529 Lettera del 23 giugno 1968 a don Lino dal Moro.

L529 [23-06-1968]

Don Ottorino assicura con paterne espressioni la costanza del suo affetto ed esorta a lavorare e a salvare le anime attraverso la croce.
Si conserva la fotocopia della lettera originale: è un foglio piccolo, con l’intestazione e lo stemma della Congregazione, scritto a mano su ambedue le facciate. La firma autografa è con il solo nome.

23.VI.1968

Il riferimento è ai religiosi Giuseppe Filippi e Pietro Simonetto.

L529,1 [23-06-1968]

1Carissimo Don Lino
Spero che il tuo lungo silenzio non sia segno di un raffreddamento dei nostri rapporti. Ti ho scritto due volte direttamente e non ho ricevuto risposta. Spero che le mie lettere non siano andate smarrite. Comunque sappi che ti seguo con affetto fraterno, e se talvolta ci può essere stato qualche atteggiamento da parte mia un po’ duro a tuo riguardo è stato solo per amore paterno, e sono certo che la tua bontà saprà compatire la forma forse villana nell’esprimerlo. Tu sai che ogni giorno ti ricordo dinanzi all’altare e sono certo che tu pure mi ricorderai affinché io possa fare solo la volontà del buon Dio. Sento dalle lettere dei due nuovi arrivati che già vi siete gettati in pieno nel lavoro. Adesso avrai certo molto più da preoccuparti per il mancato aiuto del carissimo Emilio. Non avere paura, mio caro Don Lino. Affronta le difficoltà con coraggio e con fede. Conserva l’unità nella carità a costo di qualsiasi sacrificio. Bisognerà spargere sangue, ma è la moneta che Lui ci chiede per salvare le anime. Siamo preti solo per questo. Le anime bisogna pagarle. Salutami tanto Gianni, Giuseppe e Piero. Vi sono sempre vicino. A te un fraterno abbraccio.

Tuo Don Ottorino

VOLONTÀ

di DIO

COMUNITÀ

unità

nella carità

CROCE sangue

APOSTOLO salvezza delle anime