1 Fratelli, partiamo."Poiché questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione...". Questa è la volontà di Dio - è San Paolo che lo dice - la vostra santificazione.Ha parlato tanto Paolo, col dirci che se vogliamo far qualche cosa dobbiamo fare la volontà del Signore, dobbiamo essere preoccupati di fare la volontà del Signore; prima fare la volontà del Signore e poi ti dà una bastonata: "Questa è la volontà di Dio!".Sarìa come che mi continuasse a dire: "Attenti che bisogna fare la volontà di Dio, bisogna fare la volontà di Dio, bisogna fare la volontà di Dio!", e poi dicessi: "Questa è la volontà di Dio: oggi prendiamo il pulman e andiamo tutti a Venezia!". Marco ride: parchè ghe xe San Marco, vero? Ovvero: "Questa è la volontà di Dio: a piedi, tutti quanti, vero, ndar su al Tretto... a magnare le sirèse!". I seminaristi oggi vanno là: andranno a mangiare in osteria quindici chierici del seminario di Vicenza andrà... i vien doman qua, quindici chierici a magnare... forse andranno a mettere a posto dove andremo noi! Han già cominciato a vendere la terra fino a millequattrocento lire al metro! Se aspettavimo tre settimane gerimo a posto!Beh, comunque San Paolo ce l'ha fatta bella: prima ci ha spinti, spinti, spinti per convincerci a fare la volontà del Signore, e adesso, adesso: "Caro Michele, - el dise - questa è la volontà di Dio: la tua santificazione!"."Introducendosi, qui, e poi nella conclusione, Paolo espone quale sia la meta dell'agire morale: - la meta è - la santità. Dio l'esigeva già nell'Antico Testamento: “Mostratevi santi e siate santi perché io sono santo!"".Il Vangelo di stamattina ci parla chiaro: non soltanto che siate santi, mostratevi santi! Qualcuno, per esempio, che esternamente non mostra di essere santo... Sappiate che nel santo Vangelo è stato scritto che bisogna fare in modo che la destra non sappia quello che fa la sinistra... e quando si digiuna bisogna che io sia... E allora si fa la righetta, si dà i profumi, si dà... eccetera eccetera, per mostrarse dei santi... perché questo xe el santo Vangelo! Dalle opere bisogna conoscere... "Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona et glorificent Patrem vestrum, qui in caelis est". "Non si nasconde la lucerna sotto il moggio, ma sopra il candelabro!". Perciò il Signore ci dice chiaramente: "Siate santi e mostratevi santi!". Abbiamo il dovere anche esternamente, non per ostentazione ma perché... "Affinché glorifichino il Padre!".
MO170,2 [27-04-1967]
2 Quando una serva vede una persona venire avanti, si mette a posto prima di presentarsi, no, per non far fare brutta figura alla padrona. Quel giorno che semo nda su a Altissimo, il maestro... in casa, nell'orto drìo piantare i cavoli, no? E, prima di venire su, ga mandà su il bambino... dopo un pezzettino è venuto su lui, no, e si era messo bene, messa la giubba, lavato, pettinato, eccetera, presentato decorosamente, perché bisogna presentarsi decorosamente. Se una serva si presentasse alla porta, per ricevere una persona, messa indecorosamente, la padrona poi farebbe le lamentazioni di Geremia profeta...Ora, noi dobbiamo anche esternamente presentarsi santi. santi per quale motivo? Perché rappresentiamo Dio che è santo. Dobbiamo esserlo, non dev'essere una cosa apparente; dobbiamo esserlo, anche esternamente. Il nostro modo... Vi ricordate che ve l'ho detto altre volte: il nostro modo di parlare, il nostro modo di camminare, il nostro modo di agire, deve essere il riflesso del modo di parlare, camminare, agire, di portarsi del divino maestro. Devono vedere Gesù, anche dal nostro comportamento, perciò per noi non son permesse certe barzellette, certe frasi, certe stupidaggini, no! Per noi non son più permesse!Se uno, fuori nel mondo, può anche dire certe frasi, certi gesti, certi scherzi, per noi non son più permessi; noi dobbiamo rappresentare Gesù, e quando rappresentiamo Gesù siamo persone ufficiali, e persona ufficiale non può più fare... Qualche volta dicono: "Sa, il vescovo... per essere vescovo non può più andare in bicicletta de qua, de là...". Va ben, può andare in bicicletta se vuole, lo stesso, ma c'è una certa persona ufficiale, che certe cose che faceva prima non le può più fare. O, se no, deve rompere, no, deve rompere! Certe cose non le può fare! Ora, vedete, noi siamo proprio così: i rappresentanti di Dio, e certe cose non le possiamo più fare, perciò abbiamo il dovere di mostrarci anche esternamente santi.E qui: "Mostratevi santi - è del Levitico questo, no, del Levitico queste parole - e siate santi perché io sono santo! Sono io, Jahvè, che vi ho fatto uscire dalla terra d'Egitto per essere il vostro Dio: voi quindi sarete santi, perché io sono santo”.“Mai è stato formulato in maniera più valida ciò che Dio vuole da noi. Nel Nuovo Testamento, però, la santità non consiste più nell'offerta di sacrifici e nell'osservanza degli usi liturgici, come avrebbero potuto intendere i pagani; e neppure nell'adempimento della legge e nell'osservanza delle tradizioni, come pensavano i giudei: ora si esige invece una santità morale. Questa santità viene da Dio, da Cristo; è opera 'sua', opera dello Spirito santo...".
