LA CRESCITA UMANA E SPIRITUALE DEVE ESSERE ARMONICA.
MO242 [06-11-1968]
6 novembre 1968
MO242,1 [06-11-1968]
. Ed ho tanto piacere di poterlo trattare qui dinanzi all'altare, trattarlo dopo aver celebrato la Santa Messa e di aver continuamente, durante la Santa Messa, rivolta la parola a lui perché m'ispirasse ciò che debbo dire, e dopo che anche voi avete ricevuto la santa comunione. Per cui siamo tutti, mi pare, disponibili in questo momento a ricevere quello che ci dirà lui in un modo, se volete pure, un po' alla buona, ma quello che ci dirà lui, perché voi desiderate ascoltare lui, e io ho solo un desiderio: dire né più né meno, come la famosa asina di Balaam, no, né più né meno che quello che vuole il Signore, quello che vuole, soltanto quello che vuole il Signore.Ora, un istante, come il solito, ci fermiamo e diciamogli, proprio al Signore, che siamo in questa disposizione e vogliamo sentire solo lui.
MO242,2 [06-11-1968]
2. Quando ci trovavamo su ad Asiago in villeggiatura, avevamo delle mete piuttosto fisse per i nostri campeggi. Una delle mete, mi pare, che era preferita, era il Lozze lassù; portarsi lassù, fermarsi con le tende e da lì fare delle altre... delle escursioni in vari luoghi. E so che più di una volta siamo venuti lì a trovarvi e abbiamo portato rifornimenti e la vecchia 1100 era sempre accolta con gioia quando che arrivava, specialmente quando che arrivava tanto carica. E chi non rivede con gioia quelle scene, che poi sono state immortalate nei vari documentari, mentre qualcuno sta cuocendo la carne o le cosidette brasole, vero, ai ferri, o le patatine al vento o all'aria fresca del Lozze; e quando comincia a piovere e bisogna buttarsi sotto... Insomma sono scene che fanno piacere. Quelle serate passate là dentro nel rifugio, quelle Sante Messe celebrate lassù.Ebbene, raffiguriamoci una partenza per l'escursione verso il Lozze, una partenza da Val Giardini per fermarsi lassù cinque sei giorni. Rifornimenti soltanto per un paio di giorni; dopo due giorni è prevista la famosa TV o la D, vero, che deve arrivare a portare rifornimenti e forse anche qualcosina di dolce. Ecco la squadra, composta, facciamo conto, di diciotto, toh, di diciotto, con le tende che parte al mattino presto; parte e su verso la croce di Sant’Antonio e avanti... Ecco che, arrivati al Colombara, un gruppetto dice: "Ah, noi ci fermiamo qui!". Sono i tre, i più coraggiosi, che dicono: "Guardi, si sta così bene qui al Colombara, è un posto abbastanza... siamo abbastanza alti, l'altimetro segna già, mi pare, 1.500 - cos'è, Daniele, 1.500, mi pare, il Colombara? - 1.400-1.500; siamo a un'altezza, sa, né troppo alto, non ti fa male...". E un piccolo gruppo si ferma lì. Insomma, dopo si cammina ancora per qualche ora e un altro gruppo si ferma in un altro posto; e al Lozze arrivano appena i tre più coraggiosi.Ora, sentite, al ritorno. Intanto, prima di tutto quelli che si sono fermati per strada non avranno il rifornimento dopo due giorni, è chiaro? Ma al ritorno io mi raffiguro una disputa, una discussione: "Ma, insomma, eravamo d'accordo di andare al Lozze, eravamo d'accordo fermarsi lassù; come mai che insomma vi fermate così? Alcuni si fermano al Colombara, altri al Zingarella, altri un po' più in su; ma, insomma, o ci si mette d'accordo un'altra volta e si va in fondo, o altrimenti facciamo di meno". E penso già alla discussione che sorgerebbe in una seconda partenza.
