1 Continuiamo allora un po' di commento sulla vita di don Edoardo Poppe."Leggendo la biografia di... Piero Simonetto... scritta dal Padre Marziale Lekeux, ci è parso di avere continuamente sotto gli occhi la figura del sacerdote profilata secondo le esigenze post-conciliari e perfettamente conforme alle indicazioni ripetute da Paolo VI quasi tutte le volte che ha avuto occasione, in questi ultimi tempi, di parlare ad ecclesiastici".Guardate, figlioli, che dobbiamo anche noi essere preoccupati di essere come ci vuole la Chiesa adesso, col Concilio. Vedete, si sta constatando questo: che questo sacerdote sarebbe un modello meraviglioso di sacerdote post-conciliare, come lo vuole oggi la Chiesa, cioè, come lo vuole Cristo, oggi. Oggi, il Signore vuole che i sacerdoti, e intendiamo sacerdoti, diaconi, gli apostoli, abbiano un dato colore. Dice questo autore: "Questo padre, questo sacerdote aveva questo colore"."In una lettera al cardinale Vicario per il IV centenario dell'istituzione del Seminario Romano, il Papa, alludendo al lavoro formativo di quegli alunni, raccomandava: "Finalmente, giacché la loro formazione al sacerdozio ha felicemente luogo nell'epoca del Concilio Ecumenico, riflettano con somma attenzione su quest'ora importantissima - riflettano... guardate che queste parole sono rivolte dal Papa anche a voi; direte voialtri: 'Anche a don Ottorino'... sì, ma allora quando parla dei preti, perché ormai... ventisette anni... è un'altra vita adesso! - riflettano con somma attenzione - Giacobbo, somma, non con abbastanza attenzione, con somma attenzione - su quest'ora importantissima..."".Guardate che il Papa non è un commerciante che dice: "Questa è la miglior cosa del mondo, questa è la migliore roba del mondo! Questa qua, quasta là...", che el dixe busìe. Non è un cantastorie! Guardate che è il Papa, che le misura le parole! "... quest'ora importantissima...", e noi siamo inseriti in quest'ora importantissima. E, se non sbaglio, qualcosina del genere ha detto anche, ieri, il nunzio apostolico mons. Baggio, no? Vi siete accorti? “... in cui la Chiesa Cattolica cerca nuove vie e nuovi metodi per portare più adeguatamente agli uomini il messaggio di Cristo". Voi non preoccupatevi: nuove vie e nuovi metodi li avete in mano, non state cercarne degli altri! Li avete già..."Perciò, come sono oggi testimoni oculari di questo grandissimo avvenimento della Chiesa, così non guardino a sforzi e a sacrifici - ecco la storia, cari, 'a sforzi e a sacrifici' - per poter un giorno diventare degni ministri di Dio, quali desidera il Concilio Ecumenico".Xe solo che sta robeta qua, che per inserirsi in quest'ora grande della storia, bisogna non guardare a sforzi e sacrifici, ed è appunto la roba che di solito si cerca di sfuggire...
