IL RELIGIOSO E LA COMUNITÀ SECONDO LO SPIRITO DELLA PIA SOCIETÀ
MO87[06.08-1966]
MO87,1[06-08-1966]
1.Io vi direi... che cosa intendo io, come la intendo. Vi chiederei però una cosa: se non è dogmatico ditemelo, quello che dico.Prima di tutto: la comunità e la carità e la santificazione nostra in forma collettiva, che non si può più farsi santi individualmente, ma bisogna farsi collettivamente, non è una scoperta di oggi, perché ancora prima del Concilio abbiamo messo sul nostro stemma la parola "carità". E ancora prima del Concilio (e questo non per assumermi - vero - non so, titoli di onore o che so io, no), è lo Spirito Santo sempre lo stesso autore.Con gioia, un tempo, abbiamo constatato questo... che quando il Santo Padre Giovanni XXIII ha parlato sul lavoro, che noi avevamo delle frasi uguali dell'enciclica da lui pubblicata; e non ci siamo fatti belli per questo, ma abbiamo cantato un inno di ringraziamento al Signore perché, essendo nostra unica preoccupazione di fare la volontà del Signore, ci aveva guidato per la strada sua. È vero?Quando poi si è trattato della carità, l'abbiamo messa sullo stemma ancora prima che cominciasse il Concilio, e già da qualche anno noi battevamo quella strada nelle nostre meditazioni. E Valentino si ricorda che abbiamo fatto un corso di Esercizi solo su questo. È vero? A Val Giardini, lassù. Qualcuno, con qualche sorrisetto, ci compativa, allora. Facevamo su padre Lombardi e battevamo continuamente: "Bisogna che ci facciamo santi collettivamente. È ora di... bisogna finirla uno di qua e uno di là". E dicevamo questo: c'è il comunismo da una parte che ha fatto unità, e non è l'unità di Cristo. Noi dobbiamo fare l'altra unità. Abbiamo gridato, gridato e gridato, "opportune et importune" su questo argomento. E vi dico, qualcuno che si sveglia adesso, scopre adesso queste cose qui, mentre finora deve dire: "Non ho mai collaborato per fare unità, o quasi mai".Attenti. Questo tanto per premettere.
MO87,2[06-08-1966]
2.Premesso che abbiamo sempre impostata la formazione - e poi che si sia riusciti... è perché non abbiamo collaborato con tutti - ma l'abbiamo impostata su questo: bisogna che ci facciamo santi insieme. Però attenti, la graduatoria come deve essere fatta?Perché anche ieri, mentre ascoltavo qui un'esperienza dei Focolarini, quella signorina brasiliana che si è convertita, dovete esaminare a fondo la situazione. Questa signorina si è incontrata con i Focolarini, è stata scossa; quella è stata l'occasione, la grazia di Dio che ha lavorato in lei attraverso i Focolarini per condurla alla verità, ma appena che ha scoperto dov'è la verità, ha capito che deve cominciare col rinnegare se stessa, uccidere l'uomo vecchio, se vi ricordate bene, che voi scherzando avete detto: "La femena vecia.". Prima cosa: quando lei ha trovato la carità lì dentro, ha trovato Dio lì dentro; ma per arrivare lei a quel calore là, ha dovuto percorrere una strada.Ora vedete, anche noi siamo chiamati a dare questa testimonianza, cioè dobbiamo costituire delle comunità che siano testimonianza della carità di Cristo. Gli uomini cosa faranno? Vedranno nelle nostre comunità questa carità e ci riconosceranno come gli amici di Gesù e ci ascolteranno; e noi dovremo insegnare a loro la strada che conduce a Gesù, che conduce a rinnegare l'uomo vecchio, a vincere se stessi, e porteremo in questo modo a vivere la stessa carità nella comunità che viviamo noi.
