LA CONSACRAZIONE RELIGIOSA DOMANDA IMPEGNO E SACRIFICIO
MO299 [20-03-1970]
20 marzo 1970
MO299,1 [20-03-1970]
1. Il nostro caro don Girolamo, di felice memoria, giorni fa, mi pare sia stato don Girolamo se non mi manca la memoria, mi ha fermato per guardare le viti, qua... mi ha fermato a guardare le viti. E guardando le viti ha detto: “Bisognerebbe fare qualcosa”. Dunque, le operazioni sono queste: o cavarle tutte, cavar su perché sono state messe male, una buca è poco profonda, terreno duro, non riescono a svilupparsi, vanno sempre peggio, sono un po' tisiche, eccetera, o cavarle tutte, primo, o fare un buco profondo vicino lì e innestare un po' di potenza super, vero, innestare potenza super, ovvero, fare un buco profondo, mettere un po' di potenza super e piantare delle altre viti, alternate, in modo che, poi quando sono cresciute le seconde, si tagliano le prime. E uno che vien qui, non si accorge, vero, se c’è... visto il vigneto, non sa: sono le prime, sono le seconde? Dirà: “Che belle viti!”. E invece sono le viti di secondo...Ecco, pensando alle altre viti che siamo noi, non che siete voi, che siamo noi, la preoccupazione mia è questa, tanto per riallacciarci a quello che dicevamo l'ultima volta che ci siamo incontrati. Mi domando: siamo viti che un bravo agricoltore guardandole può dire: “Che vignale meraviglioso! Che viti meravigliose!”, o siamo viti che meriterebbero da un competente la frase: "Le xe viti tisiche! Bisognerebbe fare una fattura: o scavare una fossa vicino e buttar dentro qualche cosa, o scavare una fossa vicina e piantare altre viti e poi, ad un dato momento, sostituirle senza che nessuno se ne accorga”?Ecco, guardate che si può anche andare qui a guardare le viti, darci un'occhiata e dire: "Beh, beh, va là, lasciamo stare”.Ma il Signore, quando guarda una congregazione religiosa che ha piantato lui, una vigna che ha piantato lui, non fa come noi uomini che poi possiamo anche passare sopra o dimenticarci. Quando il Signore ha piantato una vigna, e lui ha fatto i suoi calcoli che ognuna, ognuna delle viti deve dare, supponiamo, un tot di uva, se alla fine della prima stagione, della seconda stagione, della terza stagione non arriva quell'uva, lui, il padrone della vigna, fa un giretto assieme con qualcuno dei suoi angeli e dei suoi santi, e poi chiama lo scavatore, - d'altra parte c'è, vero, don Zeno che è abituato con ruspe e scavatori - chiama qualche scavatore e fa la sua operazione. E l'operazione di Dio, guardate, che è un'operazione, sapete, decisiva. Lui può passare vicino alla vigna e scavare. E questo scavare potrebbe essere il passaggio di una guerra, potrebbe essere il passaggio di disgrazie nella Casa, potrebbe essere un passaggio... Guardate che quando che passa il Signore a scavare, passa proprio di solito con mano forte.