MO182,2 [24-05-1967]
2 È impossibile, figlioli, è impossibile... Don Poppe lo diceva, prima, no, essere preti, essere diaconi, essere apostoli, senza essere crocifissi. Terminavamo la meditazione ieri mattina con queste parole: "Un cuore di sacerdote che non sanguina, non è un cuore di sacerdote!", no? Il Papa dice: "Così non guardino a sforzi e sacrifici per poter un giorno diventare degni ministri di Dio". Portati su un altro campo, dicevamo, che non è possibile senza allenamento, allenamento, andare a far le corse.Avete visto nel cinema, Severino... Severino correva in bicicletta, e correndo in bicicletta fa il sacrificio, e mira poi a vincere qualche coppa. Allenando al sacrificio può, vero, andare in America e là in America, vedi, ringraziando il Signore scrive molto bene Severino. Perché? Perché è allenato al correre, al sacrificio! Figlioli, senza sta parola qua, è impossibile: casca il palco! Senza H2 non abbiamo l'acqua... col solo O. H2O, ma ci vuole l'H2. Senza sacrificio non abbiamo apostolo, non avviene la reazione, che per il caso nostro è la trasformazione delle masse, la trasformazione delle anime. Caro Primo, te me vardi! È così, niente da fare! E il sacrificio deve essere volontario, desiderato, cercato, cercato...Penitenza, penitenza dice la Madonna a Fatima. Penitenza dice la Madonna... Penitenza, a Lourdes, penitenza grida Cristo, penitenza gridano i libri santi. Figlioli miei, bisogna far penitenza, bisogna accettare le penitenze che ci sono date dalla vita comune, che ci son date dal sacrificio quotidiano, e bisogna anche farne ancora, penitenze. Sì, Gaetano. Mi guardi? Guardate che oggi si sfugge dalla penitenza, oggi si cerca di tutto per massimo rendimento e minimo sforzo! Sì, utilissimo, ma non state credere che si possa salvare il mondo senza sangue! Bisogna dar sangue... o di giorno o di notte: bisogna dar sangue! E se non versate sangue, pensateci bene prima di andare avanti. Guardate che spesso noi cerchiamo il nostro comodo, in tutto e per tutto, la sicurezza, il comodo, questo e quello... Non è la strada! Avete sbagliato strada, figlioli! La strada che porta alla salvezza delle anime è una strada insanguinata, è una strada piena di spine, piena di sangue, c'è niente da fare, di incomprensioni, di croci, di martirio. È un camminare su pel Calvario, con la croce sulle spalle, e ogni tanto qualche caduta, e poi ci si riprende.Certi libri, certe riviste che mostrano l'apostolato come qualcosa di umano, ricordatevi, non sono giuste. Eccola qua: "Un cuore di sacerdote che non sanguina non è un cuore di sacerdote!... così non guardino a sforzi e a sacrifici per poter un giorno diventare degni ministri di Dio, quali desidera il Concilio Ecumenico". Ecco il Concilio Ecumenico come è interpretato! "...quali desidera... per diventare ministri di Dio" come li vuole il Concilio Ecumenico, non c'è altra strada: sacrificio! Che tirino fuori gli altri che il Concilio Ecumenico ha detto qua e là... Sì, sì signori: prima così...
MO182,3 [24-05-1967]
3 "E più in particolare - andiamo avanti ancora - parlando ai parroci di Roma e ai predicatori della quaresima, Paolo VI si faceva ad insistere "sulla elementare conclusione che reclama nel sacerdote una fedeltà al Vangelo, una animazione della grazia, uno sforzo morale che traduciamo nella semplice, ma densa parola 'santità'".Reclama... Figlioli, viene qui il professor Vicari a fare scuola di italiano e latino, un giovane alza la mano: “Professore, mi dica per piacere... una parola... cosa vuol dire?". "Non lo so!". "Per piacere, professore, 'rosa, rosae', cos'è?". "Non lo so!". E avanti così. Cosa ne dite voi? Venite da me: "Don Ottorino, guardi che lei ci ha messo un professore di latino, in liceo, ma quello non è capace di fare neanche la prima media! Non sa neanche cosa vuol dire 'rosa, rosae, rosarum’, eccetera, non sa niente!". Viene a far scuola di matematica qui il professor Filippi, e cominciate a domandare: "Professore, per piacere, due moltiplicato tre?". "Otto!", dice lui. "Ma, professore, come mai, se il mio maestro mi insegnava che faceva sei?". "Il tuo maestro è un cretino e non capisce niente: fa otto, perché io so la trigonometria!". Voi dite: "Poveretto, poveretto! C'è un angolo fuori posto nella testa!".Figlioli, ricordatevelo bene: uno che insegna latino deve sapere il latino, che insegna matematica deve sapere la matematica. Uno che insegna la santità, perché noi siamo maestri di santità, deve sapere, conoscere e vivere la santità. Altrimenti, don Poppe diceva... una parolina qua: "Siamo venditori di ciance...", mi pare che dicesse una roba così. Fratelli, non vendete ciance, non vendete ciance! Tu parti per andare a predicare il Vangelo, non sei santo, sei un venditore di ciance. "Chi vuol partire pel Brasile?". "Io, io!" avete detto tutti quanti voi. Siete santi? E allora non andate a vender ciance, non andate a vender ciance!
