Meditazioni Originale > 1967 > LA FEDELTÀ AL CARISMA DELLA CONGREGAZIONE

LA FEDELTÀ AL CARISMA DELLA CONGREGAZIONE

MO172 [02-05-1967]

2 Maggio 1967

MO172,1 [02-05-1967]

1 In altre circostanze ho avuto occasione di citarvi mons. Volpato. Mons.Volpato, questo santo sacerdote che ha riempito il seminario per tanti anni e attorno al quale giravano tutti: professori, superiori, ragazzi, tutti... Ora, attenti. Ha detto tante cose meravigliose; una delle cose che ha fatto impressione a me è stata questa, quando da ragazzo si rivolgeva a noi e ci diceva: "Vedete, ognuno di voi, se guardate le vostra vita, certamente avete passato qualche giornata da santi, ma da grandi santi, da santi da altare. Vi è mancato, forse, aver continuato sempre così... La differenza fra voi e i vari santi, quelli che sono sugli altari, è perché loro hanno continuato sempre. Forse, anche meno santi di quella giornata che avete passato voi, ma hanno continuato sempre".
Ora, vedete, la mia preoccupazione, per me e per voi, è sempre stata questa: trovare la strada della santità, partire in quella strada e per quella strada, e continuare sempre, continuare sempre. Ma è chiaro che, quando si parte, si fa un po' come gli asinelli... Voi siete abituati, siete abituati a guidare moto, a guidare macchine. Una volta noi eravamo abituati a guidare anche l'asinello col carretto, e di solito lo si guidava stando i piedi in cima al carretto, e per farlo partire ci si alzava in piedi, si premeva un pochino col piede davanti in modo di far sentire il peso nostro sulla schiena dell'asino, e poi... tan!, una scuriata, e... ohilà! con le redini in mano... Avrete visto forse qualche riproduzione antica o cose del genere... ma di solito si faceva così; e allora l'asinello cominciava di quei salti da musso, là... patapum, patapum, patapum, patapum... e a correre, a far le volate... e dopo la corsa cominciava un ritmo più lento, poi più lento, poi più lento... fin che la corsa diventava cammino, da cammino diventava... marcia "Va pensiero sull'ali dorate...", e fin che ghe voleva un altro colpetto... di scena: e patapum, e via... patapumpumpumpum! No la gera così, una volta, coi mussi? Ora, attenti... Toni Pernigotto, xela così o no xela così? Ti che te te ne intendi! Te ghe nda tecnologia arretrata... Ora, guardate, un po'... state buoni. Un po' di questa natura l'abbiamo anche noi. E cioè, siamo partiti da lontano, ci siamo tuffati con l'eroismo... dei santi, qualche volta pel passato ho dovuto anche frenare qualcuno, nella partenza, perché... "Oh! Piano, piano!". "Ma, sa, voglio dar tutto al Signore!". “Sì, tutto, ma no tutto su un colpo adesso, se no no resta più gnente par doman, no? Pian, pian!”. Poi, però, è arrivato il momento in cui, sa, è tornato, e allora io per il passato adottavo questo sistema: quando vedevo uno addormentato, facevo la storia che facevo con gli asinelli: saltavo in pìe e pache da orbi, no, par far correre...

MO172,2 [02-05-1967]

