1 Guardando il viaggio di Gesù, coronato di spine, che camminava verso il Calvario, mi son domandato: "Tu, Signore, quando ti sei incontrato con qualcuno in Palestina, hai mai lasciata l'occasione per fargli del bene?". Ecco una domanda che mi son fatto, e io penso certamente di no. Però dovrebbe essere la stessa identica cosa anche per noi. Quando io mi incontro, e voi sapete che questo è mica un tema vecchio per noi: "L'apostolo deve dare!", per noi, sacerdoti e diaconi, non possiamo avvicinarci a una persona senza sentire il dovere di dargli qualche cosa. L'apostolo deve dare; che cosa deve dare? Io sono stato chiamato appunto per dare qualche cosa alle persone che incontro, che il Signore ha messo sul mio cammino.Questa mattina diceva appunto Giuseppe, lì, che parlavamo insieme del diacono Filippo, è stato messo da Dio sul cammino dell'eunuco, e dopo non c'è stato più bisogno che il Signore gli dicesse altre cose, perché lui sapeva che doveva dargli qualche cosa.Quando io mi avvicino a un'anima o, meglio, il Signore mi mette tra i piedi una creatura, non me la mette per caso tra i piedi la creatura. E guardate che saremo giudicati dal Signore su questa roba qui. "Io ti avevo mandato, ti avevo fatto rompere la gomma apposta perché, sotto, c'era un meccanico lì che aveva bisogno di te. Io ho fatto venire apposta da te uno per domandarti una cosa, gli ho fatto ammalare il figlio apposta perché venisse lì da te a domandare un consiglio su come si può fare, perché venisse vicino a un prete".Ora, dicevamo questa mattina che... - e poi ne parleremo, continueremo col diaconato lì, quando arriveremo al diaconato - che è difficile far questo, perché ci vuol un atto di volontà per far questo, ed è difficile per i sacerdoti, e ancora più difficile per il diacono, perché è vestito in borghese. Perché, per il sacerdote, supponiamo, dicevamo stamattina, fosse partito... C'era qui Ruggero, Ruggero va a casa e una buona vecchietta comincia a parlargli di Dio: "Dio... guardi... qua, là, eccetera!"; per lui, quasi quasi, è più difficile far di meno di parlare del Signore che non parlare del Signore, in quanto che è stuzzicato dall'amor proprio, vero? Perché quando la vecchietta parla: "Oh, voialtri qua... voialtri là...", se lu parla del Signore, vivaddio aumenta nel concetto, vero, della buona vecchietta: "Che santo fiolo che xe Ruggero!", dixe la vecieta. E perciò è un po' naturale assecondare il buon discorso di quella vecchietta.
MO214,2 [17-12-1967]
2 Sbaglio, don Piero? Ti che te ghe studià teologia, vero? No xe giusto, no?Perciò digo, uno vestito da prete, quasi naturalmente uno vestito da prete si inserisce in un discorso buono, e la buona gente quasi quasi naturalmente incomincia: "Sia lodato Gesù Cristo!", quasi l'inizio di un discorso buono, no? La nostra buona gente di campagna: “Oh, padre! Sia lodato Gesù Cristo". Ecco iniziato, iniziato il dialogo, no? El scominzia... dall'altra parte el discorso della bona gente. Se invece c'è uno che si scaglia contro la veste, c'è quasi l'amor proprio che fa entrare in scena per difendere la Chiesa. "Eh, voialtri preti! Eh, i preti!", perché i vede el prete, no, è quasi l'amor proprio che fa così. C'è poi il momento... Questi sono i due casi limite, no, caso buono e caso del male. Poi c'è il momento in cui il sacerdote deve captare quel filo, piccolo filo che viene gettato, per poter inserirsi e portare Dio.Ma il diacono, vestito in borghese, sente uno parlar male, e lu pol fare le recie da mercante. Sente uno che dice una parola, e lu pol fare le recie da mercante. Ma, e pure resta un dovere, ecco perché io insisto sempre: "Il diacono deve essere prete due volte!". E quando dico prete due volte, intendo dire: dev'essere pieno di Dio, pieno di Dio in modo tale che deve sentire il bisogno di dare Dio, deve sentire il bisogno di dare Dio. Non c'è niente da fare, niente da fare!Noi siamo qui per riempirci di Dio e dobbiamo sentire, proprio sentire il bisogno di dare Dio: dobbiamo dare Dio. Vedete... Quante volte ho detto quella di monsignor Volpato, che è "il peggiore dei mestieri e la più sublime delle missioni”! Certo, è una missione... Che cosa fa il prete, che cosa fa il diacono? È il portatore di Dio, è uno che vive in continuo contatto col Signore, e sente il bisogno di dare il Signore. E allora, c'è un'anima da istruire, c'è un bambino da... a seconda della persona che incontra... ma quelli che sono... che incontriamo sul nostro cammino, Dio ce li mette appunto per questo: perché li portiamo su. Chi è in peccato mortale, per istruire, illuminare, per sostenere, per consolare, per spargere la gioia, direbbe Renzo, no? Con la gioia, col sorriso... ma seminare Cristo!
