118 Conferenza per le vocazioni

SS118[1963]

È uno schema, suddiviso in nove punti, per una conferenza vocazionale a favore della Congregazione, steso probabilmente verso la fine del 1963. Si conserva il testo originale: sono due schede bianche, numerate, scritte con penna biro su ambedue le facciate, con correzioni e sottolineature. Si conserva pure un testo dattiloscritto, molto più sviluppato: sono 10 fogli grandi (il 2° è andato smarrito), scritti a macchina sulla facciata anteriore, con il periodare e il modo di esprimersi tipici di don Ottorino. È da ricordare che tale conferenza vocazionale veniva accompagnata da quadri murali.

Conferenza per le vocazioni

SS118,1[1963]

1 1) La croce.
Dio ha un piano su di me: devo essere al mio posto. (La Madonna, mamma Margherita ecc.). 2) Calice – bicchiere – scodella. Il mio posto: o calice o bicchiere, mai scodella. 3) La barca in pericolo. Sia calice, sia bicchiere, ho il dovere di aiutare i fratelli. Stato del mondo: - Cattolici: 10% alla Messa, peccati impuri, superbia ecc. - Separati: mancanza della Confessione. - Pagani… Ogni giorno muoiono 200.000 persone. Non c’è tempo da perdere.

CONGREGAZIONE spiritualità

SS118,2[1963]

2 4) Lo stemma della Congregazione.
Un gruppo di giovani sotto l’insegna della Croce, con la Madonna per madre, hanno deciso di unirsi nella carità di Dio e nella fraternità, vivendo come i primi cristiani, avendo Dio per centro di tutte le azioni e santificando il lavoro come mezzo di espiazione e di elevazione. Sono decisi di consacrare la loro vita per riportare nel mondo la carità. 5) Candele spente. Tante anime sono spente sopra la terra, e stanno precipitando. Occorre una mano amica che sappia sacrificarsi. Il mondo può essere acceso: mancano i santi.

MARIA la nostra buona mamma

APOSTOLO salvezza delle anime

SS118,3[1963]

3 6) Casa dell’Immacolata.
160 giovani si sono riuniti in questa casa ed hanno deciso: - amare Dio con tutto il cuore - amare i fratelli come vuole Gesù - andare nel mondo e portare questa carità. 7) Vescovi – Papa – preti. Oggi nel mondo mancano apostoli, soprattutto santi apostoli. Ecco il programma dei giovani membri della Congregazione: essere un drappello di incendiari nelle mani del Papa. Diceva il vescovo all’abate Vianney: “Andate ad Ars dove manca l’amore di Dio, e portatelo”. Ecco quello che ci proponiamo: raccogliere una falange di giovani arditi e generosi, pronti a portare nel mondo l’amore di Dio.

CHIESA

Questo è il testo dattiloscritto, che risponde in pieno allo schema autografo di don Ottorino, ma del quale non si conserva il manoscritto perché, con tutta probabilità, si fece aiutare da qualche collaboratore per la stesura finale.

SS118,4[1963]

4 8) Pescatori.
Sacerdoti – Assistenti. A Crotone l’opera degli assistenti: penetrazione. Lo stesso sarà in America Latina. 9) Gesù a consiglio. C’è un posto vuoto: se qualcuno sentisse nel cuore una voce che lo spingesse ad occupare quel posto e… tanti fratelli sono pronti ad accoglierlo ecc. Tutti, però, anche quelli scelti da Dio per essere bicchieri, abbiamo il dovere di salvare i fratelli che stanno precipitando. Mentre i fratelli periscono non si può dormire.

Schema della conferenza

per le vocazioni.

APOSTOLO salvezza delle anime

CONGREGAZIONE

I nove sottotitoli della conferenza sono scritti in rosso e sottolineati nel testo dattiloscritto.

A questo punto termina il primo foglio dattiloscritto. Il secondo foglio è andato smarrito, per cui si ricorre a quanto pubblicato in Scritti spirituali, p. 119-120, per completare il pensiero di don Ottorino.

