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L’APOSTOLO È UOMO DI PREGHIERA

MO187 [06-06-1967]

6 Giugno 1967

MO187,1 [06-06-1967]

1 Vi prego... di tre cose.
Primo, pregate per la pace. Io ho celebrato la Messa in modo particolare perché il Signore dia pace al mondo, metta la pace nella sua terra. Ho detto: "Signore, la tua terra ancora una volta è inzuppata di sangue”. Ora, dobbiamo sentire, sentire sempre il dolore della guerra, della Corea, del Vietnam, ma questa vorrei dire, è più vicina a noi, più vicina a noi perché, non come territorio solo, ma ognuno di noi dovrebbe avere un po' di cuore nella Terra santa. Non vi pare? Si dovrebbe sentire che è la terra di Gesù. Ebbene, proprio là, in quella terra dove è avvenuta la nostra redenzione, stanno massacrandosi gli uni gli altri in questo momento, perciò preghiamo, per favore, preghiamo che il Signore abbia pietà di tante povere donne, di tanti poveri bambini, di tante creature innocenti che sono sotto l'incubo dei bombardamenti, feriti, morti, eccetera. Preghiamo, fratelli! Secondo: abbiamo il nostro caro segretario don Piero che ieri sera aveva trentanove di febbre. Abbiate pietà, ditegli un ‘Requiem aeternam’ perché guarisca presto, e perché arrivino le carte dall'Argentina... che lo fanno guarire immediatamente. Ieri è arrivata una lettera di mons. Di Stefano, il quale dice che ha già inoltrato le pratiche e che spera che il ventiquattro de sto mese, quando che verrà qua il vicario generale, ci possa portare le notizie, insomma, concrete, eccetera. Quando che ha visto la lettera, poveretto, dell'Argentina: "Oh, finalmente l'è 'rivà!". Quando che el ga letto... mi no ghe go mia dito cosa che ghe gera dentro... te lo vedivi cascar zo... scommetto che la febbre ghe xe vignù... Qualcuno, caro Toni, è interessato in causa. Terzo, poi partiamo. Xe sta Gedeone, no, quella volta che el ga fermà el sole. Beh, insomma, qui bisognaria che le giornate se fermasse, no el sole, le giornate, perché, sa, volemo andar dentro nella casa, i novizi in luglio... de st'anno che vien... e i religiosi in agosto... de st'anno che vien, bisogna moverse... e far presto. Pensé che i pannelli interni, i primi quattro i xe sta gettà ieri sera. Ghe vorria ventisei giorni perché el cemento el fasesse presa completa, no, Filippi. Tiremoli via dopo quindese giorni... gli altri li faremo in pìe. Bisognaria che alla fine del mese i fusse za su, incolori e tutto quanto. Comunque, i nostri cari novizi i ga tanto spirito de adattamento; caso mai ghe xe le minicase o ghe xe le tende... ndaremo con le tende a dormire a Bosco. Eh, rospi, rangève, sì! Sentì, in un modo e nell'altro, o ve perdì de corajo, no? Sentì, un poche de tende, un poche de tende, un par de minicase, un par de minicase, e cosa volìo fare? L'unica cosa che podèmo concederve, proprio, proprio par i servizi, par lavarve, basta tacarve l'acqua ghe xe, basta tacare i rubinetti e collegare un toco de canna de gomma. L'unica cosa xe questa: ve concedemo un par de servizi igienici... però li metemo de là de la casa de Pio!

