135 I trionfi della grazia

SS135[1965]

È un abbozzo di articolo, rimasto incompleto, destinato alla rivista degli Amici, sulle opere straordinarie della grazia del Signore. Si conserva il testo originale: sono 4 fogli ingialliti, strappati da un blocco per appunti, numerati, scritti con penna biro sulla facciata anteriore, con abbondanti cancellature e correzioni. Non c’è indicazione di data della stesura, ma forse è del 1965.

SS135,1[1965]

1 Dopo una cena. Una sera d’inverno capita nella Casa dell’Immacolata uno degli amici della Pia Società molto preoccupato per la vita spirituale del suo capoufficio... Da tanti anni, egli dice, è lontano da Dio e bisogna trovare il modo di fargli godere l’incontro con Cristo. Troviamo un pretesto per un primo incontro. Abbiamo ricevuto un favore d’ufficio ed invitiamo a cena il piccolo gruppo di impiegati. La cena si svolge serena. Vengono ricordati con semplicità interventi della Provvidenza avvenuti negli inizi dell’Istituto S. Gaetano; azioni apostoliche compiute dai vari religiosi della nostra Famiglia, piccoli episodi della vita quotidiana dei nostri giovani. Alla fine quel signore, molto impressionato, mi prende da parte e mi dice: “È la prima volta che ho provato una vera gioia... noi ci rivedremo ancora. Voglio incontrarmi da solo con lei”. Per cinque mesi l’ho incontrato di tanto in tanto casualmente nel centro della città e sempre mi diceva: “Noi dobbiamo incontrarci da soli... un giorno o l’altro verrò...”.

CONGREGAZIONE amici

CONGREGAZIONE storia

GRAZIA

SS135,2[1965]

2Una sera, dopo le nove, me lo vedo arrivare con il viso sconvolto: “Venga, venga, mi dice, le devo parlare”.
Appena ci troviamo soli, con voce tremante, agitato incomincia a dire: “Questa sera sono stato chiamato d’urgenza in casa di un amico. È ammalato di un male che non perdona. I parenti credono che lui non lo sappia, ma io sono convinto che sia consapevole della condizione. Infatti aveva pregato la signora di portargli dal negozio la pistola con la scusa di togliere un pericolo per i commessi. Avuta la pistola senza cartucce, chiese con insistenza anche le cartucce, dicendo essere imprudente lasciarle dove si trovavano. Ora la signora, intuendo il progetto recondito dell’ammalato, che in questi ultimi giorni mostra segni evidenti di insofferenza, mi chiama in aiuto. Che cosa potevo fare?... Me lo vedevo già morto in un lago di sangue. Ho cominciato ad aver paura. Ho pensato alla morte, alla morte di un amico che da oltre cinquant’anni era lontano da Dio. Ho detto qualche parola sconnessa e sono fuggito.

GRAZIA

SS135,3[1965]

3 Mentre ero al volante dell’automobile, diretto macchinalmente verso casa, quasi disperato per la mia impossibilità, mi è venuta l’idea di recitare un’Ave Maria. Da tanto tempo non pregavo. Non ricordavo neppure tutta l’Ave Maria…
Iniziare la preghiera e ricordare la sera passata assieme è stata tutta una cosa. Girai il volante e sono qui. Che cosa potrà fare lei? Io non lo so... Credo ancora alla vita eterna ed ho paura per il mio amico. Lo aiuti! Poi verrò anch’io...”. Mentre parlava mi sentii piccolo, tanto piccolo. Quando poi mi sentii chiamato in causa, mi sentii niente ed avrei voluto fuggire. Ma intervenne la Grazia, e gli dissi: “Il Signore ascolta quando si prega insieme. Perché non possiamo pregare insieme per ottenere il miracolo di questa conversione? Perché non incominciare proprio con un miracolo nella sua anima?...”. Dopo qualche minuto quel capoufficio era in ginocchio ed io con la mano tremante tracciavo su di lui quel segno di croce che purifica e che trasforma. Qualche giorno dopo anche l’amico si incontrava con Cristo. Queste sono le indescrivibili gioie del sacerdote. Queste le esperienze sublimi del divino, dove si sente tutta la nostra pochezza e la grandezza infinita della nostra missione. Amici, aiutateci con la preghiera ad essere sempre e solo preti...

CONVERSIONE

GRAZIA

APOSTOLO

SACERDOZIO prete