RIFLESSIONI SULLA PRIMA VISITA ALLE COMUNITÀ DELL’ AMERICA LATINA
MO202 [16-10-1967]
16 Ottobre 1967
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1 State a sentire... Intanto io mi sento confuso dinanzi a certi universitari, di fronte a certi baccellieri, perché... Zeno sapete che è dottore, baccelliere, signor segretario... dopo, il nostro caro don Giuseppe, eccetera. Pazienza! Noi continuiamo come il solito, alla buona.State attenti: in Argentina ho avuto una impressione, non so se sia la stessa del mio caro amico, compagno di viaggio e di avventure. Quando ci siamo trovati con tutti i sacerdoti della diocesi di mons. Di Stefano... mons. Di Stefano ha voluto che ci trovassimo insieme, che venisse fatto un po' di ritiro. Parlando a questo gruppo di sacerdoti, mi pare che fossero ventisei i sacerdoti che erano lì, è sorta poi... Perché c'è stata una doppia parte: una è stata fatta per loro, trattando alcuni argomenti, l'altra l'ho fatta io, dovendo parlare sulle vocazioni, sulla necessità delle vocazioni, per far capire... In pratica è stato detto: "Sentite...". Sono partito dalla frase di San Bernardo: "Bernarde, ad quid venisti? Cosa sei venuto a fare qui in convento?". E ho detto: "Sentite: facciamoci questa domanda. Noi siamo qui... Permettetemi, - ho detto- qui c'è il vescovo, qui siamo... Fate conto che anch'io sia uno dei vostri, perché qui ormai ci sono i nostri figlioli che lavorano... Ad quid? Cosa siamo venuti a fare qui? Che cosa il Signore ci ha chiamati a fare qui? Ci ha chiamati praticamente a prendere in mano questa diocesi e trasformarla in una diocesi viva, no, in una comunità cristiana viva. E allora incombe su di noi il dovere anche domani di sviluppare tutte le vocazioni che devono conservarla viva. In che modo?". E allora ho insistito: "Prima di tutto dobbiamo pregare e dare una testimonianza con la nostra vita, poi dobbiamo fare un passo avanti e cercare vocazioni, no?".Bene. Però prima avevano trattato della liturgia, su una cosa, sull'altra... E adesso, ho appena celebrato la Messa, non so se sia un giudizio temerario, caso mai il nostro caro don Zeno mi assolverà. L'impressione mia è stata questa: che parlassero di belle cose, ma non di un Cristo vivo, di un Cristo morto. Zeno, esagero proprio tanto nel dire questo? L'impressione era questa. Parlavano sì di cose belle: “Bisogna così... bisogna colà... eccetera, dei decreti, eccetera”. Ma l'impressione era proprio che parlassero di un morto, non di un vivo. Parlassero quasi di una mensa... ma non parlavano del cibo che doveva mettersi sopra questa mensa. Preparassero una bella tavola imbandita, ma... e che cosa si mangia? Io ho avuto proprio questa impressione un po', proprio chiara e netta di... una cosa giuridica, di una cosa fredda, e non di una cosa calda, sebbene eravamo in ambiente caldo.