MO242,3 [06-11-1968]
3.Ora, vedete, fratelli, prima di affrontare proprio il punto, vorrei dire "dolens" un pochino di questa meditazione, io vorrei mettere in chiaro questo.Quando che il Signore mi ha preso un po' per lo stomaco, non per sentimentalismo ma per dovere, io sono partito, e ho camminato mai per sentimento, ma per dovere. Ve lo assicuro, dinanzi proprio all'altare. Non è mai stato l'entusiasmo: l'entusiasmo di fare la volontà di Dio, sì, ma l'entusiasmo per andare sopra il Lozze, ve lo assicuro, no! Tanto più che voi sapete che non sono uno scalatore, no, sotto tutti i punti di vista. Perciò quando il Signore mi ha preso un po' per lo stomaco e con segni straordinari mi ha indicata la strada, mi ha indicato anche la cima alla quale dovevamo arrivare, mi ha indicato anche un po' il luogo dove dovevamo porre il nostro accampamento e dove lui sarebbe arrivato con i suoi rifornimenti.Ora, vedete, siamo partiti e, partendo, alcuni per strada si sono fermati e han detto: "No! Se si tratta di fermarsi qui al Colombara ci fermiamo, ma se si tratta di andare fino al Lozze, no, fino al Lozze no!". E sono andati via, sono andati via. Altri sono rimasti e qualcuno ha continuato a camminare. Siamo arrivati un pochino più alti e qualche altro ha detto: "E perché non ci possiamo fermare qui?".Ecco, lo stato in cui si trova, mi pare, in questo momento la nostra Famiglia. Con l'aiuto di Dio, con la presenza dello Spirito Santo e la presenza della nostra buona mamma, la Madonna, siamo arrivati a un certo punto del nostro cammino. Però, però, ecco qui la parte dolorosa: più di uno, più di uno tra voi, senza accorgersi, crede di essere arrivato dove il Signore ci attende. E allora ecco si dice: "Non va bene così". E come quei tali che arrivati al Colombara vanno dicendo: "Ma non si sta qui? Siamo in montagna, siamo alti, abbiamo... poco lontano abbiamo la malga per il latte, abbiamo l'acqua che non è eccessivamente lontana, possiamo insomma attendarci qui...". Niente da dire: siamo d'accordo, siamo d'accordo, potreste attendarvi lì al Colombara, ma la meta era il Lozze, non era il Colombara.Se io guardo voi, molti di voi, io devo dire: "Ma benissimo, non c'è niente di male, ma per carità! Non posso mica dir niente. Però ricordatevi, non state dire che siete andati al Lozze".Se io guardo il modo di pensare di alcuni, il modo di agire di alcuni, guardate che mi son ripromesso di non andare ai particolari, vi sarete accorti che quest'anno ho cambiato tattica: non vado a bastonare uno, l'altro, st'altro; ho cambiato tattica. Diventando più vecchi si diventa più prudenti, ma la realtà però è realtà. Ricordatevi che molti, pacificamente, si stanno attendando, attendando sopra il Colombara, qualche altro sopra lo Zingarella. Però, riflettete un momentino: guardate che il Signore ci aspettava là, in un altro posto.Per discendere un po' fuori dal paragone, dicevamo nell'ultima meditazione che, per esempio, nella scuola si potrebbe essere presidi, professori e bidelli. Ho l'impressione, ho l'impressione che "inter vos", tra voi, ci siano pochi presidi, pochi presidi, e che con una certa facilità ci si accontenta di essere professori e di far bene il proprio dovere.
