L36 [30-10-1965]
Vicenza, 30 ottobre 1965
La protesta dei grafici vicentini, fatta pervenire al vescovo mons. Zinato, venne presentata in seguito anche a don Ottorino con una lettera molto dura del 6.11.1965 dal rag. Piero Olivotto, presidente del sindacato provinciale industrie grafiche.
L36,1 [30-10-1965]
1. Eccellenza Reverendissima, con dispiacere sono venuto a conoscenza per mezzo di Mons. Fanton della protesta fatta dai grafici vicentini nei riguardi della nostra Scuola tipografica.Come già a voce ho riferito a mons. Fanton si trattava di una macchina monocolore, usata, del valore di undici milioni. Ci spingevano all’acquisto le condizioni di favore che ci venivano fatte: ritiro della vecchia macchina acquistata a suo tempo per la Voce dei Berici, ed ora inutilizzata, per il valore di tre milioni e mezzo e lunga dilazione rateale per il pagamento della spesa rimanente.L’acquisto poi non è stato effettuato perché proprio in questi giorni si è presentata un’occasione migliore per un’a1tra macchina, bicolore, e che pagheremo con il lavoro della stessa per il quale un signore di Verona ci ha completamente impegnati, anticipandoci anzi una parte dell’importo.Ci dispiace, Eccellenza che gli Industriali abbiano portato questo problema su un campo morale, per i seguenti motivi:a) I Grafici avrebbero il dovere di istituire a loro spese in città, una scuola grafica e non l’hanno mai fatto perché dichiarano non necessaria esistendo già la Scuola dell’Istituto San Gaetano.b) Da 2 anni il Ministero del Lavoro ci ha tolto i1 piccolo contributo (circa un milione) che passava per i corsi dei tipografi, e non sappiamo chi ringraziare.c) Quasi tutte le industrie tipografiche della città usufruiscono del beneficio dei nostri ex-allievi tipografi che entrano da loro dopo i 18 anni, e generalmente, per qualche anno vengono sfruttati come apprendisti e non assunti regolarmente come operai.d) In tutti questi anni abbiamo cercato di non pestare i piedi ad alcuno. Basti ricordare che ultimamente, alla richiesta di Mons. Faedo per il Bollettino Chiesa Viva, non abbiamo neppure voluto presentare il nostro preventivo per non urtarci con i Grafici.Penso, Eccellenza, che gravati da quasi duecento milioni di debito e con l’onere di mantenere circa 500 giovani interni, mancando quasi completamente di benefattori, sia nostro dovere preoccuparci di guadagnare il pane quotidiano con il sacrificio del nostro lavoro.Certo di avere la paterna compiacenza di Vostra Eccellenza, porgo il più filiale e riconoscente saluto.
Dev.mo
Sac. Ottorino Zanon
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