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L’OBBEDIENZA ALLA CHIESA E AL PAPA.

MO244 [13-11-1968]

13 novembre 1968

MO244,1 [13-11-1968]

1. Ci sono uomini dell'anno, gli avvenimenti dell'anno, gli avvenimenti anche della settimana. Ebbene, uno degli avvenimenti della settimana, mi pare questa, sia stato quello dei cachi, no? Domenica si è parlato di cachi, libertà di prenderne quanti si vuole, e poi i cachi sono scomparsi. Vi siete accorti voialtri? Sono scomparsi. Ora, io faccio una piccola breve riflessione. Avete visto nel nostro giardino vengono fuori cachi, in un'altra parte viene fuori uva, in un'altra parte vengono fuori rose: sempre dalla stessa terra. E sì, vero, don Guido, la terra la conoscevamo: sassi, sassi, calce, pezzi di mattone. Quella volta che abbiamo scavato là per piantare le viti, non abbiamo trovato né uva, né cachi, né rose, ma abbiamo trovato terreno duro da scavare. Eppure dalla stessa terra, dalla stessa terra escono cose così diverse e, diciamolo, così belle le rose, così buoni i frutti, no?
Ora, vedete, quando che io vi dico che dovete farvi santi, che dovete essere come il santo curato d'Ars, non intendo dire che dovete divenire tutti cachi, non dovete divenire tutti uva; dovete però maturarvi, maturarvi secondo i doni che Dio vi ha dato e se voi vi maturerete secondo i doni che Dio vi ha dato, diverrete quella frutta che, insomma, il Signore ha stabilito che siate. Può darsi che qualcuno sia una di quella frutta là della terra benedetta americana, delle terre calde che non si conoscono, può darsi che in mezzo a voi ci sia uno che noi non conosciamo: un frutto nuovo, qualcosa di nuovo. In ogni caso quello che è necessario è che vi maturiate secondo la natura vostra, come Dio vi ha creati. Non sarà mai che i nostri bravi periti agrari si mettano in testa che la rosa, la pianta da rosa, il rosaio debba fare cachi, e neppure che una pianta da cachi faccia rose. E se c'è una pianta da pevaroni, pevaroni... e passerà la Teresina: "Che bei pevaroni!", no, e ne prenderà qualcuno per metterlo dentro, che so io, nella minestra o in qualche altra parte. Fratelli miei, quello che è necessario è questo, ecco, che è necessario è questo: che noi ci maturiamo secondo la nostra natura, secondo la nostra persona, secondo i disegni di Dio. Vedete, quando c'è una pianta da cachi maturi, vien dentro qualcuno e dice: "Che bei cachi!", e viene la tentazione di stender la mano e di prenderne uno; ma quando la pianta presenta dei cachi ancora verdi, nessuno si ferma lì. Un mese fa, due mesi fa, nessuno si fermava, neanche voi vi fermavate a... lì prenderne uno per mangiarlo, non eravate indotti in questa tentazione, non siete caduti nella tentazione di mangiare i cachi. Non so, Renzo, tu sei caduto? No, vero, due tre mesi fa? Ma in questi giorni sì, facilmente si era indotti in tentazione. Perché? Erano frutti maturi. Ora, vedete, di tanto in tanto sopra la terra c'è qualcuno che si matura bene, ma veramente bene, secondo la sua natura. Il santo curato d'Ars: secondo la sua natura. San Francesco di Sales: un altro frutto secondo la sua natura. E quando questi uomini si maturano secondo Dio, che cosa succede? Succede che sono appetibili, che inducono in tentazione e c'è più di uno che va da questi uomini; non importa che siano, vero, frutta intelligente o meno intelligente, non importa niente, e quando questi sono maturi, inducono in tentazione. E guardate, per me è ancora vivo il ricordo di don Giovanni Calabria: uomo... non aveva un'eccessiva intelligenza, ma uomo di Dio, uomo di Dio. E tu, avvicinando don Giovanni Calabria, avevi l'impressione di avvicinare Dio. Mi ricordo che ho avvicinato ultimamente Pio XII: la stessa impressione di avvicinare Dio. Ho avvicinato una sera, al Mascheroni, sono stato lì assieme parecchio tempo lì una sera, chiacchierando insieme con padre Venturini, era stato ricevuto da Pio XII, proprio lo stesso giorno, e abbracciato per l'opera e ringraziato per l'opera che lui stava compiendo per i sacerdoti traviati, no? Ebbene, la stessa identica impressione: don Giovanni Calabria, padre Venturini e Pio XII. Eppure una diversità enorme tra don Giovanni Calabria e Pio XII in quanto a missione e intelligenza e cultura; ma in quanto a maturazione spirituale io li ho trovati sullo stesso piano, sullo stesso piano: uomini di Dio! E allora tu vedi il card. Schuster che va umilmente là a Verona da don Giovanni Calabria per chiedere consiglio; non andrà a domandare questioni di diritto o questioni, che so io, di teologia; va soltanto a chiedere Dio, va a chiedere Dio, va a interpellare Dio attraverso questo uomo maturo che è in contatto con Dio.