MO187,2 [06-06-1967]

2 Fratelli, adesso qua ghe xe un tema, stamattina... Me dispiase solo che don Luciano là in fondo el gàbia sòno.
"Don Poppe vi giunse - naturalmente, gavemo visto prima, al sacerdozio - carico di esperienze preziose. Tra esse quelle raccolte dal modo di parlare di antichi compagni già lanciati nel ministero". Caro Dino, le esperienze preziose sono quelle positive e negative. Tu trovi un compagno, vecchio compagno di ministero, che è già andato fuori, per esempio, un domani, fra un paio d'anni che torna qua don Smiderle, e torna qua che magari el bestema. Xe un'esperienza anca questa! Negativa per lui, ma può diventare positiva per te, nel cercare le cause per cui ha cominciato a... da dove è partito a tirar zo sarache, vero? Capisci? Le xe besteme queste qua: ghe xe tanti modi de bestemare... "Uno gli aveva confidato - ecco una bestema che potrebbe dire don Luigi - che il suo fervore era svanito e anche la devozione alla Madonna era pressochè dimenticata". Non confondete l'aridità verso la Madonna o verso le cose... quella non c'entra! Devozione non è sentimento, chiaro? Ecco, invece là Smiderle che dice: "Sa, ah... non go più entusiasmo par ninte! La Madonna... qualche volta digo anca la corona... qualche volta!". E allora don Poppe ha detto: "O mia regina, sussultò Edoardo, anzichè diventare un prete che ti dimentica, avrei preferito non diventare mai prete". Séto, Luigi caro, disi così: "Piuttosto che diventare un prete che dimentichi la Madonna, meglio non diventare mai prete". Ci sarebbe da fermarsi, ma ce ne sono di più belle più avanti. "Altri, non avevano giudicato... dunque... Altri che aveva giudicato più forti, li trovò già infetti dal morbo dell'attivismo". Renato, sta' 'tento, sai, dal morbo dell'attivismo! Eppure ve digo: movarse, lavorare, fare... eppure ghe xe el 'morbo dell'attivismo'. "I bisogni attuali esigono un mucchio di opere...". 'Esigono' i bisogni attuali... Una volta il prete, figlioli, alle otto, macchè alle otto, alle sei della mattina aveva già terminato, perché diceva Messa presto alla mattina, no, perché dovevano andare a lavorare in campagna gli altri. Pensate che una volta che andavano fora con i bò, alle do o alle tre per lavorare la terra... Perciò alla mattina, alle quattro e mezza, cinque, Messa... e lui alle sei e mezza, sette aveva finito tutto; dopo, andava in ufficio parrocchiale, leggeva... fumava la pipa... faceva quattro passi... Le macchine non c'erano e bisognava restare in parrocchia... insomma, vita comoda! Ma oggi, figlioli, se uno vuol fare un po' di apostolato, non si salva più. "I bisogni attuali esigono - esigono - un mucchio di opere...". Il nostro caro don Luigi Mecenero ha scritto una lettera ieri: "Finita la canonica... già stata consegnata la canonica... adesso noialtri incominciamo a mettere a posto la chiesa...". E allora è già preoccupato, è diventato un costruttore... e scrivere subito che gioiamo grandemente nel sentire che è diventato un costruttore, che è inquinato dal mal della pietra, perché dopo la canonica vuol anche l'oratorio. Ha già cominciato con dei giovanotti... Non so se avete letto la lettera che ha scritto a don Guido; leggerete, vedrete! Sembra un altro, el pare un altro don Luigi, quattro mesi che l'è andà là! Esigono...

MO187,3 [06-06-1967]

