LA SANTITÀ VISSUTA NELLA VOLONTÀ DI DIO DI TUTTI I GIORNI
MO175 [09-05-1967]
9 Maggio 1967
MO175,1 [09-05-1967]
1 Ieri è cominciato il caldo. Ancora un poco e poi andiamo tutti da Max, partiremo per l'Africa, presto... No? Niente, allora! Partiremo per Bosco, quando che il nostro caro tecnico avrà finito di farci le case lassù; sposteremo le tende, altrimenti andremo a finire al Chaco insieme con don Piero che l'è là ch'el freme per la sua partenza. Corajo, Piero, mai paura! "Zelus domus tuae comedit me!", la preoccupazione delle anime, no?Penso, stamattina, due puntarielli da sottolineare: il primo lo prendiamo dall'undicesimo versetto lì: "Ponete...", e il secondo dall'undicesimo B, A e B.
MO175,2 [09-05-1967]
2 "Ponete il vostro onore nel menare una vita tranquilla, occupandosi ciascuno dei propri affari".Ora, state a sentire, dice il nostro bravo autore qui: "Viene smascherato, - salto via tutta la parte prima - viene così smascherato ogni 'attivismo' inquieto, mentre acquistano la massima importanza le cose quotidiane del dovere del proprio stato".Qui c'è un pericolo nella vita nostra. Il pericolo è questo, che uno dice: "Beh, senti! Non occorre mica far tante storie straordinarie per farci santi: basta fare giorno per giorno il proprio dovere, e... perciò, facciamo così!". Ecco, generalmente chi dice così fa l'impiegato statale, nel senso che: "Beh, insomma, va là... tante storie, ciapemo con calma...". Nello stesso tempo: "Brrrruuuummm!". No, no, no! Ci vuole una cosa e l'altra, cioè uno deve avere in mente dove deve arrivare, e cioè portare tutte le anime a Cristo. Perciò un attivismo quieto, perciò un'ansia che divora il suo spirito giorno e notte.Perché, scusatemi tanto, se io voglio fare il mio dovere, giorno e notte devo sentire dentro di me il desiderio che la Congregazione sia come la vuole il Signore e cioè la preoccupazione della Società S.U.M.Sì, la preoccupazione della santità, prima di tutto. Io devo domandarmi continuamente: come è che la vuole il Signore? È santa la Congregazione? Non soltanto io, perché ormai ho fatto fiasco, ma la Congregazione è santa come la vuole il Signore? "Beh! Mi go fatta la meditazione. Chi no vol farla se rangia! Mi go fatto el me dovere!". No! Sarebbe un delitto questo! Io devo pensare continuamente, sia che vada via in macchina, sia che mi trovi anche in un momento di divertimento, mia preoccupazione deve essere: io devo portare la Congregazione a quel grado di santità che è voluta da Dio. E perciò preghiera, e perciò sacrificio, e perciò anche azione umana, azione collettiva, azione individuale... Quando io guardo in faccia, per esempio, uno, mi sento dentro un rimorso se quello non... se... Per esempio, può venirmi una grazia attuale, non devo mica perderla! Proprio stamattina, io guardandovi in faccia, so già tre o quattro che mi hanno scritto, la grazia attuale, che vedrete che entro la giornata io li avvicinerò, in un momento o l'altro. Non so perché, ma guardando uno, per esempio, ho detto: "Quello ha bisogno di una parola, quello ha bisogno di una parola...". Ora... vorrà dire che troveremo un momento durante la giornata. Ora, captare queste grazie di Dio attuali e questa spinta ad agire, è un dovere mi pare, no, è un dovere poi agire! Supponiamo che io abbia visto che... don Piero... l'ho visto un po' triste, guardandolo in faccia anche ieri, l'altro giorno... in altre parole: "Ciò, don Piero, steto poco ben? Vuto qualcosa? Eccetera". Sembra una cosa improvvisata, magari quando lo avvicino oggi... - prendo don Piero, ma non è mica lui - ma non è improvvisata perché mi dicevo che è ispirata di farla, ma è mio dovere se voglio portare la santità che il Signore vuole.Nello stesso tempo, gli uomini, il numero di uomini... "Ah, ben, se non femo! Femo un... femo propaganda...". Eh, no, ho fatto tutto quel che potevo? E ho fatto fare agli altri tutto quello che potevano fare?
