Cfr. 1ª Tessalonicesi 3,3-4. Anche per questa meditazione don Ottorino si serve del libro di HEINZ SCHÜRMANN, Prima lettera ai Tessalonicesi, Città Nuova editrice Roma 1965. Le citazioni vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami, e sono prese dalle pagine 62-63.
Il riferimento è a don Luigi Furlato, maestro dei novizi.
Ruggero Pinton frequentava all’epoca il 1° anno del corso teologico.
Don Massimo Leorato era all’epoca padre spirituale presso il seminario vescovile di Vicenza.
Don Ernesto Scanagatta era un compagno di seminario e di ordinazione di don Ottorino, e all’epoca lavorava come missionario in Venezuela.
MI162,1 [9-04-1967]
AUTOBIOGRAFIA;CROCE difficoltà;MISSIONI;MONDO1 “D’altronde voi stessi ben lo sapete che a ciò noi siamo destinati. Ond’è che quando eravamo tra voi, già vi avvertivamo che avremmo dovuto soffrire; ed è, voi lo sapete, ciò che avvenne”. Se volete diventare anche voi profeti, annunciate sofferenze alle anime: indovinerete sempre! Quando vi incontrate con qualche anima, con qualche creatura e volete fare qualche profezia... sai, don Luigi , se farai la profezia a qualche anima, a qualche buona vecchietta, stai sicuro che indovinerai se annuncerai sofferenze. “Che santo prete quel ragazzo! Ruggero , che santo prete, ha indovinato!”. Attenti, perché stamattina c’è un pezzo di pane biscotto nella meditazione. “Nella lettera ci imbattiamo ripetutamente nell’espressione: “Voi stessi ben lo sapete”, e altre simili”. Quando io vi dico: “Ragazzi, guardate che bisogna essere pronti, bisogna essere pronti!”, corrisponde all’espressione paolina: “Voi stessi ben lo sapete!”. Caro Ruggero, bisogna essere pronti, bisogna essere pronti: “Voi stessi ben lo sapete”, bisogna essere pronti! Ieri sera è venuto da me don Massimo , il padre spirituale del seminario, e mi accennava che si era trovato con alcuni responsabili del servizio missionario in America Latina: sono quattro segretari generali, uno a Roma, uno a Verona, uno in Germania e uno in Spagna, e questi si sono trovati qui a Verona. Avevano fatto un giro per l’America Latina e allora si sono scambiati le impressioni sulla situazione: hanno rilevato che ci sono delle difficoltà. Io non mi meraviglio perché le difficoltà che trovano i sacerdoti che vanno in America Latina sono le stesse difficoltà che trovavo io nel 1940, anche se adesso qualcosa è cambiato rispetto al tempo in cui io ero cappellano ad Araceli; sono le stesse difficoltà che i miei confratelli hanno trovato in altre zone della diocesi, in altre parti del mondo. Io so di don Ernesto Scanagatta , e conosco le difficoltà che lui ha trovato in Venezuela, ma anche le difficoltà che lui ha trovato a Trissino e a Montecchia quando vi era andato come cappellano.CROCE sofferenza
APOSTOLO predicazione
FORMAZIONE case di formazione
Castelvecchio di Valdagno (VI): località amena di montagna dove si pensava di costruire un villaggio alpino per le vacanze dei ragazzi e per qualche periodo di svago per i più grandi, e che più tardi invece venne realizzato a Bosco di Tretto (VI).
Don Ottorino scherza con don Pietro Martinello che aveva svolto per alcuni anni servizio pastorale a Campedello (VI), e poi con l’assistente Antonio Ferrrari dal fisico possente, e con don Graziano Celadon, che tra poco sarebbero partiti per la missione del Chaco (Argentina) insieme con gli assistenti Mirco Pasin e Antonio Zordan.
Il Chaco è una pianura piatta per cui, quando le piogge sono particolarmente abbondanti, centinaia di chilometri di territorio vengono sommersi dalle acque.
Cfr. Matteo 24,44.
Il riferimento è a Raffaele Testolin, che aveva emesso la professione religiosa il 5 marzo precedente.
