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LA CARITÀ PASTORALE

MI4 [Estate 1964]

Estate 1964

Don Ottorino cita un proverbio e lo fa, naturalmente, in dialetto veneto, per indicare allo stesso tempo la pazienza e la giustizia del Signore.

MI4,1 [Estate 1964]

1.Il Signore di solito paga al sabato, e non tutti i sabati. Perciò, anche se viviamo con tanto male davanti a noi, anche se viviamo notando che il demonio lavora tremendamente per poter congiungere le sue forze, come abbiamo visto anche ieri sera durante la trasmissione televisiva che questo movimento comunista non dorme, non dobbiamo fermarci. Sappiamo che siamo discepoli di Uno che si lascia portare sulla Croce, che si lascia crocifiggere, ma che poi fa tremare la terra. E anche gli Apostoli che lo hanno seguito fino allora, e poi lo hanno abbandonato, diventano degli eroi quando scende lo Spirito Santo.

CROCE Demonio

DIO Spirito Santo

GESÙ

sequela

SOCIETÀ

Don Ottorino chiama “il nostro caro compagno Longo”, in forma scherzosa, l’on. Luigi Longo, all’epoca segretario del partito comunista italiano. Per don Ottorino, anche da quanto dirà in seguito, il comunismo era l’espressione massima dell’ateismo e dell’opposizione a Cristo.

MI4,2 [Estate 1964]

2.Perciò noi sappiamo che la Chiesa andrà avanti: sappiamo che la Chiesa sarà perseguitata, che i cristiani saranno perseguitati e che molti dovranno testimoniare il loro amore a Cristo col sangue; dovranno pagare insieme col Cristo i peccati che gli uomini fanno in questo momento in cui il male è così organizzato.
Ieri sera, insieme con il gruppo dei più anziani, ho assistito un po' alla televisione, vedendo il nostro caro compagno Longo con il suo esercito organizzato, ateo, che ha per scopo di impadronirsi del mondo. Par di vedere, si commentava ieri sera, un incaricato del demonio che ha organizzato quasi un esercito: tutti gli uomini senza Dio uniti insieme, vorrei dire quasi l'Anticristo. Ma lasciamo stare l'Anticristo, e diciamo piuttosto una dottrina contro il Cristo.

CHIESA

GESÙ

redenzione

CROCE persecuzioni

CROCE sangue

CROCE Demonio

MI4,3 [Estate 1964]

3.Cristo ci invita: "Dobbiamo unirci insieme, con me, e andare al Padre". La missione del Cristo è quella di unire tutti gli uomini e di portarli al Padre, unirli tutti in uno e portarli al Padre. Il demonio invece ha la finalità contraria: unirli tutti in uno, e portarli lontani dal Padre! Ecco i due eserciti, e in mezzo a tanto male Dio ancora confida negli uomini.
Che bello è vedere, anche in questi giorni, lo sbocciare di nuove vocazioni: ci sono ancora anime belle, veramente belle! Ci sono anche oggi tanti santi, santi da altare, viventi nel mondo. Anche qui nella nostra Casa dell’Immacolata si nota il rifiorire di vocazioni: dapprima tre, poi quattro, poi improvvisamente viene un prete che è ordinato da otto anni! Chissà quanti ve ne sono già pronti in giro per il mondo e verranno qui, come già ho detto e ripetuto tante volte.

APOSTOLO vocazione

DIO Padre

GESÙ

sequela

MI4,4 [Estate 1964]

4.Verranno giovani laureati, verranno sacerdoti già ordinati, verranno qui già pronti, preparati. É il Signore che li prepara. Quando abbiamo cominciato il Noviziato avevamo sei novizi; poi Zeno e Luigi Tonello sono venuti per chiudere il buco che è stato lasciato vuoto dopo il primo anno, e così abbiamo la "catena regolare".

