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L’IMPEGNO DI VITA

L’introduzione di questa conferenza serale di don Ottorino è di Zeno Daniele, all’epoca ancora novizio, e riporta quanto suggerito da don Ottorino stesso alcune settimane prima, durante un incontro nell’Istituto San Gaetano di Asiago (VI), sull’IMPEGNO DI VITA. Viene riportata per completo perché riflette il pensiero di don Ottorino, e perché viene poi ripreso ed approfondito nella conversazione che ne segue.

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Incontro serale con i Religiosi e con i Novizi della Casa dell'Immacolata durante il campeggio estivo al monte Verena sull'altopiano di Asiago (VI). Don Ottorino propone alcune modalità pratiche perché l'impegno di vita diventi un mezzo efficace per rendere il Religioso della Pia Società San Gaetano simile a Gesù. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 24’. 1. Introduzione

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1.Qualche settimana fa don Ottorino ci parlava di come vedrebbe "l'impegno di vita" e di come intenderebbe impostarlo per i prossimi mesi, per il prossimo anno e anche per il futuro. Si è giunti alla determinazione che bisogna tenerli vivi questi "impegni di vita". Dal momento che "l'impegno di vita" è stata una delle nostre conquiste, si dovrebbe mettere senz'altro a frutto per noi e anche per gli Amici, dato che da qualche tempo viene inserito nel bollettino "Unità nella carità". Il parere di don Ottorino era questo:
1) "L'impegno di vita" deve essere qualcosa che aiuta veramente a crescere nella carità. Questo era quello che ci si era detto fin dall'inizio; però, facendo un esame di coscienza e vedendo anche come abbiamo svolti questi incontri - a parte il fatto di come sono stati trattati gli impegni - non sempre il tema centrale è stato quello della carità. Forse la trattazione, tante volte sezionata e anche troppo teorica, ha portato un po' lontano dal tema centrale della carità. 2) "L'impegno di vita" dovrebbe essere quasi un fioretto mensile, pieno di calore, cioè un vero impegno. Il fioretto è un impegno che si prende alla sera per la giornata successiva, e sul quale si fa veramente un esame di coscienza. Quindi "l'impegno di vita" dovrebbe essere per noi la stessa cosa: un fioretto mensile, invece che giornaliero. 3) “L’impegno di vita” deve avere come punto centrale il Cristo. Tutto deve ruotare intorno al Cristo, scegliendo con attenzione la frase del Vangelo o anche una sola parola e semplificando il più possibile. Soprattutto è importante proporre quell'argomento che possa sviluppare o che possa offrire uno spunto per il tema della carità. 4) “L’impegno di vita" porti a propositi concreti e, di conseguenza, anche ad un esame di coscienza. Insomma bisognerebbe rendere "l'impegno di vita" caldo, veramente caldo, imperniato soprattutto sulla carità, un mezzo che aiuti a crescere nella carità. 2. Necessità di concretezza nell’impegno di vita

COMUNITÀ

Impegno di Vita

FORMAZIONE

CONGREGAZIONE amici

CARITÀ

PECCATO esame di coscienza

GESÙ

centro

Il riferimento è alla frase evangelica che veniva scelta come tema dell’impegno di vita e che veniva posta in un quadretto che si collocava in un luogo frequentato dalla Comunità per essere ben visibile da tutti.

Nel testo registrato c’è molta confusione a questo punto e non si distinguono bene le parole.