SS118,5[1963]

5 1° - Quadro primo: Sono al mio posto?
Nel ‘Padre Nostro’, la preghiera più bella, più profonda e nello stesso tempo più efficace, noi invochiamo Dio semplicemente con il nome di Padre. Forse, recitando questa preghiera in qualche momento particolare della nostra vita, noi abbiamo provato sentimenti indescrivibili di una aleggiante presenza di Dio. Abbiamo sentito la gioia di vivere, la gioia della nostra grandezza e dignità di uomini, di cristiani, di figli di Dio, la gioia della sensazione di un creato amico, vibrante di vita attorno a noi. Abbiamo sentito la gioia della visione dell’orma di Dio in tutte le creature, la gioia infine della paternità di Dio manifestata nelle provvidenziali leggi della natura, nei piccoli e grandi avvenimenti della nostra esistenza. Riandiamo ora per un istante a quei momenti di grazia e pensiamo... Dio è Padre. Dio è mio Padre. L’Ente per cui tutto è e senza del quale nulla sarebbe; l’Ente che nella sua eterna presenza non ha né principio né fine, è mio, è tuo, è nostro Padre! Questa verità, forse la più grande, la più sublime, la più consolante che il Cristianesimo abbia, ci fa girare la testa. Ci stupisce. Ci stordisce. II pensiero corre a ritroso nel tempo fino a raggiungere il suo inizio. S’inoltra nella nebbia pre-cosmica e cerca di forzare il muro di bronzo dell’eternità di Dio. Ma cozza invano! L’eternità di Dio è impenetrabile. L’intelletto umano non potrà mai capire in che modo Dio fu, è e sarà, ossia la sua eterna presenza. Ma forse per questo dovremmo noi vivere sconsolati, naufraghi sperduti nel mare delle creature, in balia del caso e del nostro destino? No! Io esisto per un atto eterno di amore e di volontà di Dio... Io esisto dall’eternità nella mente di Dio... Mi conosceva nella mia intima costituzione, quale ora io certamente non mi conosco, e a me in particolare pensava sin da quando mancavano miliardi di anni alla mia comparsa nel mondo. Non mi pensava come una mamma sogna il suo bimbo nascituro, ma mi aveva presente con tutte le mie qualità, doti, energie. Aveva presente il tempo che mi rimane da vivere in questo momento, e il mio avvenire, che per me è una incognita.

APOSTOLO animazione vocazionale

APOSTOLO

PREGHIERA

CREATO

DIO passaggio di...

DIO scoperta di...

DIO Padre

DIO amore di...

DIO cuore di...

DIO bontà

di...

DIO creatore

DIO

CHIESA cristianesimo

Termina qui l’inserto di quanto è andato perduto.

SS118,6[1963]