MI162,2 [9-04-1967]
2 Adesso cambia qualche cosa, ma si troverà sempre il demonio contro, ci sarà sempre da combattere contro il demonio! Perciò voi ben lo sapete che non siete stati chiamati per andare a combattere contro i mulini a vento come don Chisciotte, ma veramente contro un nemico. Perciò ci saranno i momenti di gioia, i momenti in cui ci troveremo a Castelvecchio a mangiare le ciliegie, ma voi siete combattenti, voi siete soldati e dovete incontrarvi e cozzare con il nemico. Il soldato prima di partire per la guerra può fare anche un po’ di festa a casa: la mamma uccide un pollo, prepara un dolce, tutto quello che volete... possono fargli anche i regalini al soldato, a Campedello , tutto quello che volete, una festa bellissima con tre ore e mezza di accademia, ma il soldato è fatto per la guerra e là dovrà trovarsi a tu per tu con il nemico. Forse dovrà trovarsi improvvisamente con Antonio Ferrari che piange avvilito: “Voglio ritornare a casa! Sono calato di dieci chili in tre mesi! Se vado avanti di questo passo, che cosa mi succederà? Di me che cosa resterà?”. Poi troverà l’altro confratello, don Graziano, che dice: “Mi dispiace, ma io in mezzo a questa gente non ci sto più: nessuno viene a confessarsi, come vedi anche tu, e che cosa faccio qui come prete? Devo solo preparare da mangiare perché non abbiamo perpetue. Perché devo rimanere qui? Gli assistenti hanno la scusa di avere i laboratori da seguire e di dover insegnare il lavoro ai ragazzi, e a me tocca fare da domestica... È questo il modo di fare il prete? Sarebbe stato meglio che fossi andato assistente anch’io quella volta!”. E giù, e giù lamentele. A questo poi si aggiungeranno le zanzare che vengono a tormentare “opportune” e “importune”, e magari giunge l’alluvione per cui gli toccherà andare in barca invece che in macchina. Figlioli, “estote parati”! “E voi già lo sapete”, e altre simili cose! Scusate se batto spesso questo tema e lo lascio in eredità a qualche altro: lascio in eredità l’impegno di battere questo tema, cioè di prepararvi non poeticamente, ma realisticamente alla vita missionaria, in modo che domani non vi scoraggiate. Preferisco che mi rinfacciate di aver detto una bugia quando, per esempio, giungerò nelle missioni e che mi diciate: “Don Ottorino, ci aveva detto che ci sono tanti croci e invece... Sì, ce ne sono, ma sopportabili!”. Voglio che mettiate in preventivo tante difficoltà in modo che vi capiti come a me che non ho trovato ancora neanche la metà di quelle che avevo messo in preventivo, anche se me ne sono capitate tante! Quando le croci arrivano pesano, ma se le hai messe in preventivo sai come comportarti. Io ho messo in preventivo anche di far fallimento completo in mezzo a voi fino a restare da solo, che tutti mi abbandonino, che tutti mi accusino, che tutti mi pestino. Fino ad oggi questo non è ancora successo. A meno che non ci sia Raffaele che voglia mandarmi a quel paese... No, no, poverino!CROCE Demonio
APOSTOLO
VIRTÙ
fortezza
ESEMPI apostolo
CROCE prove
CROCE tentazioni
ESEMPI tentazioni
MISSIONI
SACERDOZIO prete
FAMIGLIA papà
MISSIONI vita missionaria
VIZI scoraggiamento
CROCE
CROCE difficoltà
APOSTOLO vita interiore
L’ assistente Livio Adessa, che all’epoca frequentava il 1° anno del corso teologico, era un appassionato musicista.
Marco Pinton frequentava all’epoca il 1° anno del corso liceale, come pure Fernando Murari che viene nominato subito dopo.
MI162,3 [9-04-1967]
3 Adesso comincia la meditazione. “Paolo è convinto che egli può insegnare con successo solamente quando un Altro ha già insegnato”. Ragazzi, state attenti e cercate di capire queste parole perché sono parole tremende. Paolo è convinto di una cosa: se io devo parlare a Livio, Livio capirà quello che io gli dico se prima di me è andato da lui un altro a insegnargli qualche cosa. È inutile che io mi metta ad insegnare a Livio : “Livio, senti che bel pezzo di Bach!”, se un altro non gli ha prima insegnato la musica. Sarebbe come se uno spiegasse a me: “Don Ottorino, stia attento e adesso vada a suonare la melodia al pianoforte”. Mettere me e mettere un gatto a suonare il pianoforte è la stessa cosa! Tu ridi, Marco ? Bisogna che prima un altro mi abbia insegnato la musica, bisogna che prima un altro mi abbia predisposto. Questa verità è chiarissima, ed è un chiodo che dovete mettervi in testa. Fernando, è inutile che tu vada prete e che tu vada a predicare a un’anima se prima non è passato il Signore a prepararla. È inutile che un papà e una mamma vogliano mettere al mondo una creatura se non viene il Signore e crea l’anima. La vita è opera del papà, della mamma e di Dio; Dio, papà e mamma insieme. Il papà ce la mette tutta, è necessario per dare la vita; la mamma è necessaria; ma pure Dio è necessario! La mamma è necessaria, ma creata da Dio; il papà è necessario, ma creato da Dio: Dio è necessario! Ora vorrei dire che il dare la vita alle anime è qualcosa di simile: c’è l’apostolo che è necessario, perché il Signore l’ha voluto necessario, ma dietro c’è Dio, c’è Dio, e se Dio non è andato avanti prima e non ha predisposto l’anima, non c’è niente da fare! Qualcuno di voi questo lo ha già esperimentato.ESEMPI apostolo
SACERDOZIO prete
APOSTOLO predicazione
FAMIGLIA
DIO creatore
FAMIGLIA mamma
APOSTOLO salvezza delle anime
DIO
Non è raro vedere spuntare delle piante nelle crepe dei campanili dove il vento e gli uccelli hanno depositato della terra e dei semi.