3 "L'uomo di preghiera di una volta si è trasformato nell'uomo di azione... Che la vita interiore ne risenta è naturale, ma bisogna essere del proprio tempo... - dicono - La meditazione? -punto interrogativo - Una bella teoria".
Eh, sì, meditazione! Eh... appena che i vien fora dal seminario, te vedarè! Meditazione? Xe roba da seminario, quella! Sentito dirmelo da preti giovani, che erano fuori da qualche anno: "Meditazion? Co te sì prete te passa!". Però ho visto un po' cosa hanno fatto loro senza meditazione! "La lettura spirituale? Te ne accorgerai. L'esame di coscienza? Non lo fa più nessuno. Il breviario? Lo recito come tutti gli altri. Altro la stanzetta del seminario, altro la vita pratica!". Ecco cosa si va dicendo: "Non capisci niente! Sei sempre stato in seminario... non sei mai uscito fuori... ste robe non le capisci... tu sei prete e certe cose non le comprendi... Meditazione: una bella teoria! Lettura spirituale: te ne accorgerai! Esame di coscienza: non lo fa più nessuno! Il breviario: buh, lo recito come tutti gli altri! Altro è la stanzetta del noviziato, altro la vita pratica! "Mio Dio, mio Dio, pensava Edoardo, che razza di teorie! Che vita per un sacerdote! Che disastro! Ma come! Vedere preti che non pregano più, che dimenticano Dio per un'attività puramente naturale! O che vivono come semplici funzionari i quali, prestato il loro servizio, non pensano più che a riposare e a divertirsi! E quando biascicano il divino ufficio o strapazzano la Messa, dicano quel che vogliano, ma essi non ci credono più a quel che dicono. E si possono chiamare ancora preti - caro don Erasmo - questa gente? E le opere? L'opera prima è la fedeltà eroica all'orazione...". Fratelli miei, ecco la prima opera del prete! In tutte le cose, in tutte le... c'è una graduazione, no? In una casa, la mamma, quando che la ga soltanto i sentomila franchi che ga portà a casa l'omo, la ga nda graduazion nel comprare. Prima, cosa comprela? Se el toseto l'è malà la compra medizine per i piccoli, no? Xe vero? Prima roba: “Eh, caro, el toseto... poareto, ga bisogno de un ovo, e ghe compro l'ovetto... e sì, par forza! Prima roba nda dieta de ovo, no? El toseto xe malà e bisogna comprarghe l'oveto. Dopo, pian, cari! Pian, pian Bepi! Pian, Bepi! Varda che sto mese ghe xe el casolin da pagare. Eh, sì, prima paghemo el casolin, paghemo... Dopo, xe vanzà ancora mille franchi, e allora...”. C'è una graduatoria, no? Ma se el toseto ga bisogno dell'oveto bisogna comprarghe l'oveto. Ghe xe una graduatoria!

MO187,4 [06-06-1967]

4 Anche qua! Prima c'è una graduatoria... In tutte le azioni che... Adesso supponemo, ti, Toni, te ve al Chaco, sappi che c'è una graduatoria. "Ghe xe tante robe da fare!". Sì! Quali sono queste robe? Su un toco de carta, scrivele là: "Ghe xe da piantare i figari perché... piantare i figari! Ghe xe da mettere a posto i laboratori... va ben! Ghe xe... Ghe xe... Ghe xe anca da pregare!”. Ben, comincia da questo. Numero uno: pregare. Si tratta di metterle al loro posto! Ma siccome che se mi no prego nessun vien dirme gnente, allora se podaria passarla nell'ultimo grado, vero, par un giorno, no, Adriano? Ma el giorno dopo, sa...
"No, sopra ogni altra cosa, la ferma volontà della mia santificazione personale mediante la preghiera e il sacrificio". Prima cosa... Vedete, a prima vista sembrerebbe tempo perso. In una giornata attiva, piena di attività, piena di movimento, uno che... Prendete, per esempio, Maltauro Adone: è stato qui giorni fa per parlare della palestra... "Sono così sotto che non trovo più tempo neanche di respirare! Ghe digo la verità...". Beh, praticamente, nell'industria è così: uno non ha più tempo neanche di... Ciapà dentro dall'industria, ciapà dentro dagli affari! Qualcosa di simile deve capitare anche per noi, va ben, anche per noi perché, sa, cominciamo andare in luogo di missione, e xe tutto da fare, bisogna cominciare col costruirse la casa... Ora, fratelli miei, fratelli miei, state attenti, se disgraziatamente lasciamo stare le pratiche di pietà o non aumentiamo le pratiche di pietà per spiritualizzare ste robe qui, a un dato momento diventiamo degli affaristi, dei mestieranti. Perciò la mezz'ora di meditazione, ma no di studio, non di studio, perché non è meditazione quella, quella non, non ti alimenta l'anima se tu fai mezz'ora di studio, dev'essere una occasione di incontro con Dio, proprio di... sforzo per incontrarti col Signore, per parlare col Signore, anche se tu dirai solo una parola, anche se tratterai solo una riga del santo Vangelo. Uno sforzo... Per esempio, se io dovessi far meditazione da solo, mi fermerei: "Vidito, Signore benedetto...", comincerei a parlare col Signore.

