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113 Indirizzo al dott. Giorgio Sala, sindaco di Vicenza

SS113[27/01/1966]

È un indirizzo di ringraziamento al dott. Giorgio Sala, sindaco di Vicenza, in occasione della nomina di cittadino illustre della città, del conferimento della medaglia d’oro e della consegna di un assegno di due milioni per la ricorrenza del XXV anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Si conserva il testo originale: sono due fogli grandi, con l’intestazione e lo stemma della Congregazione, dattiloscritti sulla facciata anteriore; la data, 27.1.1966, è stata posta a mano dal segretario.

SS113,1[27/01/1966]

1 Illustrissimo Signor Sindaco,
Le sono molto grato per le amabili espressioni di stima con cui ha voluto procedere alla consegna del diploma di benemerenza non tanto alla mia persona, quanto alla Istituzione che in questo momento rappresento. Nell’attività da noi svolta in questi venticinque anni abbiamo sentito vicine tante anime generose, particolarmente sensibili ai nostri problemi. Oltre alla benedizione e al sostegno del nostro Ecc.mo Vescovo, padre della Congregazione, abbiamo sempre avuto anche il conforto delle autorità civili, che hanno saputo comprendere quale fosse l’animo con cui ci siamo dedicati alla nostra opera. Sento quindi il bisogno di esprimere la profonda riconoscenza dell’Istituto San Gaetano in primo luogo al Signor Sindaco, che ha voluto manifestare in questa forma solenne l‘apprezzamento della città di Vicenza. Ed insieme con lui ringrazio le autorità qui presenti per tutti gli appoggi e gli incoraggiamenti datici finora e che, ne sono sicuro, continueranno a darci in avvenire. Mi sia consentito di aggiungere che questo incontro, che per me personalmente sarebbe stato motivo di confusione, riveste tuttavia il significato di una intesa cordiale nel voler perseguire insieme, con spirito di profonda amicizia, quell’impegno di dedizione al bene comune, cioè alla prosperità civile e sociale della comunità, nella quale siamo inseriti e del cui progresso siamo tutti corresponsabili dinanzi al Signore. Dio ci ha chiamati a vivere in questo momento così straordinario del nostro tempo, in cui la società civile e quella ecclesiastica hanno trovato la via di un dialogo fecondo, rispettoso delle reciproche competenze, ma solidale nello sforzo di aiutare gli uomini, di creare le migliori condizioni per una comunità veramente umana che - vivificata dalla grazia e dallo Spirito - è chiamata a costituire la famiglia di Dio.

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SS113,2[21/01/1966]

2 Questa sensibilità, questa attenzione viva ai problemi della comunità è una caratteristica e una preziosa tradizione del nostro ambiente e noi siamo lieti, per quanto ci è possibile, alla luce degli insegnamenti della Chiesa, di portare il nostro modesto ma generoso contributo.
Mi è caro fare tale rilievo nel momento in cui la Pia Società San Gaetano, che ha lo scopo di portare gli uomini all’amore di Dio attraverso la preparazione spirituale e professionale dei giovani lavoratori e la cura d’anime nelle zone scarse di clero, si manifesta con erompente vitalità. Le opere di Crotone, di Monterotondo e le prossime realizzazioni nell’America Latina stanno a significare che questa luce accesasi in terra vicentina va a poco a poco diffondendosi, in meravigliosa armonia con lo spirito apostolico e missionario del Concilio Vaticano II. E i nostri Religiosi, Sacerdoti e Assistenti, partiranno con questa consolante visione nel cuore, con il desiderio di rinnovare tale armoniosa collaborazione di tutti i buoni per il bene della comunità umana e cristiana, ove la Provvidenza li chiamerà ad operare. La manifestazione di stima e di affetto che ora mi è tributata ha appunto anche questo significato di incoraggiamento a continuare nella via intrapresa. Essa è rivolta a me e a tutti i miei collaboratori, che al servizio di questo ideale hanno votato la loro vita. Ringrazio quindi per la nobiltà dei sentimenti che hanno ispirato questo gesto di bontà e rinnovo solennemente l’impegno, a nome di tutta la Congregazione, di voler proseguire su questa strada, in cordiale collaborazione di intenti con chi regge le sorti della comunità sociale, per la costruzione di una convivenza sempre più ricca di umana e cristiana solidarietà.

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