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2 Ecco, e per questo poi, parlando di vocazioni, ho insistito. E lì, parlavano praticamente che adesso bisogna concentrare tutto in Cristo, che adesso... la Messa... via questo, via quello, eccetera. Ad un dato momento, sembravano dire quasi: "Via la Madonna, via i santi, perché adesso vardè che la Madonna e i santi non i ga più posto in Chiesa; non ha più posto niente! Adesso c'è la Messa, abbiamo quella e... fatta in quella data forma, in quel dato modo, eccetera", ma, ma, in una forma piuttosto fredda. Poi... Ho esagerato nel dire questo, Zeno? Ecco... grosso modo questo.Quando poi, dopo qualche giorno, ci siamo trovati a Buenos Aires dal nunzio apostolico, parlandogli insieme, il primo incontro è stato, è stato, di un buon parroco, un buon parroco: con una mantellina là, con uno scialle sulle spalle colorato, una berrettina vecia, senza nessun colore, né rosso, né niente. El vien dentro, el pareva l'ultimo capelan de sto mondo... el vien dentro là... come Pio X capelan: "Scusate, sapete, - ha detto - ma è perché ho freddo!"... chiacchierando. Pensavo che fosse il segretario del segretario del segretario quando è venuto dentro, invece era proprio il nunzio che è venuto dentro.Lì c'era mons. Di Stefano, vescovo, a chiaccherare là, attorno a un tavolo, seduti attorno a un tavolin. Lui fumava come un turco; pazienza! Sarà uno dei suoi vizi capitali, vero? No, no, ma fumava de gusto insomma. E el ga scominsià a dire che mons. Di Stefano l'è un vescovo cristian: "Quelo l'è un vescovo cristian. Perché ghe xe anca vescovi mati, - el ga dito - ghe xe preti... preti... Vado in chiesa qualche volta a ascoltare qualche predica, e dicono tante parole che io non capisco mica cosa che vogliono dire, -ha detto- certe belle parole grosse... Ma in sostanza non dicono niente e non credono niente. Io vado là in chiesa, mi metto là in mezzo e ascolto, ascolto. Ma, cari miei, è un disastro con sti preti giovani, certi preti con certe frasi roboanti, eccetera, che non sanno neanche loro quello che dicono", ha detto.Dopo, senti che parlando... Lui, certe feste che è libero, eccetera, va in paesetti lontani e va là a fare il prete lui, perché manca il prete: va là a dire Messa, a confessare, eccetera. Sicchè a un certo momento go dito: "Eccellenza, mi consolo, perché l'è un vescovo cristian anca lu". Bene! A un dato momento è uscito in questa frase qua: "In fondo, in fondo, adesso i cerca de parar via la Madonna e i santi, no, ma se ghe xe ancora un po' di fede in mezzo a sto popolo qua bisogna ringraziare la Madonna e i santi. Bisogna ringraziare la Madonna e i santi.". Nel senso che... Voi sapete che gli spagnoli hanno fatto una straje de processioni... Via i sacerdoti, sono stati cacciati via, loro hanno continuato le loro processioni. E hanno continuato la loro devozione, se volete, che dopo è diventata un po' superstizione, certe cose, una roba un po' stiracchiata, ma hanno continuata la loro devozione alla Madonna e ai santi.
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3 Ecco, io adesso vorrei dire questo. Lasciamo stare l'America Latina e veniamo alla nostra America qua. Se andando in America abbiamo trovato i nostri fratelli che hanno ancora fede, dobbiamo ringraziare la Madonna e i santi. Ecco il pensiero della meditazione.Vedete, già ve l'ho detto nel primo incontro che ho avuto con voi e poi penso che Zeno ve l'avrà confermato: andando ho trovato i nostri dodici apostoli che stanno bene fisicamente e spiritualmente; mettendoci il termometro, che si fa presto mettere il termometro, ho trovato aumentata la fede, aumentato l'amor di Dio, cioè quella che è la vita spirituale l'ho trovata aumentata. Voi capite che questa è la più grande consolazione che abbiamo provato noi, perché dopo un anno o mezzo anno o alcuni mesi che son via... Voi direte: "Eh, beh! Speta!”, come diseva el diavolo a Giobbe, no: “Speta...". Comunque dopo un po' di tempo che son via, l'incontro con un mondo nuovo, un mondo nuovo che da principio necessariamente crea qualcosa di