MO299,2 [20-03-1970]
2. Guardate San Gabriele dell'Addolorata. Quando ha voluto portarlo via, tan, tan, finché a un dato momento "aut it aut spacat", no, e San Gabriele è partito.Guardate che il Signore ci fa partire. Se scava lui, ci fa partire, non c'è niente da fare, eh! Incomincia... Non vi siete accontentati della morte del vostro carissimo Giorgio? Tan! Giù Lino in mezzo al cortile. Non vi basta? Giù Raffaele, giù Ugo, giù un altro... Guardate che co passa il Signore, non scherza mica il Signore, eh, stiamo attenti! Se passa Dio con il suo scavatore, qualche radisetta parte, eh! E se butta dentro qualche cosa lui, le altre viti o si muovono o muoiono soffocate.Ora, un altro modo che può fare il Signore è di scavare, non disturbare le vecchie viti, scavare un pochino lì un po' distante... dopo le altre le lascia là. Però ti pianta delle piccole viti in mezzo che sono destinate poi a prendere il posto delle altre. Una vite te la pianta qui, magari un giovane che viene a ventisei anni, come diceva il nostro caro don Antonio, viene qui ed è destinato a prendere il posto, supponiamo, di don Girolamo. Viene un altro, è destinato a prendere il posto di don Ottorino, vengono qui, piccole cose piantate lì vicino, poco lontano; queste persone, magari, che ti vengono, che ti vengono e ti assorbono l'humus della Congregazione, e noi che siamo stati i primi che abbiamo tanto visto e tanto fatto, eccetera, noi siamo lasciati lì a portare quel po' di frutto che possiamo portare. E poi, o villa Valeri o qualche altra villa, vero, ci accoglie mentre che le viti, le vere viti, quelle che sono destinate da Dio a continuare il vignale, quelle verranno dalla porta, da una parte o dall'altra.Attenti che questa è la storia, vero, della Chiesa del Signore; questi sono gli usi del Signore. E io dico questo perché, ripensando a quello che abbiamo detto l'ultima volta, nella nostra meditazione, io sono stato un po' cattivello, un pochino con me prima e poi, scusate, anche con voi. Ho voluto fare un po' quell'esame di coscienza famoso che ho proposto a voi: alla sera quante ore? Vi ricordate, no? Quante ore... qua e là? Sinceramente io mi sono domandato: potevo questo, potevo quest'altro?Anche ieri, per esempio, dopo pranzo, prima di andare a Monte Berico, era un pezzo che non andavo: usare la macchina, per me, per il gusto di andare, sì, a salutare la Madonna, tutto quello che vuoi...? Mi era venuto... Ho detto: "Vado a piedi o vado in bicicletta o vado in macchina?”, perché mi pareva un po'... e non c'era tempo di andare a piedi. E allora ho preso almeno Vinicio, ho preso un altro, per giustificarmi davanti a Dio ho preso un altro, Vinicio, almeno di condurre qualche altro vecchiotto, vero, fare un atto di carità, unire a un atto di soddisfazione mia. Siamo andati a recitare una corona, siamo andati a pregare. Perché l'uso della macchina, va ben, ma abbiamo fatto anche voto di povertà.
MO299,3 [20-03-1970]
3.Amici miei, amici miei, vi dico la verità: facendo un po' di esame tu vedi quell'ora, quell'altra mezz’ora, potevo o non potevo, potevo far questo, non potevo far questo? Non farne un'ossessione, chiaro, ma almeno vivere come vivono i nostri buoni papà di famiglia, che sono dedicati interamente alla famiglia e ci pensano prima di spendere il denaro.Per esempio, una cosa che mi ha un po' impressionato nella casa è questa: come si spende il danaro? come si consuma un po' il tempo? come siamo preoccupati, specialmente, di domandare anche? Per esempio, supponiamo un particolare. Uno ha delle autorizzazioni, poniamo don Zeno, penso che non ti arrabbi mica; prendo lui per non offendere altri. Don Zeno ha una mansione particolare da svolgere, e adesso ha la questione della villa Valeri, ha la questione dell'amministrazione, eccetera. Va ben! Poniamo, ad un dato momento, lui ha la macchina a disposizione e va a villa Valeri per il lavoro. Ma lì se va per il lavoro è un conto, se va per necessità una cosa, se va per capriccio è un'altra cosa. Se, ad un dato momento, è tempo si studio e: "Ah, faccio un giretto e vado fin là", se non è necessario, quello non viene scritto come merito, viene scritto almeno come vuoto o anzi a demerito. Guardate che è difficile, sapete! Non so se sbaglio, caro Zeno.... Questo per andare a casa Valeri; ma se da casa Valeri, sa, abituato a fare un po', decidere, ad un dato momento dixe: "Adesso go la macchina, vo fino a Padova a trovar me fradelo, vado qua, vado là...". Eh, no! Quelle sono altre cose, sono cose distinte! In quelle cose lì deve aver bisogno anche lui del permesso. In quello che è la mansione che deve fare, deve, per quanto possibile, chiedere il permesso del superiore, se non lo può, avvisare almeno dopo, giusto, no, ma per quello che è invece...Ma, cari miei, ad un dato momento, guardate che è facile, sapete, fare quello che vogliamo. A casa il marito, per modo di dire, deve avvisare la moglie: "Guarda che vado di qua, che vado di là...”. Un certo che... Ci liberiamo un po' da tutto quello che pesa un pochino, tutto quello che ci costa un pochino... È vero che possiamo interpretare la volontà di Dio, ma quando non c'è la possibilità di avere un superiore. Ma, ad un dato momento, un po' di peso della vita comune, un po' metterci d'accordo insieme... Ecco, la paura mia è questa, amici miei, scusate se insisto su questo qui.“È necessario sviluppare la personalità”. Questo siamo pienamente d'accordo. È necessario che ognuno di voi diventi un uomo e prenda le sue responsabilità e sappia intendersela anche con Dio. Ma non si può, domani, in una Comunità di quattro o cinque, eleggetevi voi, se volete, il superiore, non importa niente, mettete il più vecchio o il più giovane, non importa niente, ma a un dato momento bisogna che ci sia uno che un po' rappresenta il Signore e che dica l'ultima parola, perché senò altrimenti minacciamo, vero...