MO214,3 [17-12-1967]
3 Non so se esagero, se sbaglio. Ora, vedete, ecco, tutto quello che noi facciamo qua dentro, deve essere fatto per questo motivo. Anche le vacanze stesse, voi dovete andare casa e predicare. Perciò, non potete indifferentemente... trovo una persona... fasso qua, fasso là... vo a casa a fare... me organizzo per le vacanze: magnare e bèvare, fare gite, divertirme! Ma no, benedetto fiolo! Cambia mestiere, cambia mestiere! Qui siamo tutti volontari...Costa sacrificio, per esempio, in quel dato momento attaccar botòn con uno, perché sarìa molto più facile dire: adesso me metto a leggere un libro, o fasso una roba che me piase. Guardate che il sacrificio costa.Guardate, mi stamattina... Ve porto un particolare: mi son partìo stamattina dopo la Messa, e go sevità a ciacolare fin l'ora de andar mangiare. Ma, ve lo confesso, mi è costato forte: prima parchè gavea i bronchi che me fasea combattere, e poi perché sentìa el bisogno de metterme calmo in stanza, vero, e leggere.Vardè, costa sacrificio, vi dico, costa sacrificio... e, anzi, ringraziemo il Signore che costa sacrificio. Non è una cosa che deve venire naturalmente, è una cosa voluta dalla volontà, che si deve fare per amore di Dio, che si deve fare... anche se il Signore... in chiesa ghe xe Gesù, e allora vo fora e parlo di Gesù. Quello può essere sentimento... Tu sai che c'è Dio, sai che c'è Gesù Cristo, sai che tu... che è morto per te, e ti taca botòn. Niente da fare! Gusto o non gusto, voglia o non voglia, quando si tratta...Guardate Nostro Signore Gesù al pozzo, là, di Samaria, no, di Sichem: cosa xe che el ga fatto? El gera stufo, "fatigatus ex itinere...", no l'è gnanca andà insieme con gli Apostoli a magnare. "Fe un piassere voialtri, ca non ghin posso pì!...". Vien nda donna: basta! La parte sensibile non se discute più, la volontà comanda alla parte sensibile, e avanti... el scominsia a farghe nda predica e se converte la femena, no?Questo xe el lavoro nostro! Ora, ecco, anche tutte le cose che stiamo trattando bisogna trattarle così, eh, trattarle così. Voi andate a casa tre giorni, dal sabato al martedì sera: voi dovete predicare, andate a predicare... non c'è niente da fare, voi andate a predicare! Dovete predicare a casa vostra, dovete predicare in casa dei parenti dove andate a visitare i parenti, dovete predicare sulla strada, con le persone che incontrate, dovete predicare Cristo. Ma se non predicate oggi che siete già Religiosi, che avete già i Voti, che siete già consacrati al Signore... ma chi è che deve predicare il Signore?
MO214,4 [17-12-1967]
4 Poi, se volete restare per qualche giorno di più, va bene, restateci... dal martedì sera al sabato sera, però vi impegno moralmente, onestamente, vero: "Io resto a casa, perché? Perché vado... il superiore, e cioè Nostro Signore, mi lascia in famiglia, non per restare in famiglia, mi lascia per andare in cerca di vocazioni". Perché andiamo in cerca di vocazioni? Perché ci sono dei posti dove ci sono delle anime che attendono una luce. Ora, pensate una cosa soltanto: passa vicino a voi uno che potrebbe essere salvo attraverso la vostra parola, e forse va all'Inferno perché non avete fatto il sacrificio, o siete stati poco furbi, non siete stati... così, non vi siete interessati. Passate vicino a uno che potrebbe essere un apostolo, e dovrebbe essere, mettiamo, un apostolo domani in America Latina, e per sempre resterà quella zona senza prete, senza diacono, perché voi non l'avete cercato.Guardate, per esempio, adesso abbiamo avuto, abbiamo avuto... Chi è? L'ultimo che è venuto dentro, Graziano, no? È passato vicino a Graziano don Giuseppe... è passato vicino don Marcello, hanno visto un uomo di Dio, un uomo, uno che poteva, hanno visto... un ragazzo d'oro. Ma chi l'ha scoperto? Uno che aveva il cuore sacerdotale. Chi l'ha aiutato?Ora, se voi domani passate vicino ad un ragazzo, che può essere un ragazzo di quattordici, quindici, vent'anni, e non lo aiutate, e passate indifferentemente, guardate che avete una responsabilità, perché, scusatemi tanto, tutta la gente fuori... Guardate gli industriali fuori come si interessano delle loro cose! Non possiamo noi andare avanti così, come fioi de fameja. A un dato momento dobbiamo prendere coscienza della nostra responsabilità.Non so... esagero? Ulisse, sìto d'accordo con mi, caro? Xe giusta o no sta roba?Perciò digo: scuseme, mi, par conto mio, ecco, non son capace di capire, arrivati a questo punto di... nella Congregazione, che uno vada a casa, così come ndaria a casa un toseto delle medie: "Eh, adesso vo a trovar me zia... dopo quela me dà la mancia de qua...", el fa i so capriccetti, pensa a questo, pensa... Non posso concepire questo. Preferisco la Congregazione ridurla invece che a cento, a dieci, ma che siano dieci così. Facciamo molto di più! Sbaglio? Meglio dieci piuttosto, meglio che si ritirino gli altri novanta, ma conto che siano gente cosi. Perché guardate che se no, in mezzo a... se vivemo alla