MI93,2[19-08-1966]

2.In altre parole si pensava questo.
Il primo anno è stato un anno di esperimento: l'impegno della carità è stato piuttosto generico, pur essendo stato bellissimo. Il primo mese, mi pare, ci siamo proposti di non mormorare, di non criticare. Il secondo mese, l’idea ha assunto un aspetto più positivo: “Non posso mormorare durante questo mese, aspetto che venga il mese prossimo; aspettiamo il mese prossimo; in questo mese non si può mormorare!”. E il mese seguente è stato espresso il desiderio di continuare l'impegno del mese precedente... e così non si è potuto mormorare neppure il mese successivo. Dopo siamo andati avanti con delle frasi bellissime e con un commento molto ben fatto sulla carità. Sono entrato in noviziato il 17 luglio e ho chiesto: "Come mai non è ancora cambiata la frase?". Poi ho cominciato a domandare a più di uno: "Qual'è l'impegno di vita di questo mese?". Nessuno lo ricordava. Allora ho chiesto: "È o non è un impegno?".Vi dico che, dopo aver fatto un po' il cattivo, ora confesso che neppure io so quale sia "l'impegno di vita" di questo mese, tanto perché non crediate che io santo e voi no. Allora ammettiamo che se lo chiamiamo "impegno di vita" e poi non ce lo ricordiamo, siamo superficiali. Per esempio, io vi confesso che "l'impegno di vita" di questo mese non lo so. Va bene, ma allora bisognerebbe che trovassimo un qualche cosa che lo rendesse attivo, per cui fossimo costretti a ricordarci: "Ragazzi, "l'impegno" di questo mese è questo; bisogna che facciamo questo!". Cioè dobbiamo renderlo proprio attivo. E per renderlo attivo non si tratta solo di rendere regolari i nostri incontri, ma bisogna anche che il tema proposto sia tale da favorirlo. Che cosa ve ne pare? Attenti, allora!

COMUNITÀ

Impegno di Vita

CARITÀ

PECCATO mormorazione

COMUNITÀ

critica

FORMAZIONE noviziato

PECCATO mediocrità

Nel testo registrato ci sono a questo punto tre brevi interventi di don Vittorio Venturin, all’epoca ancora suddiacono, per sottolineare la genericità e la poca concretezza delle frasi scelte per “l’impegno di vita”, e un brevissimo intervento di Zeno Daniele, ancora novizio, per ribadire lo stesso concetto in relazione agli Amici per i quali curava il bollettino.

MI93,3[19-08-1966]

3.Adesso io non voglio concretizzare nulla, ma parleremo in seguito con calma con gli incaricati. Tuttavia vi sembrerebbe sbagliato se, per esempio, dopo il lavoro che abbiamo fatto quassù in montagna, fissassimo per quest'anno "l'impegno di vita" nell'incontrarci personalmente con il Cristo, in modo da far divenire la carità come una conseguenza di tale incontro? Il primo passo è diventare amico di Gesù. Allora io devo vedere i punti nei quali devo impegnarmi: l'incontro con Gesù eucaristico, lo sforzo di vivere la Santa Messa, lo sforzo di vivere la comunione... Dovremmo metterci davanti al Signore e vedere qualcosa di concreto per arrivare alla carità, evitando di mettere delle frasi un po' generiche.
Supponiamo di affrontare la questione della penitenza: si dedichi un mese alla penitenza. In quel mese svilupperò l'impegno cercando in tutte le occasioni di fare delle piccole mortificazioni, dei piccoli sacrifici. Perché? Per aiutare Gesù a salvare le anime. Un altro mese si può focalizzare qualche altro particolare, ma sempre in vista di questo: io devo rinnegare me stesso, donarmi interamente a Lui. Per questo si potrebbe scegliere qualche frase del santo Vangelo, della Sacra Scrittura che mi porti a questa donazione a Cristo. Cioè, per donarmi ai fratelli io mi dono al Cristo: ne viene di conseguenza che mi dono ai fratelli, perché necessariamente mi dono ai fratelli. Come vedreste voi in linea di massima questa proposta? I particolari sono da studiarsi, per cui non mi azzardo a dire adesso in che potrebbero consistere.

COMUNITÀ

Impegno di Vita

GESÙ

incontro personale

CARITÀ

GESÙ

amico

EUCARISTIA

EUCARISTIA S.Messa

EUCARISTIA comunione

PENITENZA

APOSTOLO salvezza delle anime

PAROLA DI DIO Vangelo

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

Monsignor Vincenzo Sebben era il rettore del collegio vescovile di Thiene (VI), molto amcio di don Ottorino e della Congregazione.