MO187,5 [06-06-1967]

5 Dunque, la prima roba è la preghiera: "Ma, Signore mio... ma mi, va ben, go lavorà, me son interessà per Bosco, me son interessà per le costruzioni, per i pannelli... ma... ghe la gònti messa, Signore? Ma dime un pochetin... Te sé, quella volta, quell'altra volta, eccetera". Deve essere una conversazione con Dio, deve essere un lavoro di me con lui e di lui con me; non un lavoro soltanto per vedere un po'... studiare un po'... per... No, no, dev'essere io e lui... lui che mi illumina e mi corregge e mi dà la forza di diventare più buono, che mi spiritualizza, è lui che mi spiritualizza. La meditazione, figlioli, se non porta a questo non porta a niente, no? È un vedere la verità, io mi specchio davanti alla verità; lui mi è vicino e mi dice cosa devo fare. “Parla, Signore, dimmi, Signore, cosa devo fare!”.
Ora, attenti che, nella vita apostolica, più avanti andiamo più ci sarà da fare. Che cosa ci sarà? E io vi dico: più pregherete, più vi unirete con Dio, più cose farete! Mica vero che farete meno cose: ne farete di più! Perché, quando un uomo è unito a Dio, si trova nella situazione anche intima spirituale per agire con più giudizio, con più criterio, con più calma, per cui non perderà tempo, non farà il giro dell'oca per arrivare... arriverà per la via più breve. Ma, ci sarebbe da dire anche sul piano umano, il fermarsi un momentino ti dà forza di più, no, e ti dà la possibilità di realizzare di più. Ma lasciamo stare il piano umano, restiamo sul piano soprannaturale: qui si tratta di capire che l'opera nostra è un'opera soprannaturale.

MO187,6 [06-06-1967]

6 Perciò bisogna che “... sopra ogni altra cosa - dunque - la ferma volontà della mia santificazione personale mediante la preghiera e il sacrificio. Una sola parola di un santo è più efficace di cento bei discorsi preparati con cura".
Si tratta di credere a ste cose qua, figlioli... che una sola parola di don Calabria, di padre Uccelli, di Pio XII, di Papa Giovanni, una sola parola detta da un'anima che è in contatto con Dio, brucia! Centomila parole dette da uno che le ha preparate bene, che si è preparato bene, eccetera, ma non si è preoccupato di avere la prima preparazione che è un contatto con Dio, quelle son centomila parole che sono come le sécie de acqua che i buttava i... là, sopra il Carmelo i sacerdoti, vero, alla presenza di Elia. Dopo sécie de acqua, luri invocava, invocava, ma no vegneva zo gnente, no? Invece Elia invoca il Signore e vien zo el fuoco dal cielo. Voi dovete essere uomini che vivono in contatto con Dio, e dopo ve preparè ben. Ma ricordève che tra le due cose, tra le due cose, se avete un'ora sola per preparare una predica, quell'ora passatela davanti al Signore... o mezz'ora e mezz'ora. Ma se avete soltanto da scegliere... se ho dieci minuti, non so come devo fare: devo metterme a vardare un libro e prepararme o star dieci minuti davanti al Signore? Dieci minuti davanti al Signore. Presi dalla necessità, fra le due... non lasciate la prima per carità... non lasciate la prima! Fa' di tutto per averle tutte e due, no? Ma se si deve scegliere, la prima è di essenza assoluta. Fe de manco de andar a predicare se no, fe de manco de dar nda missione alle anime se no! ndarissito via in mudande in giro par la città? Filippi, ndarissito via? Ben, andar uno a predicare, a parlare di Dio, se non è in contatto con Dio, xe uno pezo 'ncora! "Pur di... - vardè ste parole - Una sola parola di un santo è più efficace di cento bei discorsi preparati con cura". Un'anima che è in contatto con Dio dise una parola, nol sa gnanca de averla dita, e quale parola... brrrrooooommmmm... l'è come uno scoppio: lu el butta fuori una parola, è una palla di fuoco, lui non si accorge di averla detta, quella parola parte e dopo cent'anni c'è ancora l'effetto della parola che va in giro... ta ta ta ta ta... di qua, di là! L'uomo che è in contatto con Dio lascia un incendio dove passa. Va a pranzo una volta, e dopo, là... "Signore...”. “Simone, ho qualcosa da dirti...", perché gera 'rivà la Maddalena, no? Sì, caro Adessa... Con questo non distruggo niente del resto.

