L448[12/06/1970]

Don Ottorino comunica paternamente, ma con franchezza, a don Erasmo, in Guatemala per una breve esperienza missionaria, che per ora non può esaudire il suo desiderio di accedere agli studi universitari perché non condivide il suo stile di vita sacerdotale e religiosa. Si conserva la copia carbone della lettera originale: sono due fogli grandi con l’intestazione e lo stemma della Congregazione, dattiloscritti sulla facciata anteriore. La firma autografa è con il solo nome.

12.VI.1970

L448,1[12/06/1970]

1 Carissimo Don Erasmo

A seguito dei nostri incontri vorrei riassumere in poche righe le grandi speranze e trepidazioni che io provo nei tuoi riguardi.Alla luce di Dio, al quale tra poco ci ricongiungeremo in una eternità di amore, cerca di ascoltarmi e di comprendermi.Riaffermo ancora una volta che io apprezzo grandemente i doni che il Signore ti ha elargiti e sento mio dovere di metterti nelle condizioni più favorevoli affinché tu possa con essi rendere la maggior gloria a Dio ed il massimo bene al prossimo. Non posso però approvare la linea da te seguita nell'uso dei beni ricevuti dal Cielo.Volontariamente sei entrato a far parte di una organizzazione mettendoti a completa disposizione di Dio nello spirito di una famiglia religiosa. Non voglio giudicare l'interno, che non mi compete, ma come primo responsabile della nostra famiglia religiosa ripeto anche per scritto quello che da sei anni opportune ed importune ti sto dicendo e che cioè Dio non è contento del come stai usando i tuoi doni in seno alla Congregazione.La vita di pietà, lo spirito religioso e l'atteggiamento sacerdotale completamente arbitrario non possono essere approvati né da me né da chi con me condivide la responsabilità della Congregazione dinanzi a Dio e dinanzi alla Chiesa.In questi anni ti ho invitato ripetutamente a condividere con me la responsabilità della direzione e a collaborare con i doni ricevuti da Dio, ma ho avuto solo tante promesse.

L448,2[12/06/1970]

2 Conosco da anni il tuo grande desiderio di poter continuare gli studi, ma tu sai come non possa permetterti questo, né oggi né domani, se prima non veda in te un religioso della Pia Società (che oggi non c'è) e un sacerdote fedele alla Chiesa e non di tinta filo olandese, come dinanzi al clero diocesano e ai laici, con grande dolore dei tuoi confratelli, oggi tu appari. Prego la Vergine Santa che ti faccia comprendere l'amore intimo che mi spinge a parlarti con tanta franchezza e che ti aiuti a ritrovare te stesso nella semplicità della tua giovinezza, quando in te era prima la Sapienza di Dio, Sapienza di cui sono piene le nostre sante mamme senza tanti studi, Sapienza necessaria prima di una vera ed utilissima scienza alla quale tu aneli e alla quale con gioia io ti introdurrò appena in te torni a brillare quella attesa luce che ti rende grande dinanzi a Dio e agli uomini.Credi, carissimo Don Erasmo, così non puoi continuare. È una commedia tremenda che stai giocando senza accorgerti.Comprendo l'intima e profonda sofferenza del tuo animo in lotta. Però ricordati che non si può servire a due padroni. Per non essere infelice devi scegliere: o religioso o non religioso.Se non ti senti la forza di essere religioso non commettere l'errore di continuare per questa strada o di compiere cose insensate. Ti sono sempre stato amico, anche se duro, e sono pronto ad aiutarti da amico.

Nell'intimo del cuore spero di poterti avere fratello, impegnato a cercare insieme la volontà di Dio e proteso con gioioso impegno, in fraterna collaborazione, a portare avanti la missione che la Provvidenza ha affidata alla nostra famiglia religiosa.Come programma resta valido quanto a voce a te comunicato e che cioè, al ritorno dal Guatemala, entrerai a far parte della nuova comunità con Don Giuseppe Rodighiero. Dopo un anno, se sarai intonato con lo spirito della Congregazione, potrai iniziare gli studi teologici.

Nella speranza di essere stato ben compreso porgo il più fraterno saluto.

Tuo Don Ottorino