MO175,3 [09-05-1967]
3 E riguardo ai mezzi, e anche lì: ho fatto? Perché, so, "aiutati che il ciel ti aiuta!". Il Signore ti manda, ma tu devi coltivare le persone. Come là nel campo si ara la terra, si semina e dopo te raccogli, e anche qua. Mi no pretendo che il Signore fassa el miracolo: sì, il Signore viene incontro anche con la provvidenza, ma vuole che noi facciamo la nostra parte, che noi ci sforziamo, che coltiviamo le amicizie, quelle amicizie con le anime buone per fare un bene a loro e alleggerirle un pochino di quello che hanno, di quella zavorra che potrebbe impedire il loro volo verso l'eternità. Perché è più grande la carità che facciamo a loro che non quella che fanno loro, insegnare a loro a far carità, a fare un sacrificio.Ora, noi ci troviamo questo lavoro: mia santificazione, santificazione nel gruppo, uomini, moltiplicazione degli uomini, i mezzi necessari per andare avanti... poi vedere... seguire un pochino i giovani, poi usare tutti i mezzi anche per andare più avanti ancora. Questo dev'essere un lavoro che ti prende continuamente, che ti anima! Brrooommm! No, no, no, no! Ora bisogna conciliare, attenti, bisogna conciliare questa preoccupazione, questa preoccupazione, questa missione, con un senso di calma, di calma; perché si può fare in fretta e fare bene. Perché l'altro pericolo sarebbe che uno dice: "Eh, ben, adesso... con calma! Eh, va là, 'ndemo con calma!".Per esempio, noi stiamo costruendo lassù a Bosco: si può fare in fretta con calma, e si può fare invece con calma, e allora fra tre anni xe fatta la roba... come le robe pubbliche!Quando sarete più vecchi e vi metterete dentro le cose pubbliche... Io ho abbandonato gli Ospizi Marini perché hanno fatto due tre progetti, hanno già pagati gli ingegneri, uno l'è morto e gli eredi hanno voluto quasi mezzo milione del progetto... E dai, e dai, e dai, e dai, e in quindici anni non si è fatto niente. Capito cosa vuol dire niente? Niente! Ossia... i ga messo una rete attorno: tutto el lavoro de quindese anni! Dunque: sedute... col preside della provincia, delegato del comune, e zo zo, avvocati, medici e là... Ogni tanto una seduta per fare i lavori, e concludere che l'unica roba che è fatta: una rete 'torno, messa attorno una rete. Ora, mi digo, se le robe la va fatte in sto modo qua, xe mejo sarare la baracca, no?Ma, se pole... Va’ pure adagio, pensarghe sora, ma quando se tratta de agire: movarse, fioi! Quando si tratta di agire, no... a piè, se se pol andare in macchina se va in macchina: siamo nel secolo ventesimo! E qui ci vuol tanto equilibrio, per forza, qui ci vuol tanto equilibrio! Sapere quello che si può fare e arrivare, cercare di arrivare.