6 Dio Padre ha dunque un piano su di me, o meglio, ha un piano su tutta l’umanità e io ho in esso una parte insostituibile.
Sono come la tesserina di un grande mosaico: è importante che ci sia, e che sia al mio posto. Sono apparso nel tempo, proprio per realizzare il piano che Dio ha su di me. Questa è la mia vocazione, il motivo per cui vivo. A differenza delle tesserine di un mosaico, io ho una intelligenza e una libertà, per cui devo collaborare liberamente al progetto di Dio. Non devo oppormi al piano che Egli ha su di me, ma cercare di acquistare quel colore e di andare in quel posto che Dio ha pensato per me fin dall’eternità. Se in un mosaico le tesserine non sono tutte al loro posto, il mosaico viene rovinato, c’è qualcosa che non va. Così in una orchestra, che suona sotto la guida di un grande direttore, se un suonatore non suona la sua partitura, rompe l’armonia dell’insieme. La stessa cosa avviene nel creato quando un essere, e questo essere è sempre l’uomo, non agisce nel ruolo assegnatogli da Dio. Un solo uomo, io, tu, lui, può rompere l’incanto del mondo se non mette in atto il disegno, il piano d’amore che Iddio ha su di lui. Inoltre, Iddio, attraverso gli eventi lieti e tristi della mia esistenza, mi guida, con la sua mano paterna anche se misteriosa, all’attuazione del meraviglioso piano che Egli ha su di me. Io non sono un essere gettato nel mondo con un destino più o meno bello, sono invece una persona, oggetto delle predilezioni di Dio. Poiché dice la Sacra Scrittura: “Dal Signore sono diretti i passi degli uomini, e chi degli uomini può conoscere le sue vie?”. Oppure: “Non avviene nulla in terra senza ragione”. Io sono una tesserina nel grande mosaico del mondo, con un ruolo ben definito. Se sarò al mio posto, al posto che Iddio mi ha assegnato, tutto allora andrà bene. In caso contrario è il caos. Dio mi ha fatto perché io attui un piano prestabilito nel suo amore. Come me, così ogni creatura animata ed inanimata, non ha modo di agire migliore di quello per cui è stata creata. Un fiore è veramente al suo posto quando adorna un altare, un balcone, una stanza. Un cane è al suo posto quando fa la guardia o diletta la padrona. Un cavallo attua la sua natura quando corre, traina, salta. Essi sono felici, se si può parlare di felicità tra di loro, nelle proporzioni in cui fanno ciò per cui sono stati creati. Lo stesso concetto si può applicare all’uomo. Saremo felici nella misura e nelle proporzioni in cui eseguiremo quello per cui siamo stati creati. Saremo felici se saremo al nostro posto e se in ogni momento della nostra vita potremo dire: ‘Caro Gesù, io voglio quello che tu vuoi da me e nulla più’. I santi sono stati le persone più felici, perché hanno fatto sempre, momento per momento, la volontà di Dio, adempiendo il piano che Iddio aveva su di loro. (Portare alcuni esempi di uomini di Dio o di santi che sono vissuti nel posto in cui Dio voleva. Es. Mamma Margherita, i genitori di Santa Teresa di Lisieux, Pirgiorgio Frassati, ecc.).

DIO piano di salvezza

VOLONTÀ

di DIO

ESEMPI sono al mio posto

CREATO corpo

DIO

PROVVIDENZA

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

SS118,7[1963]

7 2° - Quadro secondo: calice, bicchiere, scodella.
Abbiamo visto che, per essere felici e per realizzare il piano che Dio ha sull’umanità, noi dobbiamo essere al nostro posto. Ma come noi raggiungeremo ciò? Nel mettere al centro della nostra vita Dio e la sua volontà; nell’eseguire risolutamente i suoi voleri; nel saper accettare tutto dalle sue mani. E Dio chiama ogni uomo a seguire una via, che Egli ha stabilito. Lì la creatura trova il suo posto nell’armonia del creato e trova il mezzo più adatto per essere felice e far felici gli altri. Ci piace dividere tutti gli uomini sulla terra in tre grandi categorie o stati di vita: gli uomini-calice, gli uomini-bicchiere, gli uomini-scodella… Paragoniamo al calice quell’uomo a cui il Signore fa sentire la sua volontà in circostanze particolari perché abbandoni il mondo e si dedichi completamente al suo servizio. Ad esempio, un giovane sente il desiderio di dare la sua vita al Signore. Ebbene: il Signore gli farà capire tramite i suoi rappresentanti se deve entrare in Seminario o in un Istituto Religioso, ed in quale Istituto Religioso, perché occorre fare quello che Dio vuole. Uomo-calice, quindi, è colui che si consacra interamente e direttamente al servizio di Dio. Come il calice è consacrato per il servizio nella casa di Dio e non può essere adoperato per usi profani, così il sacerdote o il religioso deve consumare la sua vita con Dio e per Iddio, pena il fallimento della sua missione. Immaginiamo gli uomini-bicchiere: coloro che sono chiamati da Dio a seguire la via del matrimonio. Rispondere a questa vocazione in modo degno è sommamente importante. Da ciò dipendono la salvezza e la santità personali, l’inserimento di nuovi figli nella grande famiglia di Dio, immensi frutti apostolici per la Chiesa. È uno stato di vita molto importante: Gesù per questo ha istituito un sacramento. C’è poi una terza categoria di uomini, gli ‘uomini-scodella’. E voi ci capite. Se gli uomini-calice hanno Dio come centro d’interesse di tutti i loro pensieri, delle loro azioni, della loro vita, e se gli uomini-bicchiere, pur avendo Dio come centro dell’esistenza, si dedicano alla famiglia e alle cose di ordine temporale, gli uomini-scodella sono i tralci staccati dalla vite, sono cioè gli uomini in cui non corre la linfa della Grazia. Non uomini, ma rottami umani; non trattori, ma rimorchiati; non liberi, ma schiavi: essi sono in balia del vizio, delle ideologie, della moda, del piacere, dell’egoismo. Povere scodelle sbeccate! Qualunque sia la via per cui il Signore ci chiama, noi dobbiamo sempre escludere quest’ultima. Calici, se Dio vuole; bicchieri, sì; scodelle: mai!

