1.Con una giornata così penso che è una cosa... un disprisio, volevo dire indecorosa... Non se pole mia dire ste parole a don Piero; don Giuseppe, ti sì che te ghe studià cartoline, vero, lettere e cartoline. Ancò sarìa una giornata da andar su in montagna, farghe una sorpresa ai tosi, corriera e via in montagna, no?E invexe di questa sorpresa, ve ne faccio un'altra. Questa notte ha telefonato mons. Di Stefano. Ha telefonato... mi ha detto di restare alle nove precise al telefono perché ha da telefonarmi... comunque di dirvi questo: che ieri è stato ricevuto dal Santo Padre e ha parlato a lungo de qua e del diaconato e il Papa è stato veramente interessato e contentissimo, ha detto. Ha parlato a lungo del diaconato ed è stato veramente contento, veramente interessato. Che questa mattina alle nove che sia al telefono che ha da parlarmi.Questa mattina il vescovo sta ricevendo i vicari foranei: alle nove e mezza ne ha uno e alle undici un altro. Ma prima delle nove, verso le nove, don Guido sarà alla porta del vescovo disendo che el ga da domandarghe una robetta solo. Siccome che ha chiesto a mons. Bison, che ha in mano l'istruzione religiosa, catechistica della diocesi, ha detto: "Senta, gavarissimo intenzion de andare nelle scuole superiori per fare quel filmetto...". El dise: "El varda che ghe vole el permesso del vescovo". "Ghemo el permesso de mons. Fanton". "Mons. Zinato ghe vole, direttamente mons. Zinato", el ga dito. E allora questa mattina el va da mons. Zinato a dire: "Eccellenza, el varda che, siccome gavarissimo intension de andare a presentare il diaconato nelle scuole, volevimo sentire se nol ga niente in contrario". Così. El dise: "Varda, semo già andà, per esempio, a Lodi. Se el vole vegnemo a farghela a lu una sera prima, se el vole vederlo una sera". El se ga fatto tutte le note, el se ga preparà tutte le note con l'intenzion de mostrare al vescovo cos'è il diaconato, come lo pensiamo noi, insomma. Non il diacono sacrestano, eccetera, ma il diacono... una pastorale nuova con il diacono. Anche qua, se fosse prendere in mano una parrocchia... Qua delle frasi che, se el ga tempo, el ghe dise: "Eccellenza, el me daga in man una parrocchia, due preti e due diaconi, e ghe mostraremo quanto diverso che xe che non una parrocchia, anche qua, presa in mano da quattro preti".“Fa' el superbo, go dito, in nomine Domini, se xe necessario. Caso mai fa come mons. Baggio, te se, che i lo ga mandà a 33 anni in Colombia, là, e uno dei motivi: perché te si giovane; caso mai se te fe anca un sbaglio”. Sa, xe la prima missione apostolica che el fa, eccetera. Anca se el ghin commette qualcuna de grossa... "Ma mi ghe le digo, mi, salo", el ga dito. Forse don Guido non ga mia paura de dirle, vero? Sicché, mentre da Roma arriva la telefonata, ghe sarà don Guido che sta telefonando... la telefonata al vescovo la dà in altra forma, capissito, Giorgio?Procedamus!
