L649 [04-06-1962]
4.6.1962
L649,1 [04-06-1962]
1 Gent.me Signorine Spero abbiate tanta bontà da perdonare la mia insistenza e vorrei dire la mia audacia. Sono venuto da voi a chiedere la carità esponendovi la situazione in cui ci trovavamo. Sono venuto col sorriso, ma non potrete mai comprendere quanto mi sia costato stendere la mano. Se non fosse stato per amore di Dio e delle anime non avrei certo avuto la forza per venire. Ringraziando il Signore voi non vi siete mai trovate in questa condizione e perciò difficilmente potrete comprendere quanto sia duro salire le scale degli altri per elemosinare. Fino all’ultimo del mese ho cercato verso sera di essere a casa e ad ogni macchina in arrivo speravo vedervi arrivare ambasciatrici della Divina Provvidenza. Comprendo che la situazione oggi della conceria è piuttosto critica. Però rivedendo il passato vi accorgete che mai la carità fatta è stata di ostacolo allo sviluppo dell’azienda. Anzi nei momenti critici è stata proprio la carità a risolvere i problemi più complessi. Ora proprio in nome di quel Dio che sempre vi ha assistite, di quel Dio che da milioni di uomini non è conosciuto ed amato, di quel Dio che segna ogni atto di amore fatto ad un povero, io oso dirvi: non mi abbandonate. Invocando su di voi ogni celeste Benedizione porgo il più fraterno saluto. Sempre obbl.mo.Sac. Ottorino Zanon
DIO amore a Dio
PROVVIDENZA