DT 1940,4
4.Domine, miserere mei, quia anima mea tristis est, sed in Te spero et non confundar. Hodie, feria sexta, tu quoque passus es: concede mihi pati tecum omnia. Domine... Domine... Domine... Mater mea, salva me et sustine me.Esame part(icolare) Mortificazione delle mani e degli occhi.
La donna ed il Sacerdote
Principio:
I sentimenti del Sacerdote per la donna cristiana devono essere gli
stessi di Nostro Signore Gesù Cristo, che è morto anche per esse.
Le ha rese profondamente religiose; le ammise al suo seguito durante la
sua vita pubblica e le volle al Calvario. Scelse tra loro la sua Santa Madre.
Da non dimenticare:
1) Una donna ha cacciato Adamo dal Paradiso.
2) L'inclinazione dei sensi.
3) Le donne pie, in genere, “magis alliciunt".
4) La malizia del mondo e la fragilità propria derivante dalla
concupiscenza, che rimane anche dopo l'ordinazione, i voti e i giuramenti: quindi cautela e
riservatezza.
In Chiesa:
1) Non vengano spesso in sacrestia. Si parli in caso di bisogno alla
vista di tutti.
2) S. Messa: Dominus vobiscum, Benedizione, comunicando, andando e
tornando dall'Altare: occhi dimessi.
3) Pulpito: “Perché quel prete guarda sempre noi donne?".
4) Confessionale: Imparzialità; anime, non persone. Le preferenze sempre
agli uomini. Evitare specializzazioni. Si confessano tutte indistintamente. Perché un uomo si
confessa in cinque minuti con tanta materia, e per una donna che ha poco ce ne vogliono 15 e
più? Con le donne si sia brevi.
Regola di un padre Gesuita: "Io confesso in media 30 donne, 20 uomini,
10 preti all'ora".
5) Non fidarsi dei loro propositi. Volubilità della donna.
6) Tenere sospette le loro affermazioni (Oh! bello!).
7) Nulla di naturale si frammischi. Attacchi naturali, pericolosi per il
confessore.
Si imponga talora di cambiare confessore. Non lasciarsi dirigere
(“Padre, lei è giovane e non sa certe cose...").
8) Nessuna relazione fuori del confessionale. Non confidenze. Non visite
alle penitenti.
9) Anche se ci troviamo di fronte ad una santa, si mostri l'interesse
che si porta alla sua anima, ma si nasconda quello che la carità impone anche per le loro
persone.
10) Andando in confessionale non si fissi alcuna, si abbassi il capo;
confessata l'ultima ci si fermi un po', finché questa si è confusa nella folla. Se questa si
ferma, per non farsi conoscere si esca subito a capo chino.
11) Confessando: occhi a posto; non ci si volge a loro (faccia a
faccia). Nessun termine di confidenza. Si dia del lei a tutte. Parlare come si parlasse ad uno
spirito. Non mostrare ammirazione per la loro virtù. In certa materia si vada adagio nelle
interrogazioni. A qualche sfacciata si chiuda lo sportello in faccia e così imparerà.
Durante la confessione, anche conoscendole, si mostri di non conoscerle.
Niente appuntamenti. Istruzioni al sacrestano...
12) Nelle conversazioni non si mostri affatto di conoscere le penitenti.
13) Girando in chiesa con la borsa: riservatezza.
In Canonica canone 133
Fortuna grande avere una mamma, una sorella, una zia; meno conveniente
le nipoti, specie se giovani.
Ad esse è dovuto:
1) Rispetto per il vincolo del sangue e per il sacrificio che fanno. Via
i modi alteri e burberi. Perché ordinariamente si è sgarbati con i propri cari?
2) Indipendenza quanto ai ministeri, Messe, orari, direzione
parrocchiale.
Attendano pure alla pulizia della casa, alla cucina, al guardaroba; ma
poi non si frammettano "in regimine animarum".
3) Sorveglianza affinché siano di esempio a tutti, con grande cortesia
con chi viene in canonica, specialmente con i poveri. Non si mostrino avide di regali; e quando
non è il caso di rifiutarli, trattar bene (caffè, vino...) gli offerenti. Pronte alle chiamate e
al suono del campanello. Nessuno si allontani dalla canonica disgustato. Riservatissime nel
parlare.
Non ospitare maestrine, suore, ecc...: vadano altrove, presso buone
famiglie.
Doveri con la domestica:
Rispetto, indipendenza, sorveglianza, giustizia.
1) Rispetto. Darle del "lei", debita distanza, non eccessive confidenze.
Pulisca la camera quando il sacerdote è assente. Si parli sempre in caso di bisogno, a porte
aperte "et breviter". Se si è ammalati, si faccia venire il medico, per iniezioni e per altre
cure intime si procuri un infermiere. Tasti lui il polso, la febbre; mai la domestica.
2) Indipendenza. Non la si tenga a tavola, ma a parte; non si viaggi con
lei neanche in paese.
3) Sorveglianza.
4) Giustizia. Dare a tempo debito l'onorario stabilito; non far
vitalizi, clausole testamentarie.
Persone che entrano in canonica:
1) Si parli nell'atrio, in sale d'aspetto a porte aperte. Dove si può,
si mettano le porte a vetri. La canonica sia di cristallo.
2