MO242,4 [06-11-1968]
4. Vedete, in questi giorni lassù, mentre facevamo gli esercizi spirituali, ne ho combinata una delle mie, e in refettorio ho dato da leggere, invece che leggere la vita di un santo, la vita di alcuni partigiani che sono morti durante la Resistenza, cattolici però, vicentini e padovani, tra cui anche l'ingegner Prandina, eccetera, libro che è uscito in questi giorni.E dinanzi a questi partigiani, vedendo per esempio quello che ha fatto, mi par che sia il dott. Fraccon qua di Vicenza, lui padre e figlio, che lui non aveva certo bisogno di nascondersi, perché era a posto, era impiegato alla Banca Cattolica, eccetera... vedere cosa che hanno fatto questi uomini: non per la guerra, questi lo facevano per la pace, per aiutare i poveri, per aiutare gli ebrei, decine e decine di ebrei, portarli alla frontiera e farli passare in Svizzera, salvare la vita, per portar da mangiare a chi non aveva da mangiare, eccetera. Poi sono andati a finire là in Germania, in campo di concentramento e sono morti padre e figlio. Nel vedere questa gente donata interamente, completamente donata, con un dinamismo, vi dico, meraviglioso, ci siamo domandati lassù: "Ma noi l'abbiamo questo dinamismo nel servizio di Dio? Abbiamo questo dinamismo per prepararci alla missione che ci attende? Domani, domani in campo apostolico ci sarà questo dinamismo?".Voi direte: "La situazione è diversa. Ci troviamo in casa di preparazione, di formazione; domani, quando saremo in campo di battaglia, certamente anche noi saremo dei partigiani di Dio, avremo il dinamismo".Guardate, permettetemi di dirvelo, che se non l'avete oggi, non lo avrete neanche domani; se oggi non lo avete questo dinamismo a vent’anni dinanzi al tabernacolo, se non lo avete mentre leggete la vita di qualche santo o qualche trattato di ascetica e, in modo particolare, mentre leggete la Sacra Scrittura e il santo Vangelo, se non vi entusiasmate, ma senza sentimentalismi, ma se non vi entusiasmate della vostra vocazione alla vostra età, cambiate mestiere perché più tardi non vi entusiasmerete mai.Può darsi, può darsi che ci sia qualche caso in cui il seminarista buono divenga un prete santo, ma generalmente un seminarista buono diventa un prete mediocre e il seminarista santo diviene un prete buono. C'è un salto in giù generalmente; a meno che non si sia arrivati abbastanza in su e allora si continua sempre ad andar su, come quella tale lumaca che, arrivata sopra la montagna, corre giù dall'altra parte, no? Guardate però che c'è questo pericolo enorme domani, di divenire dei funzionari. Ora, è dinanzi a questo pericolo che io questa mattina intendo alzare la voce. Vedete, il Signore, vi dico, non vi ha chiamati dove siete arrivati, ecco.Voi direte, voi direte: "Ma come fa a dire questo?". Ho detto che non voglio discendere ai particolari, perché scendendo ai particolari minaccerei di attaccare qualcuno e qualcuno potrebbe dire: "Ma adesso ha parlato contro di me...". Vi dico, potrei discendere a un mucchio di particolari e dire: "Guardate, tan, tan, tan...", fare un'analisi logica e grammaticale per dimostrare che ho ragione, perché ci ho pensato ed è parecchio che ci penso a quello che sto per dire. È parecchio tempo che volevo affrontare questo tema; non state credere che sia improvvisata la cosa. A un botto e mezzo, all'una stanotte ero in giro per la stanza a pensare queste robe qua io, tanto per capirci bene, tanto che non crediate che siano cose improvvisate. Mi assumo in pieno la responsabilità di quello che sto per dire.