MO175,4 [09-05-1967]
4 Quella volta che abbiamo fatto, supponi, la chiesa, dicevano che eravamo matti, che non saremmo riusciti, eccetera. Abbiamo pesato, visto, eccetera: organizzando si è arrivati. Chi era... con noi si ricorda. Un paio di giorni prima è venuto qui il fratello di don Aldo e 'l ga dito: "Ninte da fare! Impossibile, impossibile, impossibile!". Ma avevamo previsti i quadri che erano già finiti, da una parte; l'altra roba era finita dall'altra, se tratta... "Ah! Chi è che l'avrebbe pensato?". Ma era stato tutto organizzato!Questo lavoro di organizzazione deve essere fatto da noi, e questo lo fai se ti preoccupi prima. Se no te capita che ora de dir Messa te manca el campanelo: "Mah... el campanelo?"; dovevi pensarci una settimana prima e andare a comprarlo, no? "Manca le ampolline... E mi go tante robe da fare...". Se tu, una settimana prima, avessi cominciato a fare la lista delle robe che occorrono per dir Messa, uno comprava el campanelo, quell'altro le ampolline, quell'altro le particole... e all'ora de dir Messa tutto gera pronto, no? E invece hai voluto far tu, far tu, far tu, e all'ultimo momento ti sei trovato: "Ah, manca questo, manca quello!", e non fai niente, no?E allora ecco l'importanza di mettersi calmi qualche volta, e mettersi lì, perdere un'oretta seduti in stanza e guardare... Per esempio, stiamo facendo le case, là, di Bosco. Va bene, perdere un'oretta in camera e vedere i lavori che vanno avanti, vederli già in funzione, fermarsi un momentino e dire: "Se per caso capitano quindese giorni de piova? Allora femo così... Se capita questo... femo così...". Prevedere e avere in testa un piano in modo che, capita anche improvvisamente, non ti è capitata una cosa improvvisa. Non so se avete capito un pochino... Per esempio, là su a Bosco, abbiamo poco tempo davanti, allora è meglio che facciamo così: montiamo la casa delle donne, appena montata la casa delle donne, niente fare i lavori interni, pronti a montare quella dei religiosi, perché se vengono due tre giorni di pioggia, i montatori dentro nella casa delle donne. È organizzazione quella lì! E con una sciantina de tattica tu puoi fare quello che... "Uuuhhh! Come se fa? E se piove? Non ghe la femo!". Ma pensaci un pochino! Fermarsi un pochino e lavorare con la testa! Avete capito? Ora, il fare queste cose, fermandoci un pochino, e poi muoversi a fare, ma dopo averle masticate e macinate, questo non è... quello è agire da uomini, insomma!
MO175,5 [09-05-1967]
5 Ma nello stesso tempo, nello stesso tempo, l'altra cosa, fioi, ed è quella di sapere accettare la giornata così, come che viene, come te la manda il Signore, cioè sapere: questo lo dobbiamo fare... ma poi sapere che ci facciamo santi con le azioni, semplici azioni della giornata. Sapere che solo è gradita al Signore una... è gradita al Signore un'azione straordinaria, ma non è meno gradita l'azione ordinaria. Gesù nella casetta di Nazaret, che lavora come semplice operaio, senza tante storie; la Madonna che fa la buona mamma, la buona massaia di casa, che fa da mangiare, che lava la roba, che pulisce la roba, no? San Giuseppe... Ecco, ora vedete, non dimenticatevi che sono mezzi di santificazione le azioni ordinarie, e farle con amore, e farle con amore!E anche se per tutta la vita dovessimo solo fare azioni ordinarie, per esempio domani dovessimo prendere il nostro caro Primo: "Ebbene, senti, caro Primo, ti metti in portineria, va là, fa' un piacere, e resta lì!". Passa un anno, due anni, dieci anni, el diventa più vecio , el fa i cavij bianchi, e dopo col baston, eccetera eccetera. "El me ga dito ca 'speta qua! L'è morto proprio quel prete che me ga dito ca 'speta qua; el ma ga dito ca 'speta fin che el me lo dise lu! L'è morto da trent'anni: mi 'spetto, 'spetto...". E el riva in Paradiso, saver che el riva in Paradiso e lui, e lui ha fatto il suo dovere, e che il Signore è contento perché: "Vieni, o servo buono...". "Macaco portinaro! Va là, macaco, sempre sta là!". Ha fatto la volontà di Dio!Sentire insomma che stai facendo la volontà di Dio quando predichi in chiesa, quando celebri la Messa, quando reciti il breviario, quando mangi, quando giochi, quando studi, purchè tu sia sempre in quel momento dove ti vuole il Signore. Vedete, è tanto facile qualche volta che noi crediamo di fare cose grandi quando facciamo cose spettacolari; invece no! Guardate che è grande lavarsi il musetto, caro don Luigi, alla mattina per amore di Dio, è grande pulirsi le scarpe, è grande l'azione dell'andar a mangiare, è grande tutto se è fatto per amore del Signore, purchè sia quella l'azione che vuole il Signore da te in quel momento. Perché se tu alla mattina ti dai di nascosto, di nascosto, una bottiglietta di profumi e di brillantina e te la butti in testa, par mia che sia voluta dal Signore, perché quella è contro la povertà, perché te la sei fatta dare senza permesso; è contro un po'... vorrei dire, la purezza perché naturalmente è solo un mezzo perché vuoi apparire, vuoi essere, e naturalmente perché non piaci mica al Signore. Se, per esempio, tu alla mattina vieni fuori dalla stanza disordinato e messo come un singano, non piaci al Signore perché il Signore vuole che sia messo bene, che non ci sia né troppo a destra né troppo a sinistra: piacere a Dio e non dispiacere agli uomini. Perciò se tu esci dalla tua stanza attillato come una signorina, sappi che hai sbagliato strada, sei una signorina e non piaci al Signore. Ma se tu vieni fuori come uno zingaro, non piaci al Signore. Ecco, il sapere... se tu mangi troppo, sei una bestia, non piaci al Signore. Se tu fai a meno di mangiare e fai troppa penitenza, non piaci al Signore.