MO170,3 [27-04-1967]
3 Vedete, mi son domandato... In questi giorni siamo tutti... siamo preoccupati per andare là, per cercare il posto in montagna, per convincere la gente che ci dia il pezzettino di terra. Pensate che... al punto che ieri l'impresario, quello che ci farà i lavori: "Ma come ghìo fatto? Ghì vudo el Signore dalla vostra perché - el ga dito - non xe sta bon nessun a metterli d'accordo quella gente là, nessun xe sta mai... Noialtri ghemo dito subito: xe impossibile, el varda, sa, co' go visto ca vignì qua indio vanti, xe impossibile... perché, sa, no i se mette d'accordo... uno la ga contro quell'altro, no? Uno non cede per farghe dispetto a quell'altro, gnanca... Semo restà!". Ce l'abbiamo messa tutta, e il Signore ha fatto il resto, e cioè ha fatto tutto lui! Però, anche umanamente parlando, ce l'abbiamo messa tutta! Bene... Le cose vanno avanti, però ci se la mette tutta così; bisogna mettercela anche in queste cose qui!Però, però, io ho fatto un esame di coscienza: per farmi santo, ce l'ho messa tutta così? Se in tutta la mia vita ci avessi messo tutta questa tensione per farmi santo, va bene, queste cose le faccio per il Signore e solo per lui, e non si discute, ma se la mia preoccupazione per essere tutto di Dio, fosse come, vero, quella preoccupazione che hai in certi momenti per fare certe azioni, ma vi rendete conto che santi che saremmo? Eppure deve essere così! L'affare principale nostro, vorrei dire l'affare unico nostro, è questo: la nostra santificazione; il resto, figlioli, cosa volete che valga?Ho sempre dinanzi agli occhi là, Pompei, con quelle poche statue che ho visto là, quegli uomini pietrificati, ho dinanzi queste immagini... Non si sa se siano di avvocati o se fossero laureati o no, se fossero ricchi o poveri, fossero... non si sa, non si sa, non si sa! Neanche se fossero uomini o donne, perché, come che i xe messi là, poareti... Eppure, eppure ci sono ancora loro, ci sono ancora! Il corpo è ridotto così, ma loro ci sono ancora, e come sono adesso?Capite che allora noialtri... "Quid prodest hoc ad aeternitatem?". Questi sono i pensieri che fanno i santi! Cosa interessa tutto quanto il resto? Interessa essere di Dio, essere uniti a Dio, fare istante per istante quello che è il volere di Dio!Figlioli miei, guardate che bisogna proprio, bisogna innamorarsi della santità, desiderarla la santità; santità che vuol dire unione con Dio, santità che vuol dire uniformare il nostro volere al volere con Dio, fare che le nostre azioni siano come le vuole il Signore, i nostri pensieri, i nostri affetti, tutto quanto come vuole il Signore. È l'unica cosa che vale, sapete!