MO231,2[12-03-1968]
2.Sentì, ghe xe un'altra meditazione qua, che vien subito dopo, dopo l'umiltà... coraggio, umiltà e forza. Come se fa a saltarla via? Soltanto vorrei che ci mettessimo un po' in comunicazione col Signore.Ho avuto ultimamente contatto con un'anima. Visto che non saliva, ho fatto una domanda, ho chiesto a quest'anima se insomma facesse o non facesse la meditazione. "Oh, ma, misericordia!". E allora ho fatto un po' di esame sulla meditazione, vero, e ho dovuto costatare, mentre che a prima vista quest'anima diceva... - un'anima che avevo occasione di vedere in altre circostanze, di incontri così - mentre che prima si è dimostrata un po' scandalizzata quest'anima perché ho domandato: "Ma, scusa... fai la meditazione?", "Ma, certo! Ma, per carità!". Beh, è venuto fuori che per lo meno da un anno non fa meditazione, perché fa... prende in mano il libro, ma era lettura e... Constatazione è stata questa: che nella mezz'ora o più di meditazione che faceva quest'anima, non si metteva mai in contatto con il Signore, mai! Era uno studio, erano note personali, si copiava giù delle cose per avere delle belle frasi, delle belle parole... Ma era uno studio, insomma. Sarebbe come dire quando che parlava il prof. Peretti, la differenza fra studio e predicazione.Ora la meditazione non è studio, non è leggere mezz'ora. Tanto vale in quanto io mi metto in contatto con il Signore, in quanto le cose le discuto con il Signore. Se mi metto, per esempio, assieme con te e ci mettiamo a trattare di alcune cose insieme, è diverso che non mettermi da solo a pensarle; se ci mettiamo a trattarle insieme per realizzarle, è una cosa diversa, no? Ora, con la meditazione, io devo mettermi in contatto con il Signore.Quando fate meditazione da soli, a un dato momento, può darsi che non ci occorra neanche il libro. Prendete un pensiero, una parola; incominciate, per esempio, a mettervi in contatto con Dio, a un dato momento lo Spirito Santo vi porta, e andate dove vi porta lo Spirito Santo, purché nol ve porta, vero, fora de strada, vero. Ma allora nol xe mia lo Spirito Santo. Guardate che è necessario, per diventare quello che diceva il prof. Peretti i predicatori di Dio, essere uomini che sanno parlare con Dio.
MO231,3[12-03-1968]
3.Sentite, peccatori ci saremo sempre tutti, difetti ne abbiamo tutti, miserie ne avremo sempre, almanco non tolìme questo, vero: il contatto con il Signore, che la xe l'unica nostra salvezza per lavarse i oci. Capisci, John? Il contatto con Dio, caro! Benedetto della Madonna, dirìa mons. Luna. Allora raccogliamoci un istante adesso: contatto con Dio, no col Papa, col Signore addirittura."La forza".No, Raffaele, quela dei pugni; quell'altra."Spontaneamente, l'umiltà fa posto ad una forza tranquilla”.Uno che è umile... In un primo momento sembrerebbe che uno che è umile diventasse immediatamente, per il fatto che è umile, debole. E invece no! Uno che è umile, veramente umile, è forte.“Una volta riconosciuta e confessata la debolezza dello strumento, tale debolezza, la Legione sa, come S. Paolo, che tale debolezza è la sua forza e che Dio crea cominciando dal nulla.L'umiltà iniziale che accetta il 'senza di Me non potete far niente', si perfeziona nella confidenza finale che si appoggia su quest'altra certezza: 'Con Me, tutto potete fare'".Perciò io mi metto dinanzi al Signore, ogni mattina devo mettermi davanti al Signore. Ecco perché vi spingo: prima della meditazione mettetevi davanti al Signore e riconoscete le vostre miserie. Mi metto davanti al Signore, guardo me stesso. Quando vi dico: "Guardo me stesso", attenti, non vi dico: "Mettetevi là adesso a scoraggiarvi per i peccati passati...", perché qualcuno può dire: "Ma allora ghemo...". No, no, no! Ma guardate un pochino quello che siete, quello che avete rovinato. Scusa, se uno ga spacà el ballon in quattro, cinque tocchi? Va ben, con semplicità: "Go spaccà el balon! E el Signor lo ga giustà! E Deo gratias, che lo ga giustà".Ora, guardiamo un pochino la nostra incorrispondenza alla grazia, i nostri peccati, la nostra miseria, cerchiamo di sentire un po' che siamo stati cattivi con il Signore. Riconosciuta questa nostra cattiveria con il Signore, non deve venire lo scoraggiamento, ma anzi questo deve essere un cantico di amore: "Signore!". Penso che San Piero pianxeva sì, ma si sentiva grande dinanzi al Signore, non vi pare, perché: "Fecit mihi magna qui potens est".Perciò sentirsi grandi non per il merito nostro, ma per la bontà di Dio, che nonostante le nostre miserie ci ha messi sopra l'altare un'altra volta. Ora, in modo che non ci venga neanche per l'anticamera del cervello dire: "Cosa che sono io, cosa io, io, io". Sì, sì, riconoscilo, sei sì, ringrazia il Signore, strumento nelle mani di Dio, Dio si è servito di te, nonostante le tue miserie, nonostante i tuoi peccati.
