2 Quando sono tornato dall'America è stata un'amara delusione nel vedere le viti senza pampaneti, poarete. Pensare che a Buenos Aires andavo là a raccogliere i grappoli d'uva e... prendere sta uva, buonissima. Vengo a casa: vedo le viti, là, seche seche, là, senza niente.Qualche giorno fa, aprendo le finestre, mi ero accorto un po' prima, mi accorgo che c'è là i pampaneti un po' lunghi - parlemo la nostra bella lingua, no, Bepi? - e sti pampaneti... Sta venendo avanti la primavera. Fra qualche settimana cominceranno già a far ombra, ma, dalla primavera, prima di arrivare all'autunno, prima di arrivare, no, Ugo, a magnare quei graspetti de ua, quante volte dovrà passare l'altro con la pompa, col verderame, con lo zolfo, quante trepidazioni! Beh, forse qua trepidiamo meno, ma qualche nostro buon agricoltore, per esempio, in certe zone dove il raccolto in forma prevalente è quello dell'uva, quando vede venir su certi temporali! Io ricordo una volta che sono andato verso Sorio, da quelle parti là, e c'è stato un temporale alcuni anni fa: un disastro, come fossero passati i carri armati tedeschi o inglesi... proprio sradicate viti, buttate per aria... una cosa... faceva un po' male al cuore, diremmo, sti contadini vedere un disastro di quel genere... anche perché neanche l'anno dopo non hanno fatto raccolto. Bene. Dico, noi non trepidiamo in quel modo, perché si dice: “Beh, in qualche modo, se non ghe xe vin qua 'ndaremo torlo a Valdobbiadene; se proprio non ghi n'è là, 'ndaremo torlo da Ernesto Zanin... el xe Zanin, me pare, quelo fato col palo... quel tale, insomma... fin che c'è il pozzo artesiano non c'è da spaventarsi, no? Comunque resta sempre legato molto al pozzo artesiano in ogni caso, vero; fin che c'è quello in qualche modo ce se la cava.Però, dalla primavera all'autunno, dai fiori alle frutta, ci sono in mezzo alcune cose che io ho segnato qui.Ci sono dei venti, ci sono delle siccità che possono impedire il raccolto, e ci sono i temporali che potrebbero buttar per aria tutto il raccolto. Perciò, la primavera è una cosa che apre un po' il cuore: varda che bellezza, il frumento che sta venendo su, le viti che...! Però, però... Persegari che fa i fiori...! Però, però... C'è in mezzo un periodo lungo: tanto tempo, tanti giorni ci sono in mezzo, no? Un periodo nel quale può un bel giorno un ciclone, qualche cosa, buttar per aria tutto.Ora, vedete, c'è un certo parallelismo tra la vita, diciamo, delle nostre campagne e la vita di ciascuno di noi. Ed è giusto che ci fermiamo un momentino questa mattina a meditarlo.
