L’antifona è costruita sul Salmo 84
S. E. mons. Carlo Fanton venne nominato vescovo titolare di Bennefà e ausiliare del vescovo diocesano mons. Carlo Zinato il 7.1.1967 e consacrato nella cattedrale di Vicenza il 24.2.1967
Canto popolare che veniva di solito eseguito in occasione della rinnovazione delle promesse battesimali, durante il rito del Battesimo, o anche nelle processioni
MI148,1 [26-02-1967]
1 Alla comunione voi reciterete un’antifona che dice così: “Come il passero si è trovato una casa e la tortorella un nido dove porre i suoi piccini, anch’io desidero il tuo altare, o Signore degli eserciti, mio Dio e mio re. Felici coloro che abitano la tua casa, ti loderanno per tutti i secoli” . Questo ci dice la Chiesa, questo ci dice il Signore stamattina. Come l’uccellino e la tortorella hanno trovato la loro casa, il loro nido, hanno trovato la loro felicità, se si può parlare di felicità, e l’hanno trovata nel loro nido, anch’io, Signore, ho trovato la mia gioia, nell’abitare nella tua casa: “Felici coloro che abitano la tua casa!”. Cari figlioli, è necessario che comprendiamo la grande grazia che il Signore ci ha concesso nell’abitare nella sua casa. Prima di tutto il grande dono che ci ha concesso nel Battesimo: noi non ne eravamo degni, noi eravamo staccati dal Cristo, e un bel giorno il Signore, con il Battesimo, ci ha uniti a lui. Guardando il santino che ricorda la consacrazione episcopale di sua eccellenza monsignor Carlo Fanton, avrete notato una cosa: lui, citando una frase di Sant’Agostino, fa quasi un confronto tra la consacrazione episcopale e il Battesimo, perché quella è per il servizio, ma “il Battesimo è quello che mi ha unito a te, o Signore!”. Ora, figlioli miei, quante volte avete cantato: “Io son cristiano, io son cristiano!” , ma io vorrei domandare a ciascuno di voi: “Sapete che cosa vuol dire essere cristiano? Sapete quale trasformazione è avvenuta dentro di noi nel giorno del santo Battesimo?”. In quel giorno noi siamo diventati deiformi, siamo entrati nella famiglia di Dio: eredi del Paradiso e fratelli di Gesù; siamo diventati figli, veramente figli di Dio, per cui possiamo rivolgere il nostro sguardo al cielo e dire: “Padre nostro che sei nei cieli”, per cui possiamo dire nel giorno del santo Battesimo: “Se io vivo in grazia di Dio ho diritto del Paradiso. Il Signore mi ha regalato la grazia e io ho il diritto del Paradiso... Il Paradiso è mio, mi è stato donato”. Questa, figlioli è una grazia veramente grande, immensa, che comprenderemo soltanto in Paradiso.APOSTOLO vocazione
GRAZIA Battesimo
CHIESA Vescovo
CHIESA cristianesimo
GRAZIA
NOVISSIMI paradiso
MI148,2 [26-02-1967]
2 A questa si aggiunge per noi la grande grazia della vocazione: l’amore di Dio ci ha radunati qui. Come l’uccellino ha trovato il suo nido, così noi abbiamo trovato la nostra oasi in questa casa. Giustamente monsignor Zinato, proprio dopo un anno della sua venuta a Vicenza, mi mandava un biglietto che conservo ancora in qualche angolo della casa, dove diceva: “Questa casa è un’oasi, un’oasi!”. In un deserto un’oasi fa sempre impressione. Quando fra qualche anno andrete tutti in Terra Santa, invece che andare ad Asiago, quando farete un giretto in Terra Santa, allora andrete anche voi nel deserto, vi porterete vicino al mar Morto, vicino al Giordano, salirete su uno di quei monti. Come fa impressione vedere il deserto, ma che cosa meravigliosa vedere la piccola cittadina di Gerico in mezzo a questo deserto: è bellissima, piena di verde, con piante bellissime, verdi, perché lì, nel deserto, c’è dell’acqua e quell’acqua porta l’erba. Ebbene, figlioli, in mezzo a questo mondo dove c’è tanto male, dove c’è tanta indifferenza religiosa, dove Dio non interessa più, il Signore ha piantato delle oasi, e una di queste oasi è la nostra Famiglia religiosa. Voi siete nati nell’oasi, voi vivete nell’oasi e non vi rendete conto del deserto che c’è fuori. Quando sarete più grandi, quando qualcuno, disgraziatamente, abbandonerà questa casa per tradire la sua vocazione, allora vi accorgerete dell’oasi in cui siete vissuti per tanto tempo, allora vi accorgerete della grazia grande che ha fatto il Signore preparando questo nido. Vedrete che il Signore ci ha chiamati qui per darci il suo pane, per darci la sua vita, per portarci poi a piantare altre oasi come questa in qualche parte del mondo.APOSTOLO vocazione