MO87,3[06-08-1966]
3.In altre parole, io penso questo. Il nostro Religioso dev'essere l'amico intimo di Gesù, l'amico di Gesù, consumato nella comunità e per la comunità, l'amico, però, di Gesù consumato nella comunità, perché se non è consumato nella comunità e per la comunità, non è vero amico di Gesù. Perché Gesù si è consumato per i suoi, perché Gesù vuole che tu ti consumi per i tuoi. Ma allora la mia preoccupazione dev'essere contemporanea, contemporanea, di essere amico di Gesù e di consumarmi; perché non sono vero amico di Gesù se non vivo la carità nella comunità, assolutamente.E mi illudo di essere amico di Gesù se vivo soltanto una carità... e dico: "Beh, attraverso questa io arriverò a essere amico di Gesù". È vero che se io sono preoccupato di essere amico di Gesù e lavoro intensamente e poi vivo la carità, quella mi aiuterà ad essere amico sempre più di Gesù. Ma il mio lavoro personale per essere amico di Gesù, questo lo devo fare.Questo, uno che avvicina anche i Focolarini, che vuol trovare la luce, troverà l'occasione lì, l'occasione, ma poi deve incontrarsi come Nicodemo o come la Samaritana con Lui. E questo non è novità. Questo l'abbiamo scritto e l'abbiamo accettato, e spero che tutti dovreste saperlo quasi a memoria, in questo libretto qui: "Pia Società San Gaetano".E perché dico che dovremmo saperlo quasi a memoria?Per il semplice motivo che il Concilio parla, e mi appello proprio al Concilio, parla chiaramente che ogni Famiglia religiosa deve tornare alle origini, e cioè deve apprendere lo spirito della fondazione. E la fondazione non è "Società". Dio prende degli uomini, i più stupidi e cretini che vuole, perché vuol mostrare che è Lui, e dà a questi uomini un'ispirazione e dice: "Questo è lo spirito della Congregazione".Ora, il Religioso della Pia Società deve attingere a quelle che sono le fonti e deve preoccuparsi non di fare una Congregazione secondo lui, dicendo che è secondo il Concilio e secondo i tempi nuovi. Deve entrare in una Congregazione mettendo completamente se stesso a disposizione, anche di intelligenza, di attività, di spirito nuovo, di iniziative, fin che volete, ma con una base che è comune. Per cui i Piccoli Fratelli si distingueranno fra mille, e i Focolarini si distingueranno fra mille, e quelli di San Gaetano si distingueranno fra mille, non perché hanno trovato loro una strada, ma perché sono entrati in una strada. Un Focolarino si distingue fra mille perché è entrato in quella strada; uno dei Piccoli Fratelli perché è entrato in quella strada; e qui dentro, perché siete entrati in questa strada. E se non vi sentite di entrare in questa strada, cercatene un'altra, andate dove volete; ma lo spirito qui dentro non lo dà il singolo.
MO87,4[06-08-1966]
4.Ora, che cosa vuole la Pia Società dai suoi membri?Vuole prima di tutto che si sia uomini, onesti, leali; non delle donnicciole, non dei pagliacci che davanti dicono una cosa e sorridono e dietro... eh, prendono in giro e scherzano. Leali: se c'è qualcosa che non va, da buoni fratelli... non dietro la schiena. Non abbiamo paura degli uomini, della lealtà, anzi li desideriamo. Questo chiede la Pia Società. È una riunione di uomini.Secondo: chiede che questi siano uomini di Dio. E allora a proposito dice proprio queste parole, parlando dell'uomo di Dio:"Egli incomincia a salire verso la meta sublime dell'unione con Dio, accettando la Madonna per Madre e lasciandosi da Lei guidare per l'aspra via della rinuncia e dell'abnegazione".Uno che non avesse la devozione alla Madonna e non l'accetta per mamma, sappia che questa non è la sua Congregazione. Perché, dice il Concilio, che la Madonna è Mater Ecclesiae, è la mamma di Gesù, la mamma della Chiesa; e deve essere la mamma della Congregazione: Mater et Magistra nostra. E siamo al Concilio."Accettando la Madonna per madre e lasciandosi da lei guidare per l'aspra via della rinuncia e dell'abnegazione".Questa era vera "heri et hodie et cras". Questo lavoro: 'aspra', ricordatevi che è 'aspra' questa parola. Non potete rinunciare perché vedete... Io mi permetto di insistere su questo punto perché da quello che si può captare in giro oggi, è facile fare una Chiesa sociale, caschiamo in un attimo in una Chiesa sociale, non una Chiesa carismatica, una Chiesa pneumatica. Amici miei, state attenti, è un attimo creare, invece che la carità, l'amicizia; è un attimo sapete. La carità, vera carità, suppone aspra lotta di rinuncia e di abnegazione del singolo. Guardate che la vita cristiana è eroismo."Col suo materno aiuto sale il Calvario e si incontra con Cristo crocifisso, suo amico e fratello".