MO182,4 [24-05-1967]
4 Ma come si fa a farsi santi? Donarsi interamente al Signore senza riserve, figlioli! Quando il Signore ha chiamato Pietro: "Lascia barca, reti, pesci...", "relictis omnibus secutus est eum!', me pare che sia questa la frase latina... “Relictis omnibus” - ablativo assoluto di “secutus” – “omnibus”: padre, madre, pesci, persino i pesci... Guardate il Signore: ha fatto pescare, tirà fora nda straje de pesci, i li ga appena contà, anca contare el li fa, no, bele pessàte grosse... sul più belo: "Adesso vieni e seguimi!". Ghe tocca lassar là i pesci! El gavarà mandà a ciamare un bocia lì: "Va a ciamare to papà che el vegna a torse el pesce, che mi go da andar via...". Dove? Importa niente! Non ha detto: "Dove mi accompagni? Dove mi daida mangiare stassera? Dove ndaremo a dormire stassera?". No! “Vieni e seguimi! Fidati di me!". Il Signore domanda questo a noi: lasciare tutto: "Vieni e seguimi!". Dove? Su pel Monte Calvario! "Vuoi venire?". "Sì, con te sconvolgeremo il mondo".Figlioli, guardate che il mondo di oggi, il mondo seminaristico, il mondo religioso, misura troppo, pesa troppo quello che lascia, calcola troppo e poi prende una pessata e se la mette in scarsela, prende un toco de rete e se lo mette intorno alla vita, sconto, perché 'in caso che no vada d'accordo vao a pescare ancora'... e poi comincia a domandare: "Signore, dove xe che te me meni? E cosa me dèto da magnare stassera? E dove, e dove?". Figlioli, questa non è santità! Questa non è donazione! Questo è calcolo umano! Questo è condurre... menar pal naso il Signore! Il Signore non ha bisogno di noi. Vuole aver bisogno di noi, ma di noi totalmente, totali, tutti, tutti interi. Ecco la santità, ecco.Il Papa parla chiaro, ecco il Concilio gli uomini che chiede, che domanda! E guardate che è facile, sapete, è facile portarsi via do tre pessate... "Me le porto via solo come ricordo del lago di Genezareth, mica per altro! Tegno come ricordo sta pessatela qua, con un vaseto de vèro... tanto per ricordo, per ricordo!". Ma quela pessatela la gh'in fa delle altre dopo, e dopo le diventa grandi, e a un dato momento le te porta, le te porta nel lago. I me varda e i taxe. John, mi dispiace, capisci mica il dialetto, ma pressapoco capisci, no? Hai capito la parola santità? Quella la capisci. Beati voi!
MO182,5 [24-05-1967]
5 "Se, - continua il padre - se ogni fedele è chiamato a realizzare in sé tale pienezza di vita cristiana, quanto più il sacerdote, che deve precedere e istruire con l'esempio, ancor più che con la parola, il Popolo di Dio!".C'è uno - torniamo ancora all'esempio della matematica - che deve andar a far scuola di matematica, laureato all'Università di Padova, laureato professore di matematica, ingegnere, toh, va là, è lo stesso. Lo mandiamo, lo mandiamo, dove? Mettiamo in Brasile, a insegnar matematica. Si presenta subito un bambino di prima elementare, per far scuola di matematica... Se riesce! Ma fuori dalla porta trova un maestro di meccanica che domanda matematica; poi trova un altro, un tecnico, che gli domanda lezioni di matematica. Lui, 'magister', deve essere maestro del bambino delle elementari, deve essere maestro del maestro, maestro del tecnico... perché lui è stato mandato là come 'magister' nelle matematiche.Ora, mandiamo a Resende, in una parrocchia di diecimila anime, don Luigi Mecenero. C'è una creatura: "Hai fatto la prima comunione?". "Mi no, eh! Cosa xela la comunion? No so mia, eh!". Ecco uno: prima elementare! Beh, disi che fin qua ghe 'rivemo, no? Subito dopo vien un'altra persona che domanda: "Senta, ho sentito parlare della transustanziazione. Cosa xela, par piassere? Ho sentito parlare di due nature in Gesù Cristo, divina e umana. Cossa xele?". E avanti! E