MO299,4 [20-03-1970]
4. Un papà di famiglia che ha un campo e quattro figlioli: uno vuol piantare salata, uno vuol piantare fagioli, uno vuol piantare zucche, uno vuol piantare angurie, no? E allora cominciano a fucilate tra loro perché ognuno interpreta la volontà del padre: "Ma me popà ga dito... So che ghe piasea le angurie... So che ghe piaseva i fagioli...". Amici miei, ad un dato momento mettetevi d'accordo, altrimenti uno impianta e il giorno dopo l'altro ara il terreno un'altra volta per impiantare un'altra roba, no? Ora ci vuole assolutamente un qualche cosa...Per esempio, andate a scuola in seminario. Non si può... Per esempio, uno andasse a scuola e arriva dieci minuti in ritardo. Ma perché arriva dieci minuti in ritardo? Se non c'è stato un motivo proporzionatamente grave, non può andare dieci minuti in ritardo, neanche per sogno! Durante l'ora di ricreazione va via perché deve fare una cosa in città. Ma scusa, ma quella cosa in città non te la puoi fare... "Ma è una cosa che riguarda il mio ufficio". Ma scusa, anche Antonio qua che va una volta in ufficio dovrebbe domandare il permesso per andare fuori, perché in quel momento non può andar fuori. Se lui non è autorizzato, o una volta per sempre o volta per volta, non può lui dire, durante... Quelle ore che è in seminario è in seminario ed è soggetto ad un regolamento, a uno statuto del seminario, del seminario. "Ho la bicicletta e vado a prendere una carta, vado a prendere... a far questo...". Tu stai facendo la tua santa o p... volontà, vero! Guardate che è facile questo. La paura mia è specialmente in questo, che cioè il fine è buono, mica non... non si pensa mica che vada al cinema fuori in città se durante la ricreazione in seminario parte uno e va prendere, no. "Ho una cosa da fare, per non perdere un quarto d’ora...”. Ma stai facendo quello che vuoi tu.Tra l'altro, tanto per tenere questa questione del seminario, io so che non vedono troppo bene in seminario questa uscita indietro e avanti. Perché, siccome che mons. Sartori addita voi un po' come esempio, eccetera, vede un esempio che stride un pochino insomma, ecco. Non dovete guardare voi cosa fanno i seminaristi. Il rettore del seminario deve poter dire sempre di voi: "Guardate come fanno bene quelli di San Gaetano!". E ha il diritto di dir questo perché voi siete religiosi...Vi spacciate per santi, vero? Eh, scusatemi tanto! Perché vi siete fatti religiosi? Chi è il religioso? È uno che fa professione di santità. Ed il rettore ha tutto il diritto di dire: "Questi sono i perfetti, questi almeno si sforzano di essere perfetti. Perciò guardano non il minimum, ma danno il massimo che possono dare al Signore”.Perciò nell'obbedienza, perciò anche, per esempio, nella scuola, non mettersi là a leggere un libro o leggere una rivista, leggicchiare, fare... No! "Ma mi costa!". E va bene, si offre al Signore. Tuo dovere è stare attento a scuola. Io ho paura, vedete, che tante cose di queste cose qui non le fate, forse senza volerlo, ma non le fate per amore del Signore. Così, si fa una vita così. E allora abbiamo le viti, vero, che sono belle, fanno anche dei grappoli d'uva, ma, ma non le xe quele visele, sa, che te dà quei grappoli d'uva dove che se impianta el canolin. Sì, si potranno essere questi qua al sole, bei grappoli d'uva... qualcuno potrebbe essere come quelli in fondo, che cominciano a marcire prima di essere maturi, no?