2 Ultimamente ho sentito una frase: "Don Ottorino l'è deventà più vecio; se vede che el bastona manco, l'è deventà pì bon, insomma, più comprensivo!". E questa è risuonata un rimprovero a me, a me è risuonata come un rimprovero, nel senso che: "L'è deventà meno generoso nel dare!". Eh, state buoni: meno generoso nel dare, perché, vedete, non è che non si vedano adesso come si vedevano ieri, forse si vedono molto meglio adesso che non ieri, le cose, perché, con l'andare del tempo, più ci si cerca di avvicinare un pochino al Signore, più si vedono le proprie e le altrui miserie, più si vedono le parti bianche ma anche le parti nere, proprie e degli altri. È vero che un po' di comprensione di più a una certa età si può avere, però, ricordatevi, che non è che non si vedano. A un dato momento si può dire: "Alla sua età le cose le ha sentite e io ce le ho dette pubblicamente tante volte. Non vuol coglierle? Si arrangi lui! ". Voi direte: "È vigliaccheria!". Sì, l'ammetto, però quando tu, per esempio, senti dire... Scusate se metto la mano un po' nella piaga in forma un pochino anche, sa, come el dottor Cavazzani che va a furegare nella gola degli altri: "Ma, sa, mi stao 'tento parchè ghe n'ho ciapà una una volta da don Ottorino, ghe n'ho ciapà una! Eh, mi ghe n'ho ciapà una! A stago più distante ca posso!". Quando sai che una bastonata che hai dato è frutto di amore, perché magari dai una bastonata a uno questa sera e non dormi mai la notte per il dispiacere di avergli fatto dispiacere, ma l'hai fatto perché gli vuoi bene, perché desideri che questa persona cammini sulla strada tracciata da Dio, sai che viene presa in questo modo, allora, la seconda volta, ti vien voglia di dire: "E ben, senti, perché ti devo dare ancora una bastonata se invece che produrre effetti buoni non fa altro che crearmi un nemico?".
Ora, vedete, vedete, noi siamo tutti figli di un tempo, di un tempo che è terribile, sapete, perché è il tempo nel quale purtroppo gli uomini hanno messo come principio qualche cosa d'altro che non è Dio. Parlavamo qualche giorno fa, mi par domenica, vi accennavo del papà dell'arciprete di Bolzano che si alzava alle quattro e mezzo del mattino, che si fermava a pregare lungamente... Guardate che questi uomini che si danno così al Signore vanno diminuendo, ma purtroppo siamo anche noi figli di questo tempo, perciò quello spirito di indolenza, quello spirito, vero, di vorrei dire, sa, di pigrizia spirituale, questa fuga da quello che costa sacrificio, questa ricerca di ciò che piace, questa sazietà delle cose che piacciono... Una volta si faceva festa quando si poteva mangiare il pane, perché il pane non c'era tutti i giorni. Forse Vinicio se ne ricorda o forse lui era in città, ma noi eravamo in campagna... era festa per noi mangiare pane! Adesso non si fa festa neanche quando si mangia polastro, perché già siamo stanchi anche di quello! E vedete, questa cosa l'abbiamo portata anche nel campo spirituale, per cui a un dato momento... ci stanchiamo, a un dato momento non ci interessa più il Vangelo, le cose sante. Una volta, io mi ricordo, mi ricordo, Ugo Caregnato, che era venuto qui, che adesso è a Milano... a Torino, si è sposato, papà veramente cristiano, lavora nell'Azione Cattolica, è presidente degli ex, dei nostri ex allievi della sezione di Torino, un uomo che lavora sul serio... Mi ricordo quando veniva qui, dovevo rimproverarlo perché... col Vangelo in mano, con la Sacra Scrittura... stava lì: "Ma, sa, me par, se no fasso sta roba qua me par che me manca qualche cosa!". Quasi troppo, quasi troppo! Credo che no ghe sia bisogno, vero... Ieri era festa, per esempio, gli altri giorni è stata festa, non so se don Luigi sia andato a rimproverare qualcuno: "Basta, adesso, studiare... Va’ in cortile nda sciantina!".

MO172,3 [02-05-1967]

3 Ecco, ma mettiamo la mano un pochino più avanti. Io avevo incaricato un gruppo, Gruppo Mariano, di preparare l'anno mariano, e preparare qualcosina, per la Madonna. Facciamo qualcosa di sodo... e mi vedo presentare un foglio... un foglio dove che è messo: 1° maggio, eccetera, sveglia all'ora tale... Abbiamo creato un Gruppo Mariano per salire o per discendere? Perché allora non occorreva il Gruppo Mariano per discendere! E ho voluto andare in fondo, e ho domandato: "Perché, perché si propone le litanie recitate?”. Scusa, al primo tempo, quando che ero solo coi tusi, mi stonà a ghe insegnavo mi a cantare. Pensate, ieri sera... Don Luigi ha fatto la predica, poi... Kyrie eleison, Kyrie eleison... Vi adoro... e Tantum ergo... e finia la funzion! Siete capaci di pensare una funzione mariana così? Tutto il mese di maggio così? Siete capaci di pensare un mese di maggio così? Ora ho domandato perché... “Perché le litanie cantate fanno dormire!".
Ora, state attenti. Voi domani siete sacerdoti, siete diaconi, in una parrocchia siete insieme tre quattro: "Come facciamo il mese di maggio?". "Oh, ben, intanto, prima di tutto la predica... la dorme la gente! Dopo, ben, le litanie... recitate, se no i dorme!". Beh, è meglio che facciate il mese di maggio così: mettì un briscolo sulla porta della ciesa, mettì uno sul briscolo... "sancta Maria... ora pro nobis..." e xe fatto el mese de maggio! Come quell'altro che ciapava le indulgenze, no? Una volta bastava una visita per ciapare l'indulgenza plenaria: el ga messo un briscolo sulla porta della ciesa, e... dentro e fora: "Gesù mio, misericordia! Gesù mio misericordia!"... el ciapava l'indulgenza plenaria briscolandose, vero?