MO175,6 [09-05-1967]
6 Sapere quell'equilibrio insomma, dove Dio mi vuole, cosa vuole da me. Se tu, vero, studi troppo, e cioè studi come un disperato durante la ricreazione, sempre studiare in cortile col libro di greco o latino, non piaci al Signore perché quell'ora là devi fare ricreazione; ma se tu in studio perdi tempo, anche un minuto solo, non piaci al Signore. Sentire che fai un dispiacere al Signore... Sei durante la... durante l'ora di lavoro, e ti metti a chiaccherare per una stupidaggine da niente: se è tempo di ricreazione lo puoi fare, se non è tempo di ricreazione manchi al tuo dovere. "Eh, ma c'era l'amico! Ma, mi ha attaccato un boton... e sa, ci siamo messi a ciacolare fuori dalla porta!". Mica vero! Mica lo stesso!Supponiamo tu, Smiderle, sei di sopra, di sopra là nello studio... no che sia capitato a te... vieni fuori dalla porta dello studio trovi e supponiamo... un altro tuo confratello, un altro de sti qua, che sta... "Ciò, ciò, come vala?", e cominciè una conversazione lì, più di dieci minuti, durante l'ora di studio: ma qui mancate al vostro dovere! Come un operaio che sta lavorando e durante l'ora di lavoro, durante l'ora di lavoro si mette a fumare una sigaretta e chiaccherare, e il padrone che cosa fa? Una peà par de drio e el lo para via! Perché? Perché, sa, adesso, co te ghe finio de lavorare, allora mettiti lì a chiaccherare, vero, ma se non è necessario, quei dieci minuti, se non è una cosa necessaria, questo si deve render conto al Signore. Perché quello è tempo di studio. Ed è tempo di lavoro per voi lo studio, non fuori dalla porta!Vedete, se non avete una coscienza professionale di questo genere qua, apostolica di questo genere qua, eh, cari figlioli miei, cosa fate domani? Un operaio va dalla mattina alle otto a mezzogiorno a lavorare e deve lavorare. Anche i professori quando vanno a far scuola devono far scuola, devono aver il permesso del preside per andar via. Capite? Gli operai che vanno... gli impiegati... devono fare il loro dovere. E noi, e noi, non abbiamo il padrone lì col fucile, ma abbiamo Dio, però, al quale dobbiamo render conto. E quelle azioni che non sono fatte secondo questo spirito non piacciono al Signore, non sono profumo d'incenso, le xe spussa da brusà che non piase al Signore. Ora, vedete, vedete, sapere che ci facciamo santi proprio con quelle azioni lì, e che quelle azioni lì piacciono al Signore, se sono fatte così con semplicità.