PASTORALE giovani

Il riferimento è al centurione ai piedi della croce (Mc 15,39) che riconosce la divinità di Gesù al momento della sua morte. Il riferimento è al centurione ai piedi della croce (Mc 15,39) che riconosce la divinità di Gesù al momento della sua morte.

MI4,5 [Estate 1964]

5.Oggi il mondo attrae tanto; e constatare questo movimento vocazionale, vedere giovani che lasciano il mondo per darsi al Signore, vedere giovani che vengono con il desiderio di farsi santi, di mettersi a disposizione del Signore, è una cosa meravigliosa!
Padre Lombardi, in una della sue prediche, dice che al mondo sconvolto di oggi parlano le anime... Perché questi giovani vengono nella Casa dell’Immacolata? Per cercare santità! Quante volte ho detto che il mondo ha bisogno di santità, ricerca la santità. Questi giovani sono venuti a cogliere santità, ad elemosinare santità. Figlioli, ecco la gioia dei vescovi, la gioia dei responsabili delle Famiglie Religiose: le vocazioni. Finché ci sono vocazioni, finché il Signore chiama i suoi uomini, non abbiate paura: il mondo non va alla rovescia, anche se dovesse ancora oscurarsi il cielo per qualche ora. Ricordatevi che alla fine il Centurione si è battuto il petto! Forse noi svalutiamo i poveri comunisti che cercheranno di crocifiggere il Signore: Gesù ha pregato anche per loro, ha pregato per i suoi stessi crocifissori!

MONDO

CONSACRAZIONE santità

APOSTOLO animazione vocazionale

APOSTOLO vocazione

Don Ottorino, dopo l’esempio iniziale sui comunisti, accenna ora a Palmiro Togliatti, il primo grande organizzatore del partito comunista italiano, per la cui salvezza eterna più volte aveva invitato i suoi figli a pregare, e a Nikita Kruscev, segretario generale del partito comunista sovietico.

Don Ottorino scherza sul numero dei Religiosi che nel mese di settembre 1964 avrebbero emesso la professione religiosa: in effetti essi furono 4 e non 40.

L’allusione è alla vestizione clericale che abitualmente si faceva all’inizio del primo anno del corso teologico.

Don Ottorino cita a memoria la forte espressione di Paolo in Gal. 2,20: “Vivo autem, jam non ego...”.

Il riferimento è all’opuscolo “Sono al mio posto?”, che don Ottorino aveva preparato e fatto stampare per trasmettere una delle idee centrali della sua spiritualità: la santità come adesione alla volontà di Dio.

MI4,6 [Estate 1964]

6.Saremmo disposti a riparare anche per Togliatti? Sì, Signore, siamo pronti! Tu sei morto in croce anche per quelli; hai patito, hai sofferto anche per quelli, non lasciare che vadano all'inferno: sono nostri fratelli, convertili Signore! Anche Kruscev, che potrebbe fare un piccolo infarto e ripetere la fine di Togliatti, è un uomo; ha un'anima anche lui. Come non sentire questa paternità spirituale?
Ebbene, ecco la gioia di una Ordinazione: la gioia, per esempio, che proverò quando fra qualche giorno, cioè fra 15-20 giorni, faranno i Voti religiosi in quaranta ... Ognuno vale per dieci! Ci sarà questo gruppetto che farà i Voti, poi ci saranno alcuni che rinnoveranno i Voti; infine ci sarà qualche altro che abbandonerà le vesti secolari per darsi al Signore e rivestirsi della veste della rinuncia, della veste del sacrificio. “Sì, cari sacerdoti, voi siete diventati uomini profondamente nuovi...”. Altre volte vi ho detto che quando uno emette i Santi Voti è un uomo profondamente nuovo! Stamattina mi sentivo risuonare una musichetta all'orecchio durante la S. Messa - distrazioni che capitano durante la Messa - una musichetta di Bartolucci "Vivo ego iam non ego; vivo ego iam non ego.” Sentivo e avevo il Cristo davanti a me. Ricordate quella musica: "Vivo ego, iam non ego, ecc.", che non sono capace di ripetervi; però ugualmente dicevo: "Signore, quando potrò dire 'vivo ego, iam non ego'?". "In voi si è compiuto un disegno, che risale ai segreti amorosi ed eterni di Dio". Sembra che il cardinale abbia letto il nostro libretto del "quadrettino al suo posto". Non vi sembra? "In voi si è compiuto un disegno che risale ai segreti amorosi ed eterni di Dio, e che qui in quest'ora singolare, finalmente si esprime e si realizza".