media, no gavemo gnente da fare! Uomini, uomini accesi di Dio, sto mondo qua el ga bisogno oggi! Ve l'ho detto tante volte: si tratta... non si tratta di numero, si tratta di qualità! E voi direte: "Ma, e allora, perché dobbiamo andare in cerca degli altri, se si tratta di qualità e non di numero?". Ma si tratta di qualità, e non di numero.D'accordo? Avete qualche cosa da obiettare? Mario Corato? Possiamo procedere.Premesso questo, allora state attenti: io vorrei sapere qui, tanto per avere un po' l'idea, facciamo un brevissimo elenco di chi ritorna martedì sera, in modo da avere un pochino... sapere... chiaro? Si dev'essere ben preparati ad essere gli uomini di Dio. E anche qui dentro dobbiamo cercare di riversare nei nostri fratelli quell'amore di Dio che dobbiamo avere dentro di noi.
MO214,5 [17-12-1967]
5 Ora, riguardo al numero della televisione e riguardo al cinema.Riguardo al cinema avevamo detto di fare il cinema ogni quindici giorni.Riguardo alla televisione è stato preparato qui un progettino, 'progetto di legge': "Disposizioni sull'uso della televisione". Ci sono quattro premesse. "Primo: ogni apostolo deve essere traboccante di Dio, per cui approfitta di ogni occasione per parlare di lui, del suo regno, del Vangelo; è questo un dovere professionale dell'apostolo...". Prima premessa! "Seconda premessa: l'apostolo parla di sport, di cultura, di politica, eccetera, in tanto in quanto ciò serve per agganciare un'anima e portarla a Dio. Se lo fa per altri motivi, sa che perde tempo e tradisce la propria vocazione". "Terzo: per prepararsi...", se no, se pol star fora nel mondo, star boni giovani dell'Azione Cattolica, boni papà de fameja! Ma se uno vol darsi completamente al Signore, ha rinunciato totalmente, e se ne serve, di queste cose, in tanto in quanto. "Terzo: per prepararsi ad essere apostolo traboccante di Dio...". Scusate, c'è qualcuno che sta pensando, vero, un pochino che xe esagerato questo. Voi non potete fare il confronto col cappellano, col parroco, o con... altra gente che xe fora. Perché? Perché sapete che la Congregazione è un ritornare a duemila anni fa; duemila anni fa non credo che ghe gera la 'Gazzetta dello sport'. Penso che Nostro Signore, San Paolo e compagni no i gaveva mia tempo, pensando che i gaveva il mondo intero davanti, a perderse drio quelle robe là. San Paolo se serve e dice: "Vero...", e qualche volta el ciapa anche qualche granchio... però, però... si serve.
MO214,6 [17-12-1967]
6 Domani in mezzo ai giovani si può essere ben informà... Anca mi me interesso e domando se ga vinto il Vicenza o 'l ga perso. Galo perso? Mejo per Siller, poareto... mi me interesso solo per Siller. Domani, domani siete in campo apostolico, vedrete che Siller gh'in sarà tanti, e allora, sa, per restare in mezzo... è giusto... ma a voi interessa una cosa sola: l'anima! È chiaro? Io vi assicuro che no me fa né caldo né freddo vinca o perda Vicenza... per Siller, poareto... a son così contento a veder che l'è contento... l'è così bon, el prega così tanto de gusto! E allora, sa: "Ah, Siller, poareto, come xela? Siller...". Basta, in tanto in quanto. Non è da...State attenti: io non son capace di concepire un giovane che sta preparandosi alla vita sacerdotale, alla vita diaconale, che perda la testa: "Ma... i ga fatto qua...", che si interessi tanto in sto genere qui. Per conto mio è uno che vuol star sentà su dò careghe. "Ma qualcossa ghe vole!". Sì, te fe nda bela partìa de calcio... Fosse una cosa così, un po' accademica... ma che uno perda la testa par quele robe là...“Terzo, terza premessa: per prepararsi ad essere apostolo traboccante di Dio occorre tempo, perché si tratta non solo di imparare le nozioni, ma soprattutto di vivere... di viverle e sperimentarle. Ora, siccome il tempo per prepararsi è sempre poco, chi vuole essere apostolo cercherà di scegliere, tra le cose lecite e utili da apprendere, quelle più necessarie al suo scopo, per poter essere pronto a dare alle anime, quando gliela chiederanno, la scienza di Dio”."Quarto: un apostolo in attività apostolica può permettersi di perdere ore per guardare la televisione?". Punto interrogativo.Ti, Ulisse, che te vien da Crotone, può uno che veramente vol far ben el so dovere, perdere le ore alla sera e star là alla television: galo tempo?Me ricordo che, quanto male che son stà l'anno scorso che in un certo posto che son nda, fora d'Italia, te vedevi là sti preti: television, television, television... E le anime fora che le 'spetta.Uno che veramente, che veramente... in una comunità, per esempio... Tu, Zeno, che hai visto le varie comunità, ci sarebbe il tempo per quelle robe lì, secondo te, ah, Zeno?Se ghe xe una roba necessaria a vedersi, sì, ma se digo: gavemo tempo de star là le ore alla sera... Una volta se dixe: "Ben, se distendemo”, ma allora la xe una necessità di distensione, ma dire... per metterse là do tre volte alla settimana a perdere ore alla televisione: in coscienza, non so se xe a posto, uno...
