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133 Il contributo degli Amici alla causa del bene.

SS133[1965]

È l’articolo di apertura del n. 4 di Unità nella Carità del 1965 sull’importan-za di impegnarsi per il Vangelo. Non si conserva il testo originale, ma solamente l’articolo pubblicato in Unità nella Carità, 1965, n. 4, p. 3-5.

SS133,1[1965]

1 È urgente portare il proprio contributo alla causa del bene Cari Amici, salii in rapido a Roma per Firenze e mi trovai a fianco di un distinto signore sulla cinquantina, gentile nei modi, che si mostrò felice di poter conversare con un sacerdote. Dopo i soliti convenevoli, il colloquio si fece più intimo, divenne anzi confidenziale: “Padre, io sono molto ricco, ma da vent’anni mi tormenta un terribile senso di vuoto, che inutilmente cerco di colmare, e mi opprime un’incessante sete di felicità, che mai riesco a raggiungere. Per saziarla cercai di soddisfare il corpo frequentando per anni “ambienti” e “persone”, ma le serate tra amici ed amiche nello stordimento del grande mondo persero gradatamente il loro fascino, divennero amare fino alla nausea e così cercai un altro sfogo. Divenni collezionista di quadri, e spesi milioni e milioni. Amara illusione: tanta meschina felicità che andavo collezionando tramontò ben presto, lasciando in me un vuoto sempre più pauroso. Alcuni amici pensarono di espormi. Per un momento l’idea della celebrità, il pensiero di essere qualcuno mi inebriarono: ma svaniti questi primi fumi, la mia insoddisfazione aumentava di giorno in giorno. Come allora appagare il cuore? Ecco: viaggiare. Percorsi l’America, l’India, il Giappone, parte dell’Africa; ora sto ritornando a Firenze, dove abito, da una crociera. Ma non sono contento... So dove potrei trovare la felicità: in ginocchio davanti a Dio, ma Gli resisto da vent’anni e chi sa quanto Gli resisterò ancora”.

* * * Purtroppo quel signore di Firenze non è il solo ad avvertire un senso di vuoto nel cuore, ad essere infelice pur tra mille cose utili e dilettevoli! Intanto, in mezzo al turbinio di così diffuso malcontento, disparati alfieri, giocando sulle illusioni, alzano il loro vessillo, promettendo il paradiso ai loro seguaci. Uno solo però può dare la vera felicità: Cristo Gesù. Al cuore che Gli apre la porta, Egli dona la sua gioia inesauribile anche tra le molteplici ed inevitabili difficoltà della vita: “Venite a me, voi tutti che siete aggravati e stanchi, ed io vi conforterò” (Mt. 11,28). Trasforma in un santuario la famiglia che l’accoglie insegnando ad amare, comprendere, sopportare ed avere per tutti un sorriso. Muta il lavoro in preghiera, togliendo ad esso quella carica di veleno che intossica le nostre officine, trasformandole per un cristiano in ricordo e continuazione della santa e benedetta officina di Nazareth.

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CONGREGAZIONE amici

FAMIGLIA

GESÙ

SS133,2[1965]

2 Tre domande:
1) Io sono davvero sotto il vessillo di Cristo? 2) Che ho fatto per condurvi anche i fratelli? Non è sufficiente costatare il male; quello che più conta è portare il proprio contributo alla causa del bene. 3) Che cosa posso fare? Ogni Amico della Pia Società San Gaetano, la quale appunto si propone di condurre gli uomini ad avere Cristo nel cuore, nella famiglia e nel lavoro, può collaborare in uno o più dei seguenti modi: a) Offrendo a Dio preghiere, sacrifici e lavoro per la santificazione dei membri della Congregazione e per il fiorire di molte vocazioni. È questo il primo grado che, in modo del tutto particolare con l’impegno del venerdì, ci accomuna in una gara di generosità, nella certezza che dalla nostra unione ricaveremo sempre nuovo entusiasmo e costanza nello sforzo di rendere migliori noi stessi e l’ambiente in cui viviamo. Ogni mese inoltre il bollettino propone l’“impegno di vita” in un breve ed agile commento di una frase biblica sulla carità, che ciascun Amico deve cercare giorno per giorno di meditare e realizzare nelle relazioni con il prossimo. b) Donando qualcosa dei propri beni, trovando qualche benefattore fra persone amiche, facendo o promovendo qualche vitalizio a favore della Congregazione. La formazione degli apostoli è spesso impedita dalla mancanza di mezzi economici. c) Donando se stessi. Forse qualcuno, sfogliando queste pagine, vivendo in sintonia con i Religiosi della Congregazione, sentire nascere in sé un’ispirazione nuova, un desiderio verso un ideale più alto... è Gesù che lancia il suo appello: Vieni... “La vocazione è una grazia che non è di tutti; ma può essere ancora oggi di molti. Di molti giovani forti e puri; di molte anime che hanno l’ansia della perfezione, la passione della salvezza dei fratelli; di molti spiriti che nella loro stessa timidità ed umiltà sentono scaturire la forza che rende tutto facile e tutto possibile” (Paolo VI).

* * * Sempre stretti e animati dal medesimo ideale della diffusione del regno di Dio, continuiamo nel quotidiano sforzo di vivere e testimoniare la carità fraterna, finché tutta la terra ne divampi e si unisca in un inno di lode e di amore a Dio.

CONGREGAZIONE amici

CARITÀ