MO244,2 [13-11-1968]

2. Ora, vedete, guardate che con questo lavoro che stiamo compiendo non vogliamo livellarvi, no! Sarebbe un delitto contro Dio! Non vogliamo mettervi la barba a tutti, tutti la barba e tutti tagliata in quel modo, tutti la testa piegata a tanti gradi, tutti... No! No! Per carità, per carità! Non è questo che vuole fare il Signore. Vuole soltanto che nel giardino ci siano i cachi, l'uva e le rose, e ognuna di queste piante porti il suo frutto. Io vado sotto la vite e desidero non un caco, ma un grappolo di uva, vado alla pianta dei cachi e desidero un caco, vado vicino al rosaio e desidero una rosa. Il Signore vi ha creati diversi, però, però dovete arrivare là.
Allora vedete, prima cosa: non potete trovare l'esempio, lo stampo vicino a voi. La pianta da cachi non può guardare la rosa o guardare la pianta da vite e dire: "Guarda, la rosa è alta così, dunque tagliatemi. Voglio divenire... perché a me piacciono le rose, voglio divenire così!". No! Uno dev'essere alto, uno dev'essere basso, uno deve essere sostenuto, una pianta da cachi si sostiene da sola. È tutta una cosa diversa, ognuno è diverso. Ecco la necessità del direttore spirituale. Non potete trovare, figlioli, non potete trovare nei libri, so io, la vostra fotografia: voi siete unici, ognuno di voi è unico, è unico! E questo, soltanto Dio può dirvi cosa dovete essere; è perciò da Dio che dovete andare, dovete andare; è perciò da Dio che dovete ricorrere per luce, per essere plasmati. Perciò guardate, uno che non si mettesse sotto la direzione spirituale, che non si lasciasse guidare da qualche buono e santo sacerdote, guardate che è un illuso, è un illuso, perché da soli è impossibile progredire, da soli è impossibile maturarsi. La terra dà il suo umore, la luce del sole dà il suo calore, ma c'è bisogno di uno che vi aiuti, c'è bisogno del tecnico, dell... di Renzo che passi, che tagli, o che so io, di Giuseppe. C'è bisogno dell'agricoltore. L'agricoltore è il padre spirituale; ecco l'uomo di Dio che oggettivamente, perché, vedete, noi, ognuno di noi siamo guidati... Intanto non abbiamo mai percorso la nostra strada, e "nemo iudex in causa propria", e poi siamo un po' accecati dalle passioni, ed è facile che facciamo quello che piace a noi e non quello che Dio vuole da noi. E allora proprio insisto, fratelli: non illudetevi, perché uno che non ha il direttore spirituale, o che non frequenta regolarmente il direttore spirituale, è meglio che si ritiri, ma ve lo dico con tutto il cuore, perché quello non si maturerà mai, non si maturerà mai! Che brutto veder dei frutti che non si maturano, no? Un frutto che a un dato momento si ferma e resta là; dell'uva che non si matura. Avete mai visto qualche vite, l'uva che non si matura? A un dato momento, basta, resta lì. Bella, tutto quel che vuoi, ma tu ne mangi, è acerba, non si può mangiare, non si matura, ormai non si matura più! E guardate che conosco tante anime nel mondo che si sono fermate; sono partite anche bene, si sono sviluppate apparentemente anche bene, ma non si sono maturate. Ecco, volevo dirvi questo prima di incominciare la meditazione: guardate che Dio vuole che in tanti posti del mondo ci siano delle centrali di spirito. Ad Ars tanti andavano per interpellare chi? Dio attraverso il santo curato. A Ginevra tanti andavano per interpellare Dio attraverso San Francesco di Sales. A Verona tanti per interpellare Dio attraverso don Giovanni Calabria. Dove c'è una nostra Comunità tanti hanno il diritto di andare ad interpellare Dio attraverso voi, maturati come Dio vuole; diversi perché Dio ci vuole diversi, però maturi! E allora mettiamoci in contatto con il Signore e diciamogli: "Signore, dammi la grazia di essere quello che tu mi vuoi, ma di essere solo quello che tu mi vuoi. Però maturo come mi vuoi tu, per essere domani strumento di quelle grazie in mezzo al mondo che tu desideri che io porti alle anime".

