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L’ AZIONE DI DIO E DI SATANA NELL’APOSTOLATO

MI166 [20-04-1967]

20 Aprile 1967

Cfr. 1ª Tess 3,11. Anche per questa meditazione don Ottorino usa il libro di HEINZ SCHÜRMANN, Prima lettera ai Tessalonicesi, Città Nuova editrice Roma 1965. Le citazioni, prese dalle pagine 67-68, vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.

Cfr. 1ª Tess 3,11. Anche per questa meditazione don Ottorino usa il libro di HEINZ SCHÜRMANN, Prima lettera ai Tessalonicesi, Città Nuova editrice Roma 1965. Le citazioni, prese dalle pagine 67-68, vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.

Don Luigi Smiderle, sacerdote novello da appena un mese, era animatore di un gruppo di ragazzi del ginnasio. Subito dopo don Ottorino nomina, con accenti scherzosi, Gaetano Scortegagna e Giuseppe Giacobbo, che all’epoca frequentavano il 3° anno del corso teologico.

Frase dialettale che significa: fare cose che non vanno bene, cose di poco conto fatte male. Ninin è termine dialettale del nome proprio Valentino. Significa anche: piccino da cullare. Nella Casa dell’Immacolata ‘pociti’ era il soprannome di Luigi Smiderle.

Il conte Gaetano Marzotto, titolare degli omonimi stabilimenti lanieri di Valdagno (VI), aveva costruito un magnifico palazzo in prossimità dello stabilimento. Un suo cugino di un ramo collaterale dei Marzotto, popolarmente chiamato dei ‘Marzottini’, per non essere da meno del conte, costruì dopo poco tempo un palazzo di grandi proporzioni vicino a quello del cugino. Parimenti il conte Marzotto aveva costruito in località Montalbieri di Castelvecchio un palazzo per villeggiatura estiva e il cugino aveva in mente di fare altrettanto (cominciò i lavori, ma la cosa poi non ebbe seguito). A Castelvecchio don Ottorino aveva pensato di costruire un ‘villaggio alpino’ per la villeggiatura estiva dei suoi ragazzi (l’opera fu portata a termine nel 1967 a Bosco di Tretto).

MI166,1 [20-04-1967]

1 Sia lodato Gesù Cristo!
Questa mattina siamo ridotti di numero. “Che lo stesso Dio e Padre nostro e il Signore nostro Gesù ci appianino la via verso di voi!”. Padre John, capite qualcosina? Sì? Anche Max? Max, capisci un pochino? Anche le bestemmie che dice don Ottorino? Parola difficile bestemmia! Dunque, state attenti! “... lo stesso Dio e Padre nostro e il Signore nostro Gesù ci appianino la via verso di voi”. Sarebbe come dire, per esempio, che Smiderle rivolgendosi ai ragazzi di quarta e quinta ginnasio dicesse loro: “Che il Signore nostro, il Padre nostro e Gesù ci appianino la via verso di voi! Cioè che noi, io e Gaetano, abbiamo da Dio la strada appianata verso di voi, in modo che noi possiamo fare qualche cosa e che non veniamo a rovinarvi!”. All’inizio dell’anno scolastico, il discorso inaugurale del parroco, Gioacobetto, rivolgendosi ai ragazzi, è stato questo: “Ragazzi, che il Signore Iddio appiani la strada in modo che io possa parlarvi in nome suo!”. “Paolo sa che la cura delle anime e l’apostolato sono opera di Dio, e che di conseguenza il loro vero nemico è Satana”. L’abbiamo detto tante volte. “Paolo sa che la cura delle anime e l’apostolato sono opera di Dio...”: sono opera di Dio! Dobbiamo renderci conto che il primario dell’ospedale è Dio e che noi siamo tutti assistenti del primario; è lui il padrone delle anime e dell’apostolato! Chi è l’assistente dei ragazzi di prima media? Dio! Di quelli di seconda? Dio! Di quelli di terza? Dio! Chi è il maestro dei novizi? Dio! Chi è il superiore generale? Dio! Chi è il geometra della casa? Dio! E chi è che fa i ‘pociti’? Ninin, che stava chiacchierando! Figlioli, bisogna mettersi in testa che è lui l’artefice della conversione delle anime, è lui che salva le anime! Non siamo noi che salviamo le anime, ed essendo un’opera di Dio la salvezza delle anime, necessariamente troveremo sul cammino Satana, perché dove sta lavorando lui c’è subito l’altro che lavora. Dove Dio impianta un cantiere, immediatamente poco lontano anche quell’altro impianta un cantiere. Come a Valdagno: Marzotto ha costruito un palazzo e, subito dopo, Marzottin, gli altri Marzotto, hanno costruito un altro palazzo vicino. Marzotto costruisce Montalbieri, e subito gli altri preparano... il posto per noi, vedremo se Dio vorrà per noi... il posto per un altro palazzo. Uno impianta a Valdagno, quell’altro impianta a Castelvecchio perché non bisogna essere da meno gli uni degli altri. Sul nostro cammino apostolico troveremo sempre così.