MO172,4 [02-05-1967]

4 Ora, vedete, io sto notando una cosa, non sta tanto perché sedici di voi hanno messo: "Vogliamo le litanie... desideriamo le litanie recitate...", ma perché sto notando da qualche tempo che ci si sta addormentando, ci si sta addormentando. E vedete, per esempio, non vedo una ricerca da parte degli individui, di un pochino... specchiarsi un pochino per vedere un po' qual'è la volontà di Dio... Ognuno, mi pare, che in genere cerca di vivere un po' per conto proprio, di restare... con la lettura spirituale, eccetera, e non si preoccupa, per conto mio, di vedere un po' se lui è in cordata con la Congregazione o no, con lo spirito della Congregazione o no. È preoccupato, mi pare, l'individuo, di camminare sì, per carità... di vivere da buon cristiano, ma, ma, guardate, che è troppo poco vivere da buon cristiano!
Quando i Passionisti hanno incominciato, hanno incominciato con tanto studio e con una santa tonalità, e i primi Passionisti erano preoccupati di vivere secondo quella tonalità, erano preoccupati di domandare, di domandare la spiritualità propria dell'Ordine. Ora, vedete, voi siete venuti qui, non siete andati in seminario, siete venuti qui, non siete andati dai Comboniani o dai Saveriani, ed essendo venuti qui non potete staccarvi da quella che è la spiritualità di questa Congregazione, perché altrimenti siete responsabili, responsabili, interamente responsabili di aver tirata giù la Congregazione. Non potete farvi una Congregazione per conto vostro, un modo di vivere per conto vostro. Avete il dovere di cercare dinanzi a Dio e dinanzi alla Congregazione stessa di uniformarvi; non intendo dire adesso di diventare delle bugie stampate, ma uniformarvi... Vedete, non concludete niente quando, per esempio, io sento, vedo e taccio... perché ormai avete una certa età; sento, per esempio, qualcuno che critica, critica: "Eh, sì, varda qua, varda là...", così con stupidaggine, proprio da stupido, proprio da stupido, butta là frasi a destra e sinistra. Questo tale si rende mai conto che cosa lui fa di male, si rende mica conto che è contro lo spirito della parola 'charitas'? Anche se tutti gli altri mancano, lui dovrebbe non mancare e correggere fraternamente, non dare questo... Perché quando lui butta questa secchia d'acqua buttata là, buttata là così, lui, lui si rende responsabile coscientemente, mentre quell'altro suo confratello potrebbe mancare senza accorgersi; lui, lui si accorge che manca la carità, manca lui per correggere la carità? Non vi accorgete che siete tutti quanti abbindolati dal demonio e che sta conducendovi fuori strada? Non vi accorgete che sta proprio conducendovi proprio... infallibilmente... proprio vi lasciate abbindolare dal demonio? Ora, per vedere un pochino, perché qualcuno di voi potrebbe dire: "Ma no, don Ottorino, adesso lei esagera!", per vedere un pochino se esagero o no, io direi così: domandate un pochino a voi stessi: vi siete mai specchiati, mai specchiati per domandare un pochino se siete o non siete in cordata; vi siete mai domandati dinanzi al Signore e dinanzi anche a chi rappresenta il Signore qui dentro: "Mi dica un po'. Per conto suo, pare che vada bene, pare che io sia secondo lo spirito della Congregazione, eccetera?". O invece non avete giudicato gli altri, ma secondo i vostri principi? Ora, mi dispiace di dovervi dire questo, perché sembra quasi che don Ottorino voglia essere il prototipo. Non il prototipo, ma purtroppo, se io fossi più santo, se io fossi più religioso, se io fossi più... potrei gridare molto di più, e uno dei motivi forse perché io ho taciuto molto di più in questi ultimi tempi è anche per questo: perché devo esigere dagli altri quello che non son capace di dare io forse al Signore? Ma guardate che ci rendiamo tutti responsabili, perché vi ho detto più di una volta che siamo tutti superiori generali, siamo... neppure uno, ma siamo tutti superiori generali, e cioè tutti responsabili della spiritualità della Congregazione, ma non della Congregazione condotta come vogliamo noi, ma condotta come vuole Dio. Ora mi dà l'impressione che stiamo un pochino addormentandoci, che stiamo un pochino andando per la nostra strada, ognuno così crea il suo quieto vivere, va avanti per quello che gli pare che vada bene... Guardate, come princìpi so che siete a posto, perciò ognuno... così... ma poi ognuno crede... crea la sua strada: parole così... giudica lui, giudica lui; tutto quello che va bene secondo lui quello va fatto, e l'altro non va fatto. Siamo però ben lontani dalla realizzazione...