MI162,4 [9-04-1967]
4 Raffaele, dimmi la verità perché qui siamo in famiglia e tu non ti arrabbi. In certe situazioni, la predica di don Ottorino, quella del maestro dei novizi e di tutti quanti gli altri, sono efficaci se prima non c’è Dio che abbia arato la terra? Fanno venire dispetto e schifo. Mi metto al tuo posto e in quello degli altri. Una predica che viene dall’esterno, anche se venisse da un santo, anche se si trovasse scritta sul più bel libro, se prima non è passato Dio, resta senza frutto, come quando sopra l’asfalto si mette la semente più selezionata di questo mondo e non attecchisce. Portate tutte le sementi più selezionate in piazza di Vicenza e seminatele: non attecchiscono. Prendete la cima di un campanile dove c’è soltanto un po’ di terra, mettete là una semente e subito nasce un salice. Perché? Perché prima è stato preparato il terreno da Dio, il quale si è servito, forse, di un uccellino che è andato e vi ha messo qualcosina là in cima. Figlioli, state attenti, mettetevi in testa questo: se prima non è passato Dio - caro don Pietro, è inutile che tu vada al Chaco a visitare un’anima se non è passato Dio dentro quell’anima - la parola dell’apostolo non attacca. Capisci, Antonio? Non attacca. È inutile che vi mettiate in testa di far le cose in forma umana: bisogna che prima passi un altro, quest’altro però con l’A maiuscola! Dunque: “Paolo è convinto che egli può insegnare con successo solamente quando un Altro ha già insegnato. Se infatti la grazia di Dio non apre l’anima alla comprensione, anche un apostolo insegna inutilmente”. Sperimenterete questo, specialmente nel campo apostolico, quando entrerete a contatto con le anime: se non è passata la grazia di Dio non farete niente, ma niente, niente, niente! Ecco perché quell’altro diceva: “Se volete convincere gli eretici mandateli da me, se volte convertirli mandateli da San Francesco di Sales!”. Perché San Francesco di Sales mandava avanti la grazia. Eh, i santi! Perché i santi riescono a convertire? Perché hanno una caloria tale che smuove le coscienze. Supponiamo che io sia santo e cominci a parlare con Livio: la grazia di Dio che è in me è talmente forte che prima che io entri dalle scale colpisco Livio, e lui sente che c’è qualcosa. Che cos’è? È il Battista che va avanti, lo Spirito Santo che va avanti. Il santo è pieno di Spirito Santo e questo Spirito di Dio precede l’uomo di Dio che perciò ha un raggio, una cerchia di calore che lo precede; ma se non c’è quello tutto è inutile, tutto è inutile! È come buttare un fiammifero sopra una secchia d’acqua: se lo butti su una secchia di benzina salta per aria tutto, sulla secchia d’acqua non succede niente.COMUNITÀ
dialogo
FORMAZIONE
FORMAZIONE noviziato
DIO
APOSTOLO predicazione
GRAZIA
APOSTOLO salvezza delle anime
FAMIGLIA papà
MISSIONI
APOSTOLO attivismo
APOSTOLO F.A.
CONSACRAZIONE santo
DIO Spirito Santo
Il riferimento è a Michele Sartore, che frequentava all’epoca il 3° anno del corso liceale.
Qoèlet 1,2.
Elio Piccolo, entrato nella Casa dell’Immacolata dal seminario vescovile dopo il corso ginnasiale, faceva all’epoca l’anno di noviziato.
MI162,5 [9-04-1967]
5 “Perché è il “maestro interiore” che parla nel cuore e fa sì che la parola del maestro umano venga creduta e la sua verità possa essere sperimentata nella vita”. È lui, il maestro divino, Michele , che vuole essere il tuo maestro, ti parla da dentro e poi si serve, supponiamo, di don Ottorino per dirti una parola, e tu dici: “Credo non perché me l’ha detto don Ottorino, ma perché sono convinto, cioè perché me l’ha detto lui che è dentro di me, e sento che questo è giusto, che è giusto così!”. E allora tu cominci ad avere il desiderio di sperimentare in te la vita. Per giungere a sperimentare, cioè a vivere quello che don Ottorino ti dice, tu hai bisogno che l’altro maestro parli nell’intimo dell’anima tua, ti disponga a ricevere la semente e ti dica: “E perché non potresti essere più umile?”. A te, Michele, Gesù dice: “Vanitas vanitatum. L’essenziale è essere umili, caro!”; viene qui don Ottorino e dice: “Guardate, figlioli...” e parla dell’umiltà. E Gesù dentro ti dice: “Lo vedi, lo vedi? Anch’io te l’avevo detto. Vedi?”. “Eh, sì!”. “E allora da oggi incomincia ad essere umile!”. Questo è il credo della grazia di Dio, quello che capita nell’incontro con Dio! Il canale è sempre questo! Che poi il maestro esterno possa essere un libro o l’esempio di un compagno non importa; anche uno che fa il male può essere un maestro esterno, perché uno può venire colpito dal fatto e dire: “Beh, insomma, devo stare attento che non capiti anche a me!”. Supponiamo il caso di uno che bestemmi. Qualche volta è capitato che un bestemmiatore vada a confessarsi e dica: “Ho deciso di non bestemmiare più!”. “Perché?”. “Perché ho sentito uno bestemmiare e mi ha fatto schifo. Non pensavo di essere così anch’io; mi fa schifo sentire uno bestemmiare; che brutta cosa! Ma penso a me: quanto sono stato disgraziato fino adesso, che figura ho fatto anche dinanzi agli uomini, alla mia famiglia!”. È lo Spirito di Dio che ti fa capire queste cose. “La qual cosa è divenuta realtà nel Nuovo Testamento: mediante lo Spirito Santo, infatti, Dio istruisce ognuno immediatamente nel suo intimo”. Il maestro, caro Elio , è lui, è Dio, e lo Spirito Santo ti parla nell’intimo, ti istruisce lui.GESÙ
maestro
APOSTOLO ambasciatore di Dio
PAROLA DI DIO
VIRTÙ
fede
PREGHIERA vita interiore
CREATO
VIRTÙ
umiltà
VIZI
GRAZIA
PECCATO
GRAZIA Confessione
CONVERSIONE
Il professore don Antonio Tisato insegnava filosofia nel seminario maggiore di Vicenza.