CREATO corpo

ESEMPI creato

PREGHIERA a Gesù

VOLONTÀ

di DIO

DIO

CONSACRAZIONE immolazione

GRAZIA

Don Ottorino sentiva molto l’apostasia del mondo del lavoro e la necessità di ricondurlo a Cristo e al Vangelo.

SS118,8[1963]

8 3° - Quadro terzo: La barca in pericolo...
L’umanità, o meglio certa umanità, quella rappresentata dagli uomini-scodella, sta andando alla deriva, sta cadendo nel baratro, sta giocando male la carta della propria vita. Urge perciò muoversi, andare incontro a questi fratelli, dare loro una mano, portarli a salvamento. È tempo di agire il nostro, non di discutere e criticare. I congressi, gli articoloni, le idee devono essere tradotte in realtà. Il mondo brucia: calici o bicchieri, sacerdoti o laici, dobbiamo essere pronti, sotto la guida del nostri superiori, a portare la luce ai nostri fratelli che vivono nelle tenebre... Il mondo contemporaneo ha abbandonato il Vangelo di Cristo ed ha adottato quello dell’uomo. ‘Dio non esiste’, ‘Dio è morto’, gridano dopo Carlo Marx tutti i suoi seguaci. ‘Dio è morto’, gridano i filosofi d’oggi. ‘Dio è morto’, gridano gli operai di tutto il mondo o in ogni caso bisogna eliminarlo, giacché è stato l’oppio del popolo. L’uomo d’oggi ha perso il significato della vera realtà. Le preoccupazioni temporali e passeggere gli fanno dimenticare i veri valori. Le sue conquiste gli fanno girare la testa. II piacere gli fa commettere i più grandi delitti contro l’umanità. E i cattolici, coloro che appartengono alla Chiesa, che hanno visto la luce, che conoscono la via della salvezza, come vivono?... Non spetta a noi giudicare e nemmeno fare i pessimisti di professione.

MONDO

MONDO ateismo

APOSTOLO salvezza delle anime

CHIESA cristianesimo

SS118,9[1963]