dopo, un'altra persona che subito dopo, così, a distanza de mezz'ora, un'altra persona dice: "Sa, io vorrei fare un po' il voto del più perfetto. Ho sentito parlarne un pochino, sa, com'è che potrei prepararmi bene?". "Speta nda scianta ca vardo el testo de morale".Sapete cos'è il 'voto del più perfetto', no? Lo sapete, no? Guardate che ci sono tante anime fuori che lo fanno, ma lo fanno, cioè, fanno il voto di dare al Signore, tra due azioni, quella più perfetta, quella che piace di più al Signore. Guardate che ci sono parecchie anime, fuori, e vi troverete domani, voi andrete in una parrocchia, voi vi metterete là 'magister', magister, eh! E il ‘magister’ là, che alla sera: "Ah, no go mia voia stassera de far sta roba qua, e lezo qua, vao vedare là, vo a vèdare la television, almanco me perdo via un tochetèlo!". E troverete quella povera mamma o quel papà che viene lì con tutta semplicità a dire: "Sa, ho l'impressione che ieri sera non ho fatto il più perfetto, perché, sa, ho mancato un pochino perché... perché ho bevuto un bicchier d'acqua prima di andare a letto; avrei potuto scegliere il più perfetto e fare un atto di mortificazione...". State attenti perché arrossite quando non c'è più tempo, eh! State attenti perché piangerete quando non c'è più tempo, quando vi troverete: "Cosa fasso mi adesso qua?". Trovarsi là nella sala operatoria, vedere un ammalato lì, e bisogna fare un'operazione là, al cuore, e voi non sapete neanche come prendere in mano il bisturi. Può capitare questo... E andate a cercare il cuore al posto dell'appendicite, magari! Preoccupatevi di salire, figlioli! Anche di conoscere, ma specialmente di salire, di salire... su, su...
MO182,6 [24-05-1967]
6 E continuiamo ancora un po' con le parole del Papa."Sviluppando poi, punto per punto, il grande tema, continuava: "A nulla servirebbero le riforme esteriori, senza questo continuo rinnovamento interiore, questo studio di modellare la nostra mentalità su quella di Cristo..."".Cosa interessa domani tutte le riforme esteriori, anche, so io, giuridiche, e una croce di più e un'altra croce di meno nella Messa, e il parlare un po' di italiano di più o italiano di meno, se non c'è sta roba qua, se non c'è questa riforma interiore, questa preoccupazione di 'modellare la nostra mentalità su quella di Cristo'? Stamattina alla comunione io ho detto questo solo al Signore riguardo alla prossima settimana: "Senti, Signore, fa' che io...”. In ringraziamento della mia comunione ho detto questo: “Fa' che io pensi quello che pensi tu, ma solo quello che pensi tu! Che io ami solo quello che ami tu. Che io ascolti solo quello che tu ascolteresti. Che io dica solo quello che tu diresti. Che io faccia, che io agisca, solo quello che faresti tu. E fa' che io riesca, o Signore, a fare in modo che tutti i nostri fratelli della nostra Casa, della nostra Congregazione, possano pensare, parlare, sentire, agire, come faresti tu. Solo questo... ti domando solo... non ti domando altro, Signore. Posto questo ti domando dei soldi? Niente! Questo solo, Signore". Ho domandato abbastanza? Per voi... penso di sì, no? Proprio ho chiesto questo al Signore, ecco la preghiera di questa mattina.E vi dico, bisogna essere preoccupati di questo, cioè di 'modellare la nostra mentalità su quella di Cristo', che il Signore possa dire: “Gavarìa fatto anca mi cussì. La stessa roba la gavarìa fatta anca mi!". In tutte le cose che facciamo ogni giorno, proprio possiamo dire: "Anche Gesù farìa così"? Per esempio, andiamo a domandare un permesso: “Proprio, Gesù domanderebbe quel permesso lì?”. In quel dato momento siamo in quel dato posto: “Farebbe così Gesù?”