MO347,3 [28-04-1971]
3 Primavera. Ecco un giovane... Lo spunto me l'hanno dato i novizi ieri mattina, che gentilmente m'hanno invitato a parlare loro, mancando il maestro dei novizi. E sentendo le domande che facevano, domande piene di fuoco di amore di Dio, piene di desiderio di santità... Sa, sono in tanti, può essere stato l'uno o l'altro, non dico chi è stato. Cominciano a domandarti certe cose; tu dentro nel cuore dici: "Che primavera meravigliosa! Che figari pieni de fiori, no, che persegari, che selgari meravigliosi, no!". Primavera promettente, promettente.Effettivamente quando uno lascia un po'... lascia, per esempio, la sala operatoria per venire qui, no, Gianni, lascia gli stabilimenti, no, Vinicio, per venire... insomma viene con un certo entusiasmo, altrimenti non si lascia per venire. A un dato momento bisogna che ammettiate, un certo entusiasmo, vero, che porta a propositi, che porta anche a un amore, a una donazione totale a Dio e ai fratelli, un grande desiderio... Uno viene qui a un dato momento dice: "Ho il desiderio di donarmi interamente a Dio, di donarmi ai fratelli, andare nelle missioni". Cominci... Ci troviamo a Milano, per esempio: "Andrebbe lei missionario?", dicono quelli di Milano, certi pezzi grossi là, della Kodak, un tecnico della Kodak. E il signor segretario: "Son vegnù qua apposta. - el ga dito - Son vegnù qua apposta". Il desiderio in cuore, così: missionario... proprio, sa... Pronti! Salpare il mare, salvare un'anima e poi morire. Non importa niente, sa...La primavera è tutta così, la primavera è così. Cioè, io ho tanta stima di voi, non penso che uno dica: "Vengo qui per far meno fatica, vengo qui per far passare la vita". Sa, una volta poteva esserci anche la "bocazione" invece che la vocazione, ma adesso, cosa volete, la “bocazione” si trova meglio anche fuori, cioè, da mangiare e da bere ce n'è anche fuori, soldi ce ne sono. Una volta, sa, forse in certe nostre campagne c'era anche difficoltà di vivere qualche volta e può darsi che qualche vocazione fosse: "Beh, insomma, va là, fatte prete, furbo! Te magni là i caponi cotti nell'acqua". Adesso i li magna anche gli altri i caponi cotti nell’acqua. Vero, Dario, ti che te te ne intendi, ti pare, no? Ora, state attenti. Penso che oggi, insomma, se uno si dà al Signore, viene in una casa di formazione, viene per motivi soprannaturali, non viene per motivi umani. Però, può esserci questo entusiasmo, questa gioia primaverile: bellissima, no? Nessuno si meraviglia, anzi deve essere così, no, Battista? Vedere una primavera “battistina”: una roba meravigliosa.Però, però... Ecco che nella vita del giovane comincia a venire l'estate, l’estate. E mi permettete che io legga un pochino quello che ho scritto.
MO347,4 [28-04-1971]
4 D'estate, cioè passato il primo entusiasmo, che è necessario, che ci vuole, direbbe San Pio X: comincia il "duro quotidiano". E allora ci si incontra con Satana, il quale certamente si mette sul nostro cammino, sul cammino del giovane che sta iniziando la sua salita verso Dio, la sua donazione. Dio lo ha chiamato questo giovane; lui ha risposto con gioia; incomincia a correre verso Dio, si incontra con uno che si chiama Satana, il quale cerca di tutto, vero, per seminare incomprensioni, per rovinare la carità. "Ma cosa vai in semi...? Non fidarti, non fidarti, ti ha tradito! Tutti quelli che sono andati con lui, guarda, hanno fatto una fine brutta, sai. I primi sono andati in malora tutti; guarda, i primi Apostoli che lo hanno seguito sono andati in malora tutti. Quelli che lo hanno seguito dopo, guarda Stefano... guarda Filippo... sono andati tutti a finir male. Guarda...".Mi diceva giorni fa una persona, che si è un po' aperta con me: "Sa, i preti che vita disgraziata! Mi fanno compassione". Giù, giù...E, così dice lui, Satana: "Vuoi andar prete? Ma non vedi delle persone incomplete, delle persone...", e mette a fuoco Satana tutto quello che non dovrebbe essere messo a fuoco, no? Cioè, in un quadro, invece di mettere a fuoco una immagine più bella, metti... Sa, in ogni famiglia, in ogni casa c'è sempre un letamaio, no? Eh, per forza, le immondizie si buttano là! Se tu conduci l'ospite proprio a vedere il letamaio, dice: "Ma io non vengo mica in questa casa qui". È chiaro! Se tu cominci, quando che viene, Bepi, quando viene un giovane, e dire: "Ah, vieni a visitare", e lo conduci proprio in mezzo alle immondizie: prima visita, là! Basterebbe altro che dopo, la seconda, aprire le fognature e mostrare dentro là la seconda visita. El dixe: "Qua el xe un manicomio, vero". Chiaro! Tutti si sa che in ogni casa c'è qualcosa che raccoglie i rifiuti, e nessuno si meraviglia che ci sia; ma bisogna mostrarla nel suo insieme, e deve essere proporzionata anche a quello, no, dev'essere nel suo insieme.
