420 Lettera del 12 ottobre 1962 a don Marcello Rossetto.

L420[12/10/1962]

Don Ottorino paternamente, ma con fermezza, gli chiede di riflettere sul suo comportamento e di essere obbediente ed umile, e lo esorta infine a prepararsi per sostenere gli esami di parroco. Si conserva la copia carbone della lettera originale: è un foglio grande di carta velina bianca, dattiloscritto su ambedue le facciate. La firma autografa è completa. Si conservano pure due lettere di don Marcello in data 4.10.1962 e 9.19.1962, delle quali la presente è risposta.

12 ottobre 1962

L420,1[12/10/1962]

1.Carissimo Don Marcello, se tu comprendessi con quanta verità ho scritto quel "carissimo Don Marcello" e tu stesso potessi scrivere, come ho sempre sognato, "carissimo Don Ottorino"!Ora, se tu stai male, credi che io non soffra nel vedere un confratello che amo profondamente, un confratello ripieno di doti apostoliche, che, senza avvedersi, nella piena convinzione di fare del bene, compie delle imprudenze e poi, quando paternamente gli fai notare la sconvenienza, improvvisamente si impenna? Quanti angoli si potrebbero smussare con un po' di semplicità, di umiltà e di obbedienza!Dalla tua lettera del 9 corr. appare che hai mostrato o raccontato il contenuto della mia del 2 corr. al personale in oggetto. Ora quale Padre Spirituale ti avrebbe potuto dare un tale consiglio? Dirai che, presto o tardi, dovevano pure venirlo a sapere. Ma credi forse che tra noi, da uomini e da fratelli, non sarebbe stato possibile trovare un compromesso? Credi che se avessi visto in te la convinzione di aver sbagliato non usando certe prudenze necessarie per qualsiasi Sacerdote anche diocesano, non avrei trovato il modo per darti una mano?Quanto sarebbe bello, caro fratello mio, se in te ci fosse un po' di più spirito di sottomissione, per cui considerassi proibito ciò che un fratello ti sconsiglia! Te lo ripeto fino alla noia: non condanno il lavoro apostolico che compi, anzi benedico il Signore per questo; ma solo in nome della Madonna ti supplico di aprire gli occhi e di togliere quella parte personale che tu inconsciamente poni nel compimento del bene stesso. Questa parte personale non la puoi vedere, ma inevitabilmente, a lunga scadenza, conduce a rovina e solo si può vincere non fidandosi del proprio giudizio ed obbedendo con semplicità a chi ha il dovere davanti a Dio di condurti alla perfezione. Per natura tua, quando vedi del bene da fare, ti tuffi a capo fitto e ti consoli vedendo che hai raccolto del pesce. Però ricordati che il pesce voluto da Dio è quello pescato in nome di Dio, nel luogo e nell'ora voluti da Lui. L'altro pesce è pesce nostro ed ha bisogno di noi per vivere, e certamente con altri morrebbe.Concludendo, resta ferma la proibizione riguardante le colonie e per il tuo apostolato io ti invito a prendere contatto con qualche parroco di tua fiducia e pregarlo di introdurti in tutte le questioni pratiche di archivio parrocchiale, amministrazione, stato d'anime, documenti matrimoniali ecc. Riguardo allo studio, preparati per giugno a sostenere l'esame di parroco, da farsi o a Vicenza o in altra diocesi.Rileggi attentamente questa mia lettera dinanzi l'Altare, e prego la Madonna che ti faccia comprendere tutto l'affetto che mi ha ispirato nello scriverla.Di cuore ti porgo il più fraterno saluto.

Sac. Ottorino Zanon

CONSACRAZIONE obbedienza

ESEMPI obbedienza