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525 Lettera del 1 gennaio 1968 a don Luigi Mecenero.

L525 [01-01-1968]

Don Ottorino si compiace della disponibilità dei sigg. Marzotto ad aiutare il Patronato, e detta alcune condizioni precise.
Si conserva la copia carbone della lettera originale: sono due fogli grandi di carta velina, dattiloscritti sulla facciata anteriore. Manca la firma. L’anno della data è evidentemente sbagliato, e corretto a mano successivamente dal segretario.

1 I 1968

Don Luigi aveva inviato a don Ottorino una lettera in data 15.12.1967, dando buone notizie in relazione ai rapporti con i signori Marzotto.

L525,1 [01-01-1968]

1Carissimo don Luigi,
a te e ai dilettissimi don Lino e Gianni il più fraterno saluto e l’augurio che il nuovo anno segni per la missione di Resende una tappa decisiva e fondamentale secondo i piani di Dio e porti piena gioia a voi, pionieri di questa santa e audace impresa. Abbiamo appreso con soddisfazione quanto ci hai comunicato circa l’impegno che i signori Marzotto intendono assumersi: è stato fatto un grande passo in avanti, contro ogni nostra aspettativa, e di cuore ringraziamo il Signore. Prima però di far scattare la macchina, e cioè l’invio di altro personale ecc., è necessario mettere bene in chiaro due cose fondamentali: 1) Che l’Amministrazione Martinelli-Marzotto rilasci un impegno scritto di quanto i suddetti Signori intendono fare e il modo (importi, scadenze, ecc...). 2) Che sia rivisto, ed eventualmente modificato, lo Statuto della ‘Pia Società’ di Resende. È assolutamente necessario che la proprietà della Società sia ‘nostra’: ciò significa che nello Statuto non possono figurare come membri di diritto alcune persone come, ad esempio, il Prefetto il quale, in ogni momento, può rivendicare il suo diritto. Che se anche il Prefetto attuale desse le dimissioni, ciò non significa niente perché qualunque altro Prefetto domani, magari comunista, può farsi avanti e a... ragione! Per conto nostro le uniche persone che possono far parte della Società sono quelle che erano state stabilite all’inizio degli accordi: Sig.ri Marzotto, Maercio, Emilio, eventualmente Taccoli, ma non di più... Soprassedere oggi a questo problema sarebbe una cosa gravissima che porterebbe delle conseguenze tali da poter compromettere, fra qualche tempo, tutto il vostro sacrificio a Resende. E questo noi non lo possiamo permettere. Il fatto che oggi alcune persone collaborino, come ad esempio il Prefetto, non deve farci illudere: presto o tardi ci troveremo con le mani legate. Oggi le cose vanno bene e non sembrerebbe necessario essere tanto esigenti; ricordatevi però che voi e noi dobbiamo lasciare una cosa che abbia solide fondamenta. Inoltre tieni presente che certe modifiche sono possibili solo in questo momento in quanto abbiamo, per così dire, ‘il coltello per il manico’. D’altra parte, richiedendo questo, non facciamo altro che esigere la realizzazione di quelle condizioni che avevamo posto come essenziali per la venuta dei nostri Religiosi a Resende. Non temete: noi vi seguiamo ora per ora, e vi siamo sempre vicini con la preghiera e con l’affetto. Cercate di sollecitare una decisione in proposito, con diplomazia ma con fermezza, soprattutto lasciando bene ad intendere che solo a queste condizioni possiamo restare e accettare la direzione del Patronato il quale, peraltro, avrà poi quelle trasformazioni delle quali si è sempre parlato. Tienici informati a stretto giro di posta dello sviluppo della situazione. Fra qualche giorno partirò con Don Aldo per Crotone e ci fermeremo (fra Crotone e Roma) una settimana circa. Al ritorno spero trovare una tua risposta definitiva ed allora ti comunicherò anche la data precisa (del mese di febbraio) dell’arrivo a Rio de J. di Don Aldo e dell’Ass. Vinicio e ti domanderò anche la richiesta dell’eventuale personale che vi verrà inviato in aiuto. A nome di Don Aldo e anche di tutti i Confratelli ricevi i più cordiali auguri per te e per i carissimi don Lino e Gianni. A tutti e tre un fraterno abbraccio.

Don Ottorino

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