APOSTOLO salvezza delle anime

CONSACRAZIONE disponibilità

CONSACRAZIONE

SACERDOZIO

Don Ottorino era solito nominare qualcuno dei presenti come esempio. Qui si tratta di Leonzio Apostoli, che all’epoca frequentava il corso teologico.

Forse il riferimento è al brano patristico dell’ufficio delle letture del giorno, o a qualche biografia di San Bernardo che don Ottorino stava leggendo.

Don Ottorino ricorre volutamente ad una espressione esagerata per sottolineare l’importanza dell’impegno totale nella propria missione e nel proprio ufficio. Don Ottorino ricorre volutamente ad una espressione esagerata per sottolineare l’importanza dell’impegno totale nella propria missione e nel proprio ufficio.

MI4,7 [Estate 1964]

7.Caro Leonzio , se tu tra qualche anno sarai prete, questo risale, fin dall'eternità, ai segreti amorosi di Dio: fin dall'eternità Dio ti ha pensato prete, ti ha desiderato prete, ti ha creato perché tu sia prete e ti vuole prete come vuole Lui! Lo pensiamo? Mi ha creato prete per essere prete come vuole Lui, come vuole Lui! Quanto siamo meschini, allora, quando mettiamo prima i nostri progetti, quando studiando facciamo i nostri programmi!
Sì, sì, dobbiamo mettere tutta la nostra forza, tutta la nostra intelligenza, tutta la nostra energia a disposizione di Dio, ma, solo e tutto a disposizione di Dio! Sentitela, figlioli miei, questa vostra grandezza: sentitela! A me ha fatto grande impressione, proprio grande, quello che diceva stamattina la lettura di San Bernardo: "Un Abate va in Paradiso soltanto col bastone dell'Abate, e non può andare in Paradiso col bastone del porcaio"... Via quindi le false umiltà; e se per umiltà lui prende in mano il bastone del porcaio, va all'Inferno, non è al suo posto! Perciò, se io sono il Superiore Generale, guai a chi tocca la mia missione! Ricordatevelo bene: ognuno deve stare al suo posto! Non ritiro nulla di quanto ho affermato: dovete mettercela tutta! Se domani qualcuno sarà fatto Papa, deve mettercela tutta! Anche impiccare, se c'è da impiccare qualcuno; se fosse desiderio di Dio che impicchi qualcuno, lo faccia pure; e ce la metta tutta!

CONSACRAZIONE

CONGREGAZIONE superiore generale

DIO creatore

NOVISSIMI paradiso

SACERDOZIO

VIRTÙ

umiltà

MI4,8 [Estate 1964]

8.Ognuno stia al suo posto, dove Dio lo mette, e in esso deve impegnarsi con tutta la sua buona volontà.
Ecco la vera spiritualità che ci deve essere in casa nostra: la ricerca del posto di Dio! Qui Dio parla; il Signore parla tante volte. L'uomo che vuole veramente sviluppare la sua personalità, deve sentirLo perché fa parte del vostro bagaglio: è il grande segreto della santità! "In voi si è compiuto un disegno che risale ai segreti amorosi ed eterni di Dio". Figlioli, quando si tratta di decidere della vostra vocazione, cercate la volontà di Dio; cercate la volontà di Dio, non la vostra: "A me piace, a me non piace, non voglio più". Cercate la volontà di Dio, ad ogni costo. Dove? In che modo? Nella preghiera, nel consiglio! Pregate, pregate! Siete diventati ministri di Dio, siete stati chiamati all'ufficio di ministri di Dio.