DIO Padre

GESÙ

PASTORALE parroco

DIO

APOSTOLO

CONGREGAZIONE assistente

CONGREGAZIONE superiore generale

FAMIGLIA papà

CONVERSIONE

APOSTOLO salvezza delle anime

Il riferimento è a Luciano Bertelli o Luciano Rizzi, ambedue del 3° anno del corso teologico.

Marco Pinton frequentava all’epoca il 1° anno del corso liceale.

MI166,2 [20-04-1967]

2 Il Signore impianta una vocazione - ecco Luciano - e il demonio ne impianta un’altra vicino... Brooommmm! Chi vince? A un dato momento a Castelvecchio ha vinto il Marzottone e il Marzottino è rimasto con le sole fondamenta. Capito? Guardate che in ogni anima ci sono due monti: a Castelvecchio c’è il monte Postale, dove il conte Marzotto ha costruito e dall’altra parte c’è quello dove voleva costruire quell’altro, il Marzottino, che aveva messo a dimora decine, anzi migliaia di piante - io ho visto, ho visitato la terra - per non essere da meno del conte Marzotto. Però, uno lassù ha costruito il palazzo, l’altro è rimasto alle fondamenta.
Arriva Dio nella casa di Marco , lo chiama, lo invita, lo vuole fare suo: subito, lì vicino alla casa di Marco, il più vicino possibile quell’altro impianta anche lui le fondamenta di una casa. E una si completerà e di una resterà solo la fondazione; quella che si completerà durerà per tutta l’eternità, e l’altra? Che potere abbiamo ognuno di noi! Io posso fare in modo che la casa di Dio abbia solo le fondazioni in me e invece che sia la casa del demonio. È tremendo, è tremendo! La costruzione di questa casa è opera di Dio, però Dio non può fare niente se non c’entro anch’io! E in quest’opera bisogna convincerci che c’è Dio che mette le fondazioni, ma subito arriva Satana. Ve l’ho detto parlando del Chaco. Ho detto che voi andate là e troverete già Satana che ha sentito dire... è già pronto in aereo. Il vescovo ha già avuto sette ettari di terreno? State sicuri che l’altro ha avuto degli altri ettari, vicini e dentro, vicini e dentro. Vicino il demonio metterà una chiesa protestante... Vi sarà, magari, qualcuno, una donnaccia di quelle di strada, che vuol farsi la casa ai vostri confini, per mettersi vicino. State sicuri che il demonio sta preparando tutto dove andrete: attorno, perché se uno deve costruirsi la casa bisogna che sia fuori, ma soprattutto state sicuri che lavorerà dal di dentro... L’apostolato è fatto così: questo è l’apostolato! L’opera di Dio, l’apostolato, è da una parte e l’opera di Satana è dall’altra parte. Questo è quello che dovremmo metterci in testa, perché è quello che troveremo dinanzi a noi, sia in una Comunità che in un’altra. Io mi trovo davanti a Luciano e io so che in lui ci sono Dio e Satana: Dio sta lavorando e Satana sta lavorando. Eccoli là: Satana da una parte e Dio dall’altra, e io li vedo dentro. Sì, sì, li vedo, vedo le due costruzioni, vedo i due cantieri: uno vincerà e allora spazzerà giù l’altro, scapperanno gli operai dell’altro. Se vince Dio verranno gli angeli e spazzeranno via tutto con le ruspe, e della costruzione di Satana resterà una piattaforma dove gli angeli andranno a ballare; se invece vince Satana, spazzerà via la costruzione di Dio per fare una piattaforma dove i demoni andranno a ballare. Tremendo, eh! E in ogni anima succede questo, e in ogni parrocchia succede questo; dove andrete voi troverete questo, lo troverete dappertutto: un campo di battaglia.

