24 Lettera al Vescovo Rodolfi del 25 aprile 1941.

L24 [25-04-1941]

È una lettera concisa e schematica al vescovo diocesano, scritta dalla parrocchia di Araceli (VI) ove era cappellano. In essa presenta l’urgente necessità di iniziare una scuola di lavoro per tanti giovani abbandonati, e sottopone al vescovo proposte concrete, precise e bene articolate. Si conserva la fotocopia della lettera dattiloscritta sulla facciata anteriore di un grande foglio bianco, con data e firma autografa completa. A fianco della data c’è una nota a mano “Riservata”, forse del vescovo stesso. La lettera è accompagnata da due fogli, sempre dattiloscritti, che vengono riportati con alcune correzioni della punteggiatura e dell’ortografia: 1) Il primo, che porta come titolo “Note”, è senza dubbio di don Ottorino perché racconta con fedeltà estrema gli avvenimenti che lo spingono ad iniziare l’Opera e il suo incontro con don Giovanni Calabria ad Araceli. 2) Il secondo potrebbe essere pure di don Ottorino, o del vescovo stesso, e porta la data del 29.4.1941, ed è quindi posteriore a qualche colloquio fra don Ottorino e mons. Rodolfi. Vicenza, 25-IV-1941

Il riferimento è a una ditta elettromeccanica di Arzignano (VI) che, all’epoca, stava prendendo uno sviluppo notevole.

L24,1 [25-04-1941]

1. Eccellenza Reverendissima.

Da alcuni casi verificatisi in questi giorni comprendo sempre più il bisogno urgente di venire incontro a tanti giovani completamente abbandonati. Una scuola di lavoro per questi incontra, da quanto ho potuto sentire, il favore dei buoni, specie dei direttori di grandi e piccole ufficine, che, pur di avere domani dei giovani capaci di lavorare ed onesti, sono disposti a venir incontro anche finanziariamente cedendo utensili di lavoro.Il Direttore dell’I.V.E.M. si impegna ad assumere domani qualunque numero di giovani senza richiedere alcun certificato di studio. Ora cederebbe un tornio ed altri oggetti per aiutare l’opera stessa.

Per il luogo:1) Si potrebbe incominciare in forma modestissima in Oratorio Parr. e poi trapiantarsi appena si è un po’ avviata la cosa. Ovvero2) Trovare una casa in affitto. Ovvero3) Comperare una casa e cominciare lì dal poco. La casa sarebbe già adocchiata - il padrone non sembra volerla cedere, ma èdei nostri e non resisterebbe a un po’ di pressione - ci sarebbero dei signori che si impegnerebbero a pagare la casa.

Per l’assistenza:1) Un maestro di lavoro di anni 33 si presta, per ora, gratuitamente.2) Un benestante di anni 40 presta gratuitamente la sua opera di sorvegliante.

3) Un maestro, se domani ve ne fosse bisogno, sarebbe disposto a dedicarsi completamente a quest’opera.Per il lavoro:1) La Ditta Pellizzari era disposta a dare lavori facili, che potessero anche rendere qualche cosa.2) Altre officine di Vicenza cederebbero piccoli lavori non richiedenti grande attrezzatura.

Dinanzi alla Legge:Il maestro di lavoro apparirebbe come proprietario dell’officina per eventuali questioni.

Primo tempoAccogliere tutti i più buoni per formare l’ambiente spirituale, mandandoli a casa a mangiare a mezzogiorno.

Secondo tempoDar loro da mangiare a mezzogiorno - tenerli tutta la domenica.Nella certezza che V.E. vorrà prendere in considerazione la cosa, pronto a dare a voce eventuali schiarimenti, si prostra al bacio del S. Anello ed invoca la Ep. Benedizione

Sac. Ottorino ZanonNOTE

CHIESA Vescovo

AUTOBIOGRAFIA Araceli

PASTORALE giovani

Il riferimento è a FRANCESCO GIULIARI, giovane aspirante dell’Azione Cattolica parrocchiale, che don Ottorino aveva diretto spiritualmente e aveva accompagnato da vicino nel momento della morte.

