Destinatario
: COMUNITÀ RELIGIOSA del BRASILE
Il 31 gennaio 1967, festa di San Giovanni Bosco, a pochi mesi dall’inizio della
missione in Guatemala, don Ottorino volle che lo stesso don Aldo accompagnasse
al porto di Genova il gruppetto destinato a Resende, ridente cittadina della
diocesi di Barra do Piraì-Volta Redonda, adagiata sulla grande strada che
collega Rio de Janeiro con San Paolo: due sacerdoti (don Lino Dal Moro e don
Luigi Mecenero) e un assistente (Gianni Sgarbossa), seguiti ben presto nel 1968
da altri due assistenti prima (Giuseppe Filippi e Pietro Simonetto) e da un
altro sacerdote (don Luciano Gallinaro). Nel 1970 poi inviò don Luigi Furlato
per offrire un periodo di riposo in Italia a don Luigi Mecenero, e nel 1972 il
diac. Gianfranco Orfano.
Anche in questa scelta don Ottorino si era lasciato guidare dalla Provvidenza,
che nel caso concreto si era manifestata attraverso gli inviti e le pressioni
del nunzio S.E. mons. Sebastiano Baggio e del dott. Arnaldo Marzotto, ambedue
legati per molteplici motivi alla città di Vicenza.
L’attività a Resende s’incentrò dapprima nell’animazione del Patronato ‘Lar dos
meninos’, l’istituto costruito sulle colline alla periferia della cittadina dai
signori Marzotto per accogliere ed educare fanciulli abbandonati e poveri. Allo
stesso tempo, però, don Ottorino volle che i Religiosi si impegnassero anche in
servizi strettamente pastorali: dapprima con attività di catechesi e di culto
nei locali stessi del Patronato, e poi assumendo la cura pastorale di una
parrocchia appositamente eretta nel popoloso rione di Paraiso.
Don Ottorino ebbe sempre un rapporto di particolare interesse per l’esperienza
missionaria in Brasile, forse anche per le grandi possibilità di esperienze che
intuiva possibili per la Congregazione e per il campo aperto per l’attività
diaconale che tanto sognava per i Religiosi non sacerdoti. Documentano tale
privilegiato interesse l’abbondante corrispondenza che sempre mantenne con tanti
amici del Brasile, e le prolungate soste che vi fece nei suoi viaggi in rapida
successione nel 1967, nel 1969, nel 1971 e nel 1972.
Durante le sue permanenze presso il Patronato di Resende amava sognare e
progettare per il futuro: immaginava che lì si poteva porre la sede della
provincia dell’America Latina, che l’edificio sarebbe stato ideale come casa di
formazione o di noviziato, e di fatto volle che servisse come luogo di incontro
per le assemblee annuali dei Religiosi dell’Argentina e del Brasile, e come sede
per i corsi prolungati per il diaconato permanente.
Fece progetti concreti anche per assumere la responsabilità pastorale di tutta la
città di Resende, che allora era suddivisa in quattro parrocchie, studiando un
programma di servizi pastorali con sacerdoti e diaconi permanenti in fraterna
collaborazione.
Fu anche sul punto di accettare una scuola per diaconi nella diocesi di San
Paolo, progettando con il cardinale Agnelo Rossi tutto un servizio di
evangelizzazione capillare con la presenza in ogni grattacielo di quella
metropoli di un diacono permanente come responsabile pastorale.
La corrispondenza con i Confratelli del Brasile è abbastanza consistente, sia per
le lettere inviate alla Comunità nel suo insieme, sia per quelle dirette ai
singoli Religiosi. In totale sono 50 lettere, così suddivise:
- 8 alla Comunità Religiosa.
- 11 a don Lino dal Moro.
- 9 a don Luigi Mecenero.
- 1 a don Luigi Mecenero e a don Lino Dal Moro insieme.
- 4 all’assistente Pietro Simonetto.
- 3 all’assistente Giuseppe Filippi.
- 1 all’assistente Gianni Sgarbossa.
- 10 a don Luigi Furlato.
- 2 a don Leonzio Apostoli.
- 1 a don Giuseppe Rodighiero e agli assistenti riuniti per un corso estivo.
Si è preferito seguire l’ordine cronologico delle lettere, e non il
raggruppamento per destinatari, per offrire una visione d’insieme della vita e
dello sviluppo della Comunità stessa, con i suoi progressi e le sue situazioni
non sempre facili e semplici.