MO299,5 [20-03-1970]
5. Amici miei, no! Guardate che oggi io metto tutte le scusanti, eh, tutte le scusanti perché oggi il mondo fuori, oggi anche il mondo nostro, eccetera, è un mondo che vi scusa nel senso che vi trascina un pochino per questa strada. Ma se il Signore ha voluto un vignale suo particolare, voi non dovete andare a guardare le... così. Se il Signore ha piantato della garganega qua, perché volete guardare il clinto? Quelo xe clinto, quelo va in Paradiso così. Noi dobbiamo andare in Paradiso per la nostra strada. Perché guardate che domani può essere molto più santo un chierico che è in seminario, che fa metà di voi, che non voi. Perché c'è la questione dei talenti, c'è la questione delle grazie particolari che il Signore ha dato qui dentro. E voi dovete corrispondere alle vostre grazie.Non basta uno che, uno che ha le spalle che possono portare un quintale e dire: "Eh, beh, ma gli altri portano tutti venti chili! Io...". Scusa, tu mangi però anche per un quintale! Quando che te magni na pastasciutta così, bevi goti de vin così... E perché quell'altro là, quel sbasìo là... cossa vuto chel porta Giorgio, poareto? Più de venti chili, quindici chili, vero, Giorgio?“Ma, sa, la 500 di don Guido porta quattro persone, ma piccolete anca, no, piccolete. Naturalmente la 1100... niente de più, perché non xe mia giusto!". Ma la beve de più la 1100, no? Ma se invece della 1100 abbiamo una macchina ancora più grossa, la beve de più. In proporzione di quello che una macchina beve, deve anche portare. Se no, se copa el muso e se fa saladi, vero, se fa un poche de sopresse.Amici miei, guardate che se abbiamo ricevute delle grazie di Dio, dobbiamo rispondere delle grazie di Dio. Non possiamo metterci in proporzione di un'altra vite: "Questa fa dieci chili, quella fa dieci chili, dunque mi son a posto". Non sei a posto per niente, proprio per niente. Tu con i tuoi dieci chili di uva, anche se l'altro è d'accordo, potresti andare all'Inferno, vero! Guardate che l'Inferno c’è anche per i peccati di omissione, fratelli miei. Perché noi dobbiamo rispondere al Signore anche di quelle anime che il Signore ha messo vicino a noi e che non abbiamo incendiate per mancanza di calore nostro. E guardate che la santità è fatta di piccole cose, e fra queste piccole cose offerte al Signore, questo saper dare al Signore istante per istante quello che il Signore domanda. Non crediate che siano le grandi cose, le grandi cose: non le farete se non sarete capaci di fare le piccole cose oggi.