CROCE Demonio

APOSTOLO vocazione

CREATO

APOSTOLO chiamata

CONSACRAZIONE santità

NOVISSIMI eternità

DIO

CONSACRAZIONE

MISSIONI

CHIESA Vescovo

CROCE tentazioni

APOSTOLO

Il riferimento potrebbe essere a Umberto Manzardo, neo professo dal 22 gennaio di quell’anno 1967.

Don Luigi Furlato, maestro dei novizi.

Livio Adessa frequentava all’epoca il 1° anno del corso teologico nel seminario vescovile.

MI166,3 [20-04-1967]

3 Figlioli, ecco qui. State attenti.
“E se è Satana che sbarra il cammino, solo Dio può spazzar via gli ostacoli”. Allora se la realtà è questa, prendiamo Luciano che è l’uomo del giorno, se la realtà è questa, che dentro di lui ci sono due città in costruzione, una la sta costruendo Dio e una la sta costruendo Satana, allora quando io faccio l’apostolato mi trovo dinanzi a Satana. Se io tendo ad aiutare Dio, troverò anche Satana contro di me; se io vado con i sacchi a portare cemento a Dio, Satana cercherà di fermarmi perché non porti aiuto a Dio. Allora nel fare apostolato io devo aiutare Luciano - e l’apostolato è questo - a vincere la battaglia in modo che trionfi Dio e non trionfi Satana. Chiaro? Ti sembra, Berto ? Allora, attento: quando comincerò a fare apostolato a Luciano, cioè ad aiutare Luciano a costruire la città di Dio e a debellare quella di Satana, in modo che si ottenga di avere la piattaforma per andare a ballare con gli angeli, mentre sto andando verso di lui cozzerò contro chi? Contro Satana. È inevitabile; io mi trovo contro Satana. Anche quando in confessionale dico una buona parola a una persona, quando mi incontro con un giovane in cortile, io mi scontro con Satana. È questo che bisogna credere, caro don Luigi . Non si possono fare le cose semplicisticamente: “Eh, bene, una pargoletta!”. Ricordatevi che quando si dice una parola bisogna rendersi conto di quello che sta succedendo, di quella che è la reale situazione. Non è con la fionda che si possono affrontare i leoni; per lo meno ci si mette in posizione, ma con il mitra. La realtà tremenda è questa: quando io faccio un’azione apostolica di qualsiasi genere, piccola o grande, io cozzo contro Satana, e se cozzo contro Satana devo rendermi conto che l’unica arma per vincerelo è Dio. Non posso da solo resistere a Satana, non posso. Come si fa quando si va in una casa e sul portone, all’ingresso, è messo: “Attenti al cane”, e c’è un cagnaccio grande grande? Si suona il campanello e si va dentro? No! Anche se il portone è aperto, si va dentro? No! Se il cane è sciolto non si va dentro. Non ti sembra, Livio ? Si suona il campanello e si chiede: “Signora, per piacere, può richiamare il cane?”. E la padrona di casa grida al cane: “Ehi, Berto, via di qua... via!”. La padrona di casa manda via il cane, lo manda dentro, magari lo afferra e lo lega alla catena; il cane continua ad abbaiare, ma lei lo lega alla catena, e allora si va avanti tranquilli, sempre con la paura però perché il cane è lì che abbaia, che si rizza sulle gambe perfino, ma è legato alla catena. Finché la padrona di casa non lega il cane, quello è capace di stirarti i pantaloni. È vero o no?

CREATO

DIO

CROCE Demonio

APOSTOLO

GRAZIA Confessione

PASTORALE

PASTORALE giovani

VIRTÙ

prudenza

Il riferimento è a Mario Corato, giunto dal seminario vescovile dopo la maturità classica, e all’epoca in noviziato.