Cfr. Matteo 5,3-12
Cfr. 1 Re 18,40.
MI162,6 [9-04-1967]
6 “Senza quest’interiore spirituale esperienza della parola apostolica, nessuna predica, e in modo particolare poi quella sulla necessità della sofferenza, può avere successo”. L’altra sera, quando eravamo insieme e io ho detto: “Bisogna avere fede; io mi accontento di predicare la fede e dopo di me verranno gli altri che faranno il resto!”, mons. Fanton ha aggiunto: “La fede sì, ma non intesa come adesione alle verità soltanto, ma come vita, come vita!”. È logico: io non posso dire: “Credo in Dio” e dopo faccio quello che mi piace! Bisogna avere fede, ma “di quella”, diceva il Cottolengo, fede che mi fa fare la volontà di Dio, fede che mi fa accettare i piani di Dio e non desiderare solo i miei piani; la fede delle nostre buone mamme che dicevano: “Eh, se il Signore vuole così, sia fatta la volontà del Signore!”. Questa è accettazione della volontà di Dio! Ora state attenti voi che dovrete andare in giro per il mondo a insegnare una cosa che, come dicevamo alcuni giorni fa, non è secondo i principi umani, non è secondo la logica umana. Ricordate, quelli che erano presenti, quanto ha detto il professor Tisato nell’ultima congrega? Ve l’ho già detto, ma ve lo ripeto perché tale affermazione detta dal professor Tisato è importante. Ha detto questo: “Io mi domando una cosa. Qui abbiamo studiato tanto, abbiamo studiato i metodi, le forme per andare a convertire questo mondo, ma domandiamoci un po’: che cosa vale la filosofia e tutti questi metodi, quando sappiamo effettivamente che il sistema di Dio non è secondo la logica umana? Non può essere, forse, che abbiamo sbagliato strada?”. Cioè, in altre parole, non possiamo pretendere di agire nell’apostolato secondo una logica umana: si tratta di tutt’altra cosa! L’umiliazione, ad esempio, non è secondo la logica umana, benedetti figlioli. “Beati coloro che sono umiliati, beati coloro che soffrono, beati...” non è secondo la logica umana neanche per sogno; l’umiliazione e la sofferenza non sono secondo la logica umana. L’obbrobrio della croce non è secondo la logica umana. Secondo la logica umana Gesù Cristo avrebbe dovuto lasciar fare, e dopo smascherare pubblicamente i suoi nemici: non accettare di essere messo davanti al tribunale, non accettare di essere messo in croce, ma, a un dato momento, avrebbe dovuto dire: “Voi avete fatto questo, figli di cani e figli di maiali, avete fatto questo, ma adesso è arrivata per voi l’ora della giustizia!”. Quella sarebbe stata la logica umana! “Finora avete corso voi, adesso basta, adesso corro io. E allora, li uccidiamo! Tu, Pietro, fa’ come ha fatto Elia quella volta , fatti su le maniche, prendi il coltello e taglia la testa a tutti quanti”: questa è la logica umana! Sarebbe, ad un dato momento, giustizia umana! “Scusami tanto; tu mi hai calunniato e allora, adesso, facciamo fuori tutti”; oppure usare un atto di clemenza: “Per questa volta vi perdono, ma adesso comando io!”. La logica umana sarebbe questa. Come i fascisti che prima hanno dato le botte e dopo le hanno prese: la logica umana è questa!VIRTÙ
fede
APOSTOLO predicazione
PAROLA DI DIO
VOLONTÀ
di DIO
FAMIGLIA mamma
MONDO
ESEMPI studio
FAMIGLIA papà
VIRTÙ
umiltà
CROCE
GESÙ
Via Crucis
GESÙ
Il marxismo definisce la religione come ‘l’oppio dei popoli’, nel senso che anestetizza la capacità di ribellione contro le ingiustizie perpetrate da chi detiene il potere economico e, attraverso il potere economico, il controllo politico della società.
