123 Lo spirito della Congregazione

SS123[…]

Sono appunti, incompleti per la perdita di alcuni fogli, sulla spiritualità della Congregazione, destinati a qualche pubblicazione per campagne vocazionali. Si conserva il testo originale: sono 8 fogli ingialliti, staccati da un blocco per appunti, scritti con inchiostro sulla facciata anteriore, con abbondanti cancellature e correzioni. Sono numerati, però mancano i fogli 2 e 3, e inoltre gli ultimi due sono stati strappati e parzialmente ricostruiti; l’ultimo foglio anzi non sembra appartenere a questa serie. Non c’è alcuna indicazione di data della stesura.

SS123,1[…]

1 Il mondo ha bisogno di Dio e spesso, senza saperlo, ha fame e sete di Lui.
Occorre pertanto presentare agli uomini di oggi degli apostoli che testimonino con la loro presenza che Dio esiste ed è vicino a tutti nei vari momenti dell’intera giornata dell’uomo moderno. Questi apostoli devono risplendere per una fede sincera, viva e ardente. Devono non solo essere convinti dell’esistenza di Dio e professare le verità della fede, ma rimanere continuamente prostrati davanti alla sua maestà, adorandola con tutto il cuore. Tutte le loro azioni devono essere fatte alla presenza di Dio, con Lui e per Lui. Saranno così gli uomini di Dio, i portatori della parola eterna, i distributori del Pane di vita, i rappresentanti dell’Eterno fra gli uomini.

CONGREGAZIONE spiritualità

MONDO

SS123,2[…]

2 Obbedienza
Il religioso deve considerarsi uscito da un atto eterno di amore di Dio e apparso nel tempo per realizzare un piano che Dio ha su di Lui. Suo stretto dovere è di non opporsi alla realizzazione di questo piano divino e di lasciarsi condurre dalla invisibile e paterna mano dell’Altissimo, che, attraverso i legittimi Superiori, lo guida al compimento della missione che dal Cielo gli è stata affidata. Il religioso non deve turbare con progetti umani, pure spirituali e ragionevoli, i preziosi e misteriosi piani di Dio. Solo nella umile, gioiosa e generosa obbedienza sarà il servo fedele di Dio. Il Padre vuole l’apparente sconfitta del Calvario per la salvezza del mondo. Molto spesso il religioso con la sua volontà potrebbe riuscire a fuggire dall’Orto degli ulivi, ma in tal modo non sarebbe realizzato il piano di Dio. Il religioso non deve guardare al Superiore con occhi umani, ma lo considererà come l’unica e legittima persona che gli possa trasmettere la volontà di Dio.

CONSACRAZIONE obbedienza

SS123,3[…]

3 Il vergine
“La castità per il religioso deve essere una conseguenza dell’amore che lo spinge a donarsi a Dio, per essere a sua completa disposizione. La pratica di questa virtù sarà possibile e facile se il religioso accenderà in sé il fuoco del divino amore, che, come motore potente, lo solleverà dalla terra e, facendolo volare sopra le miserie della carne, gli farà gustare la gioia della immolazione per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Cerchi egli pertanto questo amore fino all’ultimo respiro, senza ricerca di soddisfazione personale, di gusto sensibile, di proprio interesse, sia pure spirituale, senza alcuna simulazione o finzione, e si comporterà sempre, internamente ed esternamente, in modo che Dio possa riflettersi nella sua anima come in un terso e puro cristallo. La castità, spiritualizzando il corpo del religioso, lo renderà degno di trattare le cose di Dio e lo farà strumento atto per la santificazione delle anime” (Cost. 83).

CONSACRAZIONE castità

SS123,4[…]

4 Il povero
Gesù a Nazareth non era nella miseria: viveva da povero operaio con tutte le difficoltà e i rischi degli operai. Sull’esempio di Nazareth deve essere improntata la povertà religiosa. Il pane deve essere guadagnato con il proprio lavoro. Per l’uso delle cose necessarie alla vita, il religioso deve regolarsi su ciò che farebbe una povera famiglia di lavoratori, dove tutto è misurato, dove non c’è posto per capricci, lussi e spese inutili. Tutto sia pulito e decoroso, sempre fatto con tanto spirito di risparmio, considerando ogni spreco un’ingiuria al povero. Il religioso deve vivere una povertà evangelica, decorosa, gioiosa, desiderata ed amata, tenera verso la sofferenza e generosa. Una povertà che non comporti un po’ di sacrificio non è vera povertà religiosa. Anche il religioso è figlio del suo tempo e vivendo in mezzo ad un mondo che sfugge il sacrificio e cerca ogni comodità, inconsciamente viene preso dallo stesso spirito, che non è certo quello di Cristo. Per salvarsi dal pericolo di perdere il vero spirito di povertà evangelica, terrà fisso il suo sguardo sul Redentore crocifisso e confronterà spesso la propria povertà con quella del Maestro. Solo se rivestito della povertà di Gesù potrà andare tra i poveri ed essere accolto come l’inviato dell’unico e vero loro Amico.

CONSACRAZIONE povertà

Queste ultime due frasi sono cancellate nel manoscritto originale.

Don Ottorino stesso, nel manoscritto originale, corregge la frase con la seguente: “...realizzare nella loro comunità un piccolo cenacolo che sia tra il popolo una testimonianza del Vangelo”.

SS123,5[…]

5 Le comunità
Il campo di lavoro della Pia Società è in modo particolare la cura d’anime nelle parrocchie. I religiosi, pertanto, non si troveranno mai in grandi comunità e sarà perciò più facile stabilire il clima di famiglia, ove regnerà la più fraterna comprensione. I religiosi devono sentire di essere stati creati per le anime e di essere stati radunati dall’amore di Cristo per istruirle, consolarle, assolverle ed amarle. Consci della parola del Maestro: “Da questo conosceranno che siete miei discepoli… ecc.”, si sforzeranno di comprendersi, sopportarsi e aiutarsi in modo da poter sempre dire il: “Quam bonum et jucundum habitare fratres in unum”. Superiore e confratelli devono essere la vera “Generatio quaerentium Deum”. La comunità deve essere nella Parrocchia come un piccolo Carmelo di religiosi in perenne adorazione, preoccupati di fare solo la volontà di Dio e di offrire fatiche, dolori, lacrime e sangue.

COMUNITÀ

unità

nella carità

COMUNITÀ

confratelli

Da questo punto si riporta il testo contenuto nel penultimo foglio, ricostruito solo parzialmente e quindi incompleto.

Di seguito si riporta il testo contenuto nell’ultimo foglio, steso forse in occasione diversa da quelli precedenti.

SS123,6[…]

6 I religiosi della Pia Società San Gaetano si dedicheranno in modo particolare alla cura d’anime nelle parrocchie, non saranno mai inseriti in grandi comunità sarà così facile per loro vivere e gustare il “Quam bonum et jucundum habitare fratres in unum”… (famiglia).
L’amore di Cristo li ha chiamati da diverse parti e li ha radunati insieme affinché fossero i testimoni ed i diffusori del messaggio evangelico. Essi, per vocazione, devono necessariamente essere la “Generatio querentium Deum”. Devono insieme cercare Dio, adorarlo, ininterrottamente e servirlo nei fratelli. Inoltre devono sentire di essere stati radunati dall’amore di Cristo per essere un piccolo Carmelo nella parrocchia in perenne adorazione che ripara ed intercede per il popolo e nello stesso tempo per essere a disposizione delle anime col fine di istruirle, consolarle e distribuire loro i doni di Dio.

COMUNITÀ