MO214,7 [17-12-1967]
7 Perché, vardè, in un paese, un medico, un medico in un paese, può... in un paese, dixemo a Quinto, no, il medico può star là le ore alla television. Ma se in quel paese ghe xe un'epidemia, e questa epidemia, mettemo che el sia vaiolo, mortale, mette in condizioni che nel paese de Quinto, che xe millecinquecento anime, ghe sia... no, ghe xe anca Valproto, no, dunque el ga tremila anime el comune; un medico ha tremila anime... ben, supponemo che el ga tremila creature, e supponemo che su tremila ghe sia cinquecento ammalati, e che su sti cinquecento ammalati ghe sia trenta quaranta di gravi, ditemi se il medico nol passa gnanca a visitarli... e che el perdesse le ore ogni sera a star là a vardar la television!Quando... che nell'ospedale, durante la guerra, ghe gera stà el bombardamento, Pototschnig ga continuà a operare giorno e notte... un par de notte el ga continuà. Cose da matti, cose durissime... e per salvare gente, per salvare gente! Ora, un medico coscienzioso, che gavesse tutti questi ammalati, e che gavesse parecchi casi gravi, mi digo che el fa fadiga anca a mangiare, quasi.Ora, per conto mio, uno che ha coscienza, coscienza della situazione oggi delle anime, non so dove che el trova el tempo de dire: "Beh, adesso basta, go fatto... adesso intanto semo liberi e stemo qua!", se el sa che col suo apostolato el pol salvare un'anima. Dirì che son un pochin esagerato. Mi no so, ma... Ti, Zeno, che te ghe girà el mondo, te sentirisito alla sera de star là, do tre ore alla sera alla television, eccetera, con quello che ghe xe da fare in giro pel mondo? Una volta se pol farlo... se perdemo via... una sc-ianta de distension, ma normalmente, far nda roba normalmente così! Per conto mio la xe nda malattia tremenda, e vardè che ghe xe chi la fa.Ma, anime de Dio, me par, me par che semo fora de posto, insomma, ecco: no ghemo coscienza della responsabilità ca ghèmo! Stimèmo più el corpo del malato, perché se ghe xe gente malà o gente grave, eccetera, allora pronti così... E l'anima? In fondo, el corpo, se el more, sì, se tratta de un pochi de anni de pì de salvare el corpo, ma l'anima pol essere avvià per la rovina eterna, vero? Go paura che minaccemo de fare una religione un po'... umana, così, de far un bon mestierèto, vero! Le xe verità eterne, fioi! Paradiso e Inferno, vero? Paradiso e Inferno! Per tante anime... se le more improvvisamente xe l'Inferno, vero? Mi me pare che la xe roba... bisogna pensarghe sora spesso a sta roba qua.