9 Dio solo sa, vede e giudica. Ma, forse, anche noi cattolici risentiamo del freddo che ci circonda, dell’ateismo che ammorba l’aria, del paganesimo che ha invaso ogni campo dell’attività umana, dell’opera possente di Satana, presente oggi più che mai nel mondo.
Non abbiamo né tempo, né modo, per poter fare delle analisi, per mettervi al corrente su alcune statistiche. Ci limitiamo solamente a dare uno sguardo a due o tre punti della legge di Cristo, a due o tre punti su cui le statistiche possono dirci qualcosa di certo. Prendiamo, ad esempio, il precetto festivo della Messa domenicale. Ebbene: nelle grandi città la frequenza alla Messa è appena del 10%. Forse non crederete, ma le cifre parlano chiaro. Pensando che i cattolici in Italia sono circa il 99%, risulta che l’89% dei cattolici, che vivono nelle grandi città, ogni domenica, commettono peccato mortale. E volesse il cielo, che fosse l’unico nel giorno del Signore! La causa di questa situazione? Ce la indica S. Paolo. L’uomo carnale non può comprendere e vivere secondo la legge dello Spirito. Chi ama troppo se stesso non ama Dio. L’ondata di fango, che si è abbattuta sull’Italia nel dopoguerra e specialmente nel periodo del miracolo economico, ha distrutto il senso del divino. Cinema, stampa, TV hanno soffocato le aspirazioni più belle, hanno rovinato milioni di giovani, hanno portato lo scompiglio nel campo del valori morali. E che dire poi della carità che regna oggi tra i cattolici? Siamo sempre pronti a tagliarci i panni addosso, a criticarci spietatamente, a mettere a nudo i nostri difetti. Ci facciamo la guerra per delle meschinità quando il nostro orgoglio viene toccato, mentre i nemici di Dio lavorano compatti e solidali contro di noi. Queste sono le condizioni di noi cattolici. Un discorso analogo si potrebbe fare per i fratelli separati. Noi non vogliamo dubitare della buona fede. Ma, pensando che essi sono privi dei sacramenti che ci ridanno e aumentano la grazia, possiamo affermare che le loro condizioni spirituali non sono migliori delle nostre. I paesi protestanti dell’Europa ci danno la prova. La Germania batte il primato dell’immoralità, la Norvegia dei suicidi, la Svezia della delinquenza minorile. E a questo punto il nostro sguardo si allarga. Quale sarà la sorte di quanti non hanno fede, di quanti finora non hanno sentito la parola del Vangelo, di quanti vivono senza una legge positiva divina? Di fronte a questa umanità, che naviga nel tempo, appare una realtà, una tremenda realtà, quella della morte... Ogni giorno 200.000 uomini si presentano davanti a Dio; 200.000 esistenze vengono troncate e giudicate. Quale sarà la loro sorte? Il problema della morte, anche se gli uomini d’oggi cercano di cacciarne l’immagine ed il pensiero, dovrebbe farci pensare... Quale sarà il destino eterno di questa folla immensa di uomini? Si sa: si muore come si vive. Non c’è tempo spesso per i conforti religiosi. La morte oggi sorprenda ovunque: al volante, in aereo, in casa. Non lascia tempo per decidere... Cari amici, di fronte a questa realtà, non c’è tempo da perdere. Ognuno di noi deva assumersi le proprie responsabilità. Calice o bicchiere, io sono tenuto, oggi, a portare il mio contributo per la salvezza degli uomini. In caso contrario io non merito, non solo il nome di apostolo, ma neppure di cristiano.

CROCE

PASTORALE

SOCIETÀ

CHIESA

MISSIONI

NOVISSIMI morte

NOVISSIMI giudizio

SS118,10[1963]

10 4° - Quarto quadro: Lo stemma della Pia Società San Gaetano.
Un gruppo di giovani, sotto l’insegna della Croce, con Maria per madre, col metodo della carità evangelica, hanno deciso di vivere una vita integralmente cristiana. Essi vogliono imitare Cristo a tutti i costi. Infiammati della sua carità, vivendo la fratellanza universale con tutti gli uomini, comportandosi nella vita d’ogni giorno come Lui, vogliono dare una efficace testimonianza al mondo contemporaneo. Non solo hanno accolto il programma della rivoluzione di Cristo, ma, come i primi cristiani e sull’esempio dei santi, vogliono metterlo in pratica. Dio è il loro centro d’interesse, è il fulcro vitale della loro esistenza. Il lavoro di ogni giorno non viene bestemmiato, ma santificato, poiché la fatica è mezzo di espiazione e di elevazione. Questa è oggi la nostra piccola Congregazione, che va sotto il nome di Pia Società San Gaetano. L’idea, che sta alla base della nostra opera e della nostra donazione, è una grande passione di accelerare nel mondo l’avvento del Regno di Cristo, secondo il volere ed il piano di Dio sull’umanità. Siamo decisi a lavorare fino all’estremo delle nostre forze per fare conoscere agli uomini d’oggi che il Dio-Amore si è fatto uomo perché l’uomo diventi figlio di Dio. Vogliamo insegnare loro ad essere uomini non secondo la carne, ma secondo Dio, cioè a subordinare il corpo all’anima, a salire con la fatica quotidiana a Dio, a saper godere della vera libertà dei figli di Dio. Vogliamo che il mondo d’oggi, che va pazzo per le creature, ritorni a Cristo e sia teatro della sua Carità...

