L513 [10-10-1971]
10.X.71
La lettera di don Ugo a don Ottorino è del 30.9.1971.
Don Gianni in realtà scrisse una lettera molto personale il 20.2.1971, ma la inviò a don Ottorino insieme con quella successiva del 23.6.1971.
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1Carissimo D. Ugo, la tua lettera mi è giunta molto gradita e ti ringrazio per la fraterna confidenza. Ora ti apro il cuore da fratello e spero di trovare in te comprensione. Premetto che mai prima della metà di luglio ci è stata fatta, neppure velatamente, la richiesta di un trasferimento di D. Leonzio. Ci è arrivata una richiesta di permesso perché potesse venire in agosto e settembre, a spese di Mons. Luna, per fargli da segretario. Abbiamo accettato. Alla fine di maggio D. Gianni ci chiede di anticipare il ritorno del confratello affinché possa partecipare alla consacrazione sacerdotale di D. Mariano. Non eravamo d’accordo, ma per non disgustare D. Gianni abbiamo detto di sì. Ritorna D. Leonzio. Lo accogliamo come uno che dovrà tornare a Zacapa. Trattiamo con lui i problemi come dovesse tornare. Ci compromettiamo con Mons. Fanton, col sig. Maltauro, con lo zio gesuita, coi professori, con le comunità di Roma e Crotone (D. Marcello!) e i religiosi tutti, rispondendo affermativamente alla loro domanda: D. Leonzio tornerà a Zacapa? Noi con tutta serenità abbiamo sempre risposto che è venuto per fare da segretario a Mons. Luna, che aveva anticipato la venuta per la consacrazione sacerdotale del fratello e che sarebbe tornato con Mons. Luna. Se la lettera che D. Gianni dice di aver scritto in febbraio ce l’avesse inviata in maggio, noi avremmo potuto dire a tutti: "D. Leonzio è tornato per i predetti motivi, per il ritorno si vedrà, perché bisogna tener conto della sua salute...". In altre parole, non ci saremmo pronunciati sul suo ritorno. Arriva la lettera di D. Gianni. D. Aldo parte subito per Crotone (qui è piena estate). Prima di partire risponde a D. Gianni anche a nome mio dicendo che avremmo pregato e studiata la cosa.DOTI UMANE salute
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2 SOLUZIONI: 1.) Non possiamo dire che D. Gianni ci ha scritto e che così sono intervenuti elementi nuovi tali da farci cambiare comportamento. 2.) Prendendo noi l’iniziativa senza una giustificazione, dato il nostro atteggiamento e le nostre asserzioni circa la sicurezza del ritorno di D.Leonzio, saremmo visti da tutti come degli scriteriati. D. Gianni, nelle lettere scritte a D. Leonzio, lo considera in vacanza; di conseguenza i nostri confratelli ci avrebbero accusati anche di avervi traditi togliendovi l’aiuto di un confratello proprio sul più bello, quando era già inserito e acclimatato. 3.) Ora noi abbiamo accettato le affermazioni di D. Gianni e abbiamo cercato una soluzione per salvare lui e noi. La cosa non era certo semplice! Le insistenze di D. Gianni di aprire una comunità in capitale ci fanno balenare ai primi di agosto un’idea: sacrifichiamo per un po’ di tempo D. Guido e lo mandiamo in capitale con D. Leonzio. D. Guido abbia praticamente il compito di convincere D. Leonzio che per lui la cosa migliore è tornare in Italia. Così è salvo D. Gianni da accuse da parte di amici e parenti di D. Leonzio, e siamo salvi anche noi. 4.) Mons. Luna deve arrivare verso il 20 agosto. Cerchiamo di predisporre l’arrivo di D. Leonzio in forma indiretta. Mons. Luna, atteso di giorno in giorno, arriva ai primi di settembre. Vari incontri. Ci sconsiglia la soluzione in capitale. Avrebbe potuto lui accostare D. Leonzio e sconsigliarlo di tornare e noi l’avremmo appoggiato in pieno e ci avrebbe dato così elementi nuovi per giustificare il nostro agire. Perché non avete inviato a D. Leonzio in agosto le lettere che ha ricevuto alla vigilia della partenza? Spero, carissimo D. Ugo, che sia convinto che noi abbiamo passato due mesi terribili. Col desiderio di accontentare D. Gianni, riparando al suo errore di non averci scritto prima della venuta di D. Leonzio, ed il dovere di salvare la nostra stima di superiori dinanzi alla famiglia religiosa che desidera da noi dei padri e non dei traditori che prima dicono una cosa e poi alle spalle ne combinano un’altra.DOTI UMANE stima
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3 A questo punto non ci restavano che due soluzioni: o dire apertamente che voi richiedete il trasferimento del confratello (e questo non siamo stati autorizzati a dirlo), oppure far ritornare D. Leonzio e dopo qualche mese Mons. Luna e D. Gianni lo avessero avvicinato per dirgli: "Caro D. Leonzio, il medico mi ha parlato della tua salute e mi ha detto che tu non sei fatto per Zacapa. Ora io ho il dovere di scrivere a Vicenza". Ovvero: "Caro D. Leonzio, tu vedi che spesso ti capita... ora sappi che io scrivo a Vicenza...". Vedi, caro D. Ugo, sono cambiati i tempi in cui si poteva mandare ad un religioso una cartolina di trasferimento e tutti piegavano il capo dicendo: "È volontà di Dio!". Ora tutti vogliono sapere il perché e ti giudicano. Del resto non meravigliarti perché anche D. Gianni è caduto un po’ in questa malattia: un superiore, buon religioso, chiede prima e si mantiene disponibile. Lui che ci accusa di mancato dialogo, ci ha imposto un ordine con tutte le condizioni ed esige, con minacce, che sia eseguito salvandosi e sacrificando gli altri. Metto tutte le attenuanti, sono pronto a qualsiasi sacrificio, ma devo salvare la carità. Tutti possiamo sbagliare, ma dovete ammettere che è stato sbagliato il binario. Non avete considerato le circostanze che mutano la specie. Ora D. Aldo, delegato del Consiglio, viene con idee chiare e precise. Cerca di comprendere la situazione. Svestiti della tua situazione e mettiti al di fuori di Zacapa e di Vicenza e Lui che è Luce, ti farà dire quelle parole fraterne di consiglio che sappiano salvare la carità in tutti i fratelli. Un fraterno saluto.Tuo Don Ottorino
DOTI UMANE salute
COMUNITÀ
superiore
CONSACRAZIONE religioso
CONSACRAZIONE disponibilità
CONGREGAZIONE Consiglio