MO347,5 [28-04-1971]
5 Amici miei, il demonio mette in evidenza le miserie dei fratelli. Siccome che ogni fratello ha il suo piccolo letamaio, lo abbiamo tutti, no, scusate la parola, il demonio mette in evidenza quello, perché: "Guarda... guarda... guarda...". È chiaro che se tu vai a visitare le case e vai a visitare solo che i gabinetti in fondo dici: "Ma, insomma, qua Vicenza xe fatta solo che de gabinetti!". Eh, no, ah! Scusa, in ogni casa ci dev'essere, ma ci sarà anche il salotto, ci sarà anche la cucina, ci sarà anche un buon forno, ci sarà anche una cantina o le prigioni, meglio, per essere precisi, vero! Amici, Satana, guardate che quello cerca di rompere specialmente la carità, cerca di far vedere il lato più negativo del fratello per rompere la carità.Poi, sempre durante questa estate, che è lungo, eh, questo è lungo, ci vuole tempo, tanto tempo dalla primavera all'autunno, c'è ancora il mondo. Ehh! Il mondo che tante volte, il mondo, è un po' l'espressione di Satana; il quale mondo - qui hanno scritto i nostri vecchi padri - "spira un vento che fa ghiacciare il fiore". Supponete, in primavera cosa succede? Succede che vengono fuori i fiori, no? A un dato momento vien fora una notte fredda fredda, e allora dixe i contadini, Ciano: "Se vien fora due, tre notti così, ahi, va a farsi benedire tutto", e cioè cascano i fiori e, basta, la stagione è perduta. Quante volte è capitato a quelli di Verona, vero, veronesi là: un colpetto de freddo, rovinata la stagione! Vero ti, Bepi, che te te ne intendi, non la xe così? Rovinata la stagione!Può capitare benissimo che il mondo con le sue forme - qui siete tutte persone intelligenti, è inutile che ve lo dica - può mettere in ridicolo quella che è la vita religiosa, la vita sacerdotale, la vita apostolica; può invece esaltare il sacerdote laico, il sacerdote orizzontale, e con quell'arietta sottile che ha il mondo, avvelenata che ha il mondo, può benissimo ghiacciare una vocazione e far cadere il fiore, la gioia della primavera, e naturalmente privare della gioia del frutto autunnale. Guardate che il mondo, per conto mio, specialmente oggi, semina delle rovine tali in mezzo ai religiosi, in mezzo alle anime consacrate, appunto perché non è... Forse il demonio qualche volta si presenta in una forma più villana, qualche volta: si presenta con le sue tentazioni impure, con certe tentazioni un po' forti... Ma il mondo guardate che viene proprio così, con... Anzi: “Voi dovete essere così, perché siate graditi in mezzo a noi. Dovete essere come noi, dovete essere così". Non mi dilungo, perché è solo uno schema di meditazione, no?
