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LA MORTE È UN PASSAGGIO DI DIO

MO104[14-11-1966]

MO104,1[14-11-1966]

1.Figlioli, rileggiamo la Sacra Scrittura, e in qualche parte troveremo questa parola: “Era gradito a Dio, ed era necessario che passasse la prova”.
Figlioli, nella Famiglia ci siamo sforzati di cercare la volontà di Dio. Nostro desiderio è sempre stato questo: quando su ad Asiago, a Natale e a Pasqua, ci prostravamo dinnanzi all’altare, era per cercare la volontà di Dio. In questa Casa, anche se singolarmente abbiamo sbagliato, qui, collegialmente abbiamo cercato una cosa sola: “Signore, dì a noi cosa vuoi, dì a don Ottorino qual è la tua volontà!”. E quando abbiamo gettato le Costituzioni, e quando abbiamo cercato le missioni, cercavamo solo, solo la volontà del Signore. E allora, questo desiderio di fare la volontà di Dio, ci ha portato conseguentemente questo segno di sangue. I sogni son sogni, ma... Direbbe monsignor Rodolfi: “La prova”. “Eccellenza, un disastro!”. “No, vi siete sforzati di fare la volontà di Dio, ed allora era necessaria la prova!”. Dobbiamo, figlioli miei, sentire questo passaggio di sangue, come un sigillo di Dio, che ci mette alla prova, che ci purifica, che ci santifica, che ci incoraggia a camminare: “Avanti! Questa è la strada, la strada del sangue!”. Però, figlioli, è un morto. Non solo un segno: è un morto. Pensavo a Gesù crocefisso. Nell’ultimo momento Gesù ha detto: “Consummatum est!”, che vuol dire: “Padre, ho fatto la tua volontà!”. Giorgio non l’ha potuto dire, ma se avesse potuto parlare un istante prima della morte, prima di essere schiacciato dal camion, prima di essere maciullato là sulla strada, anche lui avrebbe potuto dire: “Padre, consumatum est! Mi hai mandato in terra per compiere una missione, missione che è durata ventitre anni, ho compiuto, terminata l’ultima pagina: vedi, ho finito il mio libro!”. Figlioli, ecco il monito per ciascuno di noi. Qaundo arriverà anche per noi l’ultima ora, quando nell’ultima pagina della vita scriveremo “finis”, ricordatevi, ci sia per noi la nostra gioia di poter dire: “Ogni pagina è stata scritta come l’ha voluta Dio!”. Arriverà questo giorno, arriverà anche per noi il giorno dell’ultima pagina, ma ogni pagina deve essere scritta come vuole Dio; non deve essere l’ultima pagina una pagina ingloriosa di un libro schifoso, di un libro sporco, di un libro indecente: no! L’ultima pagina gloriosa della nostra vita deve essere il sigillo di un libro glorioso, di un libro meraviglioso, dove ogni giorno noi alla sera potevamo dire: “Signore, oggi ho fatta la tua volontà!”. Ecco il monito che riceviamo da questo passaggio di morte! Figlioli, “quod aeternum non est, nihil est”: quello che non è eterno non vale! Siate giovani, siate pieni di vita, lavorate, mettetecela tutta nella parte umana: sì, è giusto, è giusto; però ricordatevi, sempre alla luce dell’eternità, sempre alla luce di quest’ultima pagina dove voi, come Gesù, potrete dire: “Signore, consumatum est!”. Con questo pensiero, Giorgio è andato a prendere il suo posto in Cielo; Dio ha voluto darci un sigillo, un segno della sua presenza e della validità di quest’Opera. Con questo monito che la morte ci dà, di camminare solo sulla strada di Dio, continuiamo il Santo Sacrificio, e diciamo al Signore: “Se qualche cosa, o Signore, è rimasto di macchia nell’anima del nostro fratello, per questo Santo Sacrificio, abbi compassione di lui, e portalo là, nella tua gloria, dove è atteso!”. 15 novembre 1966