MO214,8 [17-12-1967]
8 "Un apostolo... o non impiegherà piuttosto il suo tempo per pregare, studiare, trattare coi confratelli la tattica di guerra, e per unirsi sempre di più a loro nella carità?".Per esempio, la comunità: alla sera, tu vedi sparire la comunità. Ghe xe la television magari in sala da pranzo, e alla sera, tàca la television. Ma dove vala a finire la comunità? Dove va a finire il parlare insieme, il discutere insieme, il trattare insieme i problemi apostolici, il scambiarse una esperienza, dire: "Varda, ancò me xe capità questo... ancò son stà male... go sbaglià... ancò, ringraziando il Signore, la me xe nda ben...", lavorare insieme? Ma capì che saria un disastro, vero, mi la vedaria un disastro la televisione accesa ogni sera. Che sia accesa un momentino, come ca femo noialtri in refettorio che tachèmo la radio, e dopo, co ghèmo sentìo un pochetin come che la boje, sàra baracca e burattini, per sentire le notizie un po', essere un po' aggiornati, lo capisso anca mi; xe le otto e mezza: “Tàca un po' la television che sentemo un po' le notizie. Basta, dopo continuemo la nostra conversazione, continuemo a fonderse insieme tra noialtri. Ghe xe un qualche cosa di importante, che vale la pena? E allora se tàca.Vardè, tusi, no lasséve prendere dalla tentazione. Mi, par conto mio, la xe una tentazione, forte... e disìmelo se non sì d'accordo con mi, de dire: "Bisogna vedere perché se no fèmo brutta figura perché no gavemo visto. Bisogna leggere e bisogna vedere". Perché ghe xe qualche sacerdote che, per non fare questa brutta figura di non essere aggiornato, di non essere aggiornato, vero, el fa la figura poi de non essere aggiornato quando che i altri i dixe: "Par piassere, ne mòstrito el Signore?", "No lo go mai visto... e non so dove che el staga de casa".Posso dirvi che so, so casi che... “Bisogna leggere tutte le riviste par vedare cosa che leze i tusi”, vero? E dopo i zonta peccato mortale a peccato mortale, perché dopo la natura umana xe natura umana, vero? Ma intanto, sa, se se giustifica che bisogna vedere quelo che leze i tusi, che bisogna renderse conto, bisogna vedere questo, bisogna vedere quello... e, sa, la meditazion magari se la salta, e drìo la meditazion se salta el rosario, magari regolarmente.
MO214,9 [17-12-1967]
9 Mi so de qualche sacerdote che salta via meditazione, salta via lettura spirituale, salta via corona, vero, per essere aggiornato. E dopo, cosa ghe dàlo alle anime, cosa ghe dàlo?Ecco, mi dirìa, vardè che questo, questo l'è un pericolo dove che mi, ca go cinquantadò anni, mi go paura. Sìo convinti? Xe facilissimo cascare. Perché alla sera, ogni sera ghe xe la tentazion de lezare un libro inveze che lezarne un altro per fare el mattutino, perché xe più pesante leggere un libro santo e metterse lì a meditare nda sc-ianta, che non lezare 'Meridiano 12' o lezare una rivista o lezare qualcosa altro... con la scusa della distension. Xe più facile vedare qualcosa alla television che star là diese minuti, star là a vardare e dopo via. Stemo attenti... perché, vardè che le xe tremende.Ora, mi go fissà alcuni punti. Se gavì qualcosa da obiettare... con queste premesse, vero...Vediamo un po' cosa si può concludere. Mi pensavo questo. Disposizioni: quanto viene stabilito vale per tutti i novizi e religiosi di ogni gruppo, perciò vale anche per me. Va bene? Vale anche per don Ottorino. E mettemose d'accordo: se ghì da obiettare qualcosa, discutemo, e dopo cambiemo, ma, però, mi... farìa nda roba de sto genere qua. Viene nominata un'apposita commissione incaricata di scegliere i programmi televisivi per tre sere alla settimana.
MO214,10 [17-12-1967]
10 In ogni intervento del Signore nella storia xe logico che anche gli uomini ga da avere un colore proprio. I Francescani xe Francescani, noi se confonde con nessun altro. Quando che San Francesco cominciò i Francescani, no l'è andà a vedere, a copiare da uno l'altro st'altro: el ga comincià i Francescani, che i ga un colore loro proprio.Allora, questo lavoro mi go dovudo farlo coi preti. Quando go comincià, mi me son messo subito dinanzi al dilemma: devo fare preti prima o fare preti e diaconi insieme? E ho preferito dire: prima i preti, perché, sa, za xe fadiga farne un gruppo, vero, che averne due xe cose da morire. Allora, i più veci qua dentro ga capìo una cosa, e i xe testimoni de questo. Go dito: partèmo coi preti.Però, mi me son trovà dinanzi a robe di questo genere qua: che gavevo in testa il prete prototipo, come go in testa il diacono prototipo, e più de una volta ve go dito: "Vardè che mi go sentìo una canzone, son stonà e non son bon ripeterla; bisogna che portè pazienza e forza de note stonà chissà che vegna fora l'armonia". Questo ve lo go dito tante volte. E quando parlavino dei preti, ve ricordè che ve dixea questa: "Xe inutile, non trovarì il prete che... della Congregazione, non lo trovarì disegnato... in seminario, sui libri, nda parte, l'altra... Xe inutile che...”. I vignea casa dal seminario, e so quante lotte che xe stà fatte: "Mah! Bisognarìa che i fosse così...".Ma questo prete non può essere frutto di una società che se mette qua a disegnare un prete: è frutto di un intervento del Signore. Se voialtri vegnì con mi in chiesa e se mettèmo là prostrati dinanzi al Signore e preghemo, come ghemo fatto le tante e tante volte, allora trovemo i vari punti che dipinge questo prete. Ve ricordè che gavemo fatto questo. Ma se voialtri pretendì che questo prete lo tiremo fuori a base di discussione, a base... con la scienza umana, vero, quello xe impossibile; se xe dinanzi all'altare, buttà lì dinanzi all'altare del Signore, podemo far vigner fora i preti che el vole el Signore, qua dentro, se no, niente da fare!