MI162,7 [9-04-1967]
7 Invece la logica di Dio è diversa. Dopo aver dato da mangiare alla povera gente, dopo avere risuscitato i morti, dopo avere guarito gli ammalati e cacciati via i demoni, Gesù viene trattato da bestemmiatore, viene accusato e messo in croce. Secondo la logica umana Gesù, dopo la risurrezione, avrebbe dovuto presentarsi al tempio, in mezzo a tutti, dicendo: “Ecco, sono qua, uccidetemi un’altra volta se avete coraggio!”. E invece appare soltanto ad alcuni predestinati da Dio perché vuole l’ossequio della fede. Figlioli miei, ora noi dobbiamo predicare nel mondo questa logica, la logica di Dio, e andare nel Chaco a dire alla gente, a quelle povere creature che patiscono la fame: “Beati coloro che patiscono... Beati coloro che soffrono...”. In un primo momento sembra che tu vada a predicare loro l’oppio , l’oppio della povera gente. E invece no! Al ricco dirai: “Guai a te, guai a te! Se non dai da mangiare a quella gente andrai all’Inferno!”; alla gente insegnerai: “Guardate che avete il dovere di far valere i vostri diritti!”, ma dopo, come finale, il Gloria Patri, perché ogni salmo termina in Gloria: “Fratelli, ricordatevi che la sofferenza è un dono di Dio!”. Insegnare queste cose è difficile, mentre insegnare che la provvidenza di Dio è tanto buona e tanto grande quando alla mattina ti svegli e ti vedi ricoperto di manna è abbastanza facile. Svegliare i ragazzi e raccontare loro: “La provvidenza del Signore è grande perché abbiamo venduto Quinto, abbiamo venduto la colonia di Asiago, abbiamo comperato a Castelvecchio, e quando siamo andati per pagare non hanno neppure voluto i soldi, ci hanno regalato anche la terra, siamo andati per costruire e i muratori hanno detto: “Facciamo il cinquanta per cento di sconto!”. Oh, figlioli, la provvidenza di Dio!”. È abbastanza facile parlare di queste cose! Andare in mezzo al Chaco, nella tua parrocchia, don Pietro, di ventimila o trentamila anime e dire: “Fratelli, fratelli, la provvidenza del Signore è grande; sono venuto dall’Italia con cento milioni di dollari. Per prima cosa c’è la mensa gratuita per tutti i poveri per tutto quest’anno, due volte al giorno, mezzogiorno e sera; poi, ogni mese vi regaleremo un vestito nuovo...”. È facile fare prediche di questo genere!DIO logica di...
CROCE Demonio
GESÙ
crocifisso
VIRTÙ
fede
MISSIONI
APOSTOLO predicazione
CROCE sofferenza
CROCE
PROVVIDENZA
DIO riconoscenza a...
PASTORALE parrocchia
PASTORALE poveri
Sine glossa = senza chiose, postille o note, commenti o spiegazioni.
Girolamo Venco e Luciano Bertelli frequentavano all’epoca il 3° anno del corso teologico.
Don Ottorino, per far meglio capire ai suoi giovani le dimensioni di qualcosa, durante le meditazioni le mimava.
Così vengono comunemente chiamati gli appartenenti alla “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell’ultimo giorno”, fondata nel 1831 negli U.S.A. dal profeta visionario Joseph Smith.
MI162,8 [9-04-1967]
8 Ma, cari figlioli miei, guardate che andare a predicare il Vangelo, il Vangelo ‘sine glossa’ , predicarlo come ce l’ha insegnato lui, è da aver paura, siamo sinceri, c’è d’aver paura! Andare a predicare a quella gente che si trova in una polveriera, che vive nella miseria, che ha a fianco i comunisti che stanno venendo avanti e che dicono: “Guardate che imbroglia; non credetegli!”... Se mentre sto parlando ci fosse Venco là in fondo che dicesse: “Non credetegli!”, e Luciano : “Non credete a quello che dice don Ottorino!”, e un altro che continua a sobillare contro quello che dico io... Così è capitato nel Chaco; mi pare che fosse nella parrocchia di San Bernardo, nella quale c’erano ben undici chiese protestanti. Due poveri preti dell’America Latina avevano undici chiese protestanti in parrocchia: nel centro della parrocchia di quattromilacinquecento anime avevano cinque chiese protestanti, e le rimanenti erano disperse nel territorio della parrocchia. È una parrocchia di quindicimila o ventimila anime, di un estensione territoriale immensa, con strade di terra battuta per cui quando piove restano bloccati. Siamo andati in mezzo ai viottoli di campagna con buche, buche grandi, che sono in mezzo alla strada e noi dentro con la macchina. Ma questo è un paradiso in confronto ai protestanti che si trovano in mezzo a questa terra: undici chiese protestanti! Pensate poi ai famosi Mormoni che sono come la peste, dappertutto, e questi poveri preti, questi poveri assistenti si troveranno dinanzi a tale situazione e dovranno dire: “Fratelli, beati coloro che soffrono...!”. Se non va avanti lo Spirito Santo, cari... È sempre fatica evangelizzare, si fa fatica, ed è sempre necessario, dice San Paolo, che vada avanti un altro, ma specialmente quando dobbiamo fare la predica sulla sofferenza. E poiché questa bisogna sempre farla perché è l’essenza della religione cristiana, cioè l’attestazione della sofferenza come mezzo di espiazione dei nostri peccati, come mezzo di aiuto a tutti i fratelli, bisogna mandare avanti lo Spirito Santo.APOSTOLO predicazione
PAROLA DI DIO Vangelo
PASTORALE
MISSIONI
CONGREGAZIONE storia
SACERDOZIO prete
PASTORALE parrocchia
AUTOBIOGRAFIA viaggi
CROCE sofferenza
CONGREGAZIONE assistente
DIO Spirito Santo
CHIESA cristianesimo
PECCATO
APOSTOLO salvezza delle anime
Cfr. 2 Timoteo 4,2.