MO170,4 [27-04-1967]
4 Guardate che posso assicurarvi che i cinquant'anni volano come un soffio di vento. Vi accorgete come gli anni scolastici passano, no? Guardate... appena cominciato l'anno scolastico e siamo ormai alla fine! Finché arriverà l'ultimo giorno! Ah, se potesse per un momento venir qui il nostro caro Giorgio, e parlarvi di queste cose qui, venisse qui Giorgio... il Signore concedesse la grazia a Giorgio di venire qui in mezzo a noi in questo momento e dire: 'Fradei miei, vardè savìo, l'unica cosa che vale..."! Vi rendete conto cosa sentireste voi? Vi rendete conto, vero, cosa, cosa ci potrebbe insegnare Giorgio? Che prediche che ci potrebbe fare in questo momento, senza essere laureato? Come potrebbe insegnarci bene la teologia, la filosofia, la pedagogia, tutto, tutto, potrebbe insegnarci molto bene, e dirci: "Fioi, stè attenti, vardè savìo, state attenti: quello che vale è essere santi, essere di Dio, credere, credere... Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso! Ecco qua: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso, ed 'estote parati quia qua hora non putatis Filius hominis veniet!'. Anche a Este, a me è capitato a Este, per qualcuno potrebbe essere a Genova mentre sta partendo per l'America! Finis et initium...". Così la xe! Qualche altro che sta partendo per l'America, caro Zeno, là per aria... pum, patapum! Sì, trovelo fora ti, là, in mezzo... nella panza de una balena!Figlioli miei, bisogna vivere per l'eternità, e tutte le azioni farle nella luce dell'eternità! Se il Signore mio Dio ci facesse capire queste cose! Non saremmo mica meno uomini, saremmo di più uomini, non è detto che se noi viviamo solo queste cose qui, a un dato momento... ci chiudiamo in un convento: no, no, no! Se è volontà di Dio ci mettiamo... desfèmo l'Istituto e ghin femo 'n'altro de novo! Parchè Nostro Signore Gesù era santo, e chissà quante carriole e cradenze che el ga fatto, no, i tocchi de legno che el ga pionà! E el gera santo, el gera santo! Ora, se tu sei santo, sei di Dio, fai quello che il Signore vuole, anche le opere esterne. Non è che uno che sia chiamato alla santità non compia opere esterne, anzi se è volontà di Dio ne compie più degli altri, recando la meraviglia e la confusione: "Come hai fatto? Come galo fatto! Come gai fatto?". Dal Chaco chissà cosa che salta fora un domani: "Ma come ghio fatto, tusi, in poco tempo far tutte ste robe qua?". "Haec fecit Dominus! Haec fecit Dominus!". Ricordatevi bene: in mano di Dio compirete cose meravigliose, cose grandiose, ma l'unica cosa è quella di essere nelle mani di Dio.
MO170,5 [27-04-1967]
5 Eccolo qui il nostro... la meditazione di questa mattina: "Questa santità viene da Dio, da Cristo; è opera sua". Rendetevi conto: questa santità è opera di Dio, di Cristo, dello Spirito santo! “Spirito santo: dammi la tua santità!”. Bisogna andare dinanzi a Dio e domandarla la santità, non si fa la santità, non si costruisce matematicamente la santità, non si costruisce la santità a forza di calcoli, né col regolo, capisci, Filippi caro? Niente là... Siamo tutti bambini d'asilo dinanzi a Dio, anche i più grandi dottori, quando che si tratta di fare, di costruire la santità, siamo tutti discepoli, tutti discepoli, dal Papa in giù, dal professore di università in giù! Quando si tratta di vincere se stessi, di mettersi a contatto con Dio, siamo tutti bambini!Monsignor Fanton diria: "Cabala! Se se ferma la macchina tua, mi no so gnente, eh? Atento, eh! - andando via in macchina insieme - Varda, eh! Se la se ferma mi no so gnanca dove mettere le man! Mi no savaria a cominciare dalle rode e dal motore... - el dise - Mi vardo... mi vado in giro volentieri, ma vardo!". Ecco, in fatto di santità siamo tutti così! Tutti: "Ohh!". Pian! Adesso tàchete! Come quell'altro che nol sa noare: "Io, mi...”. “E sito bon noare, caro?”. “No...”. “E te ghe perso tutta la tò vita, caro!". Capito?Figlioli miei, guardate che bisogna essere convinti de sta roba qua, perché, vedete, questo... Se noi siamo convinti di questo, ci metteremo in atteggiamento di discepoli dinanzi al Signore. “Signore, fa' che io veda!", diceva il povero cieco. Dinanzi al tabernacolo: "Signore, fa' che io veda! Signore, fa' che io parli! Signore, fa' che io senta la tua voce! Signore, fa' che io cammini nella via della santità e del bene! Signore, solo tu puoi aiutarmi!". Ecco, vedete, questo è l'atteggiamento del discepolo che è nelle mani di Dio! Poi questo discepolo diventa maestro, poi questo discepolo, santo, mostra la sua santità con semplicità, dicendo che "le cose le ha fatte il Signore, non sono mie!", e avanti! Bisogna aver questo atteggiamento per tutta la vita, per tutta la vita: "Signore, vedo che io da solo non son capace di camminare, sostienimi, Signore!”. Siamo come le marionette: “Signore, se te taj el spago casca el palco, no?". Sa, le marionette coi spaghetti, là... te taj: paf, casca giù! Siamo così, nelle mani di Dio, figlioli, dobbiamo sentirci nelle mani di Dio, sentire che siamo nelle mani di Dio e sentire il desiderio di essere portati da Dio. Direte che son sempre le stesse cose. Pazienza, figlioli! Verranno altri e diranno altre cose, intanto io dico queste.
