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98 Il laico cristiano

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Sono riflessioni sulla figura del laico cristiano, bisognoso di maggiore spinta per le realtà del cielo. Si conserva il testo originale: è un foglio ingiallito, staccato da un blocco per appunti, scritto con la penna biro sulla facciata anteriore, con una riga trasversale a modo di cancellatura. Non c’è alcuna indicazione di data della stesura .

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1 I laici devono sentirsi Chiesa, coscienti del loro sacerdozio e della missione di santificare il mondo.
Nella fisionomia dell’operaio comunista c’è una tensione verso qualche cosa che spera, che vuole ottenere, per cui si chiede sacrificio ed egli si sacrifica. Il popolo di Dio oggi non vibra molto dei concetti di fede, non è quasi affatto dinamico per i concetti della nostra speranza. Sull’autobus, nell’ufficio, in fabbrica, all’osteria, di che cosa parlano? Che cosa interessa alla gente di oggi? Apriamo il giornale; lo fanno per interesse, per corrispondere all’interesse che sanno esiste nel pubblico. Ora cercate nel giornale il senso dell’eternità! Si dirà: “Ma cosa c’entra?”. Come, cosa c’entra? Se la nostra patria è il cielo, se quelli che sono in peccato corrono il rischio dell’inferno, e ci crediamo, come non importa l’eternità? Trovate una volta un accenno nelle risonanze pubbliche dei grandi episodi: “Cosa sarà successo a quelle anime?”. E siamo nei popoli cristiani! Nei popoli cattolici!

SACERDOZIO sacerdozio dei laici

CHIESA cristianesimo