MI166,4 [20-04-1967]

4 Se io voglio fare un’azione apostolica in Luciano devo ricordarmi che devo andare contro il demonio, che avrò il demonio contro, e allora bisogna domandare alla padrona o al padrone che prima leghino il cane, perché solo Dio può togliere gli ostacoli. È pazzesco, è da bambini pensare di fare qualcosa nell’azione apostolica agendo soltanto sul piano umano; è da bambini, è infantile credere che con i libri, con lo studio, con l’intelligenza, con le doti umane si possa fare qualcosa nell’apostolato! Non te ne accorgi? Ma che cosa vuoi fare tu? Che cosa interessa che uno sia un contadino o che sia uno che con lauree se c’è un cagnaccio che morde sia l’uno che l’altro? È ridicolo se il laureato dicesse: “Sta indietro, perché io sono laureato!”. Quell’altro gli dà un morso sul cu... il demonio mi fa dire stupidate!; non fa attenzione quando morde se si tratta di carne laureata o non laureata, gli interessa che sia mangiata. È preferibile che ci sia tutto il resto, ma per passare davanti al cane ci vuole la santità. Dopo si entra e si parla, ma l’essenziale è trovare il passaggio. Voi che avete visto qualche cinema avrete notato che tante volte c’è una strettoia battuta dalle mitragliatrici... e i soldati devono passare proprio attraverso quel passaggio. È chiaro che bisogna essere corazzati di santità, di unione con Dio; soltanto se fai quella strettoia in unione con Dio ti salvi. Mi guardi, Luciano? Questa è la realtà, caro.
“Per cui, solo la preghiera può aiutare a sgombrare la strada”. Quante volte abbiamo detto che la preghiera e il sacrificio sono necessari per l’apostolato! Ed ecco il motivo intrinseco per cui è necessaria la preghiera e il sacrificio quando dicevamo che la parola deve essere accompagnata dal sacrificio. Per la parola, per la predicazione ci vuole lo studio, ma accompagnato dal sacrificio e dalla preghiera, perché, essendo l’opera della salvezza delle anime opera di Dio, ed essendoci naturalmente vicino alle opere di Dio l’opera della città di Satana, per passare dalla città di Satana e andare nella città di Dio occorre l’intervento di Dio, perché solo lui può spazzar via Satana. E, per ottenere l’aiuto di Dio, per spazzare via gli ostacoli, non c’è che preghiera e sacrificio. Non c’è niente da fare! Mi guardi, Mario ?

APOSTOLO

CROCE Demonio

DIO

DOTI UMANE

VIZI superbia

CONSACRAZIONE santità

PREGHIERA unione personale con Dio

PREGHIERA

PENITENZA sacrificio

DOTI UMANE studio

MI166,5 [20-04-1967]

5 “In verità, soltanto chi nella fede sa valutare oggettivamente le difficoltà, può usare i mezzi idonei a superarle. E dove l’oppositore è Satana, si deve ricorrere appunto alla preghiera”.
Se noi restiamo sul piano umano, chi avrebbe il coraggio di prendere un bambino e insegnargli ad amare il Signore? Io non ne avrai il coraggio. Sul piano umano chi avrebbe il coraggio di prendere un bambino di sei o sette anni e prepararlo alla prima comunione? Chi sarebbe tanto ardimentoso da dire: “Io, lo preparo io”. Tu lo prepari? Ti rendi conto che cosa vuol dire preparare uno alla prima comunione, all’incontro con Cristo? Chi di voi avrebbe il coraggio, sul piano umano, di affrontare un bambino e prepararlo alla prima comunione? Io no di sicuro; sul piano umano non avrei il coraggio. Che ne dici, Livio? Dire: “Ebbene? Per insegnargli quattro cose...”, vuol dire non capire a fondo il problema: si tratta di preparare una creatura ad incontrarsi con il suo Dio; se lo fai in forma infantile è un conto, ma se tu vuoi fare le cose fatte bene è diverso! Pensa alla responsabilità che hai dinanzi a Dio, e proprio sul piano umano bisognerebbe avere paura. Io avrei tanta o, forse, più paura a preparare un bambino alla prima comunione che non preparare uno a morire fra pochi istanti. Sul piano umano c’è da pensarci ad evangelizzare! Sul piano umano mi preoccupa anche venire a farvi la meditazione. Sapeste quante volte mentre sto parlando dico fra me e me: “Dove mi trovo? Io ho il coraggio di dire queste cose? Io ardisco dire queste cose?”. Sul piano umano è tremendo! Chi potrebbe, sul piano umano, parlare in nome di Dio? Chi sa insegnare la strada che conduce al Paradiso? Sarebbe come, sul piano umano, che uno insegnasse ad un altro a correre in bicicletta e lui non è capace di andare in bicicletta, o insegnasse a uno a fare i salti e lui ha una gamba rotta e non può neppure camminare. Figlioli miei, è grande la scuola dell’apostolato, è meravigliosa, come, sul piano umano, per una mamma educare i suoi figli. Ma ci sarebbe da spaventarsi per una mamma che ha tre o quattro figli da educare se sapesse la responsabilità che incombe sulle sue spalle per quei figli, perché quei figli avranno figli, e i figli avranno figli: l’educazione di quella mamma si ripercuote fino alla fine del mondo. Allora Marco dirà: “Eh, noi siamo fortunati, perché andiamo preti... tanto!”.