MO175,7 [09-05-1967]
7 Eccolo qui il nostro caro Paolo di Tarso che ci dice, vero: "Ponete il vostro onore nel menare una vita tranquilla...". "Viene così smascherato ogni attivismo inquieto, mentre acquistano la massima importanza le 'cose quotidiane del dovere del proprio stato'".Queste parole che ho detto a voi, le dovrei dire e le dovrete dire voi domani, in qualunque parte del mondo, ai nostri buoni papà e alle nostre buone mamme. Ricordatevi: tu, mamma, che fai da mangiare al mattino, che stai lì tutto il giorno drìo ai polastri, drìo questo, drìo quello... sappi che tu stai facendo la volontà del Signore, il Signore ti guarda e sorride, perché vede che stai facendo... Mettici amore in quello, mettici amore! E tu, uomo, che sei là con la vanga in mezzo al campo... eccetera, stai con la ruspa, la macchina, con la ruspa, eccetera, così: "Ebbene, - dice il Signore - non tirar qualche porco quando se rompe una macchina", no.Filippi? Ieri che i ga spaccà un tocco de macchina el ga tirà un par de oche quell'altro, no? Non si può mica! Ho fatto un'osservazione ieri, ma non si può mica fargliela a loro, agli operai, ma fra noi in casa possiamo farcela. È capitato questo... Faccio anche per riposarvi un paio di minuti, se no ve stufè massa. È capitato che con quel scavatore che hanno lassù, la ruspa è andata su un poche de ore il primo giorno, cioè è arrivata ieri, lo scavatore sabato sera lo hanno portato via perché sono andati a lavorare da un'altra parte domenica, tutta la domenica, e ieri mattina lo hanno riportato là, sicchè il giorno dell'Ascensione sono andati a lavorare da un'altra parte, ieri, domenica, da un'altra parte: eh, sa, bisogna ciapare i schei, no? Ieri hanno lavorato lì, e è saltato un pezzo che costa duecento carte da mille. Guardate, non vogliamo dire castighi di Dio... tutto quel che volete, ma, ma, però, ricordatevi, disea el santo Curato d'Ars: "Robe fatte de festa e robà le xe quelle che rovina le fameje!". Parola del Signore! Ora, varda, digo, ho cercato quando che sabato sera ho sentito che vanno via, io avevo parlato insieme, avevo cercato di interpretare bene: adesso i ndarà, i gavarà da fare una ciesa da qualche parte e i sarà andà a lavorare gratuitamente par fare i fondamenti della ciesa, vero, per far un'opera de carità... Però, ricordatevi bene: rispettiamo la festa, sapete, rispettiamo la festa!
MO175,8 [09-05-1967]
8 "Nella luce del ritorno di Cristo si vedono con più realistica chiarezza le cose dell'esistenza e si impara a distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è. S'impara anche ad essere contenti nella situazione in cui ci si trova".Ah, ecco allora, ecco allora, un altro piccolo pensierino: siamo ancora al primo punto, poi c'è il secondo ed è questo: se io sono preoccupato di fare istante per istante quello che piace al Signore, cosa succede? Che allora sono contento, no, anche se le cose non vanno come che voglio io! "Sia benedetto... - Chi era, San Filippo Neri che dixea la corona cosi? - sia benedetto Iddio che le cose non vanno a modo mio!". El le dava come penitenza lu, qualche volta: "Cinquanta volte... dirai per penitenza cinquanta volte: Sia benedetto Iddio perché le cose non vanno a modo mio!". Ora, vedete, quando che te vedi uno, per esempio, che... el vien qua, el me dise: "Sa, don Ottorino...". "Vanno come che vuoi tu, le cose?". "No". "Beh, per cinquanta volte dirai: Sia benedetto Iddio che le cose non vanno a modo mio!". Io penso che dovrei almeno ogni ora dire tresento volte sta roba qua! Non so voi, ma mi... a me è capitato questo, che almeno ogni ora trecento volte dovevo dire così, ma adagio, in modo che per mezz'ora potevo dire ste robe qua, vero?Ora, state attenti, figlioli miei. È impossibile che nella vita le cose vadano come vogliamo noi! "Non habemus hic...", non abbiamo qui la nostra casa, la nostra dimora, l'abbiamo in Paradiso, figlioli, siamo in viaggio pel Paradiso. Volete pretendere voi, uno che sta camminando verso l'Ortigara, che si sieda per strada... el sarà stufo... o el gavarà male un piè o un pochetin male la testa o el sudarà o el gavarà fame o el gavarà sén! Qualcosa... "Oh, finalmente semo rivà! Oh, no vedo l'ora de rivar casa!". Quante volte lo go sentìo... "Quanto distante xe? No vedo l'ora de rivar casa, ormai non gh'in posso posso più!".