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3. Continuando il commento delle nostre delibere siamo arrivati alla quarta delibera. Praticamente l'abbiamo fatta. Ho detto anche l'altra volta che non intendo sviscerare tutto delle delibere, soltanto dare dei punti fondamentali attraverso i quali possiamo poi, per conto nostro, sviluppare un po' tutto il pensiero. L'ultima volta abbiamo dato un'idea riguardo lo studio, la necessità dello studio, l'assoluta necessità dello studio. Mi sembra che il numero quattro insista su quello che abbiamo detto, però ci presenta uno spunto sul quale ci fermeremo per alcune riflessioni. "I due settori dove l'apostolo deve particolarmente coltivarsi sono la Divina Rivelazione e i Documenti del Magistero, per alimento della propria vita spirituale e per dovere di competenza nel fare il catechismo". Questo praticamente l'abbiamo un po' detto l'altra volta. Vi ricordate? Ma, questa parola qui "Documenti del Magistero" mi hanno fatto cadere in una tentazione, e sento il bisogno di fermarmi subito. Avremo occasione più avanti di fermarci ancora... ma di fermarmi subito. Guardate, viviamo in un momento che per noi di cinquant’anni fa è inconcepibile, momento nel quale vien messo in discussione tutto e vien messa in discussione perfino l'autorità del Papa, tutto quello che vien detto dal Papa, e viene messo in discussione non soltanto dai cattivi, dagli avversari, ma viene messo in discussione dai nostri cristiani, dico di più, dai nostri sacerdoti; vorrei dire di più: qualche volta anche da qualche vescovo. Dico, per noi di cinquant’anni fa che siamo nati al tempo dell'asinello e della bicicletta e non dell'era atomica, per noi - dico - è una cosa inconcepibile. Perché siamo nati con questa idea: che il Papa è il Papa: "Tu es Petrus", e perciò per noi il Papa è l'uomo di Dio. Non importa che si chiami Giulio II o Pio XI o Pio XII, non interessa che poi lui abbia dei suoi difetti particolari ed anche, diciamo, domani sia un uomo come quei tali uomini che abbiamo avuto nel Medioevo, che qualche volta erano poco cristiani anche; a noi non interessava niente: è il Papa e quando il Papa dice che si va alla comunione digiuni, si va alla comunione digiuni. Quando il Papa ci avesse chiamati noi come teologi a dare un consiglio, avremmo detto: "Guarda, andare digiuni fino a mezzogiorno è una cosa troppo pesante; non sarebbe il caso di bere almeno un pochino di acqua?". Ovvero scrivere una lettera: "Santità, non ce la faccio. Per piacere mi permette di bere un po' d'acqua personalmente?". Questo è sempre stato e sempre sarà, una cosa lecita, lecitissima. Ma il dire, il dire: "Il Papa ha comandato questo, il Papa fa quello, il Papa non è giusto, il Papa qua...", per noi, almeno penso che anche al tempo di don Piero, no, don Piero, quando che siamo cresciuti... lui è più giovane certo di molti anni di me, ma penso che fino a quindici vent’anni fa era una cosa talmente inconcepibile, come sarebbe inconcepibile prendere il Santissimo e buttarlo in mezzo alla strada: per noi era... Siamo nati con questa idea, siamo cresciuti con questa idea: il Papa! L'unione con la Chiesa, col Papa, per noi fino alla morte! Tanto è vero che nel santino della prima... del mio suddiaconato io ho scritto: "Con Cristo, con il Papa, con il vescovo", basta non si discute più! Con Cristo, con il Papa e con il vescovo: se mi stacco da uno di questi, mi sono staccato da Cristo e non si discute! Con Cristo e voi capite che bisogna vivere con lui e..."Vivo ego jam non ego", non c'è niente da fare. Con il Papa perché è l'anello che ti congiunge a Cristo. Son... ero il diocesano nella diocesi: con il vescovo!