squilibrio.Basta pensare a don Luigi Mecenero nei primi mesi, poareto, che persin de note el diseva: "Dove ca son vegnù a finire! Mi che i mori non voi saverghene. Mi che i mori là non me va". El xe allergico ai neri, allergico ai mori... mai bon... "Per carità, non vui vedare mori!". Poareto. E sì, no el ve voleva ben don Luigi Mecenero? Così, così... Sa, tutto un mondo nuovo... E adesso l'è così affezionato, l'è così buono, el se trova ben felice de essere là!L'è il demonio, il demonio, c'è il diavolo anche in America, cari. Il demonio è uno solo... Poi l'incontro, sa, via dalle famiglie, via dagli amici, via anche un pochino dall'ambiente dove sei vissuto, come temperatura, come tutto. Cambia i cibi, cambia tutto. Trovare cibi poi come quei cibi che ha trovato il primo tempo, no? Se adesso è così, dopo sei mesi, podì immaginarve cosa che gera i primi giorni, no? Beh, trovarsi in un nuovo mondo è un colpo per l'uomo.Ora questi benedetti dodici figlioli sono andati lontani dalla famiglia, perciò, vivaddio, nostalgia, inutile che non lo dicano: sarà per l'Antonella o sarà per l'Antonello, però la nostalgia c'è. Ad un dato momento te te trovi là: la mamma, il papà, i fratelli, gli amici, tutto quanto, la Casa dell'Immacolata, eccetera. Ti trovi con cibi nuovi, ti trovi con ambiente nuovo, ti trovi con una lingua che non sai maneggiare, perciò... "El ride lu, don Ottorino! - dise don Luigi Mecenero - Andare dal barbiere...”. È stato lui condurci dal barbiere, sa. “Finché son vegnù mi adesso, ghe go dito che i taja così, che i taja colà. Ma la prima volta che son vegnù mi... I cavej - el ga dito - el me taja!". E quell'altro: "Cosa? Come?”. E mi là, non poder dirghe gnente; quell'altro faseva quel che voleva, e mi non poder dirghe gnente". Pensate trovarsi con questo incontro, perché adesso andiamo alla realtà... tutte le piccole cose, no, trovarsi così, e nonostante questo incontro difficile per il corpo, per lo spirito, per tutto, dopo un po' di tempo sarebbe stata un po' naturale una flessione. Invece no!
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4 Ringraziando Dio: fedeli alla loro meditazione, e vedevo che la facevano bene, con serietà, fedeli alla loro corona, alle loro pratiche di pietà. E poi è inutile, vero, basta parlare insieme tre minuti con uno per vedere se l'è più caldo o se l'è più freddo. E ho visto che invece, cioè davano prima importanza alla vita interiore, all'unione con Dio. Poi allora era logico che anche nel campo apostolico si vedessero già dei frutti. Quando tu hai uno che generosamente si offre al Signore, che è contento di essersi offerto al Signore e che continuamente sta in contatto con il Signore, è chiaro, mettelo in qualunque parte, quello è come una manata di fuoco che tu butti su un pezzo di legno, la 'madèra'! La 'madera' se brusa, cari, non c'è niente da fare, il pezzo di legno si brucia! E così anche loro, caduti nel posto dove Dio li ha messi... Don Luigi Mecenero il primo mese che era un po' disorientato mi ha mandato una lettera, disorientata, non ve l'ho mai detto, era riservata... "Ecco l'unica consolazione è questa - dice - che so che non sono venuto io; mi ha mandato lei, e cioè vuol dire che mi ha mandato il Signore e sto facendo la volontà del Signore. Ecco, questo pensiero di fare la volontà di Dio mi ha tenuto in piedi, e questo mi ha dato la forza di andare avanti".Ora, vedi queste creature che vanno per fare la volontà di Dio, che sentono che stanno facendo la volontà di Dio e perciò dove cascano bruciano. E allora vedi intorno a ognuno di loro proprio un anello di fuoco. Qualcuno lo ha più grande, qualcuno meno grande, ma però, se te scavi un pochino, tutti lo hanno. Un anello di fuoco. Hanno lasciato fuoco con la loro stessa presenza. Il primo fuoco non lo hanno fatto con la predicazione, il loro fuoco non lo hanno fatto con grandi cose strepitose, l'hanno fatto con la loro presenza, senza accorgersene, col loro sorriso, col loro modo di trattare così con semplicità. Hanno manifestato il Cristo proprio così, con la semplicità, senza accorgersene.