CONGREGAZIONE spiritualità

MARIA madre della Chiesa

GESÙ

imitazione

DIO

DIO piano di salvezza

SS118,11[1963]

11 5° - Quinto quadro: Le candele spente.
La foto, che ora avete dinanzi agli occhi, è l’immagine di tutte quelle anime, che oggi nel mondo non sono accese dalla carità di Cristo. Giovani, insegniamo al mondo la strada per trovare la carità! Oggi si brancola nelle tenebre; il sole è di pochi; la luce risplende per poche anime. Ecco il nostro compito: gettare un grido d’allarme, essere degli stoppini che infiammano, essere lievito in mezzo alla massa. Chiudiamo per un istante gli occhi e pensiamo alla marea immensa di anime che si dirige verso il baratro dell’inferno. È una cosa tremenda: chi le fermerà? Occorre la mano amica di uno che si sacrifichi per loro; urge una persona intraprendente che sappia gridare; sono necessari degli uomini che convincano a pensare, a rallentare la corsa verso l’abisso, a fermarsi. Il mondo può essere acceso dalla carità di Cristo, può essere salvato se alcuni uomini si dedicheranno interamente a Dio, se faranno la sua volontà, se saranno, in altri termini, santi. Solo i santi saranno capaci di questo, ed i santi mancano oggi. Sì, i santi cambiano il corso della storia, i santi sono capaci di tutto, i santi possono fare le cose impossibili agli uomini, ma possibili a Dio. E noi, cari giovani, non possiamo rimanere indifferenti a questo spettacolo. È nostro dovere oggi far fronte a questa situazione anche se gli uomini ci derideranno, anche se i mediocri ci parleranno di prudenza, anche se i deboli ci compatiscono. Non possiamo rimanere indifferenti: la nostra inazione sarebbe viltà, sarebbe tradimento. 6° - Sesto quadro: La Casa dell’Immacolata. 160 giovani hanno accolto il grido disperato di appello dell’umanità sull’orlo della rovina e si sono riuniti nella Casa dell’Immacolata per venire incontro alle esigenze spirituali del mondo contemporaneo. Essi hanno deciso: - di amare Dio con tutto il cuore... - di amare i fratelli come vuole Gesù. - di andare nel mondo a portare la carità di Cristo. Nello studio, nella preghiera, nella propria santificazione si preparano a ricondurre le anime a Cristo. È questo un programma che ogni uomo di buona volontà dovrebbe, sull’esempio di Giovanni XXIII, accettare e praticare. L’Amore di Dio è l’idea base del Cristianesimo, il fine per cui tutti gli uomini sono stati creati. “Perché Dio mi ha creato?”, chiede il piccolo Catechismo. “Per conoscerlo, amarlo, servirlo e per essere con Lui in Paradiso”. Ed ecco allora la necessità che, conosciuto Dio, noi l’amiamo. Il servizio poi, l’amare i fratelli, il salvare i fratelli, è la logica conseguenza ed il risultato dell’amore. Quando si ha Cristo nel cuore non si può stare fermi. Si va, si vola, si porta a tutti gli uomini il fuoco della carità.

ESEMPI vari

APOSTOLO

APOSTOLO salvezza delle anime

NOVISSIMI inferno

CONSACRAZIONE offerta totale

VOLONTÀ

di DIO

DIO amore di...

DIO cuore di...

DIO bontà

di...

