Don PIETRO MARTINELLO, all’epoca, frequentava l’ultimo anno del corso teologico
presso il seminario diocesano. Nella sua lettera del 31.10.1963 a don Ottorino
aveva filialmente espresso: “Se invece apparisse la possibilità di una buona
riuscita, non permetta che mi lasci ingannare dalla mia cieca superbia, ma mi
sia padre nel senso più spirituale del termine, senza paura di colpire, di
tagliare, di far soffrire, in vista di un bene maggiore”.
L370[01/11/1963]
1.XI.63
Don Ottorino ricorda a memoria e in maniera non del tutto esatta la raccomandazione paolina di 2 Tim 4,2 che testualmente dice: “Praedica verbum, insta opportune, importune, argue, obsecra, increpa in omni patientia et doctrina”.
Il nome ‘Pierino’, usato affettuosamente nella forma diminutiva, è sottolineato nel testo originale.
L370,1[01/11/1963]
1 Carissimo Don Pietro Tredici anni or sono il Signore mi ha consegnato un piccolo fiore. L'ho ricevuto con commozione dalle mani di Dio e l'ho circondato sempre di una particolare cura e predilezione. Mano mano che si sviluppava andavo ammirando ciò che il Cielo aveva nascosto nei suoi piccoli petali e la sua bellezza mi era motivo continuo per innalzare un inno di lode al Creatore. Ero geloso di questo fiore e lo difendevo dai raggi cocenti del sole e dalle correnti troppo forti del vento. Lo volevo bello perché era un fiore di Dio e Dio lo amava e lo seguiva e me lo raccomandava in modo particolare. Un giorno però quel fiore si accorse che intorno altri fiori non erano belli come lui e cominciò a soffrire e ad agitarsi in modo strano. A soffrire perché pensava un oltraggio a Dio il non sviluppare la propria bellezza per amor suo. Cominciò anche ad agitarsi in modo strano non pensando che ogni fiore ha bisogno di una cura particolare e di una energia ed una pazienza che spesso al giardiniere costano insonnia, lacrime e sangue. Questo fiore, carissimo fratello e figlio, sei tu. Dio e Don Ottorino sono contenti del fiore, ma è arrivato il tempo che lo zelo della Casa del Signore ti deve rendere forte della forza dei santi. È questo che io ti chiedo e che con la mia durezza ho cercato di far sorgere in te. Devi essere seme di santi, devi essere fratello dolcissimo e inesorabilmente intransigente. Niente scoraggiamenti dinanzi alle mancanze dei fratelli. Hai il dovere di aiutarmi a farli santi. Opportune ed importune argue, increpa cum omni patientia etc. Dimenticati di essere giovane. Con l'aiuto della Madonna tutto ti sarà possibile... Per il resto sta tranquillo, sei sempre il mio Pierino. Se sono stato troppo duro perdonami, ma credi che è solo perché ti amo tanto e ti voglio come ti vuole Lui, nostro fratello Gesù. Ti benedico.Tuo don Ottorino
ESEMPI consacrazione
CONSACRAZIONE santità