MO214,11 [17-12-1967]
11 Ghemo cercà de far questo tutte le volte che andemo su ad Asiago a Pasqua e Natale, e ghemo visto che ogni tanto vien fora una pennellata. Vedìo, non vi nascondo che, per far questo, mi go dovudo lavorar controcorrente in modo tremendo, ma proprio tremendo, e no ve nascondo anche che go passà tante e tante notti pianzendo. Anche se non go mai dito: "Basta, Signore, non gh'in posso pì!". Ti, Vinicio te sé qualcossa, e qualche altro sa qualcossa. Va ben? Perché... non gh'in podea più... non tirar fora il prete come loro.Poi, ringraziando il Signore, adesso semo 'rivà bene, e a un dato momento xe vegnù fora el Concilio, e te vedi che... Padre Mellinato, quando che el ga visto le prime note del Concilio: "Ciò, ma scusa... ghìo copià là?". Ve ricordè? E a scuola el ga tirà fora le stesse robe che ghivimo dito. Ghìo trovà niente di differente... trovà da modificare quello che gavivimo dito, Giacobbo? Quando che xe vignù fora le prescrizioni, là, i decreti conciliari, varda, caro don Piero, non abbiamo cambiato niente di quello che gavivimo dito qua e tante altre volte, mi pare che gnanca una virgola. Don Vittorio... dove xelo? Venturin nol ghe xe mia? Ah, l'è là! Xe vero o no? Scusa, ti che te conosci un po' a fondo il Concilio, no? Don Vittorio, stà 'tento, ghe xe cambiamenti da fare secondo il Concilio... mettiamo, il prete, no, come lo ghemo sempre sognà noialtri: l'uomo di Dio, l'uomo, l'uomo che si inserisca con le doti umane, che si inserisca...? Ghemo sempre dito ste robe qua? Va ben? Il Concilio galo parlà de ste robe qua? Ghe xe qualche cosa che... "Ciò, adesso xe vignù il Concilio, bisogna ca cambiemo noialtri quelle robe lì!"? Me pare, me pare che, se no me sbaglio, me pararìa de no. Se qualche d’un sa che ghe sia qualcosa... mi go tanto vardà in tutti i busi là dentro... ma me par che... "Che bisogna vivere secondo lo spirito del Vangelo... che bisogna essere aperti...”, quelle robe lì le ghemo sempre dite, va ben? Ma, ringraziando il Signore, con fadiga semo riuscii a viverle.
MO214,12 [17-12-1967]
12 Adesso, xe rivà l'ora che bisogna che vegna fora anche il diacono, ma che el vegna fora de quel colore che el vole il Signore qua dentro. Perciò, xe inutile che 'ndemo a rampegarse sui speci: "Ma mi lo vui così... ma mi lo vui colà...". Se lo vulì così colà, ve fora e fe un'altra Congregazion coi diaconi e fe così colà come che vulì voialtri. Digo male? Le xe brutte parole ca digo, no, don Piero, che el me varda serio. Ma se i xe qua dentro, no posso miga mi farli come ca vui mi! Ma gnanca voialtri no podì farli coma ca vulì voialtri. Insieme andemo lì davanti al Signore e vardemo cosa che el Signore vole, ah? Ma quelo che vole lu, no quelo ca volemo noialtri! Cosa xe che vole el Signore?Secondo mi, e mi pare ormai de avere una certezza tale da poterve dire che questa xe la volontà del Signore, me pare che el diacono deva essere quel ca dixevo prima: prete due volte, intanto. E ghi capìo una cosa, cosa che vol dire prete do volte. Cioè, no se pol dire: "Beh, quelo là... zà, tanto... eh, ben, xe diacono, basta nda s-ciantina manco, parchè tanto, l'è un fratello laico, l'è un sacrestan! El parroco xe nda roba, e el sacrestan xe 'n'altra!". E no, signori! Se poi... no te pol pretendere che il sacrestano di un paese sia all'altezza del parroco per santità... ben, insomma, basta che nda s-ciantina... el sia un bon sacrestan... se anca nol fa tutto quel che fa el parroco, no? Invece no!Il diacono... se ghe xe in una parrocchia un diacono e un prete, per la preghiera, per lo spirito di preghiera, per le ore di adorazione, per lo spirito di compatimento, di carità, di comprensione, cioè per Dio che si manifesta così, per la gioia, per saper compatire, comprendere, eccetera, quello che si deve distinguere dev'essere il diacono. Ma nettamente deve distinguersi dal prete. No dovarìa esserghe distinsion, parchè dovarissimo talmente essere alti, vero, che... cò se xe tanto alti no se vede le differenze de altezza, no? Ma, digo, se ghe fosse da fare una distinzione, il diacono dovarìa essere di più. Perché? Perché... per il motivo che go dito prima, no? Lui deve fare lo sforzo di attaccare senza che i altri ghe daga el spago in man. E per far questo deve essere tanto pieno del Signore. Don Guido, d'accordo?Ecco, premesso questo in fatto di spiritualità, vardè che quelo che mi digo adesso, non... Mi ve sfido trovar fora che non ghe sia... perché, se el fusse solo, solo nel codice di diritto canonico, poi... va ben che per quelo se podarìa anca fare delle esperienze, no?..., ma se el fusse soltanto sul codice di diritto canonico o nei decreti conciliari, qualche cosa contro quel che mi ve digo, digo: no! Eh, no pol esserghe la volontà del Signore se semo contro la volontà della Chiesa gerarchica, no? Ma siccome no ghe xe niente contro e anzi me pare che xe secondo quelo che la dise, eh, noi prendemo... e dixemo: “L'uomo è questo!”.