L24,2 [25-04-1941]

2. Stato miserando della gioventù delle Baracche: moralità, cose oscene, ad imitazione dei grandi. (Idem S. Lucia, G. Imperiali ecc.) I ragazzi dai 14 anni in su perdono la S. Messa festiva l’80%, mentre dei piccoli fino ai 10 anni solo il 60% frequentano la Dottrina Cristiana dietro al continuo stimolo dei premi e del cine. Dei ragazzi invece dai 10 ai 14 anni solo il 20% frequenta la Dottrina.Avrei dato volentieri la vita per questa gioventù. Che fare?Il piccolo Giuliari si ammala e lo prego a volermi intercedere lumi dal Signore.

Quattro giorni dopo la morte, come prova se dovessi dedicarmi a questa gioventù abbandonata, chiedo al piccolo aspirante defunto la conversione, per prima di sera, di una creatura ostinata nella colpa, che da più di 30 anni non si confessava.

La conversione avviene. Dunque devo dedicarmi alla gioventù, ma come?

CONGREGAZIONE storia

L24,3 [25-04-1941]

3. Il 14.2.41 scrivo a Don Calabria perché mi conceda una udienza, senza indicarne il motivo. Il 18 Don Calabria viene da me. Colloquio in auto. Mi riceve come se mi conoscesse dall’infanzia.Narro un po’ la situazione e la vecchia idea della Scuola di lavoro.D.Cal.: “Già mi pare di vedere il futuro: il Signore vuole fare con te grandi cose... Bisogna che tu incominci subito, altrimenti non facciamo più in tempo... La cosa deve sorgere completamente nostra.Va’ dal vescovo a nome mio, chiediGli solo la Sua Benedizione ed incomincia. Lascia Araceli, ritirati con uno o due giovani che abbiano i tuoi stessi sentimenti, possibilmente presso una chiesa vecchia da riaprire... Il Vescovo ti potrà consigliare su questo.Preparati a soffrire tanto, tienti unito al Signore con la meditazione e non temere. Ricordatelo: dovrai soffrire molto”.Risp.: “Ma, Padre, pensi che sono giovane, lontano dalla perfezione... come posso osare tanto?!!”.D.Cal.: “Ho detto che sarà il Signore che farà grandi cose ed è per questo che ha scelto te per far vedere che tutto è opera Sua”.Risp.: “Ho sentito che a Lei era stato offerto ultimamente l’Orfano-trofio di S. Domenico a questo scopo...”.D.Cal.: “Sì, ma non riuscirebbe una cosa nostra, col nostro spirito, non gioverebbe alle anime”.

Risp.: “Ultimamente il Podestà si è interessato tanto delle Baracche; non sarebbe il caso di interessarlo anche in quest’opera per avere il suo appoggio e il suo aiuto?”.D.Cal.: “Ricordati che le opere del Signore non incominciano in tal modo. Lasciamo stare tutto questo.Tu obbediscimi: va’ dal Vescovo, digli che ti ho mandato io, chiedigli solo la Sua Benedizione e nient’altro.Da questo momento io mi ricorderò in modo particolare di te nelle preghiere. Ricordati che dovrai soffrire tanto; non temere. Sta unito al Signore”.DON OTTORINO ZANON29.4.1941In relazione con quanto esposto nella lettera del 25 corr. don Zanon si proporrebbe il piano seguente per l’inizio dell’opera:

AUTOBIOGRAFIA

AUTOBIOGRAFIA Araceli

STRAZZABOSCO e LOVATO furono accanto a don Ottorino nei tempi eroici del sottopalco di Araceli. Massimo Lovato prestò la sua collaborazione anche nella Casetta di Stradella Mora, ma ben presto si disgustò con don Ottorino perché non voleva che l’Opera si staccasse dalla parrocchia, e allora si ritirò molto amareggiato.

L24,4 [25-04-1941]

4. 1) Si comincerebbe in Oratorio parrocchiale con qualche ragazzo della parrocchia (ce ne sono tanti, che si può scegliere quanto si vuole). 2) Orario: dalle ore 9 alle 12, e dalle 14 alle 18, dei giorni feriali.3) Lavoro: piccoli lavoretti forniti dalla ditta Pellizzari o da altre ditte di città, che già si sono offerte.

4) Assistenza: a cominciare dal 15 maggio (durante il periodo delle vacanze) il cappellano è permanentemente in Oratorio.Ma sarebbe coadiuvato da gente di buona volontà: specialmente NINO STRAZZABOSCO, un possidente, ottimo cristiano, padre di famiglia, costretto all’inazione da un’infermità alle gambe. Si è offerto anche un altro giovanotto di 33 anni: M. Lovato.

CONGREGAZIONE storia