. Trattiamo con un compagno: tratteremmo così Gesù? Guardate, se non modelliamo la nostra vita sulla mentalità di Gesù, non possiamo pretendere di essere santi, neanche per sogno! Ci illudiamo di farci santi...Giacobbo, cosa gh'in dito, caro? Adessa, cosa gh'in dito ti? I me varda come i volesse dire: "Don Ottorino..."."... in conformità - continua il Papa - all'interpretazione che la Chiesa ci offre...". Eccolo qua: "Modellare la nostra mentalità sulla mentalità di Cristo, in conformità all'interpretazione che ci offre la Chiesa...".Perciò, quando che voi avete in mano i testi conciliari e i discorsi del Papa, voi avete tutte le riviste de sto mondo, avete tutte le riviste de sto mondo! E voi potete essere preoccupati di modellare la vostra mentalità sul Vangelo, i testi conciliari e i discorsi del Papa, e voi siete a posto. Perché? Perché noi abbiamo, vero, un magistero, e lì noi ci attacchiamo."Credere che si possa avvicinare il mondo ed avere influsso cristiano sopra di esso, assumendo, noi sacerdoti, i suoi modi di pensare e di vivere, sarebbe illusione...".
MO182,7 [24-05-1967]
7 Ecco l'eresia moderna. Ecco il Papa che sottolinea l'eresia moderna, e cioè, oggi purtroppo, la maggioranza, e dico la parola giusta e son pronto a mostrarvelo se volete, la maggioranza degli uomini di Chiesa crede e si illude di salvare il mondo assumendo modi di pensare e di vivere secondo il mondo. Ecco qui il Papa che parla: "Credere che si possa avvicinare il mondo - avvicinarlo, questo si può anche, avvicinarlo, ma... - e avere influsso cristiano sopra di esso, assumendo, noi sacerdoti, i suoi modi di pensare e di vivere, sarebbe illusione, sarebbe privare della sua virtù reattiva la nostra presenza fra gli uomini".Cioè, se io prendo un sacerdote o un diacono, e questo sacerdote o diacono assume un po' il modo di pensare e di agire del mondo per poter andare in mezzo agli uomini e portare gli uomini a Cristo, sarebbe togliere a questo apostolo la sua virtù reattiva, quella che porta a reazione; cioè, praticamente, sarebbe buttare, buttare una manata di sale, che non sala più, insipido. Guardate che noi dobbiamo entrare in mezzo al mondo in modo... ma per portare la reazione; il nostro, il nostro contegno deve essere, vorrei dire, proprio di scandalo in mezzo agli uomini. Perché? Perché dobbiamo comportarci come si comportava il Cristo: andava a pranzo, ma... la gera nda baruffa ogni volta che andava a pranzo, vero? O perché el disea nda parola, o perché... el perdonava un peccato... insomma la gente in fondo i lo attaccava perché el gera Cristo, el gera Cristo. Ninte da fare!Ora, anche noi, dove andiamo, dobbiamo portare, portare Cristo, non c'è niente...! E se andiamo a pranzo una volta e lì c'è Cristo, e va bene, e allora discorreremo di Cristo, e allora ci innalzeremo sopra la tavola, ma se lì c'è il demonio, non c'è niente da fare, il Cristo deve darsi quattro pugni col demonio. C'è niente da fare! E siccome noi rappresentiamo il Cristo, le ciapèmo anche noialtri, vero?Per esempio... Varda, venerdì sera sono invitato a pranzo dai signori Marzotto, mi hanno telefonato ieri sera... i Festa, insomma, dai Festa... sono invitato lì. Non c'è niente da fare: a pranzo, o c'è Cristo in casa, o se no Cristo el salta fora e comincia Lui. O lì si intavola la conversazione in forma cristiana, perché non si può... non occor mia adesso far tutta meditazione, ma mi non posso non andar lì e un momento o l'altro entrar sui nostri argomenti, se no sto a casa. E se lì c'è qualcuno che reagisce, e va bene, scominsieremo a far volare... bicèri e bottiglie perché il Cristo, quando che el scominsia, el tira pache, vero? Un'altra volta i farà de manco a invitarme, pazienza! Almanco, quella volta che son nda go approfittà per far scoppiar nda bomba. Guardate che non c'è, non c'è altra strada, insomma!