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4. Quel giorno che il vescovo mi avesse comandato di andare a ballare, eccetera, io gli avrei detto: "No!". Ma finché il vescovo mi avesse comandato una cosa lecita, eh, non si discute! Mi avesse detto: "Va' cappellano a Durlo!", e si va cappellano a Durlo. Mi avesse mandato parroco a Quinto e dopo un mese mi avesse detto: "Adesso vieni via e va' cappellano a Novoledo!", e si va cappellani a Novoledo. Prete! Son andato prete così. Non era concepibile andar preti e dire: "Vado a fare quello che voglio", perché allora mi sarei sposato, avrei fatto quello che desideravo, mi avrei fatto io allora una vita. Ma quel giorno che siamo entrati in seminario per farci preti, siamo andati in seminario per metterci al comando di Cristo che avrebbe manifestato la sua volontà attraverso il Papa e il vescovo, sapendo già che la volontà del Cristo, molte volte o quasi sempre, è volontà di crocifissione per la salvezza delle anime; perciò mettendo già in preventivo che il Cristo, attraverso il Papa, attraverso il vescovo, avrebbe chiesto sempre qualche cosa costosa alla natura umana. Perché? Perché questa cosa il Padre l'ha chiesta al Cristo per la salvezza delle anime, e questa stessa cosa costosa deve chiederla ai suoi uomini; il "vinctus Christi", il "vinctus Christi" è una cosa naturale.
Ricordo un piccolo santo per ricordo dell'ordinazione sacerdotale: il Cristo inginocchiato con la corona di spine, il sacerdote appoggiato alla testa del Cristo, e la corona che circondava le due teste: una corona unica. È questa la vita del sacerdote, del consacrato. È l'uomo che si è offerto al Padre, ha detto di sì al Padre: "Ecce venio", ha detto, come l'ha detto Gesù. "Ecco accetto, vengo, Padre! E vengo a che cosa? A dare il mio sangue per la salvezza delle anime". Il canale ordinario attraverso il quale il Padre leva il sangue al suo apostolo è l'obbedienza al Papa e al vescovo, mettendo già in preventivo che alla natura umana costa e costa molto. Un sacerdote che è cappellano in una parrocchia da sei sette anni, che ormai ha fatto lì il suo piccolo mondo, riceve una cartolina dal vescovo: "Ti trasferirai in un'altra parrocchia!". Se il trasferimento dice: "Andrai parroco in un'altra parrocchia", lui canterà il "Te Deum"; se gli dice: "Andrai cappellano in un'altra parrocchia perché c'è un prete, vero, un po' bisbetico, un parroco un po' con l'arteriosclerosi, che ha bisogno di uno che gli stia un po' vicino", tu capisci, quello andrà cantando il "Miserere"; ma ci deve andare. E andrà dinanzi al tabernacolo e dirà: "Signore, mi ero dimenticato che mi sono fatto prete per essere crocifisso. A un dato momento, sa, trovavo un po' comodo... mi trovavo bene qui, ero contento di star qui; adesso tu mi chiedi questo, sia fatta la tua volontà!". Ora non possiamo pretendere che la Chiesa sia là soltanto per soddisfare i nostri capricci, sia là soltanto per crearci una previdenza sociale, per crearci un benessere sopra questa terra. Eh, no! Abbiamo sbagliato a capire il Cristo e abbiamo sbagliato capire, vero, la Chiesa. Ora il nostro Papa, il nostro Santo Padre che cosa sta a fare là? Sta là soltanto a interpretare la volontà del Cristo. E chi siamo noi poveri, piccoli uomini, che senza cognizione di causa, che senza avere in mano tutti i fili pretendiamo tante volte di stendere la mano e dire: "Quel filo non è giusto, il Papa ha sbagliato!"? Chi siamo noi poveri uomini che, anche sull'aspetto umano, sul piano umano, senza guardare quello soprannaturale, siamo così piccini, piccini, così ignoranti della situazione, così, vero, lontani dal sapere la realtà delle cose, che tante volte pretendiamo metterci sopra il tavolo e giudicare dall'alto in basso?

