419 Lettera del 2 ottobre 1962 a don Marcello Rossetto.

Don MARCELLO ROSSETTO, nato il 17.5.1927 a Grantorto (PD), entrò nel Gruppo dell’Immacolata che si trovava presso l’Istituto San Gaetano nel luglio del 1945, proveniente dal seminario diocesano dove stava frequentando il corso liceale. Fece la professione religiosa con il primo gruppo il 7.10.1948 nell’Associazione Religiosa, e quella perpetua il 31.12.1961 dopo l’erezione della Congregazione, partecipando anche al breve periodo di Noviziato, animato dal p. Ernesto M. Favero OMI, durante l’estate 1951. Completati gli studi filosofici e teologici nel seminario vescovile, venne consacrato sacerdote il 29.6.1951 da S.E. mons. Zinato nella cattedrale di Vicenza, divenendo così il primo sacerdote dell’Opera dopo don Ottorino e don Aldo. Per dieci anni restò all’Istituto San Gaetano, accanto a don Aldo, come vice direttore ed economo, e dal 1961 al 1963 venne inviato come direttore della sezione staccata dell’Istituto ad Asiago (VI). Nel 1963 fu scelto come responsabile del primo gruppo di Religiosi inviati a Crotone (CZ), ove rimase fino al 1976 dedicandosi al ministero pastorale. Per un anno fu parroco a Monterotondo (Roma), e poi per due anni prestò servizio pastorale vivendo nella Casa di Quargnenta (VI). Nel 1979 ritornò presso l’Istituto San Gaetano di Vicenza come direttore, e nel 1982 venne trasferito alla Casa San Giovanni (VI) come superiore. Nel 1984 ritornò a Crotone come parroco della parrocchia del Sacro Cuore nel rione San Francesco, e ivi rimase fino al 1990, quando ritornò a Casa San Giovanni come responsabile dell’assistenza agli anziani ivi accolti e con molteplici impegni pastorali.

L419[02/10/1962]

Don Ottorino scrive a don Marcello nel periodo in cui questi era direttore dell’Istituto San Gaetano di Asiago (VI): pur ammirando lo zelo che lo spinge all'apostolato fuori dell'Istituto, lo mette in guardia sulle relazioni con il personale delle colonie vicine e gli proibisce di accettarne l'assistenza spirituale. Si conserva la copia carbone della lettera originale: è un foglio grande di carta velina bianca, dattiloscritto su ambedue le facciate. La firma autografa è con il solo nome. Si conserva pure la lettera del 26.9.1962 di don Marcello, della quale la presente è risposta.

2 ottobre 1962

Nella sua lettera del 26.9.1962 don Marcello espone in forma molto dettagliata il suo programma apostolico per l’anno in corso.

L419,1[02/10/1962]

1.Carissimo don Marcello, nel rispondere alla tua del 26 settembre scorso, anzitutto torno ad asserire anche per iscritto quello che ripetutamente ti ho detto a voce. Noi ammiriamo il tuo zelo per la salute delle anime e lo spirito di sacrificio che la carità alimenta in te; ma quello che spesso abbiamo condannato sono state le indiscrezioni che lo zelo ti ha condotto a compiere. Nessun dubbio sulla tua condotta; solo una paterna parola da parte di chi è preoccupato del bene e del nome tuo e della Congregazione.Per venire al concreto, tu non ti sei accorto che lo zelo per le anime ti ha condotto a certe forme esterne di apostolato che, viste al di fuori di te, potrebbero suonare male. E mi riferisco in modo particolare ai tuoi rapporti con il personale della Colonia Pontificia di Rovigo.Ti sarai accorto come Mons. Fanton, senza essere stato prevenuto, ha notato in te una certa schiavitù, spinta dal desiderio del bene, innocente finché vuoi, ma fatta con poco criterio. Le persone che ti circondano ed hanno avuto occasione di avvicinare l'ambiente, hanno notato questo legame, santo, a scopo di bene, ma pericolosissimo per il nome tuo e della Congregazione.Non voglio neppure lontanamente dubitare che ci sia in te neanche un lieve attaccamento umano, quantunque personalmente io avrei paura di me stesso e non mi sentirei di trattare con donne con la semplicità che invece tu usi. Però la discrezione esige in noi l'astensione "ab omni specie mali".Da Creazza ho sentito, per esempio, che una sera dopo le dieci hai mandato a letto gli Assistenti e poi hai aperto la porta a due signorine di quella colonia e le hai introdotte nel tuo studio. Per giustificare una visita notturna in casa di una Comunità religiosa a quell'ora non c'è alcuna causa grave. Bello sarebbe se per Asiago si diffondesse la voce che il Direttore dell'Istituto San Gaetano alla notte introduce donne in Casa.Sono queste cose che non possiamo tollerare. Fanne pure tanto del bene, ma è il criterio nel farlo che in nome di Dio esigo da te.Per questi motivi, mentre ti autorizzo ad assumere gli altri impegni da te proposti nella tua sopraccitata, ti proibisco di accettare l'assistenza spirituale delle Colonie di Rovigo e di Padova, di andare per qualsiasi motivo in esse e di avere qualsiasi contatto anche telefonico con il personale delle medesime.Questa proibizione accettala da un padre che ti vuole bene e desidera la tua santità e il tuo buon nome, per il bene tuo e delle anime.

Di cuore ti benedico.

Don Ottorino

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