MO242,5 [06-11-1968]
5. Guardate, figlioli, che, tanto per toccare qualche piccolo particolare, all'inizio dell'Istituto quando io ho chiamato i primi, ho detto: "Sentite, noi dobbiamo fare una rivoluzione, cioè dobbiamo staccarci in pieno dall'abitudine dei preti, dall'abitudine dei religiosi, dall'abitudine del vivere cristiano, perché abbiamo un cristianesimo che è annacquato e abbiamo anche una vita religiosa che è annacquata. Bisogna che abbiamo il coraggio di dire: "Facciamo, Signore, integralmente quello che vuoi tu. Tu ci domandi una cosa e la facciamo. Dimmi, o Signore, cosa vuoi".E alcuni, qualcuno che è presente, don Guido in modo particolare, sa benissimo quanto abbiamo trattato queste cose e quante ore abbiamo passate inginocchiati dinanzi al Signore per chiedere. Vinicio pure, vero, Vinicio, ti ricordi... per chiedere: "Signore, di' a noi cosa vuoi, cosa vuoi. Noi il mondo lo abbandoniamo, noi del mondo non vogliamo più saperne. Domani ritorneremo nel mondo, ma oggi basta! Anche quello che è lecito, anche quello che è permesso, a noi non interessa! Noi vogliamo riempirci di te, o Signore. Di' a noi: cosa vuoi? Come San Paolo che è andato nel deserto prima di predicare, poi dopo a Damasco mi pare che è stato tre anni nel deserto, circa, no, ben, è andato nel deserto, anche noi... Non vogliamo più saperne del mondo: lasciamo lo sport, lasciamo il calcio, lasciamo tutto. Domani quando rientreremo nel mondo, allora ci metteremo... ci aggiorneremo. Ma intanto prima cosa: vogliamo essere completamente tuoi, centro di interesse: Dio. Nostra preoccupazione è per Iddio, offerta tutta per Iddio. Cosa domanda il Signore? Preghiera e penitenza. E allora preghiera e penitenza!". E allora si faceva penitenza.Voi ricordate benissimo, caro Luciano Rizzi, quando eravate in seconda terza media e quarta e quinta ginnasio, quante corse che ho fatto io all'ospedale per andare a prendere delle pillole amare che non facessero male per fare penitenza. Ve lo ricordate bene. Portavo casa dei vasi così di pillole, e quattro cinque al giorno se le tenevano a sciogliere in bocca per far penitenza. E quante altre piccole penitenze facevate! Siete arrivati in sette preti e, ringraziando il Signore, sono contento; ma ricordatevi, voi siete passati non per la strada che passano questi. Don Luciano, è vero o non è vero? Ricordatevi bene che sono arrivati in sette. Don Girolamo, sei testimone sì o no? Voi siete passati per la via di penitenza, sì o no, e penitenza volontaria, sì o no?Quante volte, anche nelle gite, avete detto: "No, rinunciamo!". Arrivati ai piedi, su anche... ai piedi persino di Cima 12 una letterina: "No, facciamo un fioretto e torniamo indietro!". Quante volte queste cose per amore di Dio sono state fatte. Dico penitenza, dico preghiera, dico obbedienza, cioè saper vedere la volontà di Dio in qualche cosa che costava, in qualche cosa che non piaceva. E quante volte si è fatto ginnastica: "Per amore del Signore facciamo questo. Beh, guarda, per amore del Signore prendiamo questo dolce e portiamolo ai poveri". Quante volte è stata fatta questa? Sul più bello che si stava lì per mangiare qualche cosa: "Beh, no, facciamo un fioretto, mandiamolo ai poveri. Facciamo a meno di far questo, facciamo a meno di far quello!". È vero o no? Non so se ve lo ricordiate.Guardate, figlioli, che su questo punto, pian pian, pian pian, abbiamo fatto marcia indietro... Naturalmente voi direte: "Responsabile chi?". Ecco, figlioli, responsabile sì don Ottorino! Ma a un dato momento ricordatevi che è difficile avere la forza contro una massa di uomini che ti dicono e che ti senti dire: "Sa, xe inutile domandare ai superiori, perché xa li mettemo in imbarazzo per niente quando che femo certe domande. Cossa vuto! Mi non ghe domando gnanca a don Ottorino, te sé come che la pensa! Cossa vuto domandare a don Ottorino so ste robe qua... sì - non lo dicono - ma l'è dell'altro secolo, vero. Nol ghe riva, nol ghe riva".