MO299,6 [20-03-1970]
6. Ora, io, proprio, guardate; mi sono permesso di interrompere un momentino la meditazione e fermarmi ancora a questo. Siamo vicino ormai alla settimana santa, siamo nel venerdì che in altri tempi era dedicato proprio alla Madonna Addolorata, no? Oggi, mi pare che la festa sia trasportata, eccetera. Comunque siamo al venerdì che ci ricorda la passione imminente e la nostra buona mamma, la Madonna, che sta vicino alla croce, associata in pieno alla passione del Signore. Ora, non possiamo disgiungere, fratelli miei, dalla nostra santificazione l'idea della passione, non possiamo togliere dalla nostra azione apostolica quella che è la nostra collaborazione alla redenzione del mondo attraverso la sofferenza, non possiamo togliere dalla nostra vita tutto quello che pesa, tutto quello che costa un pochino. Guardate che togliere questo sarebbe un rovinare la nostra formazione.Ieri sera eravamo a casa lì di don Matteo e don Marco, vero, e c'era padre Giovanni, e si stava un po' ragionando insieme; e siccome che i vecchi parlano sempre del passato, si faceva un po' il confronto tra la vita di ieri e la vita di oggi. Cioè la vita che naturalmente dovevamo passare, perché non c'era... Se non c'era la luce elettrica, per forza bisognava rangiarse col canfin, no? È chiaro! E se non c'era il frigorifero, bisognava bere acqua calda... Ora, si pensava alla vita di sacrificio che c'era ieri e alla vita di meno sacrificio che c'è oggi. E si diceva, ma guardate che questo lo si diceva proprio col cuore: se fosse da tornare indietro e rifare la mia educazione, non vorrei... perché capisco che per voi oggi è molto più difficile. Vi dico, se fosse che dovessi scegliere, io, e anche Giovanni era dello stesso parere, no, fosse da scegliere noi... io preferirei ancora l'educazione che ho avuto con tutte le difficoltà che c'erano, quando dovevo andare a prendere durante l’estate e andare in cerca di bruscandoli e vendere bruscandoli per avere magari una lira e darla alla mia mamma per comperare il pane. Durante le vacanze, andare in cerca di bruscandoli drio al Tesina, de qua, de là, par vendare un sèsto de bruscandoli e darghe quele do tre palanche a me mamma par comprare el pane.Io ringrazio il Signore di queste croci e, guardate che se dovessi fare tutta la lista di queste, sarebbero tante. E ringrazio il Signore perché mi ha abituato a lavorare per lui e a soffrire. E la sofferenza... E guardate che fin che la si porta la croce, la pesa, eh! Non eravamo mica stupidi, eh! Pesava anche allora la croce, l'umiliazione pesava, andare a far legna drio al Tesina, qua e là, pesava, vi assicuro io. Non vi nascondo che tante volte da chierico andavo a prendere legna in giro, al Tesina, e poi mi vergognavo a portarla a casa, mandavo mia mamma a prenderla di là dell'argine perché... "Mamma, vestìo da prete, eccetera, così...”. Vi dico: pesava! Ma, amici miei, io vi dico: se fosse da tornare indietro, pregherei il Signore che me la raddoppiasse, non che me la togliesse, perché già con quella vita dura passata nella giovinezza si fa fatica andare avanti, si fa fatica andare avanti. Con quel rodaggio si fa fatica andare avanti.Ora, la mia paura è questa, ecco: che la vita oggi è troppo facile, è troppo comoda, e che quando troverete una salita vi fermiate per paura della fatica. Ecco, guardate, vi parlo proprio da papà. Se noi, avendo passata una vita così dura, tante volte se ghemo inciodà su per la salita, proprio... Come qualche volta la macchina tira indrìo e avanti, indrìo e avanti... Ecco, io vedo la mia vita tante volte: torna indrìo... bum... come che se fa con le macchine qualche volta per andar su, no?Bene, nonostante, dico, una vita così dura, si è vista la difficoltà in certi momenti di salita, per cui se fosse tornare indietro, direi: "Signore, ancora più dura in modo da poter superare quelle difficoltà, che ho visto che ho dovuto fare in due tre colpi”, no? Va bene? Io vi dico: amici miei, vi prego, in nome di Dio, siccome la vita oggi non vi porta quelle difficoltà perché si è un po' facilitato tutto, va bene, guardate che dovete farvele voi queste difficoltà.