Don Ottorino parla spesso con un linguaggio pieno di immagini, perfettamente comprensibili nel contesto della conversione.
MI162,9 [9-04-1967]
9 Siamo membri di una famiglia dove c’è bisogno di sangue: c’è bisogno di sangue dove tanti fratelli muoiono dissanguati. E, allora, ecco la necessità di far pregare, ecco la necessità di ricuperare le preghiere dei buoni. Questo lo dico in modo particolare per coloro che restano qui o che si troveranno in zone più favorevoli. Fate una carità: aiutiamo i nostri missionari, coloro che sono in prima linea, con le nostre preghiere e con le sofferenze di tante anime buone. Quando andate a casa e trovate le vostre mamme, trovate qualche anima buona, ricuperiamo tutto, ricuperiamo tutto, cioè facciamo capire alle anime che incontriamo sul nostro cammino che i nostri missionari hanno bisogno di un altro che li preceda, e che le anime che soffrono possono mandare quest’altro come aiuto. Ma non soltanto cerchiamo noi di trovare queste anime che mandino quest’altro: l’apostolo, figlioli, e scusate se insisto ‘opportune et importune’ , l’apostolo deve convincersi di questo, e allora quando si inginocchia dinanzi al tabernacolo deve essere disposto a partire e di fare un fiasco, pensando che quel fiasco vale più di una autobotte, nel senso che se io faccio fiasco nel compiere una azione apostolica e offro al Signore questo fiasco, questo fa sì che l’altro vada avanti, che l’altro vada avanti! Sarà difficile capire! Tu, don Pietro, che te ne intendi più di me di queste cose, dovresti spiegarle, farle capire. Per esempio, tu, Antonio, vai nel Chaco; sei là e dici: “Adesso vado a parlare con Raffaele, vado a convertire Raffaele!”. E ti porti davanti al tabernacolo e dici: “Signore, Signore, io voglio salvare quell’anima e portarla a te. Basta, non voglio altro!”. E vai, disposto a prendere uno sputo in faccia da Raffaele, pensando che quello sputo, quell’umiliazione, farà sì che lui creda di essere vincitore, mentre è vinto perché tu, con l’umiliazione accettata per amore di Cristo, fai sì che il maestro gli vada dentro casa dal retro, e in lui che sputava viene a crearsi un vuoto attraverso il quale Cristo può entrare. Perciò tu tornando in chiesa puoi dire: “Operazione ben riuscita!”, anche se umanamente parlando è stato un fiasco. “Com’è andata Antonio?”. “Ah, male, male, male, male...”. “Perché?”. “Io sono andato da Raffaele, ma mi ha sputato in faccia”. Gli altri confratelli diranno: “No; è andata bene, bene, bene...!”. “Perché?”. “Perché, intanto, quell’altro è arrivato!”. E allora don Pietro dirà: “Aspetta: ci provo io!”. E allora va all’attacco don Pietro e Antonio dirà: “Beh, sfido io, tu ci riuscirai perché tu... tu...”. No, lui riesce perché tu, Antonio, gli hai spianato la strada mettendogli dentro quell’altro!CROCE sangue
CONGREGAZIONE spiritualità
PREGHIERA ponte della preghiera
PREGHIERA
CROCE sofferenza
MISSIONI
APOSTOLO salvezza delle anime
FAMIGLIA papà
APOSTOLO
EUCARISTIA tabernacolo
ESEMPI apostolo
CROCE fallimento
ESEMPI croce
VIRTÙ
umiltà
Don Gianni Rizzi era il superiore della prima Comunità missionaria aperta dalla Congregazione in America Latina, nella diocesi di Zacapa in Guatemala.