MO87,5[06-08-1966]
5.E monsignor Luna, a questo proposito, che passa le ore di notte dinanzi al Signore e dice: "Col suo materno aiuto sale il Calvario". Io metterei ancora lì: è la Madonna che ha portato Giovanni là davanti alla croce.Comunque: "... E si incontra con Cristo crocifisso, suo amico e fratello".La Pia Società non sa cosa farne di uomini che non si siano incontrati a tu per tu, come Nicodemo, con Cristo crocifisso e siano divenuti amici e fratelli di Gesù. Ricordatevi: non sa cosa farne. Preferisco cominciare sotto il palco ancora di nuovo, con uno. Su questo punto sono intransigente.E se volete, col Concilio alla mano, vi dimostro che proprio il Concilio richiama ognuno a vivere la sua vocazione. I laici, la loro vocazione; i sacerdoti, la loro vocazione; i Religiosi, la loro vocazione; ma la loro vocazione intima, spirituale, prima, e collettiva contemporaneamente. E dice il Concilio: non potete voi credere di essere a posto perché vivete voi col vostro Gesù a parte. No, non si è a posto. Non si è a posto. Perché Gesù si è consumato, ha dato la vita per i suoi fratelli; e tu la devi dare per i tuoi fratelli, se nò non sei cristiano.Ma attenti: che un po' di entusiasmo da una parte non ci faccia dimenticare questo; che non ci faccia dimenticare che siamo dei consacrati. Perché qui il Concilio dice, che Gesù, eccolo qua, eccolo qui cosa dice:"In tanta varietà di doni tutti coloro che, chiamati da Dio alla pratica dei consigli evangelici, ne fanno fedelmente professione, si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo che vergine e povero redense e santificò gli uomini con la Sua obbedienza spinta fino alla morte di croce, così essi, animati dalla carità che lo Spirito Santo infonde nei loro cuori, sempre più vivono per Cristo e per il Suo Corpo che è la Chiesa".Ma per Cristo, imitando Gesù nella povertà, nell'abnegazione, nell'obbedienza, come diceva ieri sera bene Valentino. Non possiamo illuderci noi. "Vivono imitando Gesù nello spirito di mortificazione, di obbedienza, eccetera", imitando Gesù per la Chiesa, per la Chiesa; amico di Gesù consumato nella comunità e per la comunità. Non distolgo io la comunità, no., anzi la potenzio in questo modo. Perché, cinque uomini amici di Gesù, fanno la comunità cristiana; cinque porci fanno il porcile, cinque demoni fanno l'inferno.
MO87,6[06-08-1966]
6."Quanto più - dice il Concilio - fervorosamente adunque si uniscono a Cristo, con questa donazione di sé che abbraccia tutta la vita, tanto più si arricchisce la vitalità della Chiesa"; quanto più si uniscono a Cristo - dice il Concilio - tanto più si accresce la vitalità della Chiesa. Cioè, quanto più io individuo mi unisco a Cristo, tanto più cresce la vitalità della mia comunità, di tutta la Congregazione, di tutta la parrocchia, di tutta la diocesi, di tutta la Chiesa; ma quanto più io individuo mi unisco a Cristo. Guardate che è una eresia quella che stiamo dicendo figlioli, mettendo in secondo grado l'unione con Cristo."E il suo apostolato diviene vigorosamente fecondo"; ma diviene vigorosamente fecondo quanto più fervorosamente si uniscono a Cristo con questa donazione: unione a Cristo con una donazione.Dobbiamo cominciare a dare, figlioli, mica poesia.; prima bisogna cominciare a dare. Io devo dare a Lui crocifisso me stesso, la mia donazione, e la mia vita deve essere una donazione continua, una abnegazione continua. Dice quella che avete letto ieri, sentito ieri: ha cominciato a rinnegare se stessa, uccidere l'uomo vecchio. Se non cominciate da lì, niente da fare. Ecco perché io vi ho detto: sono anni che lottiamo per la carità e non abbiamo ancora raggiunto la vera carità. Ho messo il dito e ho detto: state attenti perché non abbiamo ancora raggiunta la vera carità. Perché? Perché gli individui non sono ancora arrivati a questa abnegazione per amore del Cristo. E su questo tema, questo lavoro individuale, tutto questo libro è pieno. E mi fermo qui.