MO187,7 [06-06-1967]

7 "Ma mentre don Poppe si corazzava contro questi preti 'aggiornati', vogliosi di lavorare, di prodigarsi molto, dando però prova di aver perduto il senso dell'ascetica cristiana, nemmeno sospettava di dover presto aver che fare con un'altra categoria di preti: quelli che sono tutto ordine, puntualità, fedeltà, fedeltà assoluta agli statuti diocesani, e per i quali basta questo per essere buoni pastori".
Cioè, bisogna star 'tenti tra le due cose: "Ah, pian! C'è l'ora di fare meditazione... fino alle nove non si riceve nessuno perché... il parroco sta facendo le pratiche di pietà”. Ecco là don Zeno: fino alle nove non si riceve nessuno; alle nove, nove e un minuto... puntualità, esattezza, eccetera eccetera. E farlo gnanca apposta don Poppe l'è andà a finire con un parroco che el gera fatto così. Te poli immaginarte lu! Uomo di Dio... perché l'uomo che è veramente unito con Dio, dopo l'è... l'è un terremoto, dopo, no, nelle azioni... Dopo, te sé, co' el va fora, l'è mia: "Va’ pensiero!", ma "Fischia il sasso!", e el fa fisciare i sassi a destra e sinistra, no? Beh, don Poppe l'è proprio un omo così. L'unione con Dio el la tegnea tremendamente, ma poi, ma poi, quando ghe gera da fare delle azioni el se moveva. E adesso qua ci troviamo: "Il Poppe ne fece la conoscenza l'indomani della sua ordinazione, - vardè el Signore che scherzi che el fa! - appena inviato come cappellano alla parrocchia di S. Coletta, a Gand, alle dipendenze del parroco don Van der Mijinsbrugge, stato un sergente dell'esercito, - un sergente... oh, poareto! - un sergente dell'esercito, fedele ai doveri del suo stato con una puntualità militare, tutto per gli statuti: 'uno di quegli uomini, dice il Lekeux, di cui si suol dire che hanno inghiottito un orologio'. Ma nulla al di là di questa linea". El gavea magnà l'orologio! Capito John? Un sacerdote che aveva mangiato un orologio! ""Il Vicario, nel comunicargli quella destinazione, gli aveva raccomandato due cose: "Obbedisci al tuo parroco in tutto ciò che riguarda il tuo lavoro parrocchiale. Sei fortunato, del resto, di avere un parroco buono, che non ti lascerà mancare utili consigli. Secondo, tieni a mente questa norma: va’ pure in tutte le case dei parrocchiani, ma non ti fermare in alcuna". Questa, una paroleta che forse varrebbe la pena sottolineare. Per necessità apostolica domani voi vi troverete nella parrocchia, guardate che voi siete persone pubbliche, non private; la persona privata può andare nella parrocchia di Araceli, da un amico che va a trovare un amico: la persona privata può farcela, può andar là anche ogni sera, nessuno può dirghe gnente, privato... giusto, no? Se doman mi son amico de la tal persona, vado là, chi pol dirme gnente? Ma se voi siete in una parrocchia dove lavorate, guardate che bisogna adottare quel principio lì: non c'è niente da fare!