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE missione

SS118,12[1963]

12 7° - Settimo quadro: Papa - Vescovi - Preti.
Un ostacolo, che rallenta molto la marcia dell’espansione della Chiesa nel mondo, è la scarsezza del clero. È una constatazione penosa, ma è vera. La Chiesa ha bisogno oggi di uomini, di apostoli, di santi apostoli. Il Concilio ha messo di fronte all’opinione pubblica questo problema, pieno di conseguenze per l’avvenire della Chiesa. I Padri hanno discusso, hanno compreso questo problema, ma ciò nonostante il problema resta. Ogni vescovo ha i suoi preti occupati a difendere le posizioni della Chiesa nella propria diocesi. Gli ordini e gli istituti religiosi, con dei fini specifici ben definiti, hanno loro uomini impegnati in azioni pastorali necessarie. Di qui la mancanza di apostoli, pronti a far fronte unito, dove si aprono delle falle, dove il momento richiede forze nuove, dove le difficoltà si fanno più acute in seguito a rivolgimenti politici o a trasformazioni storiche. Tutti forse siamo convinti che al di là della nostra parrocchia, della nostra diocesi, siamo responsabili dell’evangelizzazione del mondo intero. Ma quanti di noi si sono mossi? Ed ecco perciò il programma apostolico dei giovani membri della Pia Società S. Gaetano: essere un drappello di incendiari nelle mani del Papa... Essi non limitano il loro lavoro ad una diocesi, ad una nazione: sono per il mondo. Quando il Papa ha bisogno di uomini, essi sono a sua disposizione. Disse un giorno il vescovo all’abate Vianney: “Andate ad Ars: manca l’amore di Dio, portatelo”. Questa è la consegna che essi vogliono attuare, quando è richiesto il loro contributo per la Chiesa. La Pia Società S. Gaetano si propone infatti un piano su scala mondiale, al servizio delle diocesi sprovviste di clero. Questo infatti è precisato nelle sue Costituzioni e per questo la Chiesa ha approvato il suo fine specifico. Un Padre conciliare, per questa nostra missione, intonata alle esigenze della Chiesa, ha detto che noi siamo la “congregazione del Concilio”… Vi sono diocesi, anche nella nostra Italia, le quali non sono provviste a sufficienza di clero, nemmeno per assolvere ai bisogni più elementari della vita cristiana. Catastrofica è poi la scarsezza di sacerdoti nell’America Latina, la “terra promessa” del Protestantesimo e del Comunismo. Di ciò noi siamo al corrente molto bene, perché decine di vescovi si sono presentati alla nostra sede di Vicenza per elemosinare qualche sacerdote. Purtroppo, finora, non abbiamo potuto dare loro l’aiuto che si aspettavano! Siamo ancora troppo pochi. Abbiamo perciò bisogno di arruolare altri giovani arditi e generosi, pronti ad essere una falange volante nelle mani del Papa per portare nel mondo l’amore di Cristo. Per questo stiamo lanciando un appello al giovani della nostra diocesi, un appello per risvegliare in tutti una coscienza missionaria, un appello perché tutti abbiamo come campo di lavoro il mondo intero.

CHIESA Concilio

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE Costituzioni

MISSIONI

SS118,13[1963]