VOLONTÀ

di DIO

PREGHIERA

DOTI UMANE personalità

CONSACRAZIONE santità

Settimanale per il Clero, pubblicato dai Padri Dehoniani di Bologna.

MI4,9 [Estate 1964]

9.Ho sentito che la "Settimana del Clero" da qualche mese continua in quasi ogni numero a parlare dei Diaconi. In quasi ogni numero c'è un articolo. Ora, se la Chiesa di Dio lascia passare questi articoli, vuol dire che anche il Santo Uffizio si è rassegnato.

DIACONATO

Don Ottorino allude alla Sacra Congregazione del S. Uffizio, sorta per la difesa della Chiesa contro ogni errore o eresia, e riformata dal Papa Paolo VI il 7 dicembre 1965 aggiornandone i metodi e mutandone la denominazione in Sacra Congregazione per la Dottrina della fede.

Il riferimento è don Pietro Martinello, che nel febbraio 1961, insieme con don Luigi Furlato, aveva collaborato con don Ottorino per la stesura definitiva delle Costituzioni, nelle quali si pose un accenno al Diaconato permanente per i Religiosi non sacerdoti della Congregazione, che per suggerimento della Sacra Congregazione del Santo Officio venne poi tolto.

MI4,10 [Estate 1964]

10.Accenno al Santo Uffizio perché, quando abbiamo presentato le Costituzioni noi, era un po' azzardato parlare dei Diaconi permanenti; ti ricordi don Piero? Avevamo messo nelle Costituzioni: "I nostri Assistenti svolgono gli uffici dei Diaconi dei primi tempi della Chiesa...", e allora ho detto al Segretario della Sacra Congregazione: "Leviamo la frase, però spero che venga il tempo che i nostri Assistenti diventeranno Diaconi... La Famiglia religiosa è formata da Sacerdoti e Diaconi. Dio voglia che quando noi presenteremo le costituzioni definitive per il riconoscimento pontificio, cioè per essere di diritto pontificio, si possa cambiare: "La Famiglia Religiosa è formata da Sacerdoti e da Diaconi".
Figlioli miei, dovremo trattare cose sante, cose grandi, la Parola di Dio. Voi siete gli incaricati di Dio, i profeti del Signore. Parlate in nome di Dio non soltanto dal pulpito.

CONGREGAZIONE Costituzioni

PAROLA DI DIO

SACERDOZIO

Il riferimento è don Pietro Martinello, che nel febbraio 1961, insieme con don Luigi Furlato, aveva collaborato con don Ottorino per la stesura definitiva delle Costituzioni, nelle quali si pose un accenno al Diaconato permanente per i Religiosi non sacerdoti della Congregazione, che per suggerimento della Sacra Congregazione del Santo Officio venne poi tolto.

MI4,11 [Estate 1964]

11.Abbiamo sentito dal Cardinale Montini: incontri con Dio da soli. Voi siete i delegati di Dio a parlare a suo nome, ambasciatori del Signore! Immaginate che ad un dato momento chiamassero a Roma don Piero Martinello e il Papa gli dicesse: "Senti, va come mio delegato a Torino, dal Cardinale di Torino, e di' questo e questo come mio delegato". Don Piero, vestito da monsignore, con le fasce rosse, si presenta: “Eminenza, Sua Santità il Papa mi manda a dire questo e questo!”.E' il Delegato del Papa!
Voi siete delegati da Cristo a dire solo quello che Dio vi delega dire. Don Piero non può andare dal Cardinale e dirgli: "Il Papa ha detto di darmi tre milioni, o, il Papa ha detto che...", e inventare qualcosa. No. Avete capito la necessità, figlioli miei, di essere uniti col Signore? Sentitela quindi la vostra grandezza, la grandezza della missione a cui Dio vi ha chiamati. "Siete rivestiti di una dignità che non ha paragone, assumete impegni di fedeltà e di santità che vi chiamano a un incessante lavoro di perfezione e di eroismo, siete compaginati alla Chiesa come suoi figli prediletti, come suoi strumenti insostituibili e per sempre d’ora innanzi in esercizio, come suoi rappresentanti d'amore". Vi sembra necessario commentare tutto questo? Fra qualche giorno faremo gli Esercizi Spirituali e ci ritorneremo. "Quale ricchezza di aspetti, quale tesoro di verità, quale fonte di conseguenze è mai il sacerdozio! Può mai la nostra comprensione pareggiare una simile realtà? Da anni attesa, preparata, presagita, ora è vostra, ora è vissuta. Tale è la somma di doni, di doveri, di relazioni che il sacerdozio porta con sè, che dovete fin da questo primo momento convincervi della necessità e della fortuna di farne oggetto di studio e di ammirazione per tutta la vita".