MO170,6 [27-04-1967]
6 “... e solo dopo diventa nostro impegno personale, al quale siamo chiamati”.Ecco, primo, ricordate: è opera di Dio, opera di Cristo, opera dello Spirito santo, e poi diventa impegno personale nostro, e allora dobbiamo fare, no? Fuori di chiesa, quando Dio ti ha dato la sua forza, quando Dio ti ha dato la sua luce, adesso avanti! E Dio ti dirà: "E adesso fa' quell'azione!", e allora ce la metti tutta, come tutto dipendesse da te, perché allora metterai a disposizione tutte quelle doti che Dio ti ha date per compiere quella data azione che Dio vuole da te. E per te sarà indifferente se questa azione sarà andar a comperare un pezzo di terreno, o se sarà andar a fare un'ora di religione a scuola, o se sarà andare a confessare a Grumolo o a predicare un'ora di adorazione! Perché tu sei di Dio, i tuoi desideri devono scomparire... ma lì ce la metterai tutta, la tua parte umana, nel compiere quella data azione che Dio vuole da te. Ma, prima, convinto che solo lui, lui solo è la fonte della santità, lui solo è quello che ti sosterrà e ti aiuterà e ti condurrà, e poi tu partirai in nome di Dio e compirai tutto quello che Dio ti suggerirà di fare."Viene così definitivamente inserito, nella nostra esistenza, un fine, di fronte al quale ogni altro diventa secondario, anzi falso".Perciò, ecco, quando siamo entrati in questa idea, che l'unica cosa è farci santi, essere santi e mostrarci santi, perciò ho capito che solo lo Spirito di Dio è quello che ti fa santo, e che tu devi mettere tutte le tue energie a disposizione di Dio per questa realizzazione, basta: tu hai un fine nella tua vita, e il resto ti diventa secondario. E quando noi abbiamo un fine nella nostra vita, forte, che ci conduce, siamo potenziati e la nostra personalità è potenziata, perché ci sono dentro di noi delle energie che saltano fuori soltanto quando abbiamo qualche cosa di importante da compiere. Avete mai osservato? Ci sono delle giornate che si è un po' stanchi, avviliti, eccetera. Càpita un affare un po' importante... saltiamo su! Non sappiamo neanche noi come mai quel giorno... bumm! Pieni di energia! Alla sera diciamo: "Ma come go fatto mi che ancò go fatto ste robe?". Se capita qualcosa che ci piace, qualcosa che ci interessa, qualcosa... su su... diamo dentro e ci dimentichiamo anche di mangiare, quando che ci capita qualcosa così...Ebbene, se riusciamo mettere questo fine, questo fine come il motore di tutta la nostra vita, a un dato momento noi siamo potenziati; e allora, a coloro che dicono: "Fare obbedienza... qua e là... fa perdere la propria personalità...", rispondiamo: "No, quando uno si è inserito così, ha una personalità come altri non avrebbero". E io credo che i santi abbiano una personalità molto e molto più forte e molto più grande che non gli altri. Non so se in questo siate d'accordo... Tu, don Luigi? Comunque... effettivamente, guardate che domani messi anche in una parrocchia, per esempio, in una parrocchia, prendete un parroco, un parroco, non duce, un parroco qua con lo spirito che abbiamo detto, no, di servizio... Ma, a un dato momento... o un diacono con lo spirito di servizio... ma a un dato momento, quando sono impegnati così, hanno una forza tale, in personalità, perché siccome che nessuno può opporre niente, no? "Mah, qua, là!". Quando che voi toccate sto tasto qua tutti bisogna che i sbassa le recie. Capiterà come quel: "Chi è senza peccati scagli la prima pietra!", e i xe scapà via tutti cominciando dai più veci, no?Scusate tanto, e chi è che domina, chi è che vince la battaglia? Quando noi abbiamo una linea chiara e precisa dove dobbiamo andare, la realizzazione del Vangelo in noi e negli altri, a un dato momento... l'ultima parola spetta noi: la prima e l'ultima spetta a noi, non per noi come uomini, ma come rappresentanti di Dio! E nessuno può opporci niente, nella verità, e non andiamo a compromessi... 'sine glossa', Vangelo 'sine glossa'...
