O37[18/03/1950]
La Spessa – 18.III.1950
Don Ottorino, come è sua abitudine, inizia con un esempio, che non si è in grado di ricostruire.
Don Ottorino ricorda alcuni episodi miracolosi della Provvidenza nei primi anni dell’Istituto.
O37,1[18/03/1950]
1 Il convento sopra la montagna. Anche l’anima vostra un tempo era come un convento, ove risuonavano le belle armonie del Cielo e dove regnava la pace. Ma un giorno, un brutto giorno, sono entrati degli altri abitanti: ecco il peccato, ecco l’interesse... e l’anima così bella nel giorno della nostra prima Comunione è divenuta una cosa tanto brutta... Bisogna ritornarla bella e splendente. Però per far questo dobbiamo far entrare in essa Gesù , come re e signore . Primo nostro affare, per cui siamo stati creati, è stabilire il trono di Cristo nel nostro cuore. Come? Osservare la sua legge - amarlo - farlo amare. Il resto viene dopo: - moltiplicazione dei pani - Elia - S. Antonio e S. Paolo eremiti. Cose di altri tempi ? No. Le macchine - le lenzuola - il pane - 300.000 lire - “Signore, manda ferro”. Questi miracoli sono solo per l’Istituto? No, ma per tutti noi purché cerchiamo Cristo. Non si può servire a due padroni: o tutti di Lui o tutti di Satana.
PECCATO
GESÙ