MO175,9 [09-05-1967]
9 Figlioli, ecco la nostra vita! Siamo diretti al Paradiso! Quando vediamo che le cose vanno storte: "Oh, Signore, quando sarà, o mio Dio, che io aprirò questi miei occhi per vederti lassù in Paradiso? Io non vedo l'ora di arrivar a casa! Arriveremo anche a casa! Arriveremo anche a casa, alla nostra casa!". Ma mettete in preventivo, figlioli, qualunque parte del mondo andiate, siamo in cammino, e quando si cammina si suda, e quando si cammina fa mal le gambe, e quando si cammina si ha sete e fame e si è stanchi. Ora, la vita nostra, una volta per la salute, una volta per il caldo, una volta per la primavera, una volta per l'inverno, una volta per i bronchi, una volta per la testa, ci sarà sempre qualche cosa; momenti di depressione ce ne saranno, momenti di stanchezza spirituale in cui si vede nero, ma ce ne saranno, ce ne saranno, e quando incontrerete le anime fuori, vedrete che... che è un'altalena per tutti fuori, sapete, dai grandi ai più piccoli."Quando io nacqui mi disse una voce: tu sei nato a portar la tua croce...", no? L'avete imparata, la conoscete questa poesia... ed è così, è così! Voi prendete la gente che viene qui, provate aprire un pochino davanti e vedrete che son tutti crociati, e qualcuno è un bel crociato alla San Camillo de Lellis, con una croce grande grande! Non c'è persona, figlioli, che non abbia la sua croce, non c'è persona che non abbia il cuore insanguinato! Anche se esternamente non pare! Non illudetevi, non illudetevi... perché tante volte proprio quelli che sembrano i più contenti sono quelli che sono più crocifissi.Ora, ecco qui, bisogna sapere, vero, offrire al Signore con generosità. Ve l'ho già detto, io ho trovato il sistema... con don Giovanni Calabria che mi ha spinto, e mi è stato utilissimo: mettere in preventivo, mettere in preventivo! Ma non vuol mica dire che se si mette in preventivo una sciaffa no la fassa mia male! Metti in preventivo una sciaffa ti, Primo: te ciapi nda sciaffa qua, la mascella diventa rossa però... Vero? Ora se te sì ti che te la ciapi, 'transeat', se la xe de Manzardo, caro! Col pugno proibito che el ga, semo messi ben, te pare, no Berto? Ma bisogna mettere in preventivo... Adesso supponi, adesso Manzardo el ga messo in preventivo de deventar cavaliere, e supponi no i lo fa cavaliere, e allora... avvilimento! Don Piero essere monsignore: no xe rivà niente e allora niente monsignor! Bisogna mettere in preventivo, ma con serenità. "Ma, mi pensava... mi credeva... mi sperava... che i me mettesse qua, là, sotto, sora...". Ma va là, metti in preventivo l'amore di Dio, metti in preventivo il trionfo del Signore, metti in preventivo la tua crocifissione e... te passa ste storie, no? Eh, cose che sapete, figlioli!