MO182,8 [24-05-1967]
8 E il Papa vedete che parla chiaro, e queste robe le abbiamo dette ripetutamente anche noi, e don Poppe ha scritto queste cose qui: non dobbiamo vestirci delle vesti del mondo, non dobbiamo essere preoccupati di vestirci. E allora vedete, figlioli, dovete stare attenti perché è speciosa la cosa. Quando sentite la gente fuori che dice: "Il prete dovrebbe essere così, il prete dovrebbe essere colà...", chi è che dice queste parole? Le dice il Papa? Le dice un santo? Le dicono... "Eh, ma, sa, i professori di pedagogia, i professori di psicologia, i professori...". Sì, sì, tutto quel che vuoi, tutto quel che vuoi... “Il prete deve essere così per non ciapàre i sassi sulla testa. Il prete deve essere così per non ciapàre le pache sulla testa, par strada, vero, no ciapàr le pache”. Ma siccome el prete deve ciapàrle, ergo... Non so se se capiemo.Guardate che non dobbiamo... perché oggi, purtroppo, c'è una strage di libri scritti e di riviste scritte, dove dicono: "Il prete deve essere così... per passare inosservato, passare in mezzo alla piazza dei signori senza che i veda che l'è un prete”. Sì, va ben: mèttete su una parrucca da siora, mèttete su, e i crede che te sì nda signorina e i vien darte anca un baséto, te vedarè! Oggi si cerca questo. E invece, no!Oggi il prete deve apparire prete. Perché, se venisse giù un angelo dal cielo in mezzo agli uomini: “Ecco là, un angelo venuto dal cielo!”. Voi dovete discendere in mezzo agli uomini, come uomini venuti dal cielo. In tuta o col volante in man o col calice in man, non importa, ma devono vedere che siete uomini discesi dal cielo, venuti in mezzo agli uomini per portare il Cristo. Ecco l'essenza della nostra rivoluzione! Ecco gli uomini rivoluzionari, quelli che sconvolgeranno il Brasile e l'America Latina e il mondo intero! Senza tante arie, così, con semplicità, ma senza rispetti umani, senza ostentazione, ma senza neanche tirarsi indietro: così... Il Signore mi ha creato così: "Dio me l'ha data sta gobba, e guai chi me la tocca!".I ne compatisse, caro Vinicio, noialtri veci parchè sevitemo a insegnare le stesse robe. D'altra parte, fin ca son vivo, queste e altre ancora pezo de queste.
MO182,9 [24-05-1967]
9 "In questo contesto e con intenzioni chiaramente allusive a talune sporadiche inquietudini apparse in giro, continua il santo Padre: "Fidatevi, raccomandava il Papa, del magistero ecclesiastico, apposta istituito e assistito da Nostro Signore per confermare i fratelli". Al sacerdote ricordava di essere "prima di tutto ordinato alla celebrazione del sacrificio eucaristico" e al tempo stesso "di farne alimento di vita soprannaturale per sé e per i fedeli". E sull'ubbidienza? "Anche su questo campo quanta inquietudine, quanta critica, quanta insofferenza. Eppure la risposta è sempre la stessa: l'autorità della Chiesa è voluta da Cristo", cosicchè "l'oboedientia et pax”, tanto care a Papa Giovanni, sarà rimedio a questo genere di inquietudine che talvolta si fa sentire nelle file del clero".“Tutti richiami e ammonimenti - cari fratelli miei - che riecheggiano così calzanti nella memoria di chi legge la vita di don Edoardo Poppe, che se si dovesse proporre un modello completo ai sacerdoti, come li vuole Paolo VI, ci sembra di non saperne indicare uno più indovinato dell'eroico cappellano di santa Coletta a Gand, poi direttore nel convento di Moerzeke, poi padre spirituale dei giovani chierici del Centro... eccetera - campo militare di Beverlo - in base alla nuova legge dell'esercito che...”.