MO187,8 [06-06-1967]

8 Guardate che io ho sentito, per esempio, in città di Vicenza, ne ho sentito di cotte e di crude contro qualche parroco, perché qualche sera va in qualche casa, o perché è andato due tre volte all'anno per giocare le carte. Guardate che la gente vuole che venga adottato questo principio qui, ed eccolo qua: "Va' pure in tutte le case dei parrocchiani, ma non ti fermare in alcuna". Come norma: ci sono gli ammalati? Allora: tan, tan, tan! Allora tutti gli ammalati! Bisogna essere informati: tutti gli ammalati! Perché dopo osservano: "Varda ciò, se ga malà la Maria, e ogni giorno el gera là. Se ga malà quel'altra, pora cagna, perché la ga settanta anni, mai nda nda volta a trovarla. Quell'altra... se ga malà la Teresina, ogni tre giorni el gera all'ospedale là a portarghe le caramele. Se ga malà la Gijeta, parchè la ga ottantanove anni, varda che ...mai nda trovarla, e xe tre anni che la xe al ricovero, che la xe là, pòra vecia!". Guardate che il popolo è... ha ragione, eh, il popolo è tremendo su questo punto qua! Non vi salvate! Perché, immediatamente loro dicono: "L'è innamorà de quela tosa!". Xe inutile che disì... "L'è innamorà de quela tosa!".
Guardate che vi segnano i minuti che state dentro al confessionale, il tempo che state dentro nelle case. "Eh, el va a trovare la... Ghemo osservà... eh... eh!". Potrei dirvi nomi, cognomi, casi... ma decine di casi che conosco, quando parlo, eh? Capita questo, che... el va a trovare... el vecioto de Vinicio, el vecioto de don Ottorino, e el giovanotto qua, un bel giovanotto... El va a trovarli tutti e tre magari, nella parrocchia, e loro ti sanno dire che dentro con quelo là l'è sta dentro cinque minuti, con sto qua l'è sta dentro diese minuti, e qua l'è sta dentro un'ora e mezza. La prima volta... seconda volta, tutto el paese lo sa: "Eh, ciò... eh! El va a trovare le bele tosete! Ghe piase le bele tose, anca ai preti! Zovane... varda, per esempio, don Antonio, là, che el va a trovare le tose! Col va dai vecioti, là, el fa presto, sa... col va dale tose, invesse... le ga i so problemi, poarete!". Questi i xe dopo i commenti che i fa all'osteria. A ridì, voialtri! I xe seri i casi! E in confessionale ti segnano i minuti... e non vi salvate neanche per sogno, neanche per sogno! Guardate, io ad Araceli, so... Ero cappellano lì, c'era mons. Fanton, mons. Miotti, che confessavano, e il parroco. La gente sapeva - dunque son tre persone, mi pare abbastanza distinti, no? - che el parroco el gavea do tose che ghe volea ben, monsignor Fanton el ghin avea una... e monsignor Miotti el ghin avea tre... parchè co' rivava quela gera nda misura doppia de tempo: i misurava el tempo! Tutti tre i gera cascà dentro. Quando sono andato ad Araceli io, c'erano tre che sentivo... tanto è vero che ho sentito il bisogno di dire, di avvisare mons. Fanton: "El staga atento, parchè el varda che i dise così in giro". La gera una maestra, poareta, che andava lì per la direzion spirituale, e tutto quanto... la ndaséa là... così, con santa semplicità. State attenti, che vi segnano il tempo: c'è niente da fare! Vi segnano il tempo! Il tempo che state in confessionale, il tempo che state là... perciò: giudizio, giudizio! Siamo persone messe sul piedestallo: non c'è niente da fare! Fossimo privati, allora c'è una morale ed è quella cristiana; non siamo privati e perciò c'è un'altra morale, che è quella del dovere che abbiamo di dare il buon esempio sul piedestallo... e sul piedestallo, ve lo go dito anche altre volte, se vede anche le calze rotte! Siamo...