MO347,6 [28-04-1971]
6 Poi ci sono le passioni: altro pericolo durante l'estate, questo cammino, no, questo cammino. "Le passioni, le quali provocano scoraggiamenti, fuga dal sacrificio e tedio". Eh, scusate, ognuno ha le sue passioni, e una delle passioni è l'arte del Michelasso: magnare e bere e andare a spasso per non far fatica, no; l'abbiamo tutti quella lì. Meno fatica che è possibile, lavorare meno che è possibile, meno sacrificio che è possibile. Passioni che ti portano al piacere e la fuga dal sacrificio. E qua a un dato momento, durante l'estate, venendo un po' meno l'entusiasmo iniziale perché il demonio continua a prenderti in giro, perché il mondo non lo capisce e continua a seminare, seminare, seminare... E guardate che è sempre stato così sapete, eh!Io ricordo in seconda media un giovanotto che continuava a venirmi dietro durante le vacanze: "Ma sito stupido - el garà vudo ventitré, ventiquattro anni - andar prete! Non te poi gnanca aver 'na tosa; tutti i tusi ga 'na tosa con lori... Vuto che sia... Te poi essere un bon cristian istesso...". E continuava insidiarmi in modo tremendo. E tu comincia... Andavo a casa in terza ginnasio, in quarta ginnasio: "Xe una giovinezza rovinà; te si qua... non te ghe fameja, non te ghe fioi", eccetera. Amici miei, capisci non è mica troppo gusto trovarti lì e uno ogni tanto col te trovava par la strada continuava a darti le sfilade de quel genere qua. A un dato momento è inutile, per quanto... ero seminarista solo. E allora ti rinchiudevi in chiesa, ma erano tentazioni, erano... per lo meno non erano un innalzarti su.E questo mondo, più o meno velato, guardate che circonda sempre le anime consacrate. E allora, un po' le tentazioni del demonio, un po' il mondo... a un dato momento vien voglia di dire: "Ma sì, non saria mejo così? Non è più bello un sacerdozio così?", e si finisce un po' per adagiarsi, per adagiarsi, dimenticando che gli ozi di Capua hanno rovinato l'esercito romano, mi pare, no ti, Piero, che te se la storia.Altra voce: “... di Annibale”.Di Annibale, sì, quello di Annibale, e ga salvà quell'altro, i ga salvà quello romano.State attenti! E qui proprio... guardate che è importante sottolineare questo. È facile che venga lo scoraggiamento, e cioè non si sente più l'entusiasmo sensibile della primavera - perché quello sensibile può esserci e non esserci, no? - e, non sentendo l'entusiasmo sensibile della primavera, siccome costerebbe sacrificio seguire generosamente la vocazione, va bene, allora si va avanti così, si va avanti un po' così, e non si ha neanche la forza di dire: "Me fermo". E si va avanti in una forma un po' "nec calidus nec frigidus", proprio. Manca l'entusiasmo sentimentale che può anche non esserci, e anzi si deve andare avanti lo stesso... perché non credo che... Gianni, tu hai abbandonato la tua casa per un sentimento. A un dato momento, insomma, perché c'è uno che ci chiama, e si segue... Dice San Paolo: "Io conosco uno e questo crocifisso", no? A un dato momento si segue quello. Va bene... Mancando quello, essendo influenzati da Satana, dalle passioni, eccetera, venendo a mancare un entusiasmo spirituale, a un dato momento si passa un po' allo scoraggiamento e si passa a un certo tedio, senza... così, se va avanti, se va avanti, ma senza un ideale che spinga una vita proprio, veramente apostolica.
MO347,7 [28-04-1971]
7 Se uno sa invece resistere al demonio, sa resistere alle passioni e conservare questa carica spirituale, nonostante tutto che gli sia contro, i venti contrari, allora arriva l'autunno, all'età del raccolto. E, arrivato all'età del raccolto, cosa succede? Che a un dato momento vive solo per il Signore, e riesce a trovare in mezzo ai fratelli la gioia, la pace, sapendo comprendere, compatire i fratelli, non esigendo la carità, ma donando la carità, e ringraziando il Signore per quella parte che si riceve, no? Perché se vai a casa, e pretendi che sia tutto pronto, la tavola, tutto, e tu allora vedrai che manca un pezzo di pane e comincerai a dir male. Se invece vai a casa, non pensando che gli altri abbiano da preparare da mangiare, pensando che tocca a te preparare da mangiare, vai a casa, trovi preparata la tavola, trovi che manca qualche cosa, anzi ringrazi per quello che hai trovato e non ti lamenti per quello che manca.Ora, se io a un dato momento ho capito veramente l'amore di Dio e vivo per il Signore, a un dato momento io capisco quello che i fratelli fanno, finisco per fare io atti di amore verso i fratelli, ed è l'unico modo anche perché i fratelli poi, a loro volta, vengano conquistati dall'amore. Vedete, è inutile che noi andiamo a fare dei calcoli matematici: come vivere nelle Comunità, come fare... qual è il motivo per cui... o qualche cosa... Il motivo dobbiamo cercarlo dentro di noi. Se noi ci sforziamo di vivere bene il nostro estate, - beh, io sono arrivato all'autunno ormai; voi siete ormai nella primavera, o nell’estate, vero, primo estate - ma se voi vi sforzerete di viverla bene, certamente, arrivati all'autunno, arrivati al momento della raccolta della frutta, certamente voi naturalmente raccoglierete la frutta. Perché voi finirete per dire con San Paolo: "Io vivo, ma non sono io che vivo, è Cristo che vive in me".