MO87,7[06-08-1966]
7.E dice ancora il nostro libretto... Dunque, state attenti:"Ai piedi della Croce egli vede il dolore sotto una nuova luce ed impara ad accettarlo incondizionatamente dalle mani di Dio. Tra lui e Gesù avviene un'unione così intima, così intima, che la sua vita diventa il prolungamento della vita di Gesù, e il suo sacrificio il compimento Sua passione".Io devo desiderare di essere come Gesù per mostrare Gesù, per portare Gesù."L'Eucaristia la fonte e il centro unificatore della sua pietà e della sua vita interiore. Sacerdote e vittima insieme con Gesù, offre ogni giorno la sua Messa e per mezzo di Lui nello Spirito Santo vive in intima comunione e familiarità con il Padre e con i fratelli".La parola 'fratelli' viene in fondo. Tanto qui come nel Concilio. Perché non è possibile che uno si consumi nella carità per i fratelli se prima non si è consumato nella carità per Gesù e il Padre nello Spirito Santo. O se no, con Gesù, per il Padre, nello Spirito Santo. Se uno non ha capito questo e non vive questo, il resto non è di buona lega; non è la "charitas". È la virtù, o meglio: è la pazienza che si esercita fra amici. Solo allora Gesù è in mezzo. Altrimenti Gesù è in mezzo con le parole e in un canton realmente. Gesù è in mezzo solo se noi viviamo così; cioè se ci sforziamo, intendiamoci bene. Perché siamo uomini, torniamo a dire, siamo uomini, possiamo sbagliare; ma che ci sia il desiderio, lo sforzo di vivere questo. E questo, più i singoli vivranno questo, tanto più Gesù sarà veramente in mezzo.Oggi, festa della Trasfigurazione, l'ho detto al Signore finché lo avevo in mano: "Signore, fa' che capiamo queste cose".
MO87,8[06-08-1966]
8.E poi riguardo alla comunità, non è novità per noi: è soltanto questa la base. Il problema nostro.... non è altro che il riassunto di quello che è stato detto le tante volte e che abbiamo codicizzato e che attualmente facilmente si trova anche in mano del Santo Padre, perché mons. Costa, assistente nazionale dell'Azione Cattolica, ne ha due copie e ha detto che l'avrebbe presentato lui personalmente al Santo Padre questo; che abbiamo presentato ai vescovi d'America come programma nostro, e che tutti li hanno visti: "Questi sono gli uomini del Concilio".La seconda parte eccola qui. E il vescovo di Resistencia mi ha detto: "Questo va bene. Perché? Perché non soltanto come i preti di oggi che hanno altro che in mente: adesso siamo comunità, adesso qua, adesso là... Sì, sì, sì, giustissimo - ha detto- questo. Però dimenticano la parte prima: non fanno più meditazione, non fanno più la visita al Santissimo, non pregano più, perché adesso la Chiesa...".Sissignori, è giusto, abbiamo il dovere di lavorare per la comunità, abbiamo il dovere, non cambia niente, dobbiamo, dobbiamo, assolutamente. È lo Spirito Santo che ci richiama, è la Chiesa che ci richiama. Però attenti: ci richiama però anche all'altra roba. Perché se nò... intendo dire... È inutile, io ho visto questo: ho visto cose che avete predicate voi ieri qui, io le ho viste predicare da preti che hanno una donna e vanno a far porcherie con donne. E le sento anche oggi in giro per la nostra diocesi. O abbiamo santi che dicono quelle cose, e allora mi cavo il cappello... Perché? Perché sono la conclusione di una vita vissuta intimamente con Dio. Allora quelli bruciano. Allora quelli vanno in un ambiente: lo bruciano quell'ambiente. Perché o crediamo o non crediamo alla grazia.