MI162,10 [9-04-1967]
10 Se non capite questa matematica... Vedete, io sarei contento di capire queste cose e dopo morirei volentieri. Bisogna che capiate questo: quando uno viene a casa decorato di sputi l’operazione è ben riuscita! Chissà quante volte toccherà a don Pietro ripetere: “Operazione riuscita!”. Mi pare di vedere Antonio Zordan: “Eh, sì, oggi così, domani così! Tu te la cavi con “operazione riuscita”, ma intanto...!”. Figlioli miei: è così, non c’è niente da fare! Io che vi parlo sono il primo a dire che si fa fatica capire e vivere queste cose, ma vi assicuro che questo è Vangelo: il sangue dei martiri è seme di altri cristiani per questo motivo. Può succedere che un missionario sia andato in un posto e abbia consumato tutta la sua vita non raccogliendo niente, apparentemente, e dopo di lui siano andati altri che hanno fatto furori, ne sono uscite delle missioni meravigliose. Perché questo? Perché il primo ha fatto andare dentro Cristo a preparare il terreno, e dopo il secondo che è andato ha fatto successo... perché Cristo, l’altro, era già andato avanti per il sangue del primo. Figlioli, bisogna avere questa fede; la vita missionaria deve essere animata da questa fede, e allora è un paradiso, allora, figlioli, il risultato non si misura da “mille comunioni” o da “mille battesimi”. Il risultato si misura dalla sofferenza, dal saper soffrire per le anime e dal consumare la vita per le anime andando ‘opportune et importune’. Quello è il termometro! Io devo mettercela tutta; poi, penserà il Signore. Del resto, anche questo l’ho già detto: siamo uomini e abbiamo anche il bisogno di raccogliere un pochino di soddisfazione. Perciò aprendo le prime missioni della Congregazione abbiamo cercato di metterci in zone dove, ringraziando il Signore, si dovrebbe raccogliere. Questo lo dico per don Gianni e gli altri che partiranno ; vedrete che, piano piano, a Resende e al Chaco si raccoglierà... sono zone dove si dovrebbe raccogliere. La Congregazione è giovane e se fosse capitato che tutti i nostri Religiosi avessero lasciato il sangue per strada e non avessero ottenuto niente? I ragazzi giovani hanno bisogno anche di un po’ di entusiasmo.CROCE sofferenza
FAMIGLIA papà
CROCE fallimento
PAROLA DI DIO Vangelo
CROCE sangue
MISSIONI
APOSTOLO
GRAZIA
VIRTÙ
fede
MISSIONI vita missionaria
GRAZIA Sacramenti
APOSTOLO salvezza delle anime
VIRTÙ
APOSTOLO uomo
CONGREGAZIONE
Don Ottorino conosceva bene la grave situazione di scristianizzazione in cui era venuta a trovarsi la regione italiana della Romagna, anche a causa di una feroce propaganda prima antipapale (secolo XIX) e poi anticristiana (con il comunismo dopo la seconda guerra mondiale).
Ruggero Pinton, prima di entrare in Congregazione, si era diplomato alle magistrali. La sua famiglia era dedita all’agricoltura in un proprio podere di Povolaro di Dueville (VI).
MI162,11 [9-04-1967]
11 Se noi avessimo aperto una missione verso la Romagna , conoscendo la particolare situazione della regione, quando fosse tornato a casa un confratello e avessimo chiesto: “Quanta gente viene in chiesa?”, ci avrebbe risposto: “La perpetua!”. E dopo un anno: “Quanta gente?”. “Alternativamente la perpetua, perché qualche volta non viene neanche quella... Siamo solo io e lui, cioè, io e l’assistente, l’assistente e io, e basta!”. Dopo tre o quattro anni questa situazione avrebbe portato un’ondata di scoraggiamento anche nella nostra Casa. Però, ricordatevi che tra voi ci sarà qualcuno che purtroppo dovrà forse consumare tutta la sua vita, in qualche zona simile, e sarà quello che manda avanti in un’altra parte quell’altro; forse sarà quello che nella Congregazione avrà fatto più apostolato di tutti, quello che guadagna per la Chiesa più di tutti, anche se apparentemente, giunto alla fine della vita, potrà forse solo mettersi a piangere. Don Ruggero piangerà: “Ah, lo dicevo io! Ah, se fossi andato a fare il maestro; se fossi andato a fare il bovaro, forse rendevo di più! Ho lavorato una vita intera, ho consumato una vita intera, e non ho fatto niente. Sono venuto in questa missione e c’erano due cristiani, e adesso ne è restato uno solo perché uno è morto. Ecco, ho perso la fede anch’io; sono arrivato alla fine della vita, e che cosa ho concluso?”. E mentre piange continua a dire: “Don Pietro fa furori, quell’altro fa furori... e io solo, io solo!”. E poi ancora: “Anche Zeno... Zeno è arrivato ad essere vescovo...”. Figlioli, fidatevi di Dio!MISSIONI
CONGREGAZIONE
CROCE sofferenza
VIZI scoraggiamento
CROCE fallimento
APOSTOLO
CHIESA
ESEMPI apostolo
VIRTÙ
fede
Il termine è abbastanza frequente in don Ottorino e significa: in forma abitudinaria, per dovere...