SACERDOZIO

ESEMPI apostolo

APOSTOLO ambasciatore di Dio

APOSTOLO

MI4,12 [Estate 1964]

12.Non abituatevi, figlioli, non abituatevi ad essere Religiosi, ad essere Preti; non abituatevi ad essere persone consacrate! La prima volta che si sale l'altare si trema, la prima volta che si tocca un vaso sacro si trema e si guardano le mani, quasi per vedere se il vaso sacro ha lasciato dei ricordi sacri sulle mani. La prima volta che si tocca l'Eucarestia si trema e si guardano le mani per vedere se sono bagnate di sangue divino. Poi ci si abitua. Tremenda abitudine!
Quando per la prima volta vi presentate all'altare per dire: "Faccio voto di povertà, castità e obbedienza", discendete dall'altare gioiosi: non sono più mio, sono di Dio, sono di Dio, completamente di Dio! Sentite che siete completamente di Lui, del Signore. Non abituatevi, non abituatevi! Di giorno in giorno sentite di più che siete totalmente di Dio, che siete sacri, cose sacre! Ah, figlioli miei! "Ma se dall'altezza di questi sovrabbondanti pensieri la nostra attenzione scende un momento, quasi destandosi da un rapimento, ai pensieri più piani e più semplici, del cui contenuto noi abbiamo migliore conoscenza, ecco che la mente si sofferma agli anni della lunga preparazione, ormai finiti".

CONSACRAZIONE religioso

CONSACRAZIONE voti

CONSACRAZIONE offerta totale

SACERDOZIO

Don Ottorino, secondo il suo consueto stile colloquiale, nomina uno dei giovani presenti alla meditazione.

Don Ottorino usa l’espressione latina: “Sisto, Domine? Non sisto?”, e poi continua a scherzare con le stesse parole.

Cariddi era una leggendaria voragine vorticosa nello stretto di Messina, di fronte alla rupe di Scilla, rupe sulla costa calabra, entrambe pericolose ai naviganti. L’espressione quindi indica il superamento di un pericolo, e l’urgenza di affrontarne un altro.

Don Ottorino scherza con il sacerdote novello don Pietro Martinello, che apparteneva alla parrocchia di Gassino Torinese dove aveva celebrato la prima Santa Messa solenne.

MI4,13 [Estate 1964]

13.Anni della lunga preparazione, vero Guerrino ? Pensiamoci e scriviamo qualcosa, se siamo capaci, dei lunghi anni passati. Cosa scrivere? Dei temporali, delle tempeste? Mi fermo, Signore? Non mi fermo? Non mi sento più di andare avanti! No? Sì, vado avanti ancora! Il giorno dopo la tentazione ritorna: Ho riflettuto in merito, non posso più andare avanti!... Sisto, Domine? Sisto o non sisto, sisto o non sisto? ... Così trascorre un altro Natale... e, passato questo, passa Scilla ed esce Cariddi e allora... E poi vengono le lotte dell'intelligenza, precedute da quelle del cuore, quelle del distacco dalla mamma, e poi quelle della volontà. Le battaglie dell'intelligenza sono peggiori di quelle della carne! Finalmente si arriva alla meta: "Introibo ad altare Dei". Anche se siamo stanchi, non vi ricordate più le scalate. Finalmente tutto è finito!
"Alle nuove esperienze incerte, sognate ma pregustate, agli incontri familiari e parrocchiali prossimi (magari a Cassino, Gassino, va bene! ) e piene di sante commozioni, ai propositi interiori premeditati per questo gran giorno e per l'avvenire; maturi e forti e quasi smaniosi di far prova di sé".