CONGREGAZIONE Case della Congregazione
CONGREGAZIONE appartenenza
MONDO
Cfr. Matteo 13, 25-28
Cfr. Luca 11, 24-26
MI148,3 [26-02-1967]
3 Però il Vangelo di oggi dice che c’è uno che non la pensa come il Signore, che c’è uno che non perdona a noi di essere in questa oasi, ed è l’‘inimicus’ , è il demonio. Il demonio quando si vede vinto, va, gira, complotta con sette spiriti peggiori di lui. Quante volte, guardandomi intorno, vedo i sette spiriti che girano attorno e cercano di soffocare una vocazione, girano intorno e cercano di portare la rovina nell’anima vostra! Figlioli, bisogna credere di più al demonio, non a quello che dice, ma alla sua esistenza e alla opera nefanda che continua a svolgere nel mondo e in modo particolare nelle case dove Dio sta lavorando. Noi, quando qualche volta andiamo fuori nel mondo e vediamo qualche ambiente poco buono, diciamo: “Oh, là c’è il demonio, scappiamo via!”. Ricordatevi che se là c’è il demonio, qui ce ne sono sette; se là ce ne sono sette, qui ce ne sono settemila. Il demonio prende di mira specialmente i buoni e le anime che sono più vicine al Signore. Dio ha creato un’oasi di amore, di carità? E allora ecco il demonio che prende di mira quest’oasi. Perciò, figlioli, salvatevi dalle insidie del demonio.CROCE Demonio
MONDO
CROCE tentazioni
PREGHIERA
MARIA la nostra buona mamma
PREGHIERE a Maria
CARITÀ
ESEMPI carità
ESEMPI demonio
Cfr. Marco 9, 14-27.
Il riferimento è allo stemma della Congregazione posto sul frontone della Casa dell’Immacolata, con sotto la parola “charitas”.
Girolamo Venco era il più alto dei giovani della Casa dell’Immacolata
Don Ottorino scherza con due parole simili: ‘nane’ in dialetto si dice di una persona poco avveduta, mentre ‘nano’ è parola italiana che indica una persona di bassa statura
Il riferimento è alle ripetute mormorazioni del popolo eletto durante i quarant’anni del deserto quando ripensava al periodo trascorso in Egitto (cfr. Num 11,5).
MI148,4 [26-02-1967]
4 Il demonio cercherà prima di tutto che voi non parliate con Dio. Ecco, allora, che non vi piacerà più la preghiera, perché lui vi inaridirà, vi farà diventare muti, come quel muto che è stato guarito dal Signore. Voi non parlerete più con il Signore; ogni cosa che riguarda Dio vi darà nausea. Figlioli, in quel momento bisogna venire in chiesa, bisogna dire al Signore: “Signore, fa’ che io possa ancora parlare con te!”. In quel momento bisogna ricordarsi che abbiamo una mamma, la Madonna, e rivolgersi a lei con fiducia, con amore: “Mamma, mamma, non sono più capace di sentir Dio, non sono più capace di parlare a Dio, il demonio mi ha chiuso la bocca e quindi non posso parlare. Mamma, aiutami!”. Con confidenza e con fiducia si ricorre alla Madonna. Il demonio vuole, e avviso i più grandi che possono capire queste cose, entrare in questa casa e, vedendo la parola “charitas” scritta a caratteri cubitali, lottare contro la carità. È come se un ladro entrando in un ufficio vedesse scritto “cassaforte”: voi capite chiaramente che il ladro mira subito dove c’è la cassaforte. Ebbene, il demonio vede scritta la parola “charitas” e dice: “Ah, questi giovani hanno messo come programma la carità!”, fa il suo raduno di demoni e decide di puntare contro la carità. E guardate che il demonio è demonio, guardate che il demonio prende una parola, prende una frase, come dicevamo nel ritiro di qualche giorno fa, ti mette in testa una idea e insiste finché, a un dato momento, ti accorgi che il più grande e il più alto è il più