128 L’offerta della fanciulla

SS128[1964]

Don Ottorino, partendo da un episodio accadutogli ad Araceli (VI) durante il suo primo anno di sacerdozio, delinea il programma per gli Amici e il loro rapporto con la Congregazione. Non si conserva il testo originale, ma soltanto l’articolo pubblicato in Unità nella Carità, 1964, n. 0, p. 3-6.

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1 L’offerta della fanciulla Avevo da poco lasciato il medico, in quel nero pomeriggio d’inverno del 1941, e, continuando a pedalare meccanicamente verso casa, studiavo tra me il piano d’assalto. Si trattava di un vecchio ottantenne. La scienza medica aveva gettato le armi e lo rimetteva nelle mani del sacerdote, perché lo preparasse a morire. La situazione si presentava veramente difficile: era un settario che da oltre sessant’anni aveva abbandonato Dio. Gli restavano solo pochi giorni di vita. I primi tentativi per sfondare la rocca di quella vecchia volpe andarono a vuoto: l’infelice miscredente non voleva saperne del prete. Stava dalla sua, per rinforzarlo, la degna consorte che, come una iena, trovavo sempre a guardia del letto, pronta a cacciarmi con urla ed insolenze. Sapevo che la vecchia non dormiva nella medesima stanza dell’ammalato. Ciò mi suggerì, perfino, di tentare, accompagnato dal mio parroco, un assalto notturno. Ma al mio primo porre piede nella stanza, ecco apparire, avvolta in un lungo pigiama, una figura di strega più che di donna. Armata di scopa, gridava che per suo marito non voleva nessun prete. È difficile descrivere quello che un sacerdote prova nell’intimo del suo cuore quando vede un’anima che sta per precipitare all’inferno, e si sente incapace di fermarla sull’orlo della rovina. Allora le preghiere più ardenti egli rivolge a quel Gesù che ogni mattina stringe tra le mani. Allora la Madonna viene invocata con più fiducia come intermediaria e Madre di misericordia. E la Madonna intervenne anche in questo caso. Proprio in quei giorni doveva essere operata di appendicite una fanciulla di quattordici anni. Corsi al suo capezzale: la trovai tra le lacrime in mezzo a dolori acutissimi.

AUTOBIOGRAFIA Araceli

PECCATO peccatore

SACERDOZIO prete

NOVISSIMI inferno

MARIA mediatrice

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2 La Madonna mi suggerì di raccogliere quelle lacrime e quei dolori perché li usassi a lavare e purificare la dura pelle della vecchia volpe.
Affidai alla bambina l’anima del povero malato. Accettò. Non emise più nessun lamento, nessun gemito e generosamente offrì tutte le sue sofferenze a Gesù perché salvasse quell’anima. Dopo 24 ore dacché la fanciulla si era offerta vittima propiziatrice, tentai un nuovo attacco. Fortunatamente la vecchia non era in casa. Non appena mi vide, l’infelice gridò: “Padre, per carità mi confessi”. Il mattino seguente lo comunicai. Mentre stringevo tra le mani Gesù Eucaristico, udii il vecchio esclamare tra calde lacrime di commozione: “Signore, perché finora non ti ho voluto bene?”. Visse ancora otto giorni e morì santamente. Ma guarda un po’ - riflettevo tra me dopo quella insperata conversione - come il Signore dispose le cose per la salvezza di quell’anima. Inquietò per giorni e giorni il mio cuore bruciandolo di una sete ardente di salvarla facendomi poi sentire la mia insufficienza; la salvezza venne allorché una fanciulla si addossò generosamente l’impegno di diventare vittima espiatrice di tutta una vita di peccato.

GRAZIA Corpo Mistico

GRAZIA Confessione

NOVISSIMI morte

CONVERSIONE

PENITENZA sacrificio

SS128,3[1964]

3 La Pia Società S. Gaetano A 23 anni di distanza ho ancora il vivo ricordo di quella scena commovente: un’anima che sta per precipitare all’inferno è salvata sull’orlo della rovina dalle sofferenze di una fanciulla. Il ricordo suscita nel mio cuore un accostamento spontaneo. Molti uomini d’oggi ripetono in un modo evidente la triste storia del vecchio ottantenne. Ora una giovane Congregazione religiosa si è prefissa il compito di dare una mano a questi poveri uomini per facilitarne il ritorno a Dio. Sorta nel 1941, la Congregazione è stata riconosciuta dalla Chiesa col nome di “Pia Società San Gaetano”. Ha lo scopo specifico di fare risplendere nel mondo, specialmente in quello operaio, più viva la fiamma della carità. È composta di Sacerdoti e di Assistenti, per i quali speriamo di ottenere tra breve il Diaconato, e svolge la sua attività apostolica in diocesi scarse di Clero... Conta un buon numero di membri e sta già attuando questo suo scopo. Però come ieri io sentivo la mia insufficienza di fronte al vecchio ottantenne e ricorsi alla fanciulla, così, oggi, questa Congregazione sente il bisogno di avere a fianco un gruppo di Amici i quali, con le loro preghiere e con l’offerta del sacrificio quotidiano del loro lavoro, sostengano l’azione apostolica dei Religiosi che operano in prima fila.

CONGREGAZIONE storia

CONGREGAZIONE missione

SS128,4[1964]

4 Gli Amici
Volete diventare i nostri Amici? Sarete i nostri fratelli. Lavoreremo insieme per portare nel mondo un po’ di carità: voi restando nelle vostre case e noi operando dove la Chiesa ci chiama. Ci terrà uniti nel nostro lavoro un ponte di reciproci impegni. Ogni giorno nella nostra Casa verrà celebrata una Santa Messa per gli Amici e le loro famiglie; ogni venerdì inoltre i membri della Pia Società offriranno tutte le loro pratiche di pietà e il sacrificio del loro lavoro per gli Amici. A voi chiediamo questa carità: considerate fratelli i membri della Pia Società pregando per loro, interessandovi della loro attività apostolica ed in modo particolare offrendo ogni venerdì il sacrificio del vostro lavoro e la recita di una corona per la Congregazione. Però affinché questa unione sia sempre più efficace chiediamo anche a voi, come è richiesto a tutti i membri della Pia Società San Gaetano, di dare una testimonianza al mondo moderno, quasi del tutto concentrato nel godimento della vita terrena, che siamo fratelli tra noi, e con il fratello Gesù, protesi verso l’eternità. Perché quello che oggi manca nel mondo è appunto la realizzazione pratica della carità cristiana, che è l’essenza del Vangelo. Incominciamo quindi ad amarci con l’impegno di creare attorno a noi un ambiente di carità, di amore, di mutua comprensione. Appunto nei primi tempi della Chiesa i cristiani erano riconosciuti dall’amore che si portavano. Era un amore talmente disinteressato che faceva destare le meraviglie degli stessi pagani. Ora manca questa unione, questa compattezza, questa fusione di animi. Vogliamo formare la grande famiglia umana, ma fino a che lavoreremo divisi, non otterremo nulla. Togliamo le divisioni eliminando l’egoismo, la critica, la mormorazione, la calunnia. Cari Amici, ecco il vostro programma: essere cristiani convinti, che si vogliono bene tra loro e che vivificano nell’ideale della carità tutta la loro attività apostolica, le loro preghiere a il loro sacrificio. È un’arma silenziosa la carità: ma da sola è sufficiente per trasformare il mondo.

CONGREGAZIONE amici