CONSACRAZIONE radicalità

CROCE tentazioni

Don Ottorino continua a riferirsi a don Pietro Martinello, che all’epoca era sacerdote novello e quindi già arrivato alla meta sacerdotale, e accenna agli anni della sua formazione.

Il richiamo è a don Matteo Pinton, che con ottobre avrebbe iniziato l’ultimo anno del corso teologico.

MI4,14 [Estate 1964]

14."Le croci, speriamo che vengano le croci - diceva Martinello - perché voglio dare testimonianza di Cristo"... Era un ragazzetto di prima o seconda media, e io volevo prepararlo alle croci. Ora è qui presente, è un po' più vecchio e forse neppure si ricorda. Ad ogni modo io lo ammonivo: “Bisogna che ti prepari!”. Veniva continuamente e mi diceva: "Il Signore non mi manda croci, don Ottorino; perché non vengono queste croci? Perché? Vorrei che venissero perché io amo il Signore!"... Quando poi sono capitate, allora, avvilito e spaventato piangeva: "Sì, ma io non pensavo che fossero così forti, non pensavo che fossero così forti! Non ne posso più, voglio croci sì, ma forti così no!". Credeva che le croci fossero caramelle.
Anche chi già è vestito da prete o da assistente crede che siano caramelle, crede che sia la crocetta d'oro messa sul bavero della giacca. Eh, Matteo, te ne accorgerai, tu che ora godi i trionfi scolastici!... Quando magari lavori, lavori, e dopo te ne dicono di tutti i colori dietro le spalle, magari ti denunciano al Tribunale per avere corrotto qualcuno!... “Ed ecco che di nuovo il cumulo dei sentimenti e degli eventi sembra soverchiare lo spirito e quasi confonderlo e intimidirlo: quante emozioni da dominare, quante cose da capire, da dire, da fare! Comincia una vita intensa, comincia il ritmo del fervore e del dono di sé, gioia e trepidazioni susseguono e si confondono; in questa giornata che vorremmo lunga quanto la vita, tutto diventa poesia, tutto preghiera, tutto letizia e speranza. Il sacerdote non vive per sé, ma per il suo prossimo. Figli e fratelli miei, volete per un istante fissare la mente sopra uno dei tanti pensieri che circolano a turbine nel vostro spirito, e legare ad esso quasi a particolare ricordo, e speciale proposito la memoria di quest'ora? Ecco io vi presenterò una realtà che nasce dall'ordinazione sacerdotale e che deve ormai dominare, e per sempre, la vostra nuova coscienza. Siete sacerdoti, siete destinati alle anime...".

CROCE

DIO amore a DIO

PECCATO

SACERDOZIO

Don Ottorino nomina Giorgio Pieropan, giovane assistente, che sarebbe stato il primo Religioso della Congregazione a morire a causa di un incidente stradale il 12 novembre 1966.