MO172,5 [02-05-1967]

5 Proprio stamattina stavo recitando il breviario prima della Messa e sono rimasto... cioè rimasto... stavo recitando un salmo e mi è venuta una distrazione: stavo recitando e così, questo santino che era proprio lì dentro, e stavano scritte ste parole qua. È il nostro caro Natalino che si consacra al Signore... Il santo è questo qua e dice: "Per attingere alla fonte divina, per vivere la vita evangelica, per consumarsi nel dono ai fratelli, si consacra a Dio in perpetuo, nella Pia Società San Gaetano, Natalino Peserico!". Varda che le xe tremende ste parole qua, varda che no te le rinfaccio mia, sai, Natalino! Mi permetti che le facciamo nostre? "Per consumarsi... per attingere...". Quante bugie sono scritte su quei santini, quante bugie sono scritte!
Mi è venuto in mente quella volta che ho scritto una lettera al pastore protestante di Vicenza: era sacerdote, parroco e cappellano di una parrocchia hanno abbandonato la Chiesa e uno è venuto pastore protestante a Vicenza e uno pastore protestante a Padova, con le serve della canonica e con la sorella di uno e dell'altro. Ebbene, mi ricordo che ho scritto una lettera... e ho detto nella lettera: "Non si ricorda più quanto ha desiderato il sacerdozio? Quanto la mamma sua e di Gesù...?". Figlioli, perché, forse, quando abbiamo stampato quei santini, e l'ho stampato anch'io, sapete, quando sono stato ammesso al diaconato ho scritto: "Con Cristo, col Papa e col vescovo", ho stampato anch'io le mie parole programmatiche, ma quante volte poi dinanzi all'altare ho preso in mano quella frase e ho detto: "Signore, io sono stato proprio come ho detto e mi sono programmato di fare? O è stata solo una frase per dire... o è stata solo una frase stampata per fare un atto di superbia e dire: “La mia è più bella della tua. Guarda che bella che la xe scritta!”. Sarebbe troppo poco, sapete, sarebbe troppo poco! Ora, ecco, io vorrei stamattina che ognuno di noi ci mettessimo dinanzi al Signore e ci domandassimo se veramente, se veramente ci stiamo incamminando sulla via del Signore o se stiamo camminando sulla nostra strada. Vedete, guardandovi in faccia, io vedo, ringraziando il Signore, quello che il Signore ha fatto in voialtri, ma in più di uno vedo delle cose che il Signore non vuole, e vi assicuro, non voglio... Perché? Perché voi lo considerereste non un atto di amore ma una bastonata, e allora preferisco tacere... ma soffro, perché, perché non si sta camminando come vuole il Signore. Ora, domandate al Signore per piacere, stamattina, che ve le dica.