MO231,4[12-03-1968]
4.Ecco, questo è l'atteggiamento. Non ti disconoscere: "Sono laureato...", ma sì, ringrazia Dio. "Ho preso 105", ma ringrazia il Signore. "Oh, no! Io non meritavo... Me l'hanno dato...". Ma lascia stare! Meritavi 110 e el professore nol ga capìo gnente, poareto, va là... cossa vuto far tante storie... così, con semplicità. Però, riconoscere che questa è tutta bontà del Signore, che ti ha aiutato... questa è la semplicità!Quando noi ci mettiamo in questo atteggiamento, che cioè: "Senza di te, Signore, io non posso far niente. Vardo nella mia vita passata, ho visto che senza... go combinà pasticci, go fatto peccati, go fatto tutto, miserie... Adesso il compito che mi dai da fare è talmente grande... Come xe che faxo mi ad andare a salvare el mondo, andare a salvare in America... Mettersi là in una parrocchia di 20-30000 anime? Ma come se fa? Lo capisco, questo è difficile per un uomo a posto; io che sono peccatore, è ancora più difficile...". Però, questo atteggiamento. “Adesso io mi scoraggio?”. No! "In nomine tuo laxabo retem", perciò io so che con te io posso tutto. Da solo non posso, lo so, specialmente da solo per i peccati che ho commessi, va bene, però, Signore, non esito un istante: se tu mi dici di andare a fare il Papa, so che son scemo, ma vado a fare il Papa. Ma come farò mi a fare i discorsi?”. Sentì... Papa Giovanni col ga visto ... "Eh, son qua, - el ga dito - son qua, eccolo qua". E lu con i so brassi verti e "son qua" el ga spaccà el mondo, giusto, no? Domani capitasse là Giorgio, Papa... Eh, cosa vuto fare? "Eccolo, eccolo qua". E col so "eccolo qua" l'incanta tutti, no?"Ecco perché, dopo aver ripetuto con Maria: 'Ecco l'Ancella del Signore', la promessa aggiunge - stiamo commentando la promessa dei Legionari -: 'E nuovamente tu vieni a compiere grandi cose per mezzo di Lei'.Che la potenza dello Spirito Santo ci ricopra della sua ombra e penetri in noi per apportarci il fuoco dell'amore, e subito si compiranno grandi cose, degne dell'amore che Dio ha per il mondo".Ecco, se un'anima si mette lì a contatto di Dio, a un dato momento lo Spirito Santo la prende e la rende capace di compiere grandi cose che Dio, vero, ha per il mondo... Dio vuol compiere grandi cose per il mondo, ma vuole avere degli uomini che siano lì davanti all'altare come i gnocchi dentro sulla pignatta, no, e che el gnocco se alza a un dato momento, no; a un dato momento, presa dallo Spirito Santo, quest'anima si mette nelle mani di Dio e comincia a volare nelle mani di Dio. E allora eccola pronta a compiere le grandi cose."Soltanto gli umili possiedono la vera forza...".