MI4,15 [Estate 1964]

15.Sia sacerdoti sia assistenti - sai Giorgio ! - siete destinati gli uni e gli altri alle anime. Siamo simili ad una torta fatta sia di biscottini che di mostarda: ecco, voi assistenti siete i biscottini, noi preti siamo la mostarda. Quando uno taglia la torta, la mangia tutta intera. L'unica differenza è questa: la torta, prima, era solo di biscottini o solo di mostarda, mentre adesso è fatta di vari strati. Anche noi preti e assistenti siamo della stessa torta, e perciò siamo destinati alle anime. Ma attenti: non ad essere i padroni delle anime, a dominare le anime, ad andare a raccogliere i soldi con la borsa per essere mantenuti, per avere le decime. Sì, mangeremo perché se dobbiamo lavorare, il Signore ci darà un piatto di cibo. Ma noi siamo destinati a servire le anime! Nostro ufficio è servire e anche, se è necessario, morire per le anime.
"Siete destinati alle anime, siete destinati al popolo, all'umanità, al complesso di quei nostri simili che chiamiamo il prossimo, che chiamiamo la comunità sociale, la parrocchia, la schiera di vite umane che prima d'oggi non avevano alcuna particolare relazione con voi, alcuna parentela, alcuna conoscenza e che diventano vostri con vincoli che tutto pretendono, con rapporti che creano enormi, anche se stupende, responsabilità".

ESEMPI apostolo

APOSTOLO salvezza delle anime

Don Ottorino, come era sua abitudine, nomina alcuni Religiosi presenti alla meditazione: Piero Simonetto e Ampelio Reghellin che avevano emesso la professione il 29.9.1963 e frequentavano i corsi del magistero, don Matteo Pinton che stava per iniziare l’ultimo anno del corso teologico, e Vinicio Picco che era consigliere generale e maestro di lavoro.

Il riferimento è don Marcello Rossetto, che nel 1963 aveva iniziato come responsabile la prima esperienza apostolica a Crotone. Don Ottorino, nel testo registrato, chiama erroneamente “siciliani” le persone che don Marcello aveva condotto da Crotone a Vicenza.

MI4,16 [Estate 1964]

16.Tu, caro Piero Simonetto, tu, caro Reghellin siete qua; un bel giorno don Ottorino vi manda in America Latina, e con voi ci sono don Matteo e Vinicio , e partite. Vi vengono consegnate diecimila anime. Finora non le conoscevate neppure, però da quel momento sono affidate a voi. Avete compreso? E voi appartenete a quelle anime, esse possono anche mangiarvi; lo possono, e se non vi mangiano loro, dovete consumarvi voi per loro, come nella fossa dei leoni dove c'erano alcuni leoni, e i leoni dovevano mangiare. Anche noi siamo delle anime! Sarà una parentela spirituale: uno sarà il parroco e l’altro un padre!
Don Marcello ha portato qui alcuni ospiti calabresi : è un padre! Lui non li conosceva prima; dieci anni fa non sapeva neppure dove fosse Crotone. Eppure quelli sono suoi figlioli, eppure deve portarli in Paradiso.

APOSTOLO salvezza delle anime

MI4,17 [Estate 1964]

17.Ha ricevuto da Dio l'incarico di portarli in Paradiso; e di battezzarli, e di istruirli, e di insegnare loro ad amare il Signore, e di cercare di cambiare la loro vita, e di portarli al Signore, e di confortarli sul letto di morte, e di aprire loro le porte del Paradiso, e di assolvere i peccati e di seppellire i morti. Tutto deve fare, accompagnandoli dalla culla al sepolcro! Essere padre, padre: bisogna sentire questa paternità di giorno e di notte!
Quando questo sarà di voi? Presto! Un bel giorno ci sarà qualche assistente che ora è qui fra noi, qualche studentello che è qui dentro, o sarà prete o non sarà più qui... E sarete là, i una comunità di quattro o cinque, arriverete alla sera e dopo aver mangiato una scodella di caffelatte, o un piatto di pastasciutta vi direte: “Ora siamo qui, e bisogna salvare queste anime! Adesso siamo responsabili di queste anime, dobbiamo portarle in Paradiso! Il Signore ci ha dato questo compito e noi dobbiamo risponderne a Dio! Ecco qui, siamo di queste anime!”.

COMUNITÀ

CONGREGAZIONE assistente

GRAZIA Sacramenti

NOVISSIMI paradiso