MO170,7 [27-04-1967]
7 "Viene così definitivamente inserito, nella nostra esistenza, un fine, di fronte al quale ogni altro diventa secondario, anzi falso"... anzi falso!Che meschino, per esempio, un sacerdote, un religioso, che avesse come fine la gloria propria! Ce ne sono, ce ne sono! Che esercitano un po' l'essere, l'essere da insensati, che ci tengono... Un soffio di vento... passa! Tu li vedi, ne ho visti tanti, ne ho visti tanti così: hanno come fine la gloria; e allora sa, un appartamento, uno studio, e allora quadri, e allora, sa... eh! Passa... un momento... vanno via, e i loro quadri sono venduti, i loro libri sono buttati là, eccetera. Cosa pesa? Dov'è quell'uomo? Dopo cinquant'anni di vita ne abbiamo visto di queste cose qui! Vedere, in un posto dove tu non avevi neanche il coraggio di andar dentro... il signore A, il signore B, il sacerdote signore A, signore B, e dopo, a un dato momento, magari ti chiamano, magari la sorella ti chiama dentro: "Sa, don Ottorino, el varda, qua ghe gera... me fradelo... sta roba qua, se riusciamo a venderla par i so tusi”. E te ve dentro là... e te par de vedare quell'altro, che prima, sa, te gavevi quasi paura, terrore... su rumare nelle carte: questa via.. questo va ben... Fa un certo che, fa un certo che... Mi è capitato parecchie volte! Sa, te vedi, te vedi... ma dov'è quest'uomo, dov'è quest'uomo? Dov'è questo tale che aveva tante arie? La ricchezza, poi... morto! Te vedi là quei ricchi che vol spartire: tanti... polastri mi, tante galline ti, eccetera eccetera. Da spartire, dividere! E là, quell'altro è partito: ma dov'è? Quel signore che passava? Eccetera.Guardate, fratelli miei, l'unico fine che ci sostiene è sempre questo... gli altri cascano! Mi dispiace che, sa, io dico parole adesso, ma verrà tempo in cui anche voi vedrete fatti, vedrete azioni, e allora, mentre parlate, sa, vedrete a un dato momento l'uno, l'altro, st'altro: “Varda qua!”. Sa, vedete, quando si ha una certa età, scusate se dico questo, si vede il mondo diverso...Per esempio... entrando in seminario di Vicenza, io lo vedo come quando sono entrato in seminario, perché il seminario è fatto di muri, ma è fatto anche di uomini, no, e, sa, quando sono andato in seminario, avevo queste persone: mons. Scalco, mons. Volpato, mons. Carpenedo... tutti questi uomini che erano là... L'unico che si regge ancora è mons. Dalla Libera, “talis et qualis”, sempre stà compagno, eccolo là! Gli altri: patapum! Morto, morto, morto, morto! Vai in seminario: tutti altri uomini... tutti altri uomini! Uomini che, chiudendo gli occhi, io li vedo che i zugava balte, i zugava palla avvelenata, o che avevano ancora da entrare in seminario, eccetera eccetera. Da qui a cinquant'anni: brrrooommm, altri uomini ancora, che adesso i xe in fasce magari là, e i xe quei che entra in seminario... e dopo altri ancora! "Sic transit gloria mundi", eh?Al mio paese, podestà, uno, l'altro, st'altro, dove sono: cambiati tutti! Vicenza: prefetto, sindaco, uno, l'altro, là... eeehhh! Dove sono andati a finire? Ogni tanto qualcuno te lo vedi ancora in giro col bastonselo, in pension, te lo vedi in giro per la città: "Ohh!". Prima, sa: "Uhh!", e 'desso... cercano di dire una parola: "Se ricordelo... come che lo go iutà, ah? Se ricordelo?"... a tribolare, come lo go iutà a tribolare! Dove sono, dove sono?Figlioli, vale così poco una lode, un biasimo, se non è approvato da Dio! Che interessa una medaglia d'oro, no? Fatto tanto de festa... medaglia d'oro, qua e là, eccetera, e tanto di ingresso trionfale in comune, e adesso te ve in comune e te sì uno come i altri... te ghe un toco de oro su par i denti, qua... Figlioli, vanità, vanità, vanità!