MO175,10 [09-05-1967]
10 Dunque: "Nella luce del ritorno di Cristo si vedono con più realistica chiarezza le cose dell'esistenza, e si impara a distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è. S'impara anche ad essere contenti nella situazione in cui ci si trova. In questa luce, anche l'orizzonte circoscritto della nostra vita privata acquista la seria importanza di un pubblico affare...".Tu, Berto, vai là a disegnare, sei là che tiri strissi, ma per te, se tu lo fai con amore di Dio, sei come il Papa che sta facendo un'enciclica, tu stai facendo... dinanzi a Dio, caro, dinanzi a Dio stai facendo una cosa grande uguale; se tu stai facendo la volontà del Signore, sta facendola lui... la fai con amore, e può darsi che tu la fai... la fai con più amore di lui e quella lì... vale più quel disegno che l'enciclica, personalmente...Figlioli, bisogna che ci... Domani, tu, don Piero, vai al Chaco, e non si può distinguere l'azione, quella di metterti magari a far su un pezzo di muro o metterti a predicare, eccetera. Se è quella la volontà di Dio che in quel momento bisogna farsi su le maniche, si fa quello, no?Adesso, per esempio, quando cominceremo, finita la scuola, vi domanderò il sacrificio di andare a lavorare lassù, e diremo: "Zo la veste, caro!". E allora se tira zo la veste. "Zo ancora!", e allora tirè zo la maja. "Zo ancora!", e tirè zo la camisa! Resterà solo la canottiera... e ve metteremo magari con le braghe da sbarco... Carriola e baile... e questo è il tuo mare, caro! Tu hai bisogno di mare? Questo è il tuo mare! Ecco qua... questo è il tuo mare: sei ore al giorno, sei ore al giorno: baile! A proposito, se qualcuno ha bisogno di mare si affacci perché, vero, quei lavori lì li femo fare proprio a lu: femo un'esperienza nuova... messi in canottiera, con la carriola e la baila! Cominsiemo con tre ore al giorno, fin che rivemo alle nove diese ore al giorno, vero, par ciapar el sole un pochetin alla volta. Capìo?Saper vedere la volontà di Dio, saper cantare, cantare, cantare le glorie del Signore! Ah, fioi, questa è santità, questi sono gli uomini che sono attesi nel mondo! No i omini dei profumi, dalle brillantine, dalle... magari, dalle pomate, dalle... No no, no! No, no, no! I omeni dalle ciope de pan biscotto alla Ferrari via, dal salado magari così... le ciope grosse là così... un toco de salado, un par de goti de vin, e 'avanti Savoia', quello xe! Carriola e avanti march! Eh, le grosse manovre fino alla fine di agosto, e dopo ci penseremo! Intanto stemo delineando l'orizzonte, vero?"... dobbiamo mettere... la seria importanza di un pubblico affare, e dobbiamo mettere tutto il nostro onore nel compierlo bene".
MO175,11 [09-05-1967]
11 Perciò domani... Mettemo Alberto, supponemo che Alberto ga bisogno de mare, e allora lo mettemo in mezzo ai servizi igienico-sanitari, che là ghe xe l'acqua, no, e dopo lo metemo là con la carriola e là ghe xe el sole. Va ben? Lu deve metterci lo stesso amore, lo stesso amore... col quale uno deve predicare... prepara una predica, nel far bene quella saldatura che no la gabia da spandere, e nel sistemare la terra, nel sistemarla bene e domandare al Signore: "Vuto proprio così? 'Spetta, parchè el Signore no l'è mia contento... buttar nda cariolà de roba così...". Il suo padrone è Dio, il suo padrone è Dio! Ma vedete, questo, questo è il cristianesimo delle nostre buone vecchie, dei nostri buoni vecchi: lo vivevano così, figlioli, il cristianesimo i nostri vecchiotti; e noi dobbiamo viverlo così perché dobbiamo trapiantarlo così in giro pel mondo.L'altra domenica è venuto qui... è venuto qui il papà e la mamma, il fratello e la sorella di Renzo, tutta la sacra famiglia. Sapete, Renzo è il più piccolo, Renzo è il piccolo, che è preoccupato di una cosa sola, lui viene in giugno, a fine giugno viene, preoccupà però che ghe sia da lavorare, se non el vien... Pensate che lui aveva già combinato di andar a fare la trebbia, a fare la campagna de trebbia in giro, l'è za coso lu.. geometra... cioè perito agrario, lu studia agraria. Bene, e aveva già combinato di far la campagna della