13 8° - Ottavo quadro: I due pescatori...
Una delle caratteristiche della Pia Società S. Gaetano è data dal fatto che essa è costituita da una duplice categoria di membri: sacerdoti ed assistenti, questi ultimi laici religiosi. Questa divisione specifica dei membri è nata dalla necessità di portare oggi la redenzione nel mondo del lavoro nelle attuali contingenze storiche. Sacerdote ed assistente, due fratelli: uno in talare, l’altro in abiti civili, che collaborano assieme nella pescagione evangelica delle anime. Il sacerdote della Pia Società San Gaetano ha la funzione specifica del ministro di Dio o meglio dell’uomo di Dio. È intento prima di tutto alla propria santificazione nell’amore verso Dio ed il prossimo, nell’imitazione di Cristo, nella corrispondenza alla Grazia e nella preghiera. Poste le basi della sua vita interiore, il suo primo dovere è quello di predicare il Santo Evangelo anzitutto con l’esempio, affinché le anime siano attratte dalla sua fede, semplicità, carità e povertà. Egli deve vivere ispirando la sua vita agli esempi del Divin Redentore. Il sacerdote è il dispensatore dei misteri di Dio, impegnato interamente e disinteressatamente alla salvezza delle anime, celebrando il Divin Sacrificio, ascoltando le confessioni, dirigendo le anime che a lui si affidano, sviluppando l’A.C. ecc. Il sacerdote della Pia Società attende al suo apostolato sacerdotale nello studio e nella preghiera, lasciando l’organizzazione di opere di ordine temporale agli specializzati per questa missione, i confratelli assistenti... Gli assistenti sono religiosi, e come tali hanno i tre voti di povertà di castità e di obbedienza. Non indossano nessuna divisa speciale: vestono come laici. La missione degli assistenti della Pia Società S. Gaetano è quella di esercitare un apostolato specializzato nelle molteplici attività della vita pastorale moderna. Il compito dell’assistente è di uscire di Chiesa, ripieno di Dio, per invitare gli uomini a preoccuparsi innanzitutto di conoscere, amare e servire Dio. Gli assistenti saranno i fratelli sempre accanto al sacerdote, dedicandosi a quelle opere di apostolato parrocchiale che richiedono più libertà di movimento; entrando in ogni ambiente, specialmente ove la veste potrebbe portare una certa reazione di ripulsa; testimoniando un Cristianesimo integrale...

CONGREGAZIONE appartenenza

SACERDOZIO prete

CONGREGAZIONE assistente

CONGREGAZIONE missione

SS118,14[1963]

14 Gli assistenti, per essere in grado di compiere la loro missione, sono preparati con la stessa formazione spirituale del sacerdote e con una sufficiente cultura classica, filosofica e teologica. Nel periodo di formazione si dedicano anche al lavoro, specializzandosi in qualche ramo della tecnica, per dare una testimonianza dell’accettazione serena e gioiosa del sacrificio quotidiano del lavoro e per essere in grado di dirigere nelle parrocchie delle scuole professionali.
Gli Assistenti si pongono accanto ai sacerdoti nello spirito dei Diaconi della Chiesa primitiva: così gli uni completeranno gli altri e si eviterà ogni forma di attività pastorale suscettibile, in questi tempi di intense occupazioni ed iniziative d’ordine temporale, di deviazioni pericolose. A Crotone, dove da qualche tempo abbiamo la cura d’anime di due parrocchie, i nostri assistenti hanno mostrato quanto attuale sia la loro missione e quanto utile la loro opera. Gli abitanti dei quartieri in cui esplicano la loro attività sono rimasti colpiti dallo spirito di allegria, abnegazione e carità, che li caratterizza. In modo particolare i giovani: per essi, nati in famiglie comuniste, era inconcepibile potessero esistere degli uomini, o meglio dei giovani come loro, disposti a consumare la loro vita per gli ideali del Vangelo. Per questo li seguono, ed alla simpatia dei primi incontri fanno seguire la pratica della vita cristiana... 9° - Nono quadro: Gesù a consiglio con i suoi amici... Gesù è a consiglio con i suoi amici. C’è da trattare un problema molto importante: la salvezza del mondo. I posti però non sono esauriti. Uno è ancora vuoto. Se qualcuno di voi, cari giovani, sentisse una voce segreta, che lo spinge ad occupare quel posto, non tema... Tanti fratelli sono pronti ad accoglierlo e a sostenerlo. Tante anime aspettano il suo sì e la luce radiosa del giorno, in cui per mezzo suo, saranno salve. Il nostro invito a lavorare perché un’era nuova si dischiuda per il mondo non è rivolto solo a coloro che sono chiamati ad essere calici, ma anche a quelli che saranno bicchieri. Tutti abbiamo il dovere di salvare i fratelli che stanno andando alla deriva, che stanno precipitando nel baratro della perdizione. Tutti siamo responsabili della loro salvezza. Mentre le anime stanno per perdersi non si può dormire. 0 oggi o mai: domani sarà troppo tardi...

CONGREGAZIONE assistente

CONGREGAZIONE missione

DIO piano di salvezza

APOSTOLO salvezza delle anime