MI162,12 [9-04-1967]
12 “Senza quest’interiore spirituale esperienza della parola apostolica, nessuna predica, e in modo particolare poi quella sulla necessità della sofferenza...”. Che brutta parola ‘necessità della sofferenza’! Questa brutta parola fa paura, sapete! “Sarà bene quindi stare attenti a questo maestro dell’anima e cercare di crescere nella comprensione e nella scienza che viene da lui”. E allora ci sono due fattori: io devo stare attento a questo maestro perché parla a me, perché senza di lui è inutile che vada ad ascoltare una predica, è inutile che io legga un libro buono. Prima prega: “Veni Sancte Spiritus”, e poi prendendo in mano il libro puoi dire: “Parla, Signore; il tuo servo ti ascolta!”. Se prendi in mano il Vangelo ma non c’è il maestro, non c’è niente da fare! Prima cosa: devo stare attento per me. Secondo: io, quando parlo alle anime, devo invocare Dio: “Signore, parla tu, altrimenti io faccio danni”. Prendete la bella abitudine, prima di parlare a un’anima, di invocare il Signore; non invocarlo matematicamente , ma con il cuore. Per esempio, quando andate a fare una predica, fate una genuflessione al Santissimo e pregate: “Gesù, parla tu! Va’ avanti tu, se no è inutile...!”; date uno sguardo alla Madonna. Se state confessando, per ogni anima che viene a confessarsi: “Signore, Madonna, pensateci voi! Gesù, parla tu!”, e prima di confessare un’anima: “In nomine Patris... Signore, che cosa devo dire?”. Abituatevi, abituatevi a comprendere che è lui che fa!CROCE sofferenza
GESÙ
maestro
DIO Spirito Santo
PAROLA DI DIO Vangelo
APOSTOLO predicazione
CARITÀ
EUCARISTIA adorazione
GESÙ
MI162,13 [9-04-1967]
13 “Paolo non dice perché i cristiani debbano venir perseguitati; egli rinvia alla determinazione di Dio: è necessario”. San Paolo non si mette a fare una discussione quando dice che i cristiani saranno perseguitati, ma piuttosto che questa cosa non si discute: è necessario che questo avvenga perché Dio ha detto che è necessario. Non si tratta di fare un domani una disquisizione con le anime per far capire le motivazioni per cui uno debba patire, perché è inutile che vi mettiate a discutere. Dio ha detto che bisogna patire, che è necessario patire, e allora partiamo dalla parola di Dio e ... “causa finita est”! È chiaro? Paolo stesso non si mette a discutere, e lui le avrebbe sapute meglio di noi le cose; non affronta neanche il problema per dire: “Bene, guardate che è necessario soffrire per questo e questo e questo motivo, e anche per quell’altro...”. Qui nel testo è posto in corsivo: “È necessario”. Paolo non affronta la questione: Dio ha stabilito così: basta, non si discute più! “Ebbene, chi ha capito che è Dio che vuole così, e che, se lui così vuole, non può accadere una cosa diversa, deve tenersene pago. Non ha bisogno di altre spiegazioni. Chi nelle persecuzioni riconosce la volontà di Dio, ha già compreso abbastanza e può dichiararsi convinto”. Perciò se Dio ha stabilito che io dovrò andare in Paradiso attraverso la sofferenza e che devo accettare questo, è una delle cose che il Signore mi domanda e basta! Se il Signore vuole questo, perché fare tante storie? “C’è quel lavoro da fare, ma, sai, capisci...”. “Chi te l’ha ordinato?”. “Don Ottorino!”. “Ebbene, allora, basta”. Voi non dite così? “C’è da soffrire di mal di pancia...”. “Chi è stato a dirtelo?”. “Dio!”. E allora trovo Dio con il mio mal di pancia; mi venga pure il mal di pancia! Che bella sarebbe una vita così! Basta, figlioli, mi fermo qui stamattina. Avete già capito qual’è la conclusione. Cerchiamo di accettare dalle mani di Dio quello che il Signore ci manda, ma ricordiamoci che il Signore ci ha chiamati ad essere maestri per insegnare queste verità agli altri. Il ‘magister’ è colui che dovrebbe sapere le cose tre volte di più, dovrebbe vivere le cose tre volte di più. Cerchiamo, con l’aiuto della nostra buona mamma, la Madonna, di capire quello che vi ho detto. Primo: se non c’è il maestro che parla dentro di me, è inutile che vada a scuola dai libri. Secondo: se non mando avanti il maestro, è inutile che vada a predicare, specialmente è inutile che vada a fare la predica di cartello, cioè la predica più grande, quella sulla sofferenza, che è la cosa più difficile da comprendere.CROCE persecuzioni
CROCE
DIO
PAROLA DI DIO Vangelo
CROCE sofferenza
VOLONTÀ
di DIO
NOVISSIMI paradiso
APOSTOLO chiamata
MARIA la nostra buona mamma
GESÙ
maestro
APOSTOLO predicazione