FORMAZIONE

PASTORALE

GRAZIA Sacramenti

PECCATO

APOSTOLO

ESEMPI apostolo

DIO

NOVISSIMI paradiso

FAMIGLIA papà

FAMIGLIA mamma

FORMAZIONE educazione

La ‘rosa di Gerico’ è una specie erbacea delle crocifere: ha lunghe foglie ovali e fiori di colore bianco molto vistosi; vive in luoghi desertici del Medio Oriente.

MI166,6 [20-04-1967]

6 “... soltanto chi nella fede sa valutare oggettivamente le difficoltà, può usare i mezzi idonei a superarle”.
Coloro che veramente hanno capito queste verità e vi credono, tu li vedi tanto umili, senza arie, si fidano poco di se stessi e confidano tanto in Dio, si mettono a pregare prima di fare qualunque azione, all’inizio sono un po’ titubanti, ma poi vanno, poi sono decisi fino in fondo quando si tratta di partire, e tu vedi che vicino a loro è come ci fosse un’oasi, come la ‘rosa di Gerico’ nel deserto. Ti chiedi: “Che cosa c’è?”, perché vedi un fiorire, un fiorire... Quante volte si va i certi paesi dove c’è stato qualche parroco che ha lavorato per venti o trent’anni e vedi un fiorire... “Poverino, quel prete è senza arie!”, ma è uno che crede, uno che capisce, e si vede che riferisce tutto al soprannaturale: “Il demonio è tremendo! Tante volte ho avuto un ragazzo, una ragazza in difficoltà, e dopo il demonio mi ha aggredito per rovinarmi... Beh, ho fatto tanto pregare, ho fatto penitenza!”. Si nota che riferisce tutto a Dio, che mette tutto sul piano soprannaturale, e allora c’è un fiorire di vita cristiana, di mamme e di papà cristiani. Perché? Perché quando uno crede acquista anche lui, si può dire, l’onnipotenza di Dio. Fratelli miei, bisogna che anche noi ci abituiamo fin da adesso, rifacendoci alla meditazione di ieri mattina, a considerare queste realtà, perché se aspettiamo un domani nel campo apostolico, è impossibile farlo. Ieri mattina vi dicevo: “Se oggi non avete la forza di fare la correzione fraterna al compagno, non avrete la forza di fare il vostro dovere un domani; non sentirete quello spirito apostolico un domani, se non lo sentite oggi”. Questa mattina vi dico che se per fare la correzione fraterna non vi appellate a Dio sapendo che nel vostro fratello c’è la lotta tra Dio e Satana, un domani vi fiderete troppo delle vostre forze. Bisogna che fin da adesso vi convinciate che un po’ di apostolato lo dovete fare, ma questo apostolato lo fa Dio con voi e voi con Dio. Perciò se, per esempio, avete sentito che in casa vostra c’è una difficoltà, che nel vostro paese c’è qualche difficoltà, che c’è qualche anima in pericolo, se sentite dire che i nostri missionari hanno bisogno, dovete impegnarvi ad aiutarli, ma bisogna che vi abituiate anche a capire che c’è il demonio di mezzo, che c’è il demonio che cozza contro, e subito prendere posizione: “Figlio di un cane di un diavolo!”. Bisogna capire, insomma, che siamo diretti al Paradiso, e per strada c’è il demonio che cerca di rompere tutto, rompere i passaggi...

VIRTÙ

umiltà

VIRTÙ

fiducia

PREGHIERA

CONSACRAZIONE radicalità

PASTORALE parroco

APOSTOLO testimonianza

VIRTÙ

fede

CROCE Demonio

PENITENZA

CHIESA cristianesimo

DIO

APOSTOLO

COMUNITÀ

correzione fraterna

APOSTOLO F.A.