MO214,13 [17-12-1967]
13 Allora, il diacono: in chiesa sappiamo tutti quello che deve essere, lo vediamo, come abbiamo detto l'altra domenica, concelebrare col sacerdote, proprio al fianco del sacerdote, che dispensa la grazia di Dio nei sacramenti; fuori di chiesa, abbiamo detto è il partigiano di Dio, par dire nda parola grossa, cioè quello che attacca.Giorni fa ho chiesto al Signore di darmi un pochino la lucidità di qualche schiribizzo, qualche disegno, come xe el quadratino al so posto, per poter un po' spiegare agli altri sta roba qua. Perché, sa, spiegarla con parole xe fadiga; spiegare con schizzi xe più facile, no, più facile che i la capisca. Me par de aver trovà fora un qualche cosa che può essere utile, e cioè... Prendendo lo spunto dal diacono Filippo, che noi troviamo negli Atti degli Apostoli, il diacono Filippo è stato chiamato da un angelo del Signore e si è ritrovato sulla via di Gaza; lui è andato là sulla via di Gaza, quando che è arrivato sulla via di Gaza, lo Spirito gli ha detto... cioè, che è deserta. Quando è arrivato sulla via di Gaza... era deserta quando è arrivato, e subito passa un eunuco della regina Candace. Passando questo eunuco, dice lo Spirito: "Avvicinati!". Alt! Ecco l'incontro casuale. Si incontrano. Lui si avvicina, e sentendo l'altro, sentendo l'altro che stava leggendo Isaia, gli dice: "Ciò, senti, capissito quello che te sì drìo lezare?". "Come posso capire se uno non me lo spiega?". Eh, lui sale insieme e glielo spiega. Spiegato, va avanti un po' con l'istruzione, vede un torrente d'acqua e dice: "Non podarìa essere battezzato, dato che c'è l'acqua qui?". Gli fa un po' di esame sul catechismo, sulla fede, e poi lo battezza. Battezzato, lui pieno di grazia di Dio, pieno di gioia, va verso la sua regina, e lo Spirito del Signore prende Filippo e lo porta a Azoto. Da Azoto passa da una città all'altra a far sempre lo stesso mestiere, cioè cosa? Incendiare.Ecco il diacono, che io vorrei rappresentare in questa forma qui, con disegni. Facciamo conto: l'incontro... il diacono che si incontra con l'eunuco... sale insieme... lo battezza... scompare il diacono... e l'eunuco va via, cioè, l'eunuco va. Ma cosa va a fare? A portare Dio, che lui ha in cuore. Facciamo un esempio adesso, sotto a questo: facciamo un parallelo. Vorrei fare dei quadri da mettere nella stanza per le vocazioni, e dopo fare dei libretti con queste robe qui, in modo da unire questo, unire San Paolo... proporre l'idea insomma, in modo da poterla spiegare anche per le vocazioni. Questo può esservi utile, anche a voialtri se domani trovate qualche giovanotto, per spiegarla.