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5. Ecco, vedete, se vogliamo raggiungere quella maturità di cui parlavamo prima, ed essere frutta mature che attirino le anime a noi... Perché quando tu vedi, dinanzi a un fruttivendolo, per esempio, della bella uva: passa la signora che va comperare il sedano o qualche cosa d'altro, e vede questa uva... parliamo in principio dell'estate, in primavera, proprio la prima uva... ah, subito la signora la guarda con degli occhi, mentre ordina questo e quello, cipolla, e guarda: "Ah, che bella! El scusa, quanto xe che la costa? Beh, el min daga mezzo chilo!". Avete mai osservato questo? Vedi, per esempio, una primizia, le prime ciliege: sembrano là proprio a tentare le anime. Eh, sicuro! E allora: "Quanto xe che le costa? El me ne daga un chilo".
Ecco vedete, voi, voi avete questa missione: d'essere primizie, dovete essere primizie. E dovete tentare gli uomini. E gli uomini hanno fame e sete di Dio; voi dovete essere la tentazione, ma lo sarete soltanto se raggiungerete quello stato di maturità che Dio vuole da voi. E non lo raggiungerete assolutamente staccati dalla pianta. Perché se noi avessimo preso i cachi, avessimo tagliata la pianta un mese fa o due mesi fa, quando erano ancora verdi, avessimo messa la pianta là così, certo i cachi non sarebbero arrivati a maturazione, no, e altrettanto dicasi dell'uva. La... il frutto deve maturarsi nella pianta e allora avrà il suo sapore. Se voi vi maturate fuori della pianta, non avrete il vostro sapore. E la pianta è Cristo, ma che viene a voi attraverso la Chiesa, attraverso il Santo Padre. Insisto su questo, fratelli miei, in questo momento, perché proprio in questo momento voi sarete tentati, tentati ed ultratentati qualche volta di giudicare, di criticare, di mettere l'autorità del Papa sopra il tavolo e metterla là come si metterebbe un cadavere sul tavolo dell'autopsia e mettersi là a tagliarlo a pezzi. Ricordatevi bene, quando si tratta del Santo Padre saltate in piedi e non si discute e si obbedisce. Si dirà: “È un uomo anche lui, farà i suoi peccati anche lui, avrà i suoi limiti anche lui, però il Papa ha detto così e non si discute più: io obbedisco!”. Quando il Santo Padre dirà una cosa diversa, io farò quello che mi dirà il santo Padre. Oggi il Papa ha detto, riguardo alla pillola, così, oggi ha detto, riguardo l’"Humanae vitae", eccetera, così, e non si discute! Riguardo al celibato... così, e non si discute! Quel giorno che il Papa dirà: "I preti potranno sposarsi", noi diremo: "Va bene! Che i preti si sposino. Noi andremo a benedire le nozze di tutti i preti de 'sto mondo; noi siamo religiosi e abbiamo scelto invece questa strada e non si discute". Fratelli miei, guardate che sarete tentati. Lo sentiamo dai nostri cari missionari quali difficoltà