COMUNITÀ

confratelli

CROCE difficoltà

415 m. d’altezza, sui Colli Euganei in località Monte Rua, nel comune di Torreglia Padovana, a circa 20 km da Padova, si erge l’Eremo della Santissima Annunziata di Monte Rua in cui vivono, in completo deserto, una esistenza totalmente contemplativa e claustrale, gli Eremiti Benedettini Camaldolesi di Monte Corona (i Coronari) che furono fondati nel 1523 dal nobile veneziano Paolo Giustiniani per riformare l’ordine dei Camaldolesi caduto nel generale lassismo delle congregazioni monastiche del XIV secolo. È un luogo di grande austerità e fervore.

Cfr. Numeri 11,5

MI166,7 [20-04-1967]

7 Pensate un momentino se io dovessi partire in aereo per l’America e sul più bello che sono all’aeroporto da tutte le parti spunta fuori il demonio che ci spara contro, che mette lo spuntiglio nei motori, che al posto della benzina butta acqua nei serbatoi, che fa di tutto, insomma, per farci saltare per aria: è naturale che prima di partire controlleremmo bene che non ci siano bombe dentro l’aereo, che ci sia la benzina nei serbatoi, e passando al di sopra dell’aeroporto staremmo attenti che non ci spari addosso: insomma saremmo preoccupati! In tempo di guerra, in certi momenti c’era da preoccuparsi, sapete!
State attenti che il demonio è sempre in agguato, di giorno e di notte - Luigi, mi guardi, caro?- e noi abbiamo dichiarato guerra al demonio, e noi dobbiamo andare contro il demonio, e lo troveremo sempre, sempre, sempre sui nostri passi. È lui: eccolo anche qui, eccolo anche qui! Potete volare fin dove volete; se un domani andrete sulla luna e troverete i lunatici, ricordatevi che anche là troverete il demonio. Se andrete in un convento di clausura, se un domani vi ritirerete in un convento di clausura, anche là troverete il demonio, anche sul Monte Rua . Infatti io sono stato curioso, e una volta sono andato a Monte Rua, ho trovato uno di quei padri e ho domandato: “Mi dica un po’, padre: il demonio viene anche qui dentro?”. Mi ha risposto: “Sembra impossibile, eppure...”. E si è un po’ confidato con me che gli avevo chiesto qual’era la forma che il demonio assumeva in quel luogo. Mi diceva: “Anche ai padri che hanno sessanta o settant’anni il demonio presenta il mondo come una cosa desiderabile: essi hanno le tentazioni come i ragazzi di sedici o diciassette anni, di quell’età, insomma”. Mi diceva che sono tentazioni tremende per loro perché il demonio fa diventare il mondo più bello di quello che è, e tante volte capita che qualcuno rinuncia al mondo, stanco del mondo rinuncia ad esso e si dà, decide di darsi al Signore e dice “basta!”, nauseato del mondo viene dentro, ma dopo dieci anni rimpiange il mondo. Par di vedere un po’ gli Ebrei che scapparono via dall’Egitto e dopo rimpiangevano le cipolle dell’Egitto : “Almeno là avevamo... almeno là avevamo!”. Il demonio c’è, il demonio c’è! Quella volta ho fatto una lunga discussione con il padre, perché mi interessava vedere fin dove arriva il demonio. Pensavo che durante la vita apostolica sono necessariamente in battaglia, e allora avrei potuto ritirarmi là dentro ed essere al sicuro. Niente da fare, cari, neanche là manca Satana. Antonio, non credere che il demonio ti molli perché scappando via dal Chaco dici: “Mi ritiro perché voglio essere al sicuro dal demonio!”. No, no, no: il demonio ti segue anche là.

CROCE Demonio

VIRTÙ

prudenza

CROCE tentazioni

MONDO

CONSACRAZIONE distacco

APOSTOLO

Giampietro Fabris frequentava all’epoca il 3° anno del corso liceale ed era dotato di una spiccata intelligenza.

Cfr. Matteo 4,9-10.

Cfr. Luca 9,57.