MO231,5[12-03-1968]
5.È una cosa che la capirete soltanto se la proverete, questa. Voi entrerete in chiesa deboli e uscirete forti. Quando si va in osteria, si entra forti e si esce deboli, si esce con le gambe che trema, no? Invesse tutta na roba differente, tutta contraria: qua se entra deboli, con le gambe che balla, e se vien fora, vero, con la testa alta; ma non con la testa alta... cioè la fortezza degli uomini di Dio."Soltanto gli umili possiedono la vera forza; proprio perché, nulla aspettando da se stessi, sanno che tutto possono sperare da Dio. Queste grandi cose che la Legione s'aspetta dallo Spirito Santo, il quale opera, oggi ancora, in Maria, non è né più né meno che il ritorno a Dio delle masse pagane o scristianizzate.Essa spera questo ritorno dei popoli all'ovile, sognato da Leone XIII, e perseguito instancabilmente dai suoi successori come la mèta più ambita dell'apostolato".Ecco quello che deve sognare un'anima apostolica: che tutto il mondo sia una grande Casa dell'Immacolata.Quante volte la abbiamo sognato questa cosa qui! Come che ci vogliamo bene, ci aiutiamo, abbiamo... vediamo... beh, qualche peccatuccio, qualche miseriola, ma insomma il desiderio è questo, insomma la voglia è questa. Che bello sarebbe domani arrivare che tutto il mondo fosse una grande Casa dell'Immacolata, dove che ci si vuol bene, ci si aiuta per arrivare, dove, all'altra Casa dell'Immacolata, che è lassù dove l'Immacolata è là che ci attende! Questo dovrebbe essere il sogno nostro. E tutto il nostro lavoro dovrebbe tendere a questo: realizzare in terra la grande Casa dell'Immacolata per poi avere in Paradiso la Casa dell'Immacolata per tutta l'eternità. E lavorare, lavorare... non importa!
MO231,6[12-03-1968]
6."Ma i va gli altri... ma andemo noialtri". Ma non importa! Va luri in America Latina e noialtri andemo in Australia, non importa niente... no... senza invidie, senza niente! Semo tutti per una cosa sola, no? Padova, Vicenza, Francescani, Carmelitani, suore, frati, moneghe... tutti insieme! Non importa niente: che trionfi il Cristo! Non importa niente! "Oportet me minui, illum autem crescere". Com'è quella frase là? Insomma: "È necessario che lui cresca e che io diminuisca". Non importa niente!Se per fare andare avanti il Cristo occorre far scomparire la Congregazione... ma femola scomparire purché Cristo trionfi; quello che interessa è arrivare là: che ci sia questa grande famiglia, e questa vero... e... pronti a far qualunque sacrificio, non importa niente a me. E quando che vi dicevo di essere pronti andare a Grumolo per tutta la vita, a me non interessa niente, a me interessa che si arrivi in fondo. Se andare a Grumolo per tutta la vita porta in fondo la causa, ma cosa m'interessa a me!Durante la guerra un soldato: "Tu vai là". Anche se el ga là da tendere un palo dove passa un filo, può essere più grande quello in qualche circostanza, perché può darsi che quel filo sia quello che salva tutta la situazione, no? Che m'interessa? A me interessa la causa finale e voglio vedere il trionfo del Cristo e non il mio trionfo."'Misereor super turbam', ho pietà di questa folla, diceva Gesù. E quando questa folla l'ebbe seguito nel deserto, non avendo essa di che sfamarsi, gli Apostoli pregarono il Maestro di rimandarla nei villaggi vicini in cerca di provvigioni. Ma Gesù non la pensava così: 'Voi stessi date loro da mangiare', comandò”.'Signore, li mandemo all'Anconetta'. "No, no, no, no, voi stessi date loro da mangiare'.“Stupefatti, gli Apostoli sollevano difficoltà, fanno dei calcoli... - calcoli, xe brutti i calcoli... anche al fegato, savìo, tusi! - fino a che, mettendosi alla cerca, trovano il fanciullo che offre loro cinque pani d'orzo e due pesci".Nelle opere de Dio non ghe vole calcoli, fioi! Nelle opere di Dio bisogna solo interpellare Dio. Coi calcoli o se va all'Ospedale o se va al cimitero o se va in malora, apostolicamente parlando. Perché non c'è niente da fare, coi calcoli nessuno si metterebbe a impiantare una Congregazione religiosa, nessuno avrebbe la pazzia d'andare a San Paolo, come che pensa quel bocia là in fondo, per impiantare una scuola de diaconi... a San Paolo: 7 milioni di abitanti, metterse là a impiantare una scuola di diaconi! Scherzemo? Da matti, no? Andare nell'America Latina, impiantarse in mezzo a tutto quel mestiero là, e forse domani in Africa, no? Se veniamo in Africa, mi accogli? Mi ricevi? Sì. Grazie! E anche se vien Bottegal, gli dai da mangiare, no?"... fino a che, mettendosi alla cerca, trovano un fanciullo che offre loro cinque pani d'orzo e due pesci. Dono senza proporzione alcuna, offerta irrisoria, ma che Gesù accettò e benedisse per sfamare la moltitudine".Ci pensiamo troppo poco noialtri a questa roba quì? Un tochetelo de pan così per tutti quanti... pochi pesci per una moltitudine.