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5 Guardate, tornando in mezzo a voi, ieri mattina ho celebrato la Messa in mezzo a voi, dopo un mese e mezzo che non celebravo la Messa in casa, no, qui in famiglia, in comunità. Celebrando la Messa, anche senza guardarvi in faccia, durante la Messa senti che c'è una corrente che passa, cioè sento che non che celebro la Messa, ma sentivo che stavamo celebrando la Messa, che la Messa stavamo celebrandola insieme. Perché c'era un flusso che correva nella chiesa.Così vedete, anche loro facevano passare questo flusso per cui il vescovo mons. Di Stefano, per cui il vescovo di Volta Redonda, eccetera, mons. Luna non se ne parla, hanno notato quella presenza di Dio nei nostri elementi. Ma ripetutamente ce lo siamo sentito notare: "Questi, questi, questi xe preti!". E cosa vuol dire "questi xe preti"? Hanno notato che questi nostri religiosi non sono come gli altri. C'è qualcosa. E cos'è questo qualcosa? Questo qualcosa è l'unione che si sforzano di avere col Signore. È questo spirito di unione con Dio.Perciò, ecco, dico questo: ringraziamo il Signore! Nella nostra visita abbiamo toccato con mano che stanno bene fisicamente, che spiritualmente non sono cascati giù, ma continuano a salire, e sul piano apostolico sono stati una rivelazione per noi.Qualche volta c'è qualche ragazza che si sposa. A casa non la fasea mai gnente, appena sugar su i sculieri. Dopo poco tempo che la xe sposà: "Orco, quando che l'acqua toca, la impara a noare, sì!".E te vedi della gente... andando a Zacapa: Lino Ceolato, un bon fiolo fin che te vui... ma chi avrebbe pensato che al venerdì santo, per esempio, scorso, a Estanzuela, lì alle 9 della mattina cominciano la processione con la Via Crucis, e a mezzogiorno la processione entra in chiesa per la predica sulla passione, e poi alle tre vanno in chiesa un'altra volta, per incominciare un'altra volta, vero? E allora Lino si mette fuori dalla sacrestia: "Aspetta che vado a vedere...". Perché don Gianni è andato via, lui non è neanche andato perché ha detto: "Non voglio compromettermi; il primo anno voglio “a longe” vedere un po'". È rientrata a mezzogiorno la processione; il sacerdote era là a mezzogiorno per fare la predica sulla passione. Padre Lino voleva che gli andassi dietro un pochino a vedere. Allora il catechista, che era quello che dirigeva il traffico, erano più di mille persone, vede Lino: "Hermano, hermano, venga lei, venga lei!". Aveva il megafono. Insomma: "Faccia lei la Via Crucis”. Lino comincia a fare la Via Crucis. Fatta la Via Crucis, finita la prima Via Crucis la xe finia, ma semo ancora distante dalla chiesa: "El ghin cominsia un'altra", el ga dito.
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6 Taca... Là la Via Crucis xe fare una predichetta, una meditazione, no? E finita la seconda Via Crucis, "un'altra ancora", el ga dito. Tre Via Crucis. Con le tre Via Crucis siamo arrivati in chiesa. Perché si fermavano ai capitelli: e dove che uno metteva fora un quadretto bisognava fermarse, pregare... e ogni capitello era una stazione. Arrivati in chiesa, siamo arrivati alle undici e mezza, due ore e mezza de procession. E quell'altro che dixe che non xe gnancora rivà don Gianni, no? Ghe xe da fare la predica della passion. Era mezzogiorno, cosa fare? "Hermano, la fassa lu!". Sa, Lino: "Ca me metta là". D'altra parte, tutta sta gente là... la chiesa piena, e dopo fora. Bisogna far la predica sulla passion. E si è messo a fare la predica sulla passione del Signore improvvisata: mezza ora, venti minuti. Ne ha fatto un'altra. Ormai aveva fatto tre volte, quattordici, no?, stazioni della Via Crucis. E poi ha detto: "Adesso andate a casa e arrivederci alle tre per continuare la processione un'altra volta".Processioni naturalmente folcloristiche: allora il Signore