MO242,6 [06-11-1968]
6. Amici, ecco vedete, qui parliamo e adesso leggiamo: "Mezzi di comunicazione sociale. I mezzi di informazione sono necessari in quanto entrano in una formazione umana più completa e per non lasciare avulsi dal contesto sociale ed ecclesiale".Sono pienamente d'accordo! Infatti io l'ho approvata anch'io questa qua, no, don Giuseppe? Sono pienamente d'accordo. Però, sono altrettanto d'accordo nel dire che un buon bicchiere fa bene; ma se tu prendi un bambino e al posto del latte gli dai un bicchiere di vino, lo fai morire. Sono pienamente d'accordo... queste cose qui; ma per alcuni di voi qui presenti, io potrei dire: "Per te? Benissimo, vai pure quanto vuoi, perché per te non c'è pericolo". Ma per molti di voi io dico: se cavassimo il sangue e cercassimo il centro d'interesse vero e proprio, io dico: "Mmm.... non siamo ancora arrivati; sono persone fermate sopra il Colombara". E allora, se abbiamo delle gente fermata sopra il Colombara, io vi dico: "No, non siamo arrivati, non siamo arrivati!".Vedete, vedete, permettete che ve lo dica proprio: non stiamo camminando proprio in pieno come vuole il Signore. Siamo troppo preoccupati, guardate che ve lo dice uno che è preoccupato della vostra formazione umana, ma tanto e tanto preoccupato della formazione umana. Ve lo accennavo l'altra volta un pochino. Ho detto: ci sono tante piccole cose che bisognerebbe tirarle fuori, ma proprio elementari cose, elementari cose; ma voi siete un pochino preoccupati della vostra formazione umana. Attenti che non sia invece la parola diversa: preoccupati della vostra soddisfazione umana. Guardate che formazione umana cristiana, "in hoc laudo”... ma se invece è soddisfazione umana...Guardate che lo spirito di penitenza, di preghiera, di unione con Dio deve essere in voi.Dicevo lassù, 'sti giorni qui, parlando un pochino dell'unione con Dio, che al mattino, per esempio, quando uno si sveglia dovrebbe mettersi in contatto con il Signore e dire: "Signore, eccomi qui a tua disposizione questa giornata. La mia giornata è tua; faccio quello che vuoi tu quest'oggi, non m'interessa niente. Ero tipografo, oggi mi vuoi fare contadino? Ero studente, oggi mi vuoi fare...? Non m'interessa niente: io cerco la tua volontà quest'oggi". E alla sera, arrivato alla sera si chiude la partita: "Signore, eccomi qua. Ho lavorato per te quest'oggi. In tutte le azioni non ci ho pensato forse, ma la mia intenzione era di fare la tua volontà, Signore. Eccomi qua, Signore, dinanzi a te, dinanzi all'altare. E chiudo la mia giornata come fosse l'ultima giornata della vita, disposto al giorno dopo cambiar mestiere, cambiar posto, non m'interessa niente, Signore". Questa è la vita che il Signore vuole viviamo ciascuno di noi.Oggi io ho cominciato la giornata, mi sono messo a disposizione sua prima di scendere dal letto. Adesso io ho un programma durante il giorno; oggi il Signore vuole invece che questo programma lo cambi e vada a Grumolo a portare il letame in giro per il campo? E si va là... che cosa importa? Arrivato a sera, rimpiangere la giornata, no! Se io mi sono sforzato di fare la volontà di Dio, a me non interessa che abbia raccolto letame o abbia raccolto oro. Non m'interessa niente, purché io abbia fatto la volontà del Signore.Amici miei, abbiamo come compito nostro di spiritualizzare un mondo che sta continuamente scristianizzandosi, che ha preso come idoli il danaro, il piacere, il divertimento, l'io; e noi dobbiamo portare a questo mondo una spiritualità. Non dobbiamo prendere gli uomini dell'oggi e mandarli tutti nel deserto o tutti in convento. No! Lasciamoli pure nel posto dove sono; anzi devono proprio in quel posto portare il Cristo. Ma, amici miei, se non lo abbiamo noi questo Cristo, se non abbiamo noi questa passione del Cristo, questo amore per il Cristo...