MO231,7[12-03-1968]
7."Anche la Legione ha la passione delle folle".La passione delle folle! Amici, io vorrei domandare a voi: avete la passione delle folle? Quando, per esempio, vedete sul giornale numeri o vedete fotografie o vedete la televisione... avete la passione delle folle? Io vorrei domandarvi, mostrarvi là sullo schermo un bel campo di calcio con ventimila persone spettatori: avete più la passione per quel pezzo di cuoio che circola lì in mezzo o di quelle ventimila anime che sono là? Avete la passione delle folle? Gesù, guardando una folla così, cosa guarderebbe? Portatevi in un campo sportivo di domenica, che cosa guardereste prima? Voi direte: "Ma, insomma, qua adesso...". State buoni! Guardate che è facile diventare dei funzionari, sapete, è facile fare i funzionari, gli impiegati nella Chiesa. Ma i santi avevano la passione delle folle.Guardate, guardate, io vedo che nel mio sacerdozio ho fatto tre quarti di fallimento, perché ormai... ormai semo verso la fine, ma vi posso dire che la passione delle folle l'avevo. Ve l'ho detto tante volte che piangevo sopra l'atlante geografico, piangevo pensando a tutte le anime che sono ancora da salvare; e passando a Roma, quando che andavo a Roma, vedere in treno tutti sti paesi, mi mettevo là sul finestrino a guardare 'sti paesi, tutte 'ste anime, 'sta gente... a Roma guardare questa massa de gente che passa.Anche andando in città adesso la mattina, vardare 'sta gente: ma come sono 'ste anime, come sono 'sta gente?Passi vicino a uno stabilimento e pensi a tutta 'sta massa de gente che c'è dentro. Come si fa a non pensare alle anime? Se pensi a Cristo, necessariamente devi pensare alle anime, e se non pensi a Cristo, allora certo non pensi... e allora fai un lavoro... diventi funzionario.Guarda qui, questo qui, il card. Suenens che dice..."La Legione ha la passione delle folle. Sa che non può rimandarle a mani vuote, a saziarsi dai falsi profeti, e sa che le anime non troveranno nulla da mangiare in quei 'villaggi' che sono, per il pensiero e per il cuore, i nostri pseudo-mistici contemporanei”.Non occor mia commenti, no?“Essa ha inteso il comando di Gesù: 'Voi stessi date loro da mangiare'".Quando che vedi queste masse di gente, alla domenica... Venivamo a casa da Bosco con i nostri assistenti, queste masse una dietro l'altra, una dietro l'altra, una dietro l'altra: quanta gente affamata di Dio! Vedete, quello che è impressione mia è questa: questa gente che noi diciamo che è impossibile avvicinarla, io ho questa idea almeno, non so se sbaglio, se un uomo di Dio le avvicina, sono più affamate queste persone di quelle di ieri. Tu, vero, prova un pochino a tavola un pochino: “Gavìo fame?”. “No!”. Se arriva qualcosina di quello, sa, di robetta così... te vedi che ghe vien fame a tutti quanti improvvisamente. Giuseppe, xe vero? Certe robette, vero... "Non go miga fame mi de pan; go fame de ciciàn”, dixe el picinin, "go fame de ciciàn”, no? Cominsia el piccolo: "Mi magnare minestra...". Arriva el dolce, paf, el ghe salta dosso.