Nel testo registrato si ascolta un nuovo intervento di don Vittorio Venturin, che risulta frammentario ed incomprensibile.

Il riferimento è a “Il libretto bianco”, che don Ottorino aveva usato per la meditazione del mattino sulla vita comunitaria.

Nel testo registrato ci sono, a questo punto, due brevi interventi di don Vittorio Venturin che propone di favorire maggiore spontaneità per le comunicazioni durante “l’impegno di vita” e per questo di realizzarlo per classi o per gruppi omogenei.

MI93,4[19-08-1966]

4.La stessa osservazione me l'ha fatta monsignor Sebben che legge il bollettino, del quale è un vero fanatico o tifoso. Egli stesso mi ha detto: "Sembra una cosa un po' troppo arida; ci vuole qualcosa di più caldo".
Prendiamo, per esempio: "Il Religioso deve essere così...". Io devo dire: "È questo che il Signore vuole da me!", e poi: "Cominciamo! Questo mese, ragazzi, mettiamoci d'accordo, aiutiamoci...". E per due o tre mesi dobbiamo insistere sullo stesso punto, analizzandolo sotto vari punti di vista. Noi dobbiamo prendere dei punti che vadano bene per tutti, che poi possano essere applicati. Per esempio, ho accennato allo spirito di umiltà: allora, davanti al Signore, dobbiamo ricercare una frase sull'umiltà. Lo stesso possiamo fare a proposito dello spirito di ringraziamento, perché bisogna ringraziare continuamente il Signore: e allora bisogna sottolineare quello che abbiamo ricevuto dal Signore. Adesso dobbiamo scegliere delle frasi che possano andare bene per te, per me, per il Papa. Io vorrei che fossero cose che vadano bene per tutti, e poi ognuno le adatta secondo il suo modo particolare di sentire: il Papa ringrazierà perché il Signore gli ha dato un bravo Segretario di Stato, io ringrazierò perché mi ha dato un bravo don Vittorio, tu ringrazierai perché avrai la possibilità di fare penitenza vivendo vicino a don Ottorino... Le deduzioni le tireremo dopo, ma è importante che ci sia materia per tirarle. È giusto? Cioè, nello stabilire "l'impegno di vita" bisogna avere la preoccupazione che chiunque sia in grado di tirare delle deduzioni per la propria vita. Per esempio, se uno prende in mano le frasi che abbiamo letto questa mattina sul libretto , avrebbe da parlare per una settimana. "L'impegno di vita" dovrebbe offrire il materiale per la riflessione e per la successiva discussione. È sbagliato? 3. L’importanza della comunicazione nell’impegno di vita

CONGREGAZIONE amici

COMUNITÀ

Impegno di Vita

COMUNITÀ

dialogo

VIRTÙ

umiltà

Daniele Galvan aveva completato, all’epoca, il corso liceale.

Nel testo registrato c’è, a questo punto, un nuovo intervento di don Vittorio Venturin, quasi del tutto incomprensibile a causa della confusione della registrazione.