MO347,8 [28-04-1971]
8 Ora, a questo io vorrei aggiungere un'altra cosa. E cioè: come c'è una primavera, un’ estate e un autunno per ciascun uomo... E guardate, esaminatevi bene e vedrete, vi accorgerete che è proprio così: entusiasmo, il momento della tempesta, un momento di entusiasmo, eccetera, il momento insomma del lavoro, del duro lavoro della formazione, perché è un lavoro duro, l'estate è dura, gli uomini lavorano d'estate; dopo, l'inverno i sta anca in stalla zugare le carte e... ma l'estate, l'estate lavorano, si alzano presto al mattino, e nell'estate sono pronti: "Presto, 'ndemo, che vien su el temporale, tira su el fen!"; le xe de quele sfadigade qualche volta, anche a Grumolo, no? Beh, la vita, guardate che è così, niente storie, la vita è così. Bene, se questo è vero per ciascuno di noi, è vero anche per la Congregazione. Anche la Congregazione: primavera, estate, autunno.C'è stato un periodo... e guardate che è interessante questo, perché come l'individuo non deve scoraggiarsi se vengono i momenti dell'estate, un po' duri del temporale, così anche noi tutti non dobbiamo scoraggiarci se la Congregazione dovesse passare dei momenti di estate vera e propria, no? Perciò, c'è stato nella Congregazione il primo momento, l'ora dell'entusiasmo, dello straordinario, dell'ammirazione umana: "'Ndemo! Ah, che bello, ah, che bello!", tutta l'ammirazione... A un dato momento poi, questo entusiasmo iniziale è sbollito, l'ammirazione umana, anche... - guardate, tanto per dirvi un particolare - anche in casa nostra, quando la prima volta arrivava un'offerta, ma se ne parlava, ma se andava in chiesa a ringraziare il Signore. Adesso: "Tusi, xe rivà da Firenze dodici milioni". Oooo! El giorno dopo non se se ricorda più. Senza far offesa a nessuno. Ci si abitua allo straordinario.Anche gli Apostoli, insieme col Signore, primo momento, entusiasmo perché: "Sa, sapessi cosa fa, fa prodigi, fa qua, fa là". A un dato momento si sono abituati a fare i miracoli, vedere i miracoli. "Ciò, Signore, ghe xe qua uno, ghe xe quell'altro... Guarisci questo, guarisci l'altro". A un dato momento ci si abitua, noi, vero, allo straordinario.Quando eravamo durante la guerra: "Ah, se vien la pace... Ah, non me lamenterò più mi del magnare, non me lamenterò più...". Quando si è provato durante la guerra a mangiare quello che si mangiava: pane, scoperto che aveva dentro la pietra, la polvere de piera per pesare de più... quando insomma... È inutile dire cosa abbiamo mangiato durante la guerra, e quante volte hai sentito della gente dire: "Quanto eravamo cattivi prima, quanto eravamo cattivi... Non eravamo mai contenti, mai contenti...". Abbiamo visto dopo, dopo la guerra; se prima c'era uno di malcontento, dopo la guerra c'era cento o mille di malcontento, perché è venuto un certo benessere che non c'era prima, vero?