MO242,7 [06-11-1968]
Voi direte che questa mattina sono un po' escatologico. Vedete, quando tu sai che dei giovani, per esempio, non sono fedeli alla direzione spirituale, quando sai che sono preoccupati di tante cose e credono di accontentare il Signore perché dicono quelle quattro preghiere un po' alla buona, quando vedi che nell'obbedienza per piccole... trovano mille modi di fare la loro santa volontà, cercando con sillogismi più o meno giusti che assomigliano qualche volta al sillogismo del prof. Bruzzo, no, per attirare un po'... il loro comodo, la volontà di Dio al loro comodo... tu dici: "No! State attenti! S.O.S.! Qui c'è il demonio che sta lavorando". E tante volte vi ho detto che il demonio sta lavorando.Ora io proprio vi vorrei dire questo: guardate, figlioli, che io non sono contrario né al cinema, né alla televisione, né niente... No, figlioli, non sono contrario. Soltanto io sono preoccupato che camminiate verso il Lozze, dove Dio vi attende, non dove voi volete andare, dove vi sembra giusto buttar giù le tende. Dovete essere preoccupati, figlioli miei, - è qui il punto - dovete essere preoccupati di arrivare dove Dio ha fissato il posto del campeggio, dove Dio attende la Congregazione. Il colore della Congregazione non lo posso dare né io né voi, il colore vostro non potete darvelo voi, il colore lo ha Dio stabilito fin dall'eternità. E la nostra preoccupazione, la nostra viva preoccupazione non deve essere di far valere i nostri giudizi, non dev'essere quella di fare una Congregazione a base un po' di discussioni e di dialoghi: è una Congregazione che deve prendere il suo spirito da Dio, che ce lo rivela in ginocchio, in una discussione disarmata in cerca della verità e non nella maggioranza dei pareri.Figlioli, lo so che è un argomento difficile quello che vi sto trattando, ma ricordatevelo, è una cosa che mi fa soffrire tanto. Perché? Per il semplice motivo, vero, che voi potete rovinare la Congregazione, voi potete deviare la Congregazione, dare alla Congregazione una forma un po' comune: un gruppo di sacerdoti e di diaconi, buono, che si vogliono bene, ma che non sono come Dio li voleva. Entrando in mezzo a noi qualcuno da fuori potrebbe essere deluso, dire: "Credevo una cosa, da fuori si crede una cosa, dentro si vede che insomma sono un po' come tutti gli altri, sono un po' come tutti gli altri". Queste parole me le sono sentite dire, me le son sentite dire, recentemente, proprio: "Credevano una cosa, da fuori sembravano meglio", me le son sentite dire... e invece bisognerebbe che, uscendo, venendo da fuori dicessero: "Credevamo una cosa, ma, ah, è tanto meglio, tanto meglio!".