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5.Non voglio pronunciarmi adesso a proposito dei gruppi, ma discuteremo insieme come dividerci. Ci metteremo insieme e a casa vedremo di affrontare insieme i problemi: credo che il problema numero uno sia che il numero in ogni gruppo non sia grande, ma soprattutto che ci sia la materia per una discussione.
Torniamo, ad esempio, sul tema eucaristico: come vivere la Messa, come vivere la comunione, la preparazione alla comunione, il ringraziamento alla comunione, la Messa. A questo proposito è facile ricavare esperienze e dire: "Ragazzi, come è andata questa settimana? Cerchiamo di fare bene il ringraziamento della Messa, della comunione, e dopo, da buoni fratelli, confidiamoci le scoperte o le non scoperte". Uno può dire: "Io vi dico questo: facevo grande fatica a fare il ringraziamento e ho visto che facendolo come lo faceva Papa Giovanni che raccontava a Gesù i fatti della sua vita mi sono trovato bene". Un altro dirà: "Io, invece, passo in rassegna vari momenti: adorazione, ringraziamento, perdono, ecc. ecc.". Un altro: "Io...". Comprendi? E può darsi che uno presenti una forma di ringraziamento che vale per te, perché la situazione non è uguale per tutti. Non si può dire: "Adesso tutti e dieci facciamo il ringraziamento allo stesso modo!". Questo è pazzesco! Ma può darsi che, sentendo come lo fa uno, come fa l'altro, nella comunicazione che si fa in gruppo da buoni fratelli, io senta Daniele che lo fa in un dato modo e dica: "Questo non l'ho mai pensato; voglio provare anch'io!", e trovo una via che va bene proprio per me. È sbagliato?

FORMAZIONE

COMUNITÀ

Impegno di Vita

COMUNITÀ

condivisione

EUCARISTIA

EUCARISTIA comunione

COMUNITÀ

dialogo

Don Luigi Furlato era, all’epoca, il padre maestro dei novizi ed, evidentemente, partecipava all’incontro dell’impegno di vita con don Ottorino.

Nel testo registrato c’è, a questo punto, un breve intervento di don Luigi Furlato poco comprensibile.

Don Guido Massignan era, all’epoca, il direttore della Casa dell’Immacolata.

Don Luigi Secco insegnava nel seminario di Vicenza. Veniva chiamato spesso ad animare i gruppi giovanili di Azione Cattolica per la sua competenza nelle scienze umane.

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6.Vedi, don Vittorio, io ho visto che anche nell' "impegno" che facevamo con il nostro gruppetto era difficile portare le esperienze perché i temi non si prestavano; dovevamo tirar fuori delle esperienze di altro genere, non riguardanti il tema proposto. Il motivo è stato questo: generalmente quest'anno ci sono stati proposti dei bellissimi temi, ma troppo culturali, astratti, nei quali, fatta una disquisizione culturale, e fatta bene, il dialogo consisteva in un: "Che cosa ne dite?", e in un: "Sì". E allora qualcuno aggiungeva qualcosa di suo, ma sempre sulla base della cultura e non sulla base della vita. È vero o no, don Luigi ? Abbiamo ingranato tutte le volte che siamo andati fuori dall'argomento proposto e ci siamo buttati su un altro tema.
Per avere "impegno di vita" bisogna che ci sia l’impegno dei singoli. L'impegno dei singoli ci sarà se noi quest'anno ci sforzeremo di dire: "Tutti dobbiamo arrivare a quel dato punto: dobbiamo partire e vivere anzitutto l'unione con il Cristo per arrivare alla carità, e vivere contemporaneamente la carità”. Perciò mettiamo il Corpo Mistico come punto di arrivo e ognuno deve arrivarci. Se ci mettiamo tutti a correre e guardiamo: uno corre di più... e allora ognuno dice la sua esperienza. Ma con un bel programma ampio davanti. Io stesso mi riprometto di buttar giù il programma. Ho già incaricato don Guido alcuni giorni fa di fare uno schema per conto suo, e dopo tratteremo insieme la questione. Ne ho parlato con don Luigi Secco alcuni giorni fa, perché è giusto sentire altri pareri. Dopo, insieme, a Vicenza decideremo. Io vi farò le mie proposte e voi direte quello che pensate. Ma sappiate che lo schema non sarà secondo le mie idee, ma sarà secondo quello che avrò sentito singolarmente; se siamo un gruppo, infatti, a un dato momento potrei influenzare l'uno, l'altro, quest'altro, e uno potrebbe dire: "Sì, va bene quello che dice lei". Potrebbe succedere questo, mentre io voglio cercare la volontà di Dio, e non che diciate di sì a quello che dico io. 4. L’impegno di vita deve aiutare ad imitare Gesù

DOTI UMANE cultura

COMUNITÀ

Impegno di Vita

GESÙ

unione con...

