SS70[senza data]
Questa frase, che sintetizza forse il punto centrale della spiritualità di don Ottorino, venne posta sotto un quadro, ideato da don Ottorino stesso, che presenta un mosaico con una croce al centro e con una tesserina fuori posto. Il quadro, per volere di don Ottorino, venne collocato in un posto centrale della Casa perché potesse essere continuamente sotto lo sguardo di tutti.
Questa frase don Ottorino la fece stampare sul retro di una immagine con il volto del Cristo crocifisso.
Questa massima era la definizione più cara a don Ottorino della preghiera: la fece scrivere su un cartoncino e appendere nella sua stanza per averla continuamente sotto gli occhi.
A don Ottorino piaceva molto l’immagine del telefono, che gli offriva l’occasione per far capire l’importanza del contatto immediato e personale con il Signore.
La frase aiuta a far capire come don Ottorino, uomo dotato di una forte volontà e capace di propositi tenaci, sentisse la santità come un dono di Dio e il cammino per raggiungerla come un abbandonarsi nelle mani del Signore.
Don Ottorino fece collocare la frase sotto un quadro della Vergine Addolorata, che poi appese nel vano ai piedi delle scale della Casa dell’Immacolata.
Don Ottorino rimase un giorno colpito dall’espressione di Cristo in un quadro di un autore fiammingo, durante una visita nei palazzi vaticani: è un Cristo con i segni della passione, ma con il volto sereno e gli occhi aperti, e la corona di spine intrecciata con foglie verdi. Si interessò per ottenerne una diapositiva, la fece sviluppare, e sotto quel quadro fece porre l’invito a confrontarsi continuamente con Lui.
SS70,1[senza data]
1 a) Sulla volontà di Dio: Sono al mio posto? Meglio obbedire che comandare. Cerca l’ultimo posto e troverai la pace. Niente senza il permesso di Gesù, tutto alla sua presenza. b) Sull’unione con Dio: La preghiera è un incontro cosciente e personale con Gesù. Dio è al telefono: perché lo fai attendere? “Lasciati portare: ti farò santo” (Gesù). “Figlio, vieni a me: ti insegnerò a ‘vivere per Gesù’”. Parlane a Lui.VOLONTÀ
di DIO
PREGHIERA
Don Ottorino scrisse di suo pugno questa frase sotto una piccola immagine di Gesù crocefisso, che poi fece dare a tutti i Religiosi, il 24 aprile 1972, durante il suo ultimo viaggio in America Latina, mentre si trovava a Resende in Brasile.
Era questa, forse, la giaculatoria preferita di don Ottorino, che recitava senza sosta e in ogni momento, preferendo molto spesso la forma in dialetto veneto che sentiva più sonora e propria.
Questa frase, scritta su una ceramica, la fece collocare in cucina perché fosse motivo di meditazione per le donne in servizio nella Casa dell’Immacolata.
Proposito che don Ottorino fece durante gli esercizi spirituali nella settimana prima della morte e che scrisse su una foto del confratello don Lorenzo Centomo, morto quattro mesi prima.
La frase, scritta su una ceramica, fu posta in cucina per le donne che facevano servizio per i giovani della Casa dell’Imma-colata.
Questa scritta, con caratteri cubitali, venne posta sulla parete dell’entrata dell’Istituto San Gaetano di Vicenza.
SS70,2[senza data]
2GESÙ
MARIA
CARITÀ
VIRTÙ
umiltà
Questa frase fu la sintesi di un incontro comunitario nella colonia estiva di Asiago (VI) durante le vacanze pasquali del 1958.
Per questa frase chiese un disegno apposito all’incaricato della scuola grafica dell’Istituto San Gaetano, che dipinse una barca travolta dalla corrente su una pericolosa cascata, e la fece scrivere sotto come applicazione concreta all’apostolato.
Dopo aver chiesto all’incaricato della scuola grafica dell’Istituto San Gaetano un apposito disegno con due pescatori in collaborazione nel lavoro, fece stampare con esso delle cartoline con la frase sopra riportata.
Anche per questa frase don Ottorino volle un apposito disegno di un grande ponte con un determinato numero di piloni per indicare i diversi momenti di preghiera durante la giornata, e lo divulgò con cartoline e anche con un apposito libretto.
SS70,3[senza data]
3 La tristezza non è virtù apostolica. L’apostolo deve dare. Mentre le anime sono in pericolo di affogare non c’è tempo per discutere e per criticare. Sacerdoti e diaconi, preoccupati di dare, dare sempre. Il sacerdote e l’assistente sono apostoli in collaborazione: la pescagione evangelica è opera di ambedue. La giornata dell’apostolo è sorretta dai piloni della preghiera.APOSTOLO