trovino per questo motivo. Abbiamo sentito, per esempio, da don Luigi Mecenero lì, proprio non soltanto, parliamoci chiaro, non soltanto i sacerdoti, ma anche il vescovo; e il vescovo con i sacerdoti contro il Papa, contro le disposizioni del Papa. E i nostri devono stare con carità, vedere nel vescovo il rappresentante di Dio e nello stesso tempo non accettare dal vescovo quello che è contro Dio. Ah, figlioli, è una ginnastica non indifferente, no, una ginnastica non indifferente. Perché questo benedetto uomo che si chiama don Luigi e don Lino e compagni devono dire: "Quando il vescovo mi dirà, mi darà ordine di dire Messa in quel modo, in quel dato modo, se è secondo quello che ha stabilito il Papa non si discute, si muore e si obbedisce: Dio vuole così da me. Ma quando il vescovo mi ordina qualche cosa contro le disposizioni del Papa, io dirò: "Non licet, non posso obbedire". Capite che è una cosa molto delicata, difficile; però, ricordatevi, l'autorità della Santa Sede, quella e non si discute più!

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6. Ora, vedete, pensavo proprio al nostro famoso fontanon che abbiamo su a Bosco: che bello, questa acqua che esce dalla roccia, che esce dalla terra! Ebbene, proprio noi dobbiamo considerare questo, l'autorità del Papa, le disposizioni della Santa Sede, proprio, è quella fontana viva che esce dalla roccia.
Guardate, fratelli miei, ricordo in un discorso di padre Lombardi che parlava dei nostri ultimi Papi: “Ditemi voi, ditemi voi: potremmo aver avuto in questi ultimi tempi Papi più grandi? Anche sul piano umano, sul piano della cultura, sul piano un po' anche diciamo... non diciamola diplomazia, ma del saper fare in mezzo agli uomini... Guardate che uomini!”. Guardate, per esempio, l'attuale Sommo Pontefice che, mi diceva mons. Galloni, fin da giovane impregnato di spirito di fede... una famiglia cristiana, che recitavano il rosario ogni sera, la nonna che ogni sera leggeva qualche cosa di San Francesco di Sales, là con tutti i nipotini attorno, ogni sera bisognava leggere qualche cosa insieme, in chiesa tutti insieme, che son... si può dire, che hanno mangiato Dio e son vissuti di Dio; questo giovane che poi, brillante nel campo dello studio, degli studi pubblici, a una certa età si dona al Signore e il Signore lo porta là, lo prepara e lo mette a capo della Chiesa; per cui può dire: "Ebrei sunt? Et ego!"... perciò, "in quanto alla cultura anche profana sono stato in mezzo anch'io, sono vissuto e la conosco e so cosa il mondo mangia". Fratelli miei, questo uomo, questo uomo che, guardiamolo sul piano umano, e come lui parliamo di Papa Giovanni e di tutti gli altri che sono venuti prima, che nel decidere le cose ha solo una intenzione: volontà di Dio e il bene delle anime. Potete escludere questo? Volontà di Dio e il bene delle anime. Supponiamo anche commettesse qualche errore... Ma, scusate, un generale in campo di battaglia non è infallibile, qualche piccolo errore di tattica lo può commettere; ma se ogni soldato vuole giudicare il generale, a un dato momento viene il caos; anche se avviene un piccolo errore, il generale poi ee... penserà di mettere a posto tutto; ma, ma sarebbe un disastro se volessero i vari soldati correggere ogni errore del generale.