viene portato in processione, dopo a un dato momento il Signore è morto, e allora la Madonna che esce e la va in cerca in giro per il paese in cerca del Signore. E dopo ghe xe San Giovanni che esce, e allora si incontra con la Madonna, e insieme i va in cerca del Signore... Tutta na roba così! Intanto però la gente è là che prega, che piange: "La Madonna, il Signore!". E i canta e i balla, vero? Un momentino... L'assistente che si arrangia lui a fare la predica sulla passione. Ora penso che nessuno di voi avrebbe detto che Lino, poareto, tanto bon, un santo fiolo, ma addirittura che tien in bagolo tutta sta gente, che fa prediche sulla passion, eccetera eccetera.Abbiamo visto della gente che si è lanciata, potrei dire di don Gianni, di don Ugo, potrei dire di tutti; don Luigi Mecenero ormai è parroco "ubique terrarum". Si sono lanciati perché dopo il Signore dà forza, il Signore aiuta, anche sul piano umano. Perché il Signore ha detto nel santo Vangelo: "Non state a preoccuparvi di quel che direte", eccetera. Vuol dire che se uno si è preparato bene, se uno ha sfruttato i suoi talenti, si è sforzato di trafficare i suoi talenti, dopo non stia preoccuparsi, perché il Signore pensa lui.Un giovane che si prepara bene nella casa di formazione, che studia, che prega, cioè che sviluppa l'uomo di Dio, che sviluppa l'apostolo, cioè che ce la mette tutta per prepararsi bene... "E dopo cosa farò?". Non aver paura! Quando tu ce l'hai messa tutta da parte tua, penserà il Signore. Il Signore ha detto: "Non preoccupatevi perché ci sarò io!". E vi posso dire: ho visto che c'era lui. E che ha fatto fare ai nostri figlioli delle cose più grandi di loro, come è solito fare il Signore, no? Manda uno a prendere alcuni pani, e poi il miracolo lo fa lui che moltiplica i pani.
MO202,7 [16-10-1967]
7 Però, il tempo sta passando, però vi dico questo: se abbiamo trovato i nostri dodici figlioli in queste condizioni, il pensiero mio è questo: dobbiamo ringraziare la Madonna e i santi, la Madonna e i santi. Partiamo con i santi prima e dopo terminiamo con la Madonna.Vi siete dimenticati che abbiamo un nostro fratello che ha sparso il sangue per i missionari? Eravamo lì a Rio Hondo, a tavola insieme; sopra la credenza c'era la fotografia del nostro caro Giorgio e ad un dato momento, vero, abbiamo creduto conveniente ricordare la scena di quei giorni. E ho detto: "Vedete, il Signore vi ha benedetti; il Signore sta aiutandovi, è in mezzo a voialtri, e vedete, toccate con mano; ma ricordatevi che c'è il sangue di un fratello. Un fratello ha sparso il sangue per voi e per gli altri missionari. Ricordatevi che ha detto a Dio: "Signore, se è necessaria una vittima, eccomi qua! Sono pronto a dare il sangue per le missioni!". E il Signore ha accolto questa offerta, e sulla strada, mica scherzare, ha dato il sangue. Ricordatevi che questo fratello è lassù in Paradiso vicino al trono di Dio, ed è là che intercede per noi”.Ora, ecco fratelli miei, primo pensiero: ricordiamoci che abbiamo in Paradiso qualcuno che sta lavorando per la Congregazione. Perciò, il nostro primo pensiero deve essere proprio questo: rivolgiamoci lassù, rivolgiamoci ai nostri santi protettori. Io mi rivolgo a mia mamma, a mio papà... Rivolgiamoci al nostro caro Giorgio. E pensiamo che più di una volta ci troveremo in difficoltà. Come faremo? Io direi, o figlioli: non vogliamo insomma, ecco, fare da soli. Ricordiamo che di là c'è un altro mondo e questo mondo è vicinissimo a noialtri, che è più interessato questo mondo di noi, per la salvezza dei nostri fratelli che abbiamo in America o qua o là. E perciò, crediamo anche a questa benedetta intercessione dei nostri santi. E vorrei dire in modo particolare crediamo un pochino di più al nostro caro Giorgio, che è già là, primo membro della Congregazione in Paradiso.