MO242,8 [06-11-1968]
8. Vedete, una volta, voi vi ricordate, eravamo duri su certe cose, duri: "Lasciate fuori il mondo, lasciate qua...". Ho chiuso gli occhi, ho lasciato entrare; ma ricordatevelo, forse per viltà, perché non me la sentivo, non me la sentivo di passare per uno del '400 e '300 e forse dovrò rispondere dinanzi a Dio di questo. Forse avrei dovuto dire: "Sentite, volete star qui? Se no fatevi una Congregazione per conto vostro. Volete star qui? Niente telegiornale alla sera, niente partite di calcio, niente questo... Volete star qui? Qui... e fate di meno, se no andate in altra parte". È un po' di tempo che io continuo a cedere, continuo a cedere. Ma ricordatevi che sento il rimorso di quello che ho fatto. Perché? Perché se queste cose vi avessero lasciato l'entusiasmo della vocazione, io sarei felice di darvele ancora e di continuar a darvele...Quando... Metto solo un termometro, non tocco cose che potrebbero farvi saltar fuori nomi e cognomi, no, metto solo un termometro. Quando, e don Guido mi fa un piacere, mi dice se sbaglio o se dico la verità, quando in certi tempi andavamo al cinema, per esempio, un cinema, a metà cinema avessi detto, avessi detto: "Sentì, tusi, preferìo che stemo qua o andemo de sora a parlare delle robe nostre?", don Guido dimmi, cosa si avrebbe detto? È vero o no? Tutti, guardate, tutti, vi assicuro, avrebbero detto, anche i giovani: "Andiamo a parlare delle cose nostre". Avrebbero preferito al cinema, ma anche al più bel cinema, a metà del più bel cinema, non per convenienza, ve lo assicuro, - Vinicio dico bugie in questo qua?- avrebbero detto: "Andiamo a parlare delle cose nostre".Provate voi adesso, provate voi adesso vedere se si preferisce parlare delle cose nostre o se si preferisce guardare le cose del mondo o altre cose. Non vi nego quelle cose, figlioli, ma la mia preoccupazione è perché non vedo il resto. La vostra missione domani non è quella, è un'altra... Io sono preoccupato di vedere questa spiritualità dentro di voi, questo entusiasmo della vocazione. Non basta avere uno che domani ha fatto la teologia, uno che ha fatto domani i suoi studi. Cosa abbiamo domani? Un pandolo che, che è lì, che fa... "Beh, adesso qua, là, sotto...". Non basta! Abbiamo bisogno di un partigiano di Dio.Quando un domani quest'uomo troverà nel Chaco, in Guatemala, si troverà nel Brasile, questo uomo cosa fa? Dovrà andare in giro in cerca di anime, a predicare il catechismo, a evangelizzare i poveri: deve avere la sete dell'evangelizzazione. Ma se questa sete dell'evangelizzazione non l'ha adesso, se fra voi non avete il desiderio di parlare di Dio, non vi sentite volentieri insieme a parlare delle cose di Dio, a parlare della spiritualità, a parlare dei programmi apostolici... Ma se non lo avete adesso, non lo avrete domani, non l'avrete, ricordatevelo, è impossibile! Una conversione potrà avvenire, ma quell'andare avanti un po' in una forma tradizionale non è sufficiente per noi; può essere sufficiente in seminario di Vicenza, in seminario di Padova, ma non per una Congregazione che deve essere... portare una rivoluzione nel mondo. È tutto qui. La premessa nostra è un'altra.Paolo di Tarso non è il parroco della nostra campagna, don Gui... don Giuseppe, dico male? E noi dobbiamo preparare il Paolo di Tarso, il sitibondo di Dio, quello che sente il bisogno di portare Dio alle anime. Ora, se voi non vi riscaldate in questo fuoco fin che avete vent'anni, quando volete riscaldarvelo? Quando ne avrete trenta o quaranta? Allora è impossibile, allora è impossibile! Allora ritorneranno i fuochi di una ragazza che avete abbandonato, allora ritorneranno i desideri di qualche cosa, e allora avremo quelle piccole o gravi cose che più o meno si vedono in giro per il mondo.
