Calabria, per chiedere consiglio. Scusate se dico questo. E mai, mai, scusate se insisto su questa roba qui; datemi del pazzo, ho appena fatto la comunione, ci ho pensato tutta la Messa per dire queste robe qui. E mai, mai papa Pio XII, che domani certamente avremo santo e dottore della Chiesa, si è domandato: "Ma don Giovanni è laureato sì o no? È all'altezza sì o no? Ha letto sì o no quel libro, è al corrente? Ha letto quei romanzi? È psicologicamente preparato per dare consigli?". No. È andato in cerca dell'uomo di Dio. Lui Papa.E don Giovanni mi ha detto "Ricordati...". Me l'ha detto un giorno, mi ha preso quasi per lo stomaco, era in macchina: "Ricordati, mettiti nelle mani di Dio e non lasciarti mettere la mano sopra da nessuno. Dio ha scelto te, povero, misero, tutto quello che vuoi... ma Dio ha scelto te, e la linea devi darla tu; e devi rispondere a Dio".
MO76,7[11-06-1966]
7.Ora è inutile che andiate cercando a destra o a sinistra linee; che andiate cercando a destra e a sinistra pascoli. Cercateli, ma via da qua! Via da qua! Se volete rimanere qua: io sono il più misero, il più miserabile, sono il primo a dire che sono indegno; però, però, questa è la strada. E la volontà di Dio la cercheremo insieme. Sono io il primo che ho paura di non fare la volontà di Dio. Ma se anche sbagliamo, Dio avvallerà la nostra buona volontà e farà come Pietro quella volta: el toco de oro ghe lo dà attraverso el pesce. Chissà quante volte ho sbagliato, nel fare spese, nel fare fabbriche, che so io... Chissà quante volte. Ma Dio che sapeva che io non volevo sbagliare, che ho domandato consiglio, che ho pregato - Dio lo sapeva - e mai Dio non è stato così cattivo da dire: "No, te ghe fatto quello che te ghe vossudo e i soldi non te li mando". Sempre venuti!Andiamo avanti. Leggiamo."Non vi è tratto nella narrazione della Passione che non offra ricchezza di argomenti di meditazione per un prete. Possiamo esaurire, per esempio, il terribile avvertimento che Giuda, l'apostolo caduto tanto in basso in tre soli anni, dà a noi tutti, mentre a grandi passi cammina nell'orto con la folla tumultuante alle calcagna? Osserviamolo (guardate che questa paginetta qui fa paura, sapete) mentre si affretta con le monete d'argento che sinistramente gli tintinnano nella borsa appesa alla vita; osserviamolo e paragoniamolo all'uomo che era tre anni avanti quando Gesù, per primo, lo guardò e amò quello che vide: un'anima innocente e generosa, pronta a rispondere al dolce invito del maestro: 'Vieni e seguimi'".
MO76,8[11-06-1966]
8.Tre anni prima Gesù ha visto un'anima pronta e generosa e gli ha detto: "Vieni e seguimi", e l'ha invitata. E Giuda è stato generoso, è andato..."Giuda, nella sua rinuncia, fu eroico proprio allo stesso modo degli altri undici: anch'egli lasciò ogni cosa per seguire Cristo. Guardiamo indietro e vediamo in noi, nel giorno della nostra ordinazione (della nostra entrata nella Casa dell'Immacolata, nel giorno in cui abbiamo fatto i voti), l'immagine di Giuda nel giorno della sua chiamata, quando volse le spalle alla barca e alle reti e partì dietro al maestro".Anche noi siamo entrati in noviziato, siamo entrati qua, eccetera, abbiamo detto di sì al Signore, abbiamo detto di sì al Signore."Con le mani avvolte nelle bende di lino, nel nostro cuore vi era la stessa gioia inesprimibile, lo stesso zelo ardente, la stessa determinazione solenne che Giuda ebbe quando incominciò a camminare con Cristo".Sì, Signore, eccolo qua! Sì, Signore: sono tuo."Ma Giuda aveva un punto debole. Non era ancora vizio il suo, ma debolezza, come di un tipo o dell'altro l'ha ogni uomo. Giuda, nato e cresciuto in povertà, cominciò ad eccitarsi quando si trovò a toccare e a vedere del denaro e dall'eccitamento del tatto all'amore del possesso il passo fu facile. Giuda si era dato tutto a Cristo ma a poco