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7. Però, io vorrei anche aggiungere un'altra cosa: oltre che a guardare questi uomini superiori, grandemente superiori, che sono al timone della Chiesa in questi momenti così difficili, in cui... Guardate, è stato giudicato Gesù, potete immaginarvi se non offrono il fianco ad essere giudicati questi che sono uomini, che non sono Dio, no? Ma io vorrei anche farvi notare una cosa, e voi siete in grado di capirla: non vedete voi la mano di Dio che sta guidando la Chiesa? Non vi accorgete, fratelli miei, che c'è proprio la mano di Dio che sta guidando la Chiesa? Queste cose, vedete, non tutti le possono capire. Voi che vivete in una casa dove, attraverso il lavoro di ciascuno, ma Dio, Dio sta lavorando...
Vedete, se voi osservate anche adesso nell'ultima operazione che stiamo compiendo, quella lì della legatoria, c'è tutto un lavoro umano, perché ognuno... ma poi tu vedi dei fili, dei fili che sono intrecciati da Dio. Questi ventotto anni, per esempio, della nostra Istituzione, tu vedi che ognuno di voi, guardate, ognuno di voi, ha messo la sua parte, e l'ha messa con tutta la buona volontà, nell'organizzazione esterna, nel compiere le varie azioni, nell'organizzare i vari reparti, però però poi tutti ci siamo inchinati e abbiamo detto: "Qui c'è una mano di Dio!". Quante volte me la son sentita dire questa parola: "Sarà intelligente lei, sarà capace di organizzare, però qui c'è il dito di Dio! Mi scusi, sa, qui c'è il dito di Dio! Qui si vede che è entrato il Signore in azione, ha preso in mano lui il volante a un dato momento". Vedete, noi abbiamo lavorato ventotto anni, ce l'abbiamo messa tutta, ci siamo sforzati di mettercela tutta, per cui possiamo dire: "Sì, abbiamo messo la nostra parte"; ma, però, siamo sinceri, abbiamo sentita la presenza di Dio, che interveniva lui, che guidava lui.

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8. Ora se questo lo possiamo constatare noi nella nostra piccola esperienza, in una piccola cellula della Chiesa, cerchiamo di dare uno sguardo alla Chiesa in questi ultimi quaranta, cinquant’anni e ditemi un po': non vediamo la mano di Dio che ci guida?
Guardate soltanto, osserviamo solo Papa Giovanni: guardate, la Chiesa aveva bisogno... "Uh, quanto tempo ci voleva per arrivare a questo punto?". Non era ancora arrivato il momento di Dio: Dio ti prende uno, te lo butta là sul trono di Pietro, e questo uno con la semplicità degli uomini di Dio, senza tante storie comincia a dire: "Vero, eh, ci sono i canali! Credevo che ci fossero solo che a Venezia i canali; c'è un Canali anche qua ogni tanto... - parla del card. Canali, no, che si mette sempre in mezzo - ci sono i canali anche qua!". Così scherzando, ridendo, ti rompe cose, vero, che gli uomini non sarebbero capaci di rompere. Guardate nello Stato quante discussioni per la burocrazia, per togliere la burocrazia. E ci voleva uno un po' grassoccio, con semplicità, che togliesse la burocrazia, che si buttasse là, che la spezzasse in due pezzi, no? E, quando che a un dato momento, sa, queste rotture fra l'Italia, eccetera, e c'era, mi ricordo, là nel piazzale di San Pietro c'era là tutta una cintura di steccati e la guardia prima del piazzale di San Pietro, perché è lo Stato del Vaticano, un bel giorno Pio XII vede: "Ah, è ora di finirla". Dà una telefonata: "Portar via tutto". In altri tempi, vent’anni prima, avrebbero dovuto far seduta di Parlamento de qua e Parlamento de là, eccetera, scambi, per tirar via uno steccato, no? Pio XII dà ordine... tirano via lo steccato e non se ne parla più. L'Italia è venuta avanti fino verso la gradinata di San Pietro, no? Amici miei, i tempi si maturano così, i tempi si matura... "Ma perché non si è fatto prima, ma perché qua...?". E scusate, perché non abbiamo cominciato la legatoria prima? Perché l'Istituto San Gaetano non è cominciato cento anni prima? Ma lasciamo a Dio, lasciamo a Dio l'iniziativa. Noi mettiamocela tutta!