MO87,9[06-08-1966]
9.La comunità religiosa... Abbiamo detto: uomini prima, uomini di Dio, e ci siamo capiti. E poi ecco la comunità.Uomo: leale, non bugiardo, non impostore, coerente.L'uomo di Dio: non un piede nel mondo e uno qua; ho rinunciato a tutto per il Signore, ho rinunciato a libri, giornali, TV, stop; tutto ho rinunciato. Signori, mi sono dato a Lui, solo a Lui. "Sequar te quocunque ieris", gli ho detto, e voglio essere coerente. Diceva giustamente il nostro caro Girolamo che quella sera che erano là, che c'erano le gare, il campionato di calcio, non gli interessava più niente. Perché non gli interessava? Perché era preso da Dio."I religiosi hanno lasciato una famiglia naturale per formare insieme una nuova famiglia che, "unita nel nome del Signore, gode della Sua presenza" (Concilio - P.C.). In essa, uniti da un medesimo ideale".E qui "medesimo ideale", anzi vi richiamo io alla comunità: bisogna avere un medesimo ideale, non ognuno sceglierselo per conto proprio."Sorretti dallo stesso fratello Gesù (è quello che forma), impegnati nello stesso lavoro, vivono in spirito di fraterna comprensione quella carità che distingue i portatori del messaggio divino. Ogni membro della comunità nel proprio confratello ama e serve Gesù e il Superiore esercita 'l'autorità in spirito di servizio verso i fratelli, in modo da esprimere la carità con cui Dio li ama' (Perfectae caritatis 14). Essendo campo di apostolato della Pia Società in modo particolare la cura pastorale nelle parrocchie, i religiosi non vivono mai in grandi comunità; è quindi più facile realizzare questo clima di famiglia che fa della comunità la testimonianza viva voluta da Gesù perché sia riconosciuta l'autenticità dei suoi inviati a predicare la lieta novella: 'Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri'(Giov.13,35). Sentono inoltre di essere stati radunati dall'amore di Cristo per essere nella parrocchia un piccolo Carmelo in perenne adorazione, che ripara ed intercede per il popolo, e nello stesso tempo per essere a disposizione dei fratelli, al fine di istruirli, consolarli e distribuire loro i doni di Dio. Come un figlio ricorre sempre con fiducia alla casa del padre, così è necessario che i fedeli sentano naturalmente il bisogno di ricorrere nelle loro necessità alla casa di quegli uomini, che Dio ha posto nella parrocchia per tenere accesa la fede, la speranza e la carità. Gli affaticati e stanchi devono trovare nella casa dei Religiosi forza e consolazione; gli addolorati comprensione e rassegnazione; lontani e vicini serenità e fiducia".Poi, quarto punto: "La comunità in azione apostolica".
MO87,10[06-08-1966]
10."Il religioso della Pia Società si propone di richiamare gli uomini alla coscienza di essere membri di una grande famiglia, di cui Dio è Padre e Cristo fratello. Sempre Concilio Lumen Gentium (6, 9): 'Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo che Lo riconoscesse nella verità e fedelmente Lo servisse'. L'uomo di oggi, che cerca di unirsi nel partito, nel sindacato e, a più lungo raggio, nelle comunità politiche, economiche, nazionali e internazionali, è provvidenzialmente preparato e disposto ad entrare nella Famiglia di Dio. È dovere quindi dell'apostolo far sì che tutti gli uomini divengano e si sentano figli dello stesso Padre e quindi fratelli fra di loro, legati a tal punto dal vincolo della carità da conservare misura dell'amore di Dio l'amore verso il prossimo". Ah, considerare... Scusate: "da considerare misura dell'amore di Dio l'amore verso il prossimo".Io metto un termometro, vedo quanto quel Religioso ama il suo prossimo, quanto quell'assistente ama il suo direttore - consideriamolo almeno come prossimo -, quanto quell'assistente ama il suo confratello, quanto quell'assistente ama i suoi giovani. Metto il termometro e quel termometro mi dirà quanto amore ha verso Dio. Se finora non c'è stato questo amore verso il prossimo, conclusione è che mancava l'amore verso Dio. E io vi dico: alimentate l'amore verso Dio e naturalmente deve nascere anche l'altro. Perché se finora è mancato l'amore verso il prossimo, signori miei, ricordatevi che non c'è stato vero amore verso Dio. Perché se no ci doveva essere anche l'amore verso il prossimo.