“Sulla necessità imposta dalle nuove esigenze dei tempi ai sacerdoti, di uscire da taluni vecchi schemi organizzativi della loro vita e attività apostolica, don Poppe fu un anticipatore illuminato e preciso. Una mentalità così aperta non proveniva certo dalla sua formazione seminaristica”. Questa mentalità che lu aveva, così aperta, non la vignea fora dalla formazione seminaristica. “Egli l'aveva attinta dai suoi contatti immediati con Dio, soprattutto col Dio eucaristico...".Varda ti che razza de mestiero! nda roba che mi son fermato a meditare parecchio su queste due tre parole qua: noialtri siamo preoccupati di avere una mentalità aperta, no, chiaro, una mentalità aperta, al giorno di oggi, essere del duemila. Pararìa impossibile, ma guardate che la mentalità aperta del duemila la se attinge proprio nei contatti con Dio. Mi posso dirve, mi posso dirve, per esempio, che se ghe xe stà qualcosa un po' di spinto da parte nostra, un po' di reazionario, no l'è vignù parchè gabbia letto de qua o che i me gabbia consiglià... perché, siccome che le xe robe nove, quando che se tratta di spirito, bisogna che te vai più avanti ancora degli altri, no? E me ghì visto che tante cose nostre le xe sta... anca quela del lavoro, per esempio, de incominciar a lavorare, xe sta un pochetin spinta davanti agli altri, no? El Concilio l'è vegnù dopo! Ben, vardemo... quele robe là, no le xe sta frutto parchè mi gabbia parlà de qua, de là, e frutto de ciacole, no? Xe sta: pregando e meditando! Le vignea fora così, le vignèa fora così.
MO182,10 [24-05-1967]
10 E vardè che don Poppe dixe ste robe qua: quelo che lu ga 'vudo de apertura, no xe sta dalla formazione seminaristica, xe sta... eccolo qua: "Egli l'aveva attinta dai suoi contatti immediati con Dio, soprattutto col Dio eucaristico...".Sicchè voialtri, se volete qualcosa di spinto in avanti, non lo dovete ricercare dagli uomini perché, è inutile, gli uomini... Sarìa come, supponemo un momentino, vardè... Marconi, Marconi el ga scoperto, va ben, la radio, el telegrafo senza fili, no, ma nol podèa scoprirlo dagli uomini, perché el lo ga scoperto lu, no, el fa un passo in avanti. Non era... perché se el lo gavea scoperto in mezzo agli uomini, tutt'al più ti trovi in quei passi dove che xe 'rivà gli uomini, arrivarì a quel dato punto... Ma se volete scoprire qualcosa di più moderno, bisogna che andiate lì, da Lui, che le sa le cose più degli altri, no? Ora, nel campo scientifico, è frutto di studio e di meditazione anche il campo scientifico, no? Ora anche, e specialmente nel campo nostro, se dobbiamo essere super moderni, bisogna che noi ci mettiamo là, dinanzi al Signore, e che ci illumini Lui, perché è una invenzione. Nel caso nostro vorrei dire una intima rivelazione. Mia capìo? Se no voialtri non sarete mai moderni. A me fa ridere quando andate a cercare le cose moderne dalle riviste: non sarete mai inventori, sarete dei raccoglitori, sarete: "Ciò, varda... sto qua...", ma non sarete mai degli inventori.La nostra Congregazione deve avere degli inventori, non dei raccoglitori, non dei rivenditori! Vedete, io non voglio sacrificare la vostra personalità, voglio spingerla la personalità; vi dico: fate, ma fate qualcosa di nuovo, non ripetete! E per fare qualcosa di nuovo bisogna attingere là. Ecco il punto, eccolo lì. I grandi uomini hanno inventato, conoscevano e hanno inventato; e voi conoscete il Vangelo, conoscete la Sacra Scrittura, conoscete le disposizioni della Chiesa, tutte le disposizioni della Chiesa, conoscerete il mondodi oggi, e inventate. Avanti, avanti! Qualcosa di nuovo! E Dio ve lo rivelerà: ve l'assicuro, Dio ve lo rivelerà! Come il Signore ha detto a San Piero: "Va’, senti, va’... una mussa... e dopo mènemela qua...". O "Va’, te trovarè uno che porta... vaghe drìo e dentro el te insegnerà...". El Signore faxea così, no? E lo dirà anche a voi: "Michele, te ve là, eccetera, alzete su, va’ là...", e per caso, per caso, attraverso i casi, el Signore te menarà pal naso. Cò te sì preoccupà di fare la volontà di Dio, attraverso i casi ti deporrà...