a poco cominciò a riprendersi tutto ciò che Gli aveva dato, come può accadere ad un prete - ad un religioso - che gradualmente e con leggerezza - con leggerezza. - cede ai piaceri del mondo...".E allora tu vedi un religioso che va a vedere la partita senza permesso. Anche un prete, si va là... "Che male c'è?", senza permesso. "Ma che male c'è?". Dovevi fare a meno di farti religioso, fare a meno di darti al Signore. Star fuori e nessuno ti avrebbe detto niente; potevi andare a vederla anche, la partita. Hai seguito Cristo, ti sei dato a Cristo, sii generoso! Eccolo lì! "... che pure non avevano posto nella sua prima visione del sacerdozio". Quando tu hai guardato alla tua donazione, hai detto: Signore, vengo e mi abbandono. Ha detto Giuda: "Vengo e ti seguo". Però, piano-piano, piano-piano, piano-piano! Ecco la morte di tanti religiosi, di tanti che sono morti, e qualcuno qui in mezzo a voi che morirà."Fu molto facile a Giuda assecondare la sua debolezza. Gesù non colpì mai le dita dell'Iscariota mentre egli le affondava furtivamente (Eh, sì) nella borsa comune".Il Signore non ha mai detto: "Cosa sito drio fare?"."Gesù sembrò non accorgersene mai. Mai Gesù diede a vedere, con gesti o con parole, che Giuda non fosse buono al pari degli altri 11 Apostoli. E qui pensiamo al prete (e al religioso) infiacchito che si compiace della sua progressiva debolezza perché Dio non dà alcun segno di dispiacere".-
MO76,9[11-06-1966]
9.Ci sono qui in mezzo, sapete, mica, mica lontano: qui in mezzo! Piano, piano, piano... Il Signore non dà segno di dispiacere. Il Signore poteva prendere Giuda... No, il Signore lo lascia stare. Ti ha chiamato, ti ha dato le grazie, ti ha dato le possibilità... E va bene. Attenti che la zizzania."Perciò incomincia a pensare (questo tale) che può avere il suo dolce e può anche mangiarselo. Dio diviene per lui un padre leggermente invecchiato che non farà mai osservazioni sulla sua cattiva condotta, ed il povero (disgraziato) prete (o religioso), nella sua cecità non può vedere il nodo scorsoio del boia che pende alla fine della strada. Così Giuda pone le sue mani sulle braccia di Cristo e si china in avanti per baciarlo. Giuda non è turbato per il risultato del suo atto. Il maestro è sfuggito ai suoi nemici molte volte, prima, e lo farà ancora. Giuda ha talmente soffocato la sua coscienza che ora nessun atto è cattivo, se gli effetti non sono cattivi; niente di realmente dannoso può derivare da questo suo insignificante modo di agire; non vi è realmente nulla di male in ciò che egli fa.Quindi egli bacia Gesù. E noi pensiamo al prete (o al religioso) che potrebbe salire l'altare (per dire la Messa e fare la comunione) per dare un bacio più intimo di quello che diede Giuda, con le mani e le labbra indurite dai peccati che egli considera peccati umani insignificanti, e solo perché l'ira di Dio non ha tuonato dal Cielo. Non è necessario (signori miei) che si tratti di peccati contro la purezza; basta che le sue labbra si siano coperte di viscichette per l'amarezza di parole irate (e qui ci siamo!) o che si siano insozzate con chiacchiere gelose; basta che il suo cuore si sia indurito per malanimo verso un fratello o si sia atrofizzato nel disprezzo ostinato verso un superiore.Alla storia di Giuda si possono applicare tutte le variazioni possibili, ma l'essenza è sempre la medesima. Lasciate che dia uno sguardo, un lungo sguardo anche a me stesso, a me nel giorno della mia ordinazione (a me nel giorno della mia entrata in noviziato, della mia consacrazione al Signore) ed a me oggi (oggi); a me nel giorno della mia prima Messa (vostra prima Comunione) e a me nella Messa di oggi (che ho celebrato stamattina...) che non prenda confidenza nelle mie cadute, solo perché Cristo non picchia sulle dita o perché Dio sembra non osservarmi nel mio cammino".12 giugno 1966