CARITÀ

GRAZIA Corpo Mistico

PASTORALE

COMUNITÀ

conduzione comunitaria

COMUNITÀ

condivisione

VOLONTÀ

Cfr. Il libretto bianco, pag. 15.

Nel testo registrato interviene, a questo punto, Marco Pinton, all’epoca ancora novizio, dicendo: “Aveva detto, don Ottorino, che si doveva esporre il motto”, per cui don Ottorino continua rispondendo.

Il riferimento è all’assistente Vinicio Picco.

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7.Si tratterà di trovare la strada, ma la sostanza è questa: vorrei che ognuno di voi arrivasse ad essere impegnato seriamente ad imitare Gesù e ad essere un piccolo Gesù, in modo da presentarsi nella comunità come un altro Gesù, affinché il fratello veda in lui Gesù, non solo per un atto di fede, ma perché vede che gli è anche un po’ simile. Non costringetemi a fare solo atti di fede! Vorrei che si arrivasse a questo: che nella comunità - come è scritto nel nostro libretto - "... ognuno deve vedere nel proprio fratello Gesù”; ma bisogna che si veda una certa somiglianza, o almeno uno sforzo per assomigliare a Gesù. Nell' "impegno di vita" che facciamo settimanalmente, ognuno, con semplicità, dovrebbe dire: "Ragazzi, io non assomiglio a Gesù, e lo so anch'io, perché ho un orecchio storto, ho il naso troppo lungo, ma vi assicuro che mi sono sforzato di assomigliargli... Vi sembra, sì o no, che assomigli a Gesù?". Dobbiamo arrivare a questa semplicità. Ma questo avverrà quando ognuno sa che anche il fratello è impegnato nella stessa cosa; per questo ci vuole una meta, alta e precisa, alla quale dobbiamo arrivare.
Avete capito il pensiero? Adesso, vi prego di pensarci e se vi viene qualche idea esponetela; aiutiamoci ad arrivare a quel punto. Penso che in questa forma gli "impegni di vita" dovrebbero diventare più vivi. Dica, caro Marco . Ecco, non abbiamo ancora esposto niente; permetti che prima facciamo questo lavoro, questo che ho detto, in modo che vediamo se è possibile cavar fuori qualcosa. Se questa fosse stata una settimana più calma, senz'acqua, se foste andati a passeggio, vi foste mossi un pochino, se don Guido non fosse stato ammalato, era mia intenzione fare un gruppetto per discutere e trattare insieme la cosa. Don Guido si è ammalato, io ho dovuto assentarmi, Vinicio è malato... non è stato possibile fare il lavoro che sognavo di fare. Voi pregate; vuol dire che il Signore ha voluto così.

GESÙ

imitazione

COMUNITÀ

CARITÀ

amore al prossimo

VIRTÙ

fede

COMUNITÀ

Impegno di Vita

FORMAZIONE

PECCATO esame di coscienza

VIRTÙ

semplicità

APOSTOLO ideale

Il cardinale Giovanni Colombo successe a Giovanni Battista Montini nella guida della diocesi di Milano quando questi, il 21.6.1963, diventò Papa col nome di Paolo VI.

