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672 Lettera al dott. Arnaldo Marzotto

Il dott. ARNALDO MARZOTTO, sposato con MINA MARTINELLI, era un vicentino emigrato in Brasile e domiciliato a Rio de Janeiro. Nella sua lettera del 10.3.1966 a don Ottorino così si presenta: “Chi le scrive è un vecchio vicentino, figlio di Norberto Marzotto che fu sindaco di Vicenza e che nel 1898 fu fondatore del Consorzio Agrario Cooperativo, uno dei primi sorti in Italia, per offrire agli agricoltori concimi, sementi, macchine e quant’altro era necessario, a prezzi convenienti e di ottima qualità”. In realtà era nato proprio nel 1889, aveva sposato una signora di una ricca famiglia italiana emigrata a San Paolo, e aveva avuto due figli: il figlio maschio era morto in Italia mentre frequentava l’università, e la figlia femmina aveva sposato un industriale vicentino. Nei terreni della sua tenuta agricola di Resende – RJ aveva iniziato il Patronato ‘Lar dos meninos’ per dare accoglienza a bambini poveri e abbandonati, e per questo aveva scritto una lettera a don Ottorino il 10.3.1966, offrendo alla Congregazione la conduzione del Patronato. Morì all’età di novant’anni l’8.11.1979. Don Ottorino all’epoca non conosceva ancora il dott. Marzotto e la signora, che incontrò per la prima volta in occasione del suo 2° viaggio in America Latina, limitato appunto al Brasile. Da allora nacque tra di loro una amicizia sincera ed affettuosa, legata soprattutto alla realtà del Patronato e al suo sviluppo.

L672 [01-04-1966]

Don Ottorino risponde all’invito ad assumere il Patronato ‘Lar dos meninos’ di Resende – RJ (Brasile) illustrando gli impegni assunti in Guatemala e in Argentina, e presentando specifiche domande sull’opera. Si conserva la copia carbone della lettera originale: sono due fogli grandi di carta velina verde, dattiloscritti sulla facciata anteriore. Manca la firma.

1 aprile 1966

Don Ottorino si riferisce al suo 1° viaggio in America Latina, fatto insieme con don Aldo, durante il quale aveva visitato il Guatemala e il Chaco Argentino, ed aveva fatto una breve sosta anche in Brasile.

Nella sua lettera a don Ottorino il dott. Marzotto aveva accennato che attraverso S.E. mons. Baggio, allora nunzio apostolico in Brasile e anche lui di origini vicentine, aveva conosciuto l’opera di don Ottorino per i giovani orfani.

L672,1 [01-04-1966]

1 Preg.mo Signor Conte,
La ringrazio delle gentili espressioni di stima a mio riguardo. Le confesso che in questi venticinque anni di lavoro tra i giovani ho di giorno in giorno constatato la bontà di Dio e la sua paterna presenza e assistenza. Perciò a Lui la gloria, se qualche cosa di bene si è potuto realizzare. Mi spiace dirLe che la Sua gradita lettera mi è giunta proprio pochi giorni dopo il mio ritorno dall’America Latina. Un vescovo vicentino, Mons. Luna, ha offerto il viaggio a me e al mio Vicario Generale affinché potessimo renderci conto di persona della situazione della sua diocesi in Guatemala. Abbiamo poi proseguito il viaggio per Lima, Santiago e Buenos Aires, ove era ad attenderci Mons. Di Stefano, vescovo di Presidencia Roque Sàenz Peña nel Chaco argentino. Siamo stati suoi ospiti per una settimana e abbiamo avuto modo di rilevare le immense necessità del paese. Al ritorno abbiamo notificato a Mons. Luna l’invio a Zacapa entro il novembre del corr. anno di 2 Sacerdoti e 2 Assistenti (religiosi laici maestri di lavoro) e a Mons. Di Stefano l’invio per il giugno del prossimo anno di 3 Sacerdoti e 3 Assistenti per la cura d’anime di una grossa parrocchia con annessa scuola professionale. Ora la Sua richiesta mi mette un po’ in imbarazzo, dopo gli impegni già assunti. Però, come si può rispondere negativamente a Lei, alla Sua gentile Signora e a S. E. Mons. Baggio , carissimi fratelli vicentini? Non Le nascondo che si dovrebbero affrontare sacrifici non indifferenti per poterLa accontentare in breve tempo, come penso sia richiesto dalla situazione da Lei presentata. Prima però di venire ad una decisione mi permetterei porLe dei quesiti, necessari per noi al fine di valutare oggettivamente la proposta. Poi, in caso positivo, crederei conveniente una mia venuta a Rio, insieme con il Vicario Generale, per prendere diretta visione e concretizzare gli accordi. 1) A quale età i ragazzi vengono accettati e a quale dimessi? 2) Quali scuole interne esistono? 3) I ragazzi frequentano scuole esterne, e quali? 4) L’Istituto è dotato di laboratori per scuole professionali, e con quale attrezzatura? 5) Su quali basi (beneficenza, assistenza di enti, fondi ecc.) si prevede possa poggiare almeno parte del sostentamento dell’Opera? 6) A chi è affidata attualmente l’amministrazione, e nel caso di nostra accettazione a chi sarebbe affidata? 7) A chi è intestata la proprietà e come si intende sia per il futuro? 8) È possibile avere a fianco dei nostri Religiosi un gruppo di amici che collaborino, con opportuni consigli, per l’indirizzo e lo sviluppo dell’Opera? Nella certezza di trovare la Sua comprensione circa le domande da me proposte, resto nella speranza di poter al più presto stringere con Lei devota amicizia. Colgo l’occasione della prossimità delle feste pasquali per porgere a Lei e Signora il più cordiale augurio di una Santa Pasqua.

Sac. Ottorino Zanon

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