MO299,7 [20-03-1970]
7 In fondo voi state assistendo adesso a un certo movimento sportivo, eccetera, e vedete che quelli che vanno a giocare il calcio, a correre in bicicletta, fanno l'allenamento. Cosa vuol dire questo benedetto allenamento? Vuol dire esercitare i muscoli, no, a fare quello che devono fare al momento della prova. Fanno allenamento per poter correre, fanno allenamento per poter saltare, per poter tirar calci. Non può andare uno a Cortina d'Ampezzo e star là con la sedia a sdraio per tre mesi e dopo pretendere di fare una partita a calcio. Voi vi mettete a ridere perché siete edotti in questa materia qua, no? E volete che soltanto nella vita spirituale si possa domani affrontare delle difficoltà enormi, e ci sono delle difficoltà enormi, senza allenamento?Ma come potete cavarvela voi quando domani comincerà un ragazza, per esempio, in confessionale a dirvi: "Mi ghe voi tanto ben. Mi, caro don Zeno, el me scusa, xe xa due notti che non fo che pensare a lu, ma mi, el senta... ma mi senza de lu... Eh!". Ma come ve la cavate, fratelli miei? No, caro monsignore in fondo, lei che sta sorridendo in fondo là, non stia meravigliarsi, non stia a meravigliarsi, sono cose che capitano, caro, sono cose che capitano!Ricordo, appena sacerdote, ad Araceli, dopo due tre mesi, mi capita dentro una ragazza e mi viene là vicino. Era da una di quelle case... "Ma, el senta... el senta". E viene vicino, e dai e dai. Amici miei, amici miei, a venticinque anni si ha il sangue che bolle... mica scherzi, sapete! E quando ti stanno dietro e dietro, e qua e là.Guardate che molti vostri amici sono caduti per questo: non erano sufficientemente preparati a mortificarsi e, arrivato il momento della prova, sono precipitati. E allora sono arrivati al punto di annunciare anche pubblicamente in chiesa, vero, la loro dolce compagna della vita. Non penso che arriviate a questo, ma si può arrivare a compromessi, fratelli miei. Guardate che si può arrivare a tanti e tanti compromessi, in modo da rendere, vero, una verginità apparente, ma non reale, in modo da rendere un cuore arido, che non porta frutti di bene, che non salva anime. Si vede sì qualcosa di apparente perché sa, la persona è brillante, perché ha delle doti esterne, perché... ma non si vede il sacro... Sono delle viti che portano... "Oh, che bel vignale!", uno che arriva lì un momentino. Ma uno che se ne intende dice: "Oh! Ste visèle qua... qualche annetto e dopo le crepa”. Vero? Sti religiosi qua? Hum! Qualche annetto e dopo te vedarè. Qua bisogna impiantare un asilo infantile vissin alla canonica...
MO299,8 [20-03-1970]
8. Amici miei, direte che sono duro. No, sentite, vi domando per carità, dite pure che sono duro quanto volete, ma io proprio vi pregherei: riesaminate un pochino la vostra vita e chiedetevi proprio se siete preoccupati di fare la volontà di Dio. Io non voglio aprire un ufficio di inquisizione, non vengo qui a fare... non è il caso che io venga a dire: “Vengo a vedere, vengo a esaminare, vengo a riesaminare”. No, vi prego.Siamo nel momento della passione del Signore, nel momento nel quale noi dobbiamo in modo particolare considerare l' "exinanivit semetipsum, il factus oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis". E questo "factus oboediens" vuol dire obbediente alla volontà di Dio. La scelta di tutte le azioni è stata lasciata a Dio.Ecco, io vorrei proprio che, prima io e poi voi, in questi giorni ci esaminassimo proprio realmente, se proprio realmente abbiamo cercato la volontà di Dio, o se invece... E se siamo andati a cercarla un pochino anche dai superiori, eccetera, con un po' di umiltà e un po' di carità, o se invece abbiamo cercato la volontà di Dio così: "Mi piace quello. Ecco la volontà del Signore!". Guardate che non tutto quello che luccica è oro, guardate che non quello che è secondo una logica umana è volontà di Dio, guardate che tante volte, e molto spesso, la volontà di Dio è quello che sembrerebbe meno logico. Ora, non lasciamoci ingannare da questa roba qui. Perché tante volte le scelte nostre sono fatte sempre così, secondo una nostra logica, e qui è proprio un inganno del demonio che ci porta un pochino a fare quello che piace, secondo naturalmente principi sani e principi santi, e non quello che piace a Dio. Perché quello che abbiamo detto anche tante altre volte, certo la Madonna e San Giuseppe e anche Gesù stesso non avrebbero scelto la croce o la fuga in Egitto o tante altre cose...Concludo perché mi pare che il tempo sia passato. Concludo, vero, ma vi lascierei questa mattina due tre minuti da pensare, se non vi dispiace, un pochino su questo. Penso io e pensateci anche voi. La prossima volta vi prometto che non mi fermo più su ste robe qua e vado avanti.