MO170,8 [27-04-1967]
8 "Ma stiamo ben attenti - figlioli -: la volontà di Dio, il fine proposto alla nostra vita, non è l'autoperfezionamento, l'autorealizzazione, bensì appunto la santità: - la santità - dobbiamo cioè sforzarci di piacere a Dio e compiere obbedienti la sua volontà".Basta! "... sforzarci di piacere a Dio...". Mi ha fatto... Vi ricordate quando... quella filmina "La danza del diavolo", chi era? Gianni? No? Quel ragazzetto, che lui era contento quando che gera contenta so mamma. A lu no ghe interessava col cantava: el gera contento cò gera contenta so mamma. Vi ricordate? El gera tutto contento che fosse contenta so mamma. Cantava de gusto, contento che fosse contenta sua mamma. Non si era ancora accorto della malizia del mondo, sa, invidie, non invidie, eccetera; dopo xe subentrà anca quella roba lì! Era contento che fosse contenta sua mamma, faceva le cose con semplicità.Ecco, anche voi, avete una bella voce? Fate che sia contento Iddio, cantate figlioli, cantate, figlioli, in nome di Dio! Siete capaci di predicare bene? Ma va bene, ma predicate bene! Siete capaci di far scuola bene, di confessare bene, di far conferenze? Ma che sia contenta la mamma, che sia contento Dio, il resto non importa, capissito, Toni caro? Ecco, la preoccupazione credo che sia: avere la semplicità, quella di far le cose con semplicità, ma perché sia contento Dio! E va bene, dopo cerchè di accontentare anche i fratelli, ma però che sia contento Dio. Cercherò di voler bene a Lorenzo, di aiutarlo, di... dopo, basta che sia contento Dio. Io ho la preoccupazione che sia contento Dio. E so che se io non voglio bene ai miei fratelli Dio non è contento, e lì cercherò di...Se noi riuscissimo, figlioli miei, a inserire nella nostra vita, proprio profondamente, queste parole: "Questa è la volontà di Dio! Haec est voluntas Dei: santificatio vestra!", avremmo proprio il fine della nostra vita, avremmo proprio la gioia della nostra vita, e avremmo trovato la forza, vero, io dico che avremmo trovato il punto di appoggio e la leva per sollevare noi e sollevare il mondo.Quando ieri sera sono andato... sono venuto a casa da... dall'alta montagna... e non ghin podea più, e son scapà a Monteviale e go dito: "Me buto là su una sedia a sdraio e lezo... per prepararme al mese de maggio...", e, insomma, arriviamo là, fatica a 'rivar su, e trovemo l'armaron sarà, l'armaron sarà... Gavaria magnà chi che ga portà via la ciave: ghivimo dentro el mangiare, no? Chi xe sta? Bertelli? La ciave dell'armaron... Comunque, ghivimo sempre dito che la ciave resta su, uno la ga portà zo... Zo no ghe vegno gnanca par sogno, gnanca se i deventa più bei del sole! E allora, vedere un po' per scassinare, un po' per aprire... E allora, sa, ghemo trovà un picco, no Picco Vinicio, un picco de un altro tipo, e allora quelo, posà soto, con nda ciave inglese ghemo scominsià a far leva, e a forza de leve e leve, ghemo verto e xe vignù fora quelo che voleva un poareto.Va ben... Ora, se riuscissimo a trovare quel punto de appoggio, se riuscissimo a trovare nella vita nostra questa leva, questa leva, de sicuro, fioi, riusciremmo certamente a sollevare, non nda portela della dispensa, ma qualcosa di più: tutte quelle anime che il Signore affiderà a noialtri.