MO87,11[06-08-1966]
11."Di conseguenza ogni figlio di Dio comprenderà la necessità di salvare la propria anima, fondendosi sempre più in comunità con i fratelli, per tendere insieme a costituire la Famiglia dei figli di Dio."La Famiglia dei figli di Dio. A chi spetta, nella parrocchia, formare la Famiglia dei figli di Dio?".Come se non avessimo mai detto queste robe qua... Varda qua. È tutta impostata nella comunità, nella famiglia..."sacerdoti, assistenti e laici, in virtù del Battesimo e della Cresima sono tutti ugualmente corresponsabili di tale realizzazione. È infatti volontà di Dio che ogni cristiano sia missionario, cioè (ecco i laici) direttamente responsabile della salvezza dei propri fratelli. Come in una famiglia umana un figliolo soffre e non si dà pace se un suo fratello è traviato, così ogni cristiano deve sentire vi o il dovere di fare qualcosa per il bene di altri fratelli. Se gli operai sono lontani da Dio, tocca all'operaio cristiano portare in mezzo a loro il fermento di Cristo; nella scuola spetta al professore, allo studente cristianizzare l'ambiente; così nel luogo di ritrovo, nella famiglia, nella politica, nell'economia è il laico che deve portare la luce del Vangelo. Ma chi prepara i laici a questo compito? E soprattutto a chi spetta entusiasmarli per questa causa, sostenerli e guidarli? Tocca in modo particolare all'assistente suscitare in loro il senso del Sacerdozio proprio dei laici, rendendoli coscienti della loro missione. Presentandosi in veste di laico, egli può più facilmente accostare ogni categoria di persone, penetrare nei vari ambienti, dissipando ogni pregiudizio, e così diventare l'amico per essere poi l'animatore dei fratelli cristiani".Cioè lui, con la sua carità, si rivelerà come cristiano e come membro della grande famiglia cristiana e insegnerà a questa gente come si fa a salire la scala.
MO87,12[06-08-1966]
12.Alt. Mi fermo. Se qualcuno ha qualcosa da domandare, che non sia secondo la dogmatica, eccetera, sono pronto a rispondere... Siete d'accordo sì o no?Quelli de don Calabria i xe là che i se raduna par vedare cosa che diseva don Calabria... I fa gli Esercizi Spirituali st'anno in 40, i più anziani che xe vissu un po' a contatto con don Calabria. E i fa una predica alla mattina e una alla sera; e dopo, tutto il resto, due ore al mattino e due ore al pomeriggio, discussione per vedere tutti i particolari dello spirito che don Calabria ga lassà. Perché i dise: noialtri semo responsabili dinanzi a Dio... E xe sta un cardinale di Roma che ghe ga dito: "Vardè... - il cardinale che ha in mano i Religiosi - vardè che avete il dovere di codicizzare quello che è lo spirito della Congregazione, perché voialtri ve salvè solo su quella strada là".Il Concilio dise ste robe qua. E me pare che non ghe ghemo dà importanza troppo forte e dire: "Pian, qual'è lo spirito genuino?".Se voialtri ve accorzì che mi son fora de strada, pareme via, mettì un altro. Ma non bisogna mia scherzare, perché andemo all'Inferno tutti, savìo? Senno ritireve. Se non ve piase, ve francescani. Ma allora dirì: San Francesco diceva così.". E ogni tanto xe vegnù una riforma per tornare allo spirito de Francesco: i minori, i conventuali,... fa le riforme per tornare allo spirito iniziale. Questo è lo spirito che il Signore ha voluto dare ai Francescani, e i xe tornà in drìo. Anche quello che con San Gaetano, chi xelo?.... Giustiniani: la riforma per tornare allo spirito iniziale.Il Concilio insiste: guardate che ogni Famiglia Religiosa deve tornare allo spirito della fondazione. Perché, o credemo che è un intervento del Signore una Famiglia religiosa nella storia della Chiesa, o non lo credemo. O voialtri la considerè come un gruppo de omeni che se mette insieme, e se forma una Famiglia religiosa, e allora ve digo: "Ritireve., fème un piassere, ritireve.", perché xe zugare bussolotti questo. Me pare che manca un po' questa fede insomma.Xe 25 anni che chiedo solo a Dio cosa vuole. E son andà da Papa Pio XII e go parlà... a Papa Giovanni XXIII go parlà, eccetera ... ancora prima che fosse Papa. Go cercà solo quello che Dio vuole da noialtri. Ghemo gioìo quando che gavemo visto che semo sta sulla strada del Concilio; prima ancora del Concilio ghemo dito, sia riguardo al lavoro, sia... e anche i particolari... Ghemo dito: Varda, ghemo cercà la volontà di Dio...Non ve dismetenghè che - diseva proprio ieri sera don Erasmo, te te ricordi - quando andavino su ad Asiago e se metivino là con la testa bassa dinanzi... e pregavino, e disivino l'Ave Maria che... "Signore, dìne cosa che te vui da noialtri.". Ghemo cercà solo la volontà de Dio, ma sempre, in tutti i particolari.6 agosto 1966