MO187,9 [06-06-1967]

9 "Don Edoardo, che secondo la comune persuasione e sua, si aspettava di essere destinato ad insegnare filosofia in seminario, ebbe un trauma...".
Ah, poareto, saria come domani, un bel giorno, vero, un certo don Giuseppe, che el se sognava de andar finire a Monterotondo a studiare pedagogia, e poi vegnendo a casa... el vien a casa laureato in pedagogia, el se aspetta de andar insegnare pedagogia, e sul più belo el se vede... uno che el ndaria ben nel Chaco! O, vero, el nostro caro assistente Filippi, el vien casa tutto contento col titolo de ingegnere... Oh! Il diploma! Ingegnere, ingegnere! Oh, adesso, adesso! "Caro Filippi, parti, va' nel Mato Grosso!". El scominsia col impiantar una, col impiantar una baracca, con quattro pali. Ecco, el fa i calcoli giusti. “Ciò, Giuseppe, - el ga dito Vinicio - che te li impiantarissi grossi così. Però, però te mandemo ti solo, te mandemo ti solo in modo che te te li seghi ti, però. No te mandemo mia Ferrari in compagnia. Se ti te te metti a segarlo, el primo te lo seghi grosso così, no, dopo, el secondo: "Ah, ma forse un pochetelo più fin!". Te gh'in seghi uno così... dopo te disi: "Eh, ben...!", segarlo, tirarlo su, portarlo a casa... "E chi me la fa fare nda roba cossì!”. ”... tuttavia si prese appena il tempo di far la valigia, e prima di mezzogiorno era già alla canonica. "Ecco il servitore del parroco", disse alla domestica. Due sacerdoti si trovarono a fronte: l'uno, un buon uomo, generoso, pio, ma tutta autorità e statico 'regolamentarismo'; l'altro tutto sottomissione, ma carico d'una spinta incontenibile verso le anime, ricco di un fuoco da appiccare e da diffondere. La parrocchia non era fiorente. Rari i buoni cristiani, scarse le pratiche religiose e per compenso v'imperava il socialismo alieno da tutto ciò che è cristiano: un campo d'azione ideale per il nuovo cappellano. Cosicché la consegna del parroco fu categorica: "Prima di tutto non fatevi illusioni. La parrocchia è difficile. Tanta miseria, e la guerra ha fatto il resto. Religione poca. I più sono socialisti. Niente da fare da quella parte". Dunque, tenersi lontano dai lontani”. Ordine del caporale. “Se a don Poppe non scoppiò il cuore fu un miracolo. Fedelissimo a tutte le incombenze ricevute, nelle ore disponibili si mise a girare il quartiere. Quando gli operai uscivano dalle fabbriche cercava di camminare in modo da averli di fronte per salutarli e sorridere anche a chi non lo guardava. Prese ad affacciarsi nelle case più miserabili. Quanta miseria! Fu allora che la sua sete di povertà lo travolse. Cominciò dallo stipendio: una parte per la mamma, l'altra, ed era la maggiore, per i poveri, per sé niente. A poco a poco si persuase che non ci voleva molto per prendere contatto con i peccatori, con gli increduli, coi socialisti. La semplicità, la trasparente benevolenza, la generosità con cui s'arrabattava ad aiutare tutti, fece capir loro che egli li amava. Davanti alla bontà, certi pregiudizi anticlericali cadevano. - È la storia di Papa Giovanni, eccola qua! - Nella roccaforte dei lontani si apriva a poco a poco una breccia: era quel tanto per passarvi e così avviare un dialogo con quanti stavano dall'altra parte. Parlava di Gesù Cristo, del suo amore per gli uomini, della religione. Gli ascoltatori ne erano presi. Li vedeva farglisi vicino. I loro cuori si aprivano, e il suo si gonfiava di speranze. Ma un giorno - un giorno - si vide bloccato in quest'azione di recupero da un improvviso altolà!". Che cosa è successo? Lo vedremo domani mattina...