trebbia perché, ha detto, non voglio essere di peso alla famiglia, va ben che la famiglia non ha mai fatto mancare niente, anzi, per carità... ma non voglio essere di peso alla famiglia perché, oh, mi studio e ghe la metto tutta, ma dopo, se, se posso aiutarla... Perciò ogni anno lu fa sempre la trebbia de qua, de là, per prendere i soldi e dopo el li mette in casa: "Almanco a me aiuto per pagare i libri, nda storia, l'altra, così...". E allora aveva già combinato questo, e allora: "Vegno qua, però che ghe sia da fare!". E allora ghe go dito che "la trebbia la ghe xe anca qua... no sta’ aver paura!". "Mi, fème lavorare, basta che me fe lavorare, me fe lavorare tanto...".E allora mi diceva il papà suo... no, la mamma cioè: "Ieri, - era domenica, no? - ieri - ga dito - una famiglia vicina aveva bisogno di seminare il granoturco, e allora ha detto: “Renzo, me deto una man per piassere?”. “Sì, sì”, el ga dito, “pronti!”. L'è andà là tre quattro ore aiutare a semenare, ma co l'è rivà là mancava le semense. "E ghio la semensa bona?". "Beh, insomma, ghemo sta qua!". "No la xe bona sta qua!". E è andato a casa a prendersi la semente... Sicchè el ghe ga portà anca la semensa lu! È andato là, ha lavorato tre quattro ore, dopo esser nda a scuola, ha portato la semente, e alla fine i ghe ga domandà: "Cosa ghemo da darghe?". "Un'Ave Maria!", el ga dito... Ma el lo ga fatto con un sorriso tale che... "Nol scherzerà mia!". "Un'Ave Maria!", el ga dito! Ha fatto una predica di quelle meravigliose, no? E si è sacrificato così”.
MO175,12 [09-05-1967]
12 Ora, vedete, così dovete essere anche voi: andare pel mondo, a servizio, a servizio, senza far pesare il vostro servizio, senza dire: "Varda che mi adeso lo go battezzà e bisogna che te me dai mille franchi! Oh, no digo mia Messa mi par dosento franchi!", e zo, zo, zo, là... Senza far pesare il nostro servizio.Infatti, a Crotone, ringraziando il Signore, hanno adottato questo sistema, e se è un posto dove che fanno offerte è proprio là. Per un 'ufficio' per esempio davano cinquemila lire, Messa e ufficio, domandate a Zordan, quando che i cantava là un pochetin dopo in fondo... cinquemila franchi. E loro non domandavano né pel Battesimo né per i Matrimoni, e sa... con una mano ricevevano e con l'altra davano, no? Questa è bellissima, sta roba qua!Però, ecco, la distrazione che ho avuta è stata questa. Renzo è andato a casa a prendere la semenza e l'ha portata là. Ecco, bisogna che da questa Casa qui possa partire la semenza dei veri cristiani, la semente... Max! Capisci sto italiano qua, no? Semente di granoturco buona fa venir fuori grano buono, no, grano buono. Bene: semente di zucche buone fa venir fuori zucche buone. Semente buona qui, semente buona, portare là in Africa e far venir fuori frutta buona!Senza scherzi, vardè, bisogna, se vogliamo far venir fuori i nostri papà e le nostre mamme, bisogna qui che ci sia questo spirito, questo cristianesimo qui proprio viverlo, ma in modo... ma in modo meraviglioso, noi! Se vogliamo far venir fuori una mamma che dica: "Ben, sia fatta la volontà del Signore! Vorlo un fiolo? Signore, me dispiase, l'è tuo e te lo offro!". Se vogliamo far venir fuori queste mamme qua, bisogna che ci sia uno qui, che sta giocando al balon: “Ciò, viento?". "Ben, ben, sì, sì, par carità...". Ma no perché lo chiama don Ottorino, perché lo chiama un amico, perché lo chiama un assistente. È stata appena incominciata una partita e siete là che giocate, eehhh! così, e viene magari Leonzio: "Ciò, viento a jutarme a tirar zo i panèi?". A voria mi... vedere la volontà di Dio lì... Una partita incominciata proprio sul serio, nel momento in cui si sta magari per vincere, o si è lì in pericolo di perdere, e con tutta semplicità magari da macaco lu ghe dixe: "Ciò, Bottegal, fa' un passere: vien qua a darme una man a tirar zo un panèlo...". "Eeeeeeehhh... 'ndemo dopo, cosa importa?". Vedere la volontà di Dio, tan!... nel pajasso che te ciama fora de tempo magari: importa niente, se è la volontà di Dio! Ecco, questa sarebbe santità, i dixea nda volta, ma adesso xe tutto superà.