MO242,9 [06-11-1968]
9. Perciò io direi, guardate, non tolgo questa delibera, anzi se è possibile la sviluppo ancora di più, l'allungo ancora di più; soltanto vi dico: non si può dare a un bambino da latte, darci un litro di vino, perché lo si uccide. Perciò non vi metto delle misure, non dico uno o due volte al mese o dieci volte al mese; non vi dico: togliete questo o aggiungete quello, vi dico soltanto: guardate che le gambe devono crescere ugualmente, altrimenti voi potete essere paragonati a quell'uomo di cui parla padre Angelini: una gamba alta e una bassa.Io ho gridato questa mattina dinanzi all'altare perché vedo che qualcuno sta crescendo con una gamba alta e una bassa, e ciò non va. Non vi dico: accorciate la gamba alta! Vi dico soltanto: allungate la gamba bassa e crescete normalmente con tutte due.Franco, sei d'accordo? El me varda e el ride.E questo, ricordatevelo, questa preoccupazione la dovete avere ciascuno di voi. È un lavoro individuale e singolo che dovete fare. Termometro? Oh, si vede subito: l'obbedienza, piccole cose... eh!Ieri sera andavo in studio, vedevo uno qua in noviziato, là stava scrivendo, eccetera. "Non vai giù?". "Eh, vado subito!". "Perché non vai giù che ha suonato?". "Eh, dopo ci vado". Pensavo a quella santa che ha troncato la parola, no, arrivata a metà parola: "Adesso l'ubbidienza mi chiama", tac... Dov'è questa ubbidienza? Dov'è? Dov'è questa ubbidienza qui dentro? Sentire che: "Eh, ma quelle robe lì, medioevo...". No, signori! Il sacrificio, le piccole cose, sono di ieri, di oggi e anche di domani. Troppo facile scartare tutto, scartare tutto, perché tutto è vecchio. Ci sono delle cose che sono sempre nuove. Questo cercare un po' noi stessi....
MO242,10 [06-11-1968]
10. Dico, non vado più avanti perché se no, se entro in questo è pericolosissimo, perché allora tiro fuori nomi e cognomi. Però, ricordatevi, qui dinanzi al Signore io mi assumo le mie responsabilità di quello che ho detto e il rimorso e il pentimento di quello che non ho fatto; ma anche ciascuno di voi si domandi: "Mi sono preoccupato io di arrivare dove Dio mi attende o sono andato avanti facendomi io la mia meta? Mi sono preoccupato di chiedere, per esempio...". Per esempio, c'è qualcuno qui dentro che magari da un anno o due non avvicina don Ottorino. È concepibile? Scusate, io mi sono domandato e ho pianto qualche volta per queste robe qui... Forse sarò io la causa, sarò io la causa. Ma, fossi io al posto di quello, se non ho stima di chi è qui dentro, vado via, onestamente vado via.Dico male, don Piero?Onestamente vado via! Per me è inconcepibile entrare in una Congregazione religiosa, mettersi in un piccolo esercito con un programma chiaro e vivere là un po' come un parassita; quelli sono parassiti della Congregazione, sono assassini della Congregazione.Tu sei entrato in una Congregazione non per gli amici, ma per la Congregazione, per il programma che Dio ci ha tracciato; e tu devi abbracciare il programma che Dio ti ha tracciato nella Congregazione, e devi essere preoccupato di camminare con quel programma, e non di fare la tua piccola vita là, uno due amici... piccola vita, piccola vita: quello è un andare avanti che non piace al Signore.Esagero? Ho detto che sono in pericolo di cascare e andare un po' troppo avanti... ho accennato e credo che basti... Ma, ricordatevelo: ognuno faccia il suo esame di coscienza e si ricordi che se la Congregazione va male, non va come Dio la vuole e non va come Dio vuole, perché? Perché ci sono troppi parassiti, e il parassita è uno anche che non fa il male, perché si può... non basta mica non fare il male, bisogna fare il bene.Ora, voi non vi aspettavate che proprio in questo punto qui io toccassi questo tasto doloroso. Lo dovevo fare. Perciò adesso non state dire: "Adesso vado al cinema, vado al cinema e adesso don Ottorino chissà cosa che pensa?". No! Mentre tu vai al cinema io guardo le gambe soltanto. Se vedo che cammini giusto, io ti dico: "Vai, che il Signore ti benedica". E se vedo che cammini zoppo, dico: "Signore, fallo morire, che è meglio che muoia, piuttosto domani che abbiamo un prete o un diacono zoppo!".