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737 Lettera ai signori Ladislao e Marta Borghi

L737 [02-08-1969]

Don Ottorino comunica alcune esperienze ed impressioni raccolte durante il suo 4° viaggio in America Latina, realizzato insieme con don Girolamo Venco.
Si conserva la copia carbone della lettera originale: è un foglio grande di carta velina, dattiloscritto sulla facciata anteriore. La firma autografa è abbreviata.

2 agosto 1969

I signori Borghi avevano inviato una lettera a don Ottorino il 30.7.1969 dalla località di vacanze di Levico.

L737,1 [02-08-1969]

1 Carissimi Sig.ri Ladislao e Marta,
con molto piacere ho ricevuto la Vostra letterina che è venuta a dimostrarmi ancora una volta la vostra vicinanza spirituale ed il vostro premuroso affetto nei nostri riguardi. Il mio viaggio in America? Debbo innanzitutto ringraziare il Signore perché i Missionari di laggiù, nonostante la giovane età, sono tutti impegnati in un lavoro apostolico che ha già incominciato a dare consolanti frutti. Ho trovato molto utile, ed anche necessario, questo nuovo viaggio, non solo per il contatto con i singoli Confratelli e con le Comunità, ma anche per rafforzare in me la convinzione che il mondo ha tanto bisogno di apostoli e di apostoli santi. Una volta di più l’aridità spirituale delle popolazioni sudamericane mi ha colpito e sconcertato. È una sete ardente e generale, che invoca l’acqua della grazia divina. A volte il contrasto tra questa sete, l’inadeguatezza dei mezzi e il numero insufficiente degli apostoli è davvero stridente; tanto più che quasi sempre, alla miseria spirituale e morale si aggiunge quella materiale... È questa un’esperienza che presenta degli aspetti sconvolgenti, specialmente dal punto di vista spirituale. Per questo mi sono proposto di trasmetterla ai giovani religiosi che qui, nella Casa dell’Immacolata, si stanno preparando alla loro futura difficile missione. Durante l’ultima tappa del viaggio, in Guatemala, trovai un caldo eccezionale che mi procurò verso la fine del soggiorno una congestione generale per cui dovetti essere ricoverato all’Ospedale di Guatemala città. Ritornato a Vicenza dovetti attendere più di qualche giorno prima di ritrovare le mie normali condizioni fisiche di salute e prima di riprendere la consueta attività. Don Girolamo, invece, mio collega nel viaggio, si ammalò dopo il ritorno. Fu colpito da una febbre intestinale con febbre e dissenteria: se l’è cavata in 15 giorni. Chiudo, sperando di non avervi annoiati ed assicurandoVi il consueto ricordo al Signore. Con l’augurio di ogni bene vi saluto cordialmente.

Don Ottorino

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APOSTOLO F.A.