MI166,8 [20-04-1967]

8 Concludendo.
“E dove l’oppositore è Satana, si deve appunto ricorrere alla preghiera”. Quando ero piccolo mi insegnavano che Satana si vince in due modi: con la fuga e con la preghiera, mai affrontandolo di petto. Mentre scappate via sputategli pure dietro, ma mai affrontatelo di petto; non arrischiatevi ad affrontarlo di petto perché hanno provato in tanti e tutti ci hanno rimesse le penne, la pelle insomma. Satana si vince soltanto fuggendo. Provate a ragionare con un comunista e vedrete se siete capaci di dialogare costruttivamente con lui; ora, Satana è quello che ha inventato i comunisti. Specialmente quando si tratta di purezza e di superbia, non si vince Satana con il ragionamento. Per esempio, supponiamo che un ragazzo, un giovanotto come Fabris entri in questo momento in una crisi tremenda, cominci a ragionare: “Il mondo... qua e là...”, e cominci a pesare quello che gli dà il mondo e quello che gli dà Dio, e si metta a pensare: “Ma qua... ma là...”. Fabris non vincerebbe questa tentazione neanche per sogno mettendosi a pesare, a discutere con il demonio, perché il demonio ti direbbe: “Sta’ attento, Giampietro, guarda: tu adesso lasci il mondo per andare con il Signore, ma che cosa ti dà il Signore?”. Allora tu cerchi di rispondere: “Il Signore mi dà la vita eterna”. “Boh, e tu ci credi? E da quando in qua?”. Se tu cominci ad entrare in discussione con il demonio, ricordati, Fabris caro, che tu la perderai, che sei già sulla strada di perderla. Il demonio si vince, ma attento come si vince il demonio che ti dice: “Giampietro, guarda, guarda che bello è il mondo, guarda quanto è bello! Inginocchiati dinanzi a me e adorami!”. Che cosa ha detto il Signore: “Va’ indietro, Satana...” . Gesù non ha fatto discussioni quando il demonio gli ha detto: “Di’ che queste pietre si cambino in pane...”; il Signore gli ha detto: “Non di solo pane vive l’uomo...”. E il demonio: “Buttati giù...”, e Gesù: “È stato scritto: non tenterai il Signore Dio tuo!”. “Inginocchiati dinanzi a me...”, e Gesù gli ha sputato in faccia e quell’altro è scappato via. Con il demonio bisogna rispondere in quella forma. Se si presenta il demonio per tentarvi rispondetegli così: “Va’ alla malora, brutta bestia!”, e gli si buttano addosso quattro bestemmie, si prende il crocifisso e gli si dà un bel bacio: “Signore, io sarò con te! Non mi interessa niente di quello che dice Satana, non entro neanche in discussione, io sarò tuo!”. È giusto? Con il demonio bisogna fare così. Mi viene da ridere quando vedo qualche giovane che si mette a giocare con i cani, con un cane rabbioso, pretendendo di vincere il cane rabbioso con il ragionamento. State attenti, state attenti! Insisto su questo punto perché la maggioranza delle vocazioni che si sono rovinate sono di quei giovani che sono andati a ragionare con il demonio; con il demonio non si ragiona perché sul piano umano la perdete. Noi stiamo seguendo Dio. Avete sentito come è iniziata la Messa stamattina? Il Signore chiama: “Viene e seguimi”, e l’altro risponde: “Ti seguirò da qualunque parte tu vada. Sequar te quocumque ieris” , e il Signore: “Basta. Vieni e seguimi!”.

CROCE Demonio

PREGHIERA

VIRTÙ

prudenza

MONDO comunismo

VIZI superbia

VIRTÙ

CONSACRAZIONE castità

MONDO

CROCE tentazioni

NOVISSIMI eternità

PAROLA DI DIO Vangelo

GESÙ

crocifisso

APOSTOLO vocazione

“Prendere quaglie” nel senso di prendere rimproveri, punizioni, era un modo di dire comune in seminario ai tempi di don Ottorino.