MO182,11 [24-05-1967]
11 Varda, dixevo ieri sera, per esempio la nostra... Ghì sentìo, mons. Baggio, ghì sentìo come che el ga capìo la Congregazione, ghì sentìo quanto contento che l'è che se vada in... che se sia nda in Brasile. Ghemo fatto un po' de rinfresco e el me ga dito chiaro e netto: "Varda, - dise - mi penso che l'è stà un avvenimento grande esserve portà lì in Brasile, lì. - el ga dito - Ma penso che el punto dove che gavemo da puntare forte xe San Paolo, in Brasile". Allora, lì mettere la base e là, tac, la punta d'attacco, no? Lu lo vede in modo meraviglioso sto lavoro che se fa lì.Però, vardèmo ben: come xe... Se noialtri fossimo andà a Roma, e ghissimo comincià da... per esempio, qualche... dalla Congregazione dei Religiosi o qualche altra Congregazione. "Dove xe che se podarìa andare per cominciare, sa, in una forma... per lanciarse, la Congregazione, eccetera eccetera...". I gavarìa scominsià a dire: "No, forse sarìa mejo qua, forse sarìa mejo là...". I gavarìa fatto una commissione, dopo 'n'altra commissione, dopo una discussione... e adesso i piani strategici, eccetera eccetera eccetera. Va ben? E invece noialtri, siccome no ghivino i soldi per Roma, per le commissioni, semo andà in ciesa: "Signore, varda che volemo fare la tua volontà:'rangete ti, Signore”. Senza tante storie... E el Signore cosa galo fatto? El ga fatto ciapàr nda medaja d'oro a don Ottorino. "Oh, Signore, anca questo!", e mandava a quel paese chi me dava la medaja d'oro. E i ga scritto sulla 'Voce dei Berici', e i signori Marzotto per caso i xe andà da mons. Baggio: "Eccellenza, gavemo quell'Istituto là, quell'Opera là, cosa xe che se pol fare? Non savemo a chi...". E mons. Baggio el gaveva letto giorni prima 'La Voce dei Berici', per caso mons. Baggio el gaveva letto nella 'Voce dei Berici' che don Ottorino el gaveva la medaja d'oro: "Oh, varda... no gaveva pensà! Questo el podaria essere!". El scrive... e se scrive... così... per caso. La medaja d'oro, che gaveva sul stomego e adesso la xe nda in bocca, sui denti, vero, la medaja d'oro, che quando che i me ga dito che i me dava dù milioni e gh'in darìa volentieri 'n'altri du mi, ma che i se tegnesse la medaja d'oro, vero, che xe restà qua così... il Signore se serve... 'La Voce dei Berici' scrive... e dà una svolta a tutta la Congregazione.Eh, questi xe i metodi del Signore, fioi! I xe questi i metodi di Dio! Ma il Signore vuole che semo in mano sua, che semo preoccupà de quello, che se... Dopo el pensa lu a creare le circostanze che dà la svolta completamente, che ghe dà la tonalità alla Congregazione. Quello che ghemo visto in San Francesco Saverio, che se ga malà uno e lu... el xe deventà l'apostolo delle Indie. Questo se ga ripetù dal principio quando che go comincià la Congregazione a 'desso, de questi casi, così... così per caso... Mi podarìa tirar... fare un libro intitolato: 'I casi che non son casi'. Ma bisogna che ci lasciamo condurre dalla mano di Dio, che si serve di questi mezzi, ma si serve di questi mezzi quando ci sono uomini che sono preoccupati dinanzi all'altare di cercare, di inventare quello che vuole Dio.Andiamo!