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9 Ora, io vorrei proprio che ciascuno di noi, con tanta fede, con tanta fede, dinanzi, guardate, al fontanon, diciamola, sapesse vedere che dentro nell'interno del monte c'è un serbatoio d'acqua, c'è un canale, cioè dico, c'è un lago di acqua che sta dando l'acqua istante per istante. Cioè, dietro la mano, dietro il cuore di Papa Paolo VI o domani chi che volete voi, magari Francesco o qualche altro, ricordatevi che dietro c'è lo Spirito Santo, c'è Dio che sta guidando la Chiesa; ed è dinanzi a questo Dio che noi dobbiamo inginocchiarci, è dinanzi a questo Spirito di Dio che noi dobbiamo inchinarci per lasciarci guidare, per lasciarci guidare.
Ora anche se domani, guardate, sul trono di Pietro, dovesse andare un altro Giulio II, ma lasciate che faccia la guerra, - noi non lo approviamo in quello, tutto quel che volete - però quel giorno che lui Giulio II ci dovesse dire: "E adesso la Messa la direte ancora in latino, e non più in italiano", e va bene, la diremo in latino... Io preferisco dirla in italiano, ma la dico in latino, non si discute più, basta, non si discute più. Obbedisco. Dio vuole... Bene! Verrà un altro Papa e dirà: "Adesso la direte in greco!". Misericordia! "Kai de kai", e la diremo in greco, anima di Dio! Mi pare questo... Con questa semplicità, figlioli, noi conquisteremo le anime. Vedete, quando si va a Bosco - e... mi dispiace che il tempo adesso, sul più bello... era proprio qui che si doveva incominciare la meditazione, dovevo cominciarla da qui, cominciarla da qui - e quando si va a Bosco e si entra in una delle case e: "Uh, che acqua buona! Da dove viene?". "Dal fontanon!". E... sicuro... ma ci sono tutti i tubi messi dai nostri idraulici, vero, direttore. Dov'è? Ah, eccolo qua il nostro direttore degli impianti, e dopo i lavoratori dove sono? Adriano e compagni, va ben! Sì, va bene, il fontanon, però c'è tutta una tubatura che congiunge. Se per istrada si dovesse passare attraverso una pozzanghera, non sarebbe più l'acqua del fontanon. Ed è appunto questo legame che noi dobbiamo avere con Pietro e con la Chiesa. Poi fidarci... Guardate, quando si va, per esempio, in aereo e c'è un pilota che guida: ci si fida in fondo, ci si fida, eh! Scusa tu, non so, Vinicio, sei andato là a dire: "No, voglio guidare io! Voglio qua, voglio là". Ti sei fidato, hai guardato con ammirazione, hai detto: "Tutti 'sti trapeli qua io non li capisco, però, ouh... mi guida". L'essenziale è che da Rio ti porti a Roma senza far qualche buco nell'acqua, vero, quello è necessario. Ora, ecco, guardate, nella Chiesa c'è un pilota, il Santo Padre, ci sono poi degli altri che si congiungono a questo pilota: fidiamoci! Ci fidiamo dell'autista della corriera, ci fidiamo dell'autista dell'asino, ci fidiamo del pilota... fidiamoci di questo pilota che è messo da Dio, ricordandoci però che vicino a questo pilota, è questo che vorrei che rimanesse, ma proprio scolpito nella mente e nel cuore, vicino a questo pilota c'è lo Spirito Santo sempre pronto a fermare la mano del pilota se disgraziatamente il pilota dovesse dirottare. Ricordatevelo bene: ci saranno dei momenti che si sentiranno dei vuoti d'aria, dei momenti come si può sentire anche in aereo, ma se l'apparecchio dovesse dirottare, ricordatevi: fidiamoci, c'è lui, solo lui, Dio, che guida la Chiesa, che guida la nostra Famiglia religiosa, che guida ciascuno di noi, perché tutti, Chiesa, Famiglia religiosa e noi, possiamo arrivare a maturazione.