MI166,9 [20-04-1967]

9 Supponete che io dica a Luciano Rizzi, e scusate se insisto un paio di minuti su questo punto qui: “Luciano, vieni con me”, e lui: “Sì, vengo!”. Salta fuori don Luigi, che supponiamo sia il demonio:
“Ehi, dove vai?”. “Vado via con don Ottorino”. “Furbo, vai via con don Ottorino? Hai sentito quella sera... è una stancata! Vieni con me, suvvia; andiamo invece dalle Suore Dorotee. Sai che là c’è suor Emilia che ha i biscottini...”. E Luciano: “Ma anche don Ottorino mi dà i biscottini se vado via in sua compagnia...”. “Sì, sì, i biscottini... Vedrai quante “quaglie” ti dà lungo la strada; ti dà da mangiare quaglie al posto dei biscottini!”. “Va bene, dice Luciano, ma lui le quaglie me le dà perché mi vuole bene!”. “Sì, perché ti vuole bene! Ma intanto te le dà...”. Se tu continui a discutere con lui, per te è finita. A ogni parola che lui ti dice tu cominci già a mettere in dubbio un pochino l’affetto di don Ottorino, e allora anche se tu vai via con don Ottorino è un andarci malvolentieri: “Uffa! Guarda, se andavo via con don Luigi”, perché il demonio continua a descrivere i biscottini con la crema, con una storia e con l’altra. Però il demonio non ti descrive il mal di pancia che ti farebbe venire se mangiassi quei biscottini, ma solo ti descrive la meravigliosa bontà della crema. Attenti, attenti! Al demonio si risponde: “Ah, brutta faccia di don Luigi! Vattene a trovare la suora. Don Ottorino mi ha chiamato: io vado con lui e tu va’ a farti benedire!”, e a don Ottorino Luciano deve dire: “Don Ottorino, pensi che don Luigi, il demonio, voleva che andassi dalle suore. Le sembra che io sia un uomo da suore?”. Quello si deve rispondere al demonio, e poi ci si ride sopra e la cosa è finita. E dopo, quando stai mangiando un pezzo di salame, come abbiamo fatto ieri, in cima al monte, si ride sui biscottini delle suore: “Altro che le suore! Questa è roba da uomini!”.

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

VIRTÙ

fortezza

Don Ottorino era alle prese con i problemi della vendita delle due case di Asiago (VI) e della costruzione di un villaggio alpino per le vacanze estive dei ragazzi sia della Casa dell’Immacolata che degli orfani ospitati all’Istituto San Gaetano.

MI166,10 [20-04-1967]

10 Così, anche se c’è da soffrire un pochino: “Questa è cosa da uomini!”. Si cerca di farsi coraggio: questo è il Paradiso, e sappiamo già che la strada verso il Paradiso è una strada dura. Se ti si presentassero due strade davanti: a un dato momento sei a un bivio e ti domandi quale sia la strada giusta; supponiamo che il demonio taccia e che Dio taccia; e ti domandi quale sia la strada che va su in Paradiso. Una è bella, larga e asfaltata; l’altra è stretta e piena di sassi: può darsi che sia quella più larga, può darsi, ma quella stretta sicuramente va in Paradiso, perciò per non sbagliare scegli sempre quella più dura. Nel dubbio scegli la croce, nel dubbio scegli quello che costa di più.
“Quale sarà la volontà di Dio? Quale sarà la volontà di Dio?”. “A te piacerebbe di più essere nel mondo o essere qui?”. “Eh, nel mondo...”. “E, allora, vacci!”. “Ma io voglio fare la volontà di Dio. Mi sentirei di dover andare prete... Ma se anche nel mondo partecipo dello sforzo del bene? Un domani sarò professore, potrò diventare deputato: quanto bene potrei fare! Sì, sento che non sto scegliendo la strada giusta, ma, ma...”. “Qual’è la scelta che ti costa di più?”. “Questa”. “E, allora, va’ per questa strada”. Perdonatemi perché ero un po’ stanco e vi ho detto questi pensieri alla buona; ve ne sarete accorti anche voi: non volevo farvi neppure la meditazione! Ci sono le preoccupazioni per le colonie in montagna e la natura umana direbbe: “Andate a farvi benedire, colonie; andiamo a costruirle in Guatemala!”. Ma è la volontà di Dio e bisogna farla! Ora vi suggerirei di dire al Signore almeno che, quando trovo i demoni per strada che mi mettono i pali tra le ruote, abbia la forza di sputargli in faccia e andare per la strada di Dio e non perdere il coraggio. Dico male, don Luigi? A un dato momento sono tante le difficoltà che verrebbe la voglia, umanamente parlando, di mollare tutto. Però, almeno l’Ave Maria che diciamo adesso insieme sia perché tutti noi abbiamo la forza di fare quello che ho detto.

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