MO347,9 [28-04-1971]
9 Ora, noi siamo fatti così, noi siamo fatti così: ci si abitua, e quello che in un primo momento è un dono, una cosa straordinaria, diventa un'abitudine e un'esigenza.Quando, pensate, andavamo a Grumolo a prendere il latte, e anche il sottoscritto, e anche don Aldo, in bicicletta col carrettin di dietro, con cinquanta litri di latte o trenta litri di latte, e venivamo... andavimo in bicicletta: partivamo da qua, andavamo a Grumolo e si veniva a casa col carettin del latte par de drio. Se andava magari a Padova in bicicletta col portabagagli a comprar roba; se andava due volte alla settimana alla Garziere de Santorso, carichi davanti, carichi de drio de roba, per portar da mangiare ai ragazzi. Sa, co ghemo tolta 'na macchinetta: "Oh, mamma mia, che spettacolo! Ciò, te struchi un pedale, la va avanti da sola, te pol immaginarte che spettacolo". A un dato momento ci si abitua, ci si abitua. Chi è che andrebbe più a Grumolo col carettin par de drio adesso? Dario per fare un'impresa guerresca, no, militare... ma... Capite? Ci si abitua! Perciò, ecco, la primavera dell'Istituto ha portato questo momento di entusiasmo, dello straordinario; poi ci si abitua allo straordinario.
MO347,10 [28-04-1971]
10 Viene, è venuta l'estate. Nell'estate cosa è successo? Nel primo momento, quel momento dell'entusiasmo della Congregazione, se fosse venuto il demonio a dire: "Ma...", si sentiva troppo la presenza di Dio per non avere la forza di respingere il demonio. A un dato momento ci si abitua, e il demonio insomma: "Lassa che i se calma! La prima volta che i magna panetteli moltiplicà dal Signore non se pol mia toccarli, ma la seconda, la terza volta... Eh, el vien el momento!". Infatti il demonio ha cominciato a venire. Anche qui ha seminato l'incomprensione, le incomprensioni, ha messo su gli occhiali neri da una parte e dall'altra. Sai, tu capisci che, logicamente, ogni uomo, dicevamo prima, ha il suo immondezzaio, e allora tu puoi condurre, il demonio ti può condurre a guardare don Ottorino, a guardare don Aldo, a guardare i superiori o i fratelli maggiori non nella parte più buona, nella parte dove ci sono i piedi sporchi o qualcosa del genere. E allora hai visto delle cose che soltanto diabolicamente potevano essere sorte, in questi anni: piccole e grandi cose, cose che non si capirebbero se non si vedesse l'intervento di Satana. Perché è chiaro, è chiaro, vengono ingrandite le une e diminuite le altre, suintese le une e messe a fuoco le altre.Perciò se volessimo analizzare in questi anni l'opera del demonio si potrebbero fare altre tre giornate come abbiamo fatto a Bosco quando abbiamo analizzato l'opera di Dio. Vi ricordate, abbiamo sottolineato tutti i particolari di Dio, siamo stati un po' tutti impressionati vedere le grazie che il Signore ha fatto, no? Ma credo che se volessimo fare qualche giornata sottolineando l'intervento di Satana, - è per carità cristiana che non lo faccio, perché si dovrebbe far vedere qualcuno che è stato abbindolato dal demonio, e allora non sarebbe carità cristiana - ma se lo dovessi fare, si potrebbe vedere qualche cosa forse di più grande di quello che abbiamo visto, perché si vedrebbe un intervento di Dio, proprio diretto di Dio... come si è visto l'intervento di Dio in un atto della provvidenza, si vedrebbe l'intervento di Dio per debellare l'opera di Satana. Guardate che qualche volta mi fermo io dinanzi al Signore a contemplare questo. Vi dico: per carità cristiana non lo si deve fare e non lo dirò pubblicamente, ma guardate che non si può dimenticare che c'è stata, e continua ad esserci un'opera di Satana.