MO214,14 [17-12-1967]
14 Qui abbiamo... vorrei fare questo: una fotografia, con uno dei nostri assistenti, segnando l'assistente con una croce per distinguerlo, ma nella fotografia vorrei mettergli in mano una fiaccola, simbolo della fede, è un montaggio, no, simbolo della fede. Questo assistente, poniamo che sia tu, Giovanni Orfano, che con la macchina si ferma davanti a un meccanico perché la macchina xe rotta. Lu ga la so fiaccola in mano simbolo della fede, il meccanico, in tuta, l'è lì che el varda la macchina. Prima scena. Lui, il Signore lo ha fatto incontrare casualmente, no, quel meccanico. Subito dopo li vediamo seduti in qualche angolo loro due insieme, Orfano con la fiaccola accesa e il meccanico senza fiaccola accesa: occasione per incontrarsi. Lui deve dare fuoco. Poi li vediamo tutti e due seduti insieme in un altro posto, tutti e due con la fiaccola accesa. Poi, il nostro caro diacono Giovanni scompare, e vediamo il meccanico con altri tre quattro meccanici: lui con la fiaccola accesa e gli altri senza fiaccola accesa. Poi un'altra scena ancora: il meccanico con tutti gli altri meccanici con la fiaccola accesa.Intanto, lo Spirito del Signore ha preso Giovanni e lo ha portato qui: è dentro da un magistrato che gli fa un interrogatorio perché ha visto, passando... uno... un incidente... e gli fa un interrogatorio; lui lo interroga e l'altro gli dà il Signore. Magistrato, casuale... poi loro due insieme, come qui, poi tutti e due assieme, via Giovanni... Magistrato con un pochi di magistrati, uno acceso e gli altri no... tutti accesi.Poi un medico, perché el se ga fatto male un pìe e el va là: el tàca botòn... casualmente el se incontra con un medico... Giovanni lo ga acceso e il medico no... accesi tutti e due... via lui, il medico con infermieri e infermiere e medici... e poi, accesi anche gli altri.Questo è il pensiero. Cioè, in altre parole, il diacono si incontra per caso con una persona. Tu, caro Girolamo, vai al mercato a comprare la salata, o vai a comprare qualcosa altro, però il Signore ti aveva mandato là, eh, perché lì c'è uno che ha bisogno di Dio. Dai ancò, dai doman, finché anche lui ha la fiaccola accesa, ma quando che ha la fiaccola accesa, cioè ha preso coscienza di essere cristiano, prende coscienza anche che un cristiano deve insegnare agli altri, se no non è un vero cristiano. È questo, è tutto qui che bisogna arrivare! Non basta mica soltanto che sia un cristiano che va a Messa, no! Bisogna far capire a quel cristiano che non è un vero cristiano se non fa il missionario, il prete, nell'ambiente dove si trova. In virtù del Battesimo, ogni cristiano ha un sacerdozio, no? Nel Matrimonio vedete che i ministri sono proprio gli sposi; in caso di bisogno, qualunque cristiano può battezzare; ma c'è una missione anche, oltre che questa: è la missione apostolica che ha ogni cristiano.
MO214,15 [17-12-1967]
15 E il diacono deve appunto fare questo: suscitare nei cristiani il senso della loro responsabilità che hanno nel portare il Cristo nell'ambiente dove si trovano.Perciò, ecco qui, sarà questo qui l'inviato alla regina d'Etiopia... d'Etiopia, no? Sarà questo l'inviato da Dio a portare la religione in Etiopia, non il diacono Filippo. Il diacono Filippo è stato portato qui per incontrarsi con lui e dargli il Signore, e per istrada glielo ha dato; quando lui ha dato il Signore, via lui e: "Avanti ti! - el ga dito - Continua ti la mia opera!”.Chissà quante comunità cristiane sono sorte proprio in questa forma qui! Il Signore ha messo un diacono vicino ad uno, quello si sente inviato, e via, impianta una comunità cristiana. Ora, questo è il metodo, anche perché, guardate bene, è il mezzo più facile per moltiplicare le energie. Ma, prescindendo da facile o difficile, è il mezzo voluto dal Concilio, perché il Concilio continua a insistere che i laici hanno questo dovere, perciò ci inseriamo completamente, pienamente nel Concilio. Fosse stato prima del Concilio, avrebbero potuto alcuni criticarci, dire qualche parola; ma adesso abbiamo tutti i decreti conciliari a favore nostro.Nessuno può impedire che il nostro diacono imiti il diacono Filippo. Nessuno può impedire che il nostro diacono insegni, quando si incontra con uno, e che spinga quest'uno, ecco il punto delicato, che spinga quest'uno ad essere prete nella Chiesa dove si trova. Non occorre più che il prete si levi la veste e vada poi in mezzo ai meccanici per portare Cristo. E neanche occorre più che il diacono vada lui a fare il meccanico in mezzo ai meccanici per portare Cristo; è sufficiente che il meccanico... cioè, che il diacono, quando si trova con un meccanico, riesca a fare il diacono sul serio e trasformare quel meccanico in un prete.Ma per fare questo è difficile... lo so anch'io che è difficile. È difficile per chi mette la confidenza solo nelle sue proprie forze, per chi crede, vero, con il cinema, con la television, con lo sport, con quelle cose, prepararsi alla vita apostolica. Ma per uno invece che sa che tutta la sua forza è nel tabernacolo, nella Sacra Scrittura, nei libri santi, nello spirito di mortificazione, e poi anche nell'aggiornamento... lo tiene come ultimo, non come primo, per lo più non è difficile, perché il Signore, al momento giusto, ti insegna come fare. Ma se invece noialtri pretendiamo di accontentare tutto il mondo e dopo fare anca sta roba qua... allora è impossibile.Ecco, mi pare che è sufficiente. Gianni? O vorresti di più?