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8.La sostanza c'è già, e sulla sostanza siamo d'accordo. Adesso vogliamo ricercare un motto o una frase della Sacra Scrittura, o molte frasi della Sacra Scrittura, e dire: "Questa è la scala!". Dicevamo ieri con don Guido, che invece di mettere un motto, si potrebbe scegliere sette, otto, dieci, quindici frasi della Sacra Scrittura, quasi da poter dire: “Gesù ci ha detto così: primo... secondo... terzo... Ora dobbiamo arrivare a quest’ultimo punto; facciamo una scalata...". Potrebbe essere "l'impegno di vita". Che cosa vi pare?
Ho detto con don Guido: "Prova a vedere un po' - lui ha il Vangelo con l'indice analitico - tutte le frasi che Gesù ha pronunciato e nelle quali si è presentato dicendo: Guardate che dovete essere così!". Gesù, con le sue parole ha fatto il ritratto del cristiano; ma non soltanto con parole, tante volte anche con similitudini. Tante volte la luce appare da una parabola, appare da una similitudine, da un fatto che è successo. Si tratta allora di vedere se siamo capaci di costruire questo ritratto. Sarebbe un lavoro meraviglioso poter ricavare dalle parole di Gesù, dai fatti di Gesù, il cristiano, il religioso modello, e poter dire: "Secondo il pensiero di Gesù il cristiano, il religioso è questo!". Quando abbiamo usato come libro di meditazioni le prediche del cardinale Montini, all'inizio c'era una prefazione del cardinale Colombo che diceva: "Il cardinale Montini i suoi preti li voleva così...". È una prefazione fatta molto bene. Se potessimo arrivare a questo punto e dire: "Gesù, i suoi cristiani li vuole così! I suoi preti, i suoi religiosi li vuole così!". È chiaro che praticamente si potrebbe dire: Gesù li vuole come il cardinale Martini li voleva. Dobbiamo enucleare questo con delle frasi, corredandole anche con fatti: non sarebbe una cosa meravigliosa? Che ve ne pare? Allora sarebbe un "impegno" perché sarebbe come se io mi trovassi a Val Giardini e vi mandassi una nota dicendovi: "Sentite: prima di tutto fate pulizia al campo, e mi raccomando che facciate bene la pulizia al campo; secondo: smontate i reticolati; terzo...”. Faccio una nota e la do a Zeno con dieci cose da farsi. È chiaro che Zeno le spunta mano a mano che vengono eseguite: "Questa l'abbiamo fatta!... Beh, ragazzi, questa chi la fa? Questa... poi questa...". Alla fine tutte e dieci le cose sono fatte.

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

COMUNITÀ

Impegno di Vita

COMUNITÀ

conduzione comunitaria

CHIESA cristianesimo

CONSACRAZIONE religioso

ESEMPI impegno di vita

MI93,9[19-08-1966]

9.Ora, perché noi non dobbiamo fare altrettanto? Vedere che cosa Gesù vuole dai singoli e che cosa vuole dalla comunità? Siamo comunità: insieme esaminiamo se come singoli abbiamo dato quello che Gesù ci ha chiesto, e come comunità quello che ci ha chiesto! Non è una cosa meravigliosa? È chiaro che certe cose devono essere interpretate, perché Gesù dice una frase e allora andiamo a consultare i documenti pontifici, ricorriamo al Concilio, andiamo a vedere come deve essere interpretata quella parola di Gesù. È sbagliato questo?
Se potessimo, per esempio, anche nel nostro bollettino proporre: "Questa è la fotografia di Gesù e questo noi vogliamo ottenere con il nostro impegno di vita", sarebbe una cosa meravigliosa! Perciò, non precipitiamo. Ho dato questo tema a don Guido e lo do anche a tutti voi: se qualcuno di voi si sentisse di collaborare - anche tu, don Vittorio, e qualche altro - e di tirare fuori qualcosa, poi la discutiamo insieme, la trattiamo insieme. Si tratta veramente di tirare fuori questo dalla Sacra Scrittura, in modo particolare dal Vangelo. Siete d'accordo su questo? Ecco, caro Marco, perché non ho precipitato: perché stiamo cercando. È chiaro che non vogliamo che vengano imposte cose mie, per carità; stiamo cercando la volontà di Dio! Sappiamo dove dobbiamo arrivare: vediamo quali mezzi usare per arrivare meglio. A un dato momento è tutt'uno. Qualche altro vuole intervenire? Allora io vi saluto perché alle sei e tre quarti devo essere a... Vi saluto e ci vediamo domani mattina. 20 agosto 1966

GESÙ

VOLONTÀ

di DIO

CHIESA Concilio

PAROLA DI DIO Vangelo

VOLONTÀ