piccolo, e il più piccolo è il più grande. A un dato momento il demonio ti dice: “ Guarda Venco : che piccolo! Guarda Venco: che piccolo! Guarda Venco: che piccolo!”, e a un dato momento tu finirai per credere che Venco sia un nano; non un ‘nane’ , un nano. Ed è così, è così, ricordatevelo, figlioli! Il demonio entra come il pulviscolo in mezzo a noi, e piano piano cerca di colpire specialmente quella che è l’essenza della nostra casa. La nostra Famiglia deve dare una testimonianza di carità nel mondo; la nostra Famiglia, le nostre piccole comunità devono essere... un’oasi. Sono stato a Crotone, sono stato a Monterotondo, e vi assicuro che è una cosa meravigliosa vedere cinque o sei confratelli all’ombra della chiesa, vicini al tabernacolo, a due passi, si può dire, vedere questo piccolo gruppo di fratelli che si vogliono bene! Ma, non capite, che il demonio non vuole queste cose? E allora ecco il demonio che punta, ecco il demonio che si scaglia contro, e sorgono le piccole stupidaggini umane, proprio le piccole stupidaggini umane, le piccole cose. Figlioli, per carità, salvatevi dal demonio! Ognuno di voi stia attento alle piccole cose, non alle grandi cose; dico alle piccole cose, perché il demonio comincerà con un filo per fare una corda. Nei vostri ‘impegni di vita’, nei vostri incontri, nelle vostre conversazioni, per carità, non abbiate neanche una parola contro i confratelli, neanche un pensiero contro i fratelli! Tutto, parole e pensieri, deve segnare carità, amore, fraternità. Dio ci ha radunati perché andiamo nel mondo a portare la carità, e il demonio cerca di seminare in mezzo a voi piccole stupidaggini per rovinare quello che Dio ha costruito. Il demonio poi, ogni giorno, cerca di fare un’altra cosa ancora: cerca di mostrarci dalla finestra quello che noi volontariamente abbiamo abbandonato per amore di Dio. Che brutta cosa rimpiangere le cipolle d’Egitto! Che brutta cosa dire a lui che ci ha preparato in terra un’oasi e in Paradiso la felicità, a lui che ci ha prediletti con il dono della vocazione: “Sì, Signore, tu mi hai chiamato, ma guarda che cosa ho dovuto lasciare, che cosa ho dovuto lasciare!”. Figlioli, questo rimpiangere continuamente quello che abbiamo dovuto lasciare dimostra poca fede, poca meditazione, poca preghiera, poca comprensione dell’eternità. Figlioli miei, se non comprendiamo che quello che non è eterno non vale niente, che la vita finisce fra pochi giorni, che l’unica cosa è l’eternità, che stiamo costruendo per l’eternità, e che il mondo ha perso la testa perché lavora per la vita terrena, cerca piaceri, ricchezze e onori e si dimentica dell’eternità... che cosa andiamo a dire agli uomini? Noi siamo chiamati qui per andare e per ricordare al mondo che siamo stati creati per l’eternità. Ora, figlioli, se noi stessi abbiamo perso la testa e ci attacchiamo alle cose del mondo, che cosa andiamo a dire agli uomini? Noi dobbiamo essere gli uomini dello spirito, gli uomini staccati dalla materia, gli uomini che camminano in aria, che trasportano gli uomini in aria, dei motori a reazione che innalzano gli uomini: questa è la nostra vocazione!CROCE Demonio
CONGREGAZIONE carisma
COMUNITÀ
unità
nella carità
ESEMPI demonio
COMUNITÀ
Impegno di Vita
COMUNITÀ
confratelli
COMUNITÀ
fraternità
APOSTOLO vocazione
NOVISSIMI eternità
MI148,5 [26-02-1967]
5 Domandiamo questo al Signore per intercessione della nostra buona mamma, la Madonna, specialmente durante il santo sacrificio della Messa: “O Signore, difendi noi qui presenti, i nostri fratelli che sono a Zacapa, in Brasile, ad Asiago, all’Istituto, a Crotone, a Monterotondo e quelli che verranno da noi. Difendici, o Signore, dalle insidie del demonio e fa’ che tutti i membri della nostra Famiglia religiosa, presenti e futuri, possano vivere in quest’oasi di pace, nella felicità di Dio per essere un domani sempre con te per tutta l’eternità.”.MARIA la nostra buona mamma
PREGHIERE per la congregazione