MO231,8[12-03-1968]
8.Ora, vedete, queste folle di adesso... provate voi a presentare a uno a uno il Cristo, proprio la religione, ma fargliela presentare da uno che viva la religione. Provate a mettere vicino a uno di quella gente là un don Giovanni Calabria, un padre Uccelli, un mons. Guido Franchetto, quella gente là. Insomma, eh no, ci cascano! Per lo meno... non si potrà tirarli immediatamente, ma sentono che c'è qualcosa, e insomma, quando hanno bisogno di qualche cosa, vanno là.Ora, voi stessi dovete dar da mangiare a questa gente. Lo so anch'io: se voi portate salata o minestron... Bisogna portare il cibo di cui hanno bisogno. Oggi, oggi, sa... la gente sa capire se il cibo l'è un cibo giusto o l'è un cibo soltanto confezionato, in una forma falsa, perché siamo al tempo delle sofisticazioni, no?"E si offre - senza obiezioni e senza calcoli - come quel fanciullo, col canestro dei pesci e dei pani, cioè con la sua preghiera, le sue visite settimanali, la sua disciplina e la sua confidenza illimitata”.Noi dobbiamo essere dei piccoli pesci che ci mettiamo nelle mani di Dio e poi che ci moltiplichiamo.“Basta che Gesù tracci sopra queste povere cose umane un immenso segno di benedizione...E i canestri già s'ammucchiano.Il segreto del suo apostolato tra le folle è una convinzione molto semplice. Cioè che la massa si scompone in individui; che un milione di uomini fa, in totale, un milione di anime individuali, irriducibili, un milione di mondi. - un milione di samaritane, di Nicodemo... e vanno prese una ad una - E bisogna avvicinarle a una a una, come gli Apostoli offrirono il pane miracoloso ad ognuno che tendeva la mano. A una a una, senza fretta febbrile, perché ogni anima immortale vale più che l'universo materiale tutto intero, ed è necessario rispetto e tatto per penetrare in ciascuna di esse come in un santuario. A una a una, perché non si spiritualizza in blocco; ogni anima è un problema individuale - d'accordo, Bepi? Eh! -: infatti è costata tutto il Sangue del Redentore. Diciamo tutto il Sangue e non una goccia, malgrado le parole del Pascal pur tanto commoventi: "Io ho versato alcune gocce di sangue per te". È dire troppo poco. Dio ama ciascuno come se fosse solo al mondo e per ciascuno ha versato tutto il suo prezzo”.
MO231,9[12-03-1968]
9.Sicché, vedi, il Signore è morto per te, ha versato tutto il suo sangue per te e io devo volerti tanto bene, anche quando mi mangerai il naso... Me lo mangi il naso? El ga dito de no.“Il legionario sa dunque che deve avvicinarsi a ciascun'anima con infinito rispetto: "Hic locus sanctus est", questo luogo è santo. E più lo farà 'in Maria e con Maria', più tratterà quest'anima come un ciborio vivente e sacro, come una presenza di Dio.Ha però l'ossessione della folla, la pensa sempre, pur fermandosi a parlare a quelle due orecchie e fissando quei due occhi che gli stanno davanti”.Io vardo quelle do recie, quei oci che ghe parlo, però penso alla folla.“Senza dubbio esistono dei metodi collettivi che bisogna adottare per raggiungere le masse; e vi sono delle tecniche indispensabili per creare o guarire un ambiente, rendere l'aria respirabile, risanare le paludi Pontine. Quando scoppia un'epidemia, s'impongono d'urgenza delle misure generali preventive o curative; ma il male non sarà guarito se non quando i medici - alle volte anche con pericolo della vita - accetteranno di curare i contaminati a uno a uno, individualmente.Senza dubbio, ancora, è indispensabile ed urgente servirsi di tutte le potenze che creano l'opinione: stampa, radio, cinema, allo scopo di influenzare le masse, abbandonate quasi senza difesa a queste potenze spesso deleterie. Il legionario darà volentieri il suo concorso a questa opera di bonifica sociale. Ma è convinto che andando di porta in porta, da anima ad anima, compie una missione che resterà sempre indispensabile e salutare”.Perciò domani in una parrocchia ghe vole el lavoro de massa, tutto quel che te vuli, poi anima per anima, anima per anima.“Sa che il compito è superiore alle sue capacità, ma l'umiltà genera in lui una confidenza illimitata, ed osa chiedere: 'Fa' che l'anima mia formi una cosa sola con l'amore di Maria e con la Sua volontà di salvare il mondo'".E così sia!14 marzo 1968