MO347,11 [28-04-1971]
11 Poi, il mondo: "Il mondo scoraggia con la sua critica spietata e vorrebbe una Congregazione secondo il suo spirito".È già passata la mezz'ora, sennò qui si potrebbe fare un bel commento; ma penso che... Capite che si potrebbe fare un commento qui, no?Il mondo, è logico, in questi anni qua ha cercato di venire a fare il maestro, mettersi dentro in forma indiretta e cercando di scoraggiare e, con la sua critica spietata, cercando di trascinare la Congregazione secondo il suo spirito. Il mondo ha detto: “Così deve essere la Congregazione! Così dovete essere! Così dovete essere! Se volete venire in mezzo a noi, così dovete essere!". E allora è facile dimenticarsi che è stato il Signore a chiamarci, ed è lui che ha il diritto di dire: "Così dovete essere!". Noi siamo stati convocati da Dio e non dal mondo. Anche perché, scusate, detta così tra noi, non può essere, scusate, il nemico quello che deve dire che armi che dobbiamo usare contro di lui. È chiaro? Se io sono in guerra con i tedeschi, non possono essere i tedeschi quelli che mi indicano il fucile che devo adoperare perché, è chiaro, loro diranno sempre: "Prendi quel fucile che spara a salve in modo che io possa, vero, ucciderti con un colpo di sasso". Ora, siamo d'accordo... Il mondo che insomma, purtroppo, accorgendosi o non accorgendosi, è preso dallo spirito un po' che non è quello di Cristo, non può essere il giudice delle armi che noi dobbiamo adoperare - armi sante, ma armi sempre - per vincere Satana che è col mondo."I religiosi portati allo scoraggiamento, alla perdita dell'ideale, ad un appiattimento pauroso, con conseguente mancanza di unione tra loro e di spirito di sacrificio".La conseguenza della lotta di Satana e della lotta del mondo... questo mondo si infiltra un po' dappertutto, porta naturalmente questo. Guardate che stiamo vivendo l'estate. Se qualcuno s'è scoraggiato, ha lasciato la Famiglia, eccetera, il motivo è questo. Primavera, perché se son venuti qui è perché vedevano qui il loro ideale, no, realizzato il loro ideale. Se a un dato momento hanno detto: "No, qui non c'è più". Va bene, non c'è stato più, perché? Naturalmente una scusa: "Qui non si vive...". Tutto quel che vuoi, tutto quel che vuoi. Ma se a un dato momento tutti i preti del mondo divengono protestanti, non c'è mica motivo per diventare protestante a me, no? Se a un dato momento tutti i cristiani bestemmiano contro Cristo, va bene, tu fai di meno di bestemmiare contro Cristo. Se tu sei venuto in questa Congregazione, hai visto le Costituzioni, lo spirito, e hai detto: "Sì, mi piace questo spirito", per il fatto che non si viva qui dentro, vivilo tu e comincia a mettere a posto la Congregazione col tuo spirito di sacrificio, no con la critica, con la tua preghiera, no con la tua indifferenza, col tuo amore verso le anime, no col tuo disinteresse verso le anime. Dario, sbaglio? Mi pare che questa è l'idea.
MO347,12 [28-04-1971]
12 Ora, ecco, io volevo arrivare a questo punto qui: far vedere come in ogni vita c'è una primavera, un'estate e un autunno, così anche una Congregazione... Io ho visto, guardate, da vicino un pochino quella dei Salesiani, di don Guanella, di don Calabria, di don Orione... Me le son studiate in questi ultimi anni qua, proprio a fondo, e ho visto: primavera, estate tremenda, burrasca tremenda, temporali tremendi, e poi l'autunno, l'età dei frutti.Ora, state attenti, anche per noi, anche per noi ci deve essere naturalmente uno sviluppo naturale. Stiamo vivendo il nostro estate, perciò le difficoltà inerenti all'estate. L'uomo, l'agricoltore che se ne intende le ha messe già in preventivo: fa le sue assicurazioni contro la grandine e prega Dio che abbia da mandare un raccolto, vero? Ora, anche noi: facciamo la nostra assicurazione contro la grandine e preghiamo Dio che ci assista.Ricordatevi che come per la natura c'è un autunno, come per l'individuo c'è un autunno, siccome la Congregazione non è opera di uomini ma è opera di Dio, anche per la Congregazione ci sarà il suo autunno. Qui qualcuno ha scritto: "L'autunno che cos'è? L'ora di Dio", e poi ha messo una lineetta e ha scritto: "Verrà", e ha sottolineato due volte.Sia lodato Gesù Cristo!