MO202,8 [16-10-1967]
8 Poi la questione della Madonna. Sentite, questa Congregazione è nata, si può dire, dal cuore della Madonna. Voi vedete che ha l'impronta mariana. Gesù noi lo troviamo là tra le braccia della Madonna. La Congregazione è tra le braccia proprio della Madonna, che è la mamma della Chiesa. Come ieri la Madonna era la mamma di Gesù, oggi è la mamma del Cristo mistico, no, è la mamma della Chiesa, e naturalmente è la mamma della Congregazione.Ora, l'ho affidata, prima ancora che veniste voi, la Congregazione alla Madonna. Quando, vi ricordate quel giorno che abbiamo fatto la consacrazione di tutta la Congregazione alla Madonna, vi ho detto questo: che prima, quando ero piccolo io, mia mamma mi ha messo nella mani della Madonna; quando sono stato un po' più grandicello, io mi sono riconfermato nelle mani della Madonna. Poi quando si è trattato di essere sacerdote, ho messo il mio sacerdozio nelle mani della Madonna; quando si è trattato di incominciare la Congregazione l'ho messa, ancora prima che nascesse, nelle mani della Madonna.Voi, quando siete stati un po' più grandi, avete anche voi riconfermato questa vostra posizione nella mani della Madonna. Ora ecco, senza togliere niente a tutto quello che è stato detto, dell'altare e del Cristo, ricordatevi sempre: "Ad Jesum per Mariam". E penso che più di una volta sul vostro cammino sentirete il bisogno di avere una mamma, sentirete il bisogno qui nella casa di formazione, nei momenti di scoraggiamento, di tentazione. Ma sentirete il bisogno in modo particolarissimo quando vi troverete in campo di azione apostolica. Vi saranno dei momenti, figlioli, in cui la natura non è più capace di andare avanti. Vi saranno dei momenti, come Gesù, "fatigatus itinere". Quando tu leggi il santo Vangelo e leggi quella parola lì: Gesù vicino al pozzo di Giacobbe "fatigatus itinere", vuol dire fatica. Una fadiga! Stufo, straco? Te se la parola fadiga: non ghin posso più!Però attenti. Quando Gesù è "fatigatus itinere" viene la Samaritana, si dimentica di essere stanco, e comincia a lavorare; cioè la volontà supera, si può dire, la natura, no? Per cui quando verranno gli Apostoli dirà: “Ma il cibo? Io ho ben altro cibo, il cibo di fare la volontà di Dio, la volontà del Padre”. Per cui, ad un dato momento, pure stanco, viene la volontà che domina il "fatigatus itinere", viene una povera donna samaritana, si dimentica di essere stanco e comincia la conversione di quella povera donna. Arrivano gli altri e..."Ecco il cibo". "Ah no, no. Go xa el cibo, nel senso che il mio cibo xe la volontà del Padre".Ecco, ci troveremo spesso, figlioli, in questa situazione: "Fatigatus", sono stanco, scoraggiato, non ne posso più. Oggi, e specialmente domani. Però ricordatevi: anche voi ad un dato momento sarete capaci di superare con un atto di volontà, la stanchezza del fisico, la stanchezza dello spirituale, sarete capaci di superare soltanto se avrete vicino a voi una mamma che vi darà coraggio.Le nostre mamme, e termino, quante volte ve l'hanno fatta. Ecco là qualche ragazzino che va dalla mamma pianzendo: "Mamma, mamma...". "Cossa ghe xe? Vedemo, cossa vuto che la sia quella roba là". Un basetto e... El va via tutto contento e nol ga più male. Non vi è mai capitata questa roba qua?Ecco, una roba simile deve essere la nostra vita. Un momento: "Basta, non ce la fasso più! Sono stufo, stracco, qua e là... Madonna, aiutame!". Basta, scomparso tutto. O per lo meno non si sente più il male di prima, lo scoraggiamento di prima.Fratelli non è... per le anime che vi aspettano... Vi raccomando... Finché siete qui crescete nella devozione alla Madonna. Ma nella devozione no matematica, ma devozione intima di un figlio che crede alla mamma, un figlio che vuol bene alla mamma e che mette tutto se stesso, la propria purezza, la propria umiltà, il proprio spirito di sacrificio, che mette completamente se stesso nelle mani della Madonna.Se vi metterete nelle mani della Madonna, ripeto quello che ha detto il nunzio apostolico in Argentina: “Se ghe xe ancora fede, bisogna ringraziare la Madonna e i santi”.