L’AMORE PER IL SIGNORE DEVE ESSERE SINCERO E GENEROSO
MI117[13-12-1966]
Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell’Immacolata.È un frammento abbastanza sviluppato di una meditazione conservata in uno stato a volte incomprensibile, nel quale don Ottorino dapprima sottolinea l’importanza della Sacra Scrittura nella formazione personale e poi tratta dell’amore di Dio che richiede corrispondenza.Il testo originale è registrato e la sua durata è di 12’.1. L’importanza della Sacra Scrittura nella formazione personale
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1.Figlioli, vi invito a prestare attenzione a questo perché si può arrivare impreparati a questo proposito. E allora voi chiederete: “E come...?”.Ecco il secondo punto. Portate pazienza, ma anche questo argomento fa parte della meditazione. Qualcuno potrebbe arrivare alla conclusione del suo periodo formativo senza aver letto e meditato la Sacra Scrittura. Disgraziatamente qualcuno potrebbe completare il suo tirocinio formativo e partire per le missioni o per la vita apostolica senza aver letto e meditato la Sacra Scrittura. Non è sufficiente una semplice lettura, perché una lettera di San Paolo, ad esempio, non si può solamente leggere: deve essere meditata dedicandovi un po’ di tempo. Io vorrei vedervi con il libro santo in mano alla scoperta delle meraviglie di Dio.Tralasciate gli interessi mondani, le tecniche per salvare il mondo, una cosa e l’altra; preoccupatevi di essere, soprattutto bevendo alla fonte di acqua viva della Scrittura. Qualcuno potrebbe obiettare: “E tutto il resto, allora?”. Anche tutto il resto è importante, ma dopo che avrete mangiato questo pane.
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2.Mia mamma mi diceva qund’ero bambino: “Prima devi mangiare la minestra e poi il resto, perché altrimenti perdi l’appetito”. Non è vero, Giancarlo , che anche tua mamma diceva così?È importante mangiare prima una buona minestra. Questa è la minestra, e tutto il resto, che è pure importante, deve venire in seguito. Ma finché non avrete mangiato questo pane, che è fondamento e struttura portante della vostra fede, speranza e carità, figlioli miei, non avrete solidità interiore. Un domani potrebbe accadere anche con voi quello che continua a ripetersi altrove.Sono a conoscenza, per esempio, che il Santo Padre è molto e molto triste perché gli portano continuamente pacchi di richieste da parte di sacerdoti che chiedono la riduzione allo stato laicale. E il Santo Padre firma aggiungendo sempre una frase: “Si concede... piangendo...”. Purtroppo è la Chiesa che piange!State attenti, però, perché la Chiesa potrebbe piangere anche su di noi se alla base della nostra formazione non c’è il “libro” mangiato, divorato e digerito.Dopo queste osservazioni, procediamo. Don Luigi mi guarda meravigliato. Benedetto dalla Madonna, questa è la realtà! Il primo libro è il libro di Dio, e poi il Concilio, e quindi l’Imitazione di Cristo che è ancora valido, e alla fine i testi scolastici. Sarebbe sufficiente se aveste solamente la Sacra Scrittura, l’Imitazione di Cristo e le costituzioni conciliari, ma digerite e vissute, purché in esse andiate cercando quello che è necessario per voi e non per gli altri. Per ora dovete preoccuparvi di ricercare qualsiasi cosa, ma che sia necessaria per voi. Non dovete chiedervi: “Che cosa devo predicare? Che cosa devo dire? Che cosa devo fare?”. La prima cosa è chiedersi che cosa Dio vuole dirci attraverso la voce della Chiesa, e rispecchiarci in essa. Figlioli, dobbiamo debellare ogni sentimento di superbia, perché qui sta l’inganno del demonio. Dobbiamo essere anzitutto rivoluzionari di noi stessi, cari figlioli, e non del mondo. Dobbiamo trasformare noi stessi, rispecchiandoci alla luce di Cristo crocifisso, dell’Imitazione di Cristo, della Sacra Scrittura, dei documenti conciliari. Dobbiamo aprire quei libri e domandarci: “Signore, che cosa mi dici? Devo diventare così? Allora voglio sforzarmi. Madonna santa, aiutami perché devo essere così”. Dobbiamo buttar giù ogni sovrastruttura ed entrare in noi stessi. Il lavoro che un domani dovremo compiere non è un lavoro umano, ma della grazia di Dio, e quindi dobbiamo essere strumenti della grazia e operare i miracoli della grazia. Ma questo sarà possibile solamente se entreremo in questa corrente soprannaturale.2. L’amore verso Dio deve essere sincero e generoso
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3.“Ecco la corrente che corre fra Dio e la creatura amata”.
Figlioli miei, vi rendete conto che noi siamo amati individualmente da Dio molto di più di quello che il cardinale Merry Del Val era amato dal Papa Pio X? Vi rendete conto che il mio amore per voi deve avere questa radice: io so che Raffaele è amato da Dio e io amo quello che Dio ama cercando di farlo con la stessa intensità, e se Dio ama Raffaele in modo infinito io dovrei amarlo alla stessa maniera, e se Dio vuole fare unità con Raffaele anch’io dovrei farla? Ah, figlioli: il mistero dell’amore! Io sono amato da Dio!Io ho fatto meditazione per due mattine su queste parole e ne sono rimasto profondamente colpito. È meraviglioso mettersi dinanzi all’altare e dire: “Lì c’è Cristo. Io sono amato da Cristo”. Vi rendete conto della profondità di questa realtà: generato dal Padre fin dall’eternità, fatto uomo, fanciullo nato per noi, crocifisso per amore nostro, sepolto, risorto, giudice dei vivi e dei morti, seduto alla destra del Padre, vincitore? Ed è mio fratello, mi conosce e mi ama. Nessun ragazzo innamorato di una ragazza può avere un amore simile, perché l’amore del Signore è infinitamente più grande. Perdonate se uso una parola che ormai è stata profanata; il Signore è innamorato di me, e io come rispondo al suo amore?Leggendo il libro dei ricordi di Marzotto ho trovato che il figlio, giovane di vent’anni, scriveva di essersi innamorato di una ragazza e di pensare continuamente a lei, e si domandava: “E lei sarà innamorata di me?”. Non aveva il coraggio di domandarlo a lei.Figlioli, il Signore è innamorato di me, e io come corrispondo al suo amore? Forse corrispondo in maniera distratta, dormendo durante le preghiere, misurando vigliaccamente quello che gli dono. Quante volte, figlioli, vorremmo seguire il Signore, ma vorremmo che ci facesse felici su questa terra! Ecco la nostra vigliaccheria: “Signore, io ti amo, ma tu che cosa mi dai?”.
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4.Quando uno ama una persona non le chiede: “Che cosa mi dai?”, perché il vero amore dona e non chiede. Se io amo veramente il Signore, do al Signore, offro, dono me stesso, mi lascio spezzare, macinare per amore suo.Quante volte, anche nella vita religiosa purtroppo, si incontrano anime che misurano la donazione al Signore e dicono: “Signore, io ti voglio bene, ma tu che cosa mi dai? Questa vita è troppo pesante, è troppo monotona...”. “Sì, sì, Signore...”, dice Ruggero. Figlioli, questi ragionamenti non sono degni neppure di un cristiano, perché se si ragionasse così nella vita religiosa, nella vita del mondo si arriverebbe a dire: “È necessario seguire il Signore, ma che male c’è commettere un peccato impuro da soli? In fondo, in fondo...”. Figlioli, bisogna essere generosi con Cristo! O si capisce Cristo e si vive coerentemente e si è santi, o non lo si capisce e allora è preferibile cambiare strada.È il caso di ripetere le parole di mons. Volpato : “Il sacerdozio è la più sublime delle missioni, ma il peggiore dei mestieri”. Io applicherei questa espressione anche alla vita religiosa e alla vita cristiana: la vita cristiana è la più sublime, ma allo stesso tempo può trasformarsi nella peggiore se non è vissuta integralmente. Così è, mio caro Mario : non l’ho inventato io il cristianesimo! È una esperienza meravigliosa perché quando si ama veramente il Signore, disposti a qualunque cosa, non si sente più il sacrificio. Questo lo fanno anche gli uomini per interessi umani, per una fabbrica, per una squadra di tennis, per le cosa mondane, e noi non siamo capaci di farlo e di essere un po’ generosi per amore di Dio? Figlioli miei, dov’è l’amore? Non diciamo bugie quando preghiamo: “Mio Dio, ti amo con tutto il cuore...”; non dobbiamo mentire al mattino quando ripetiamo di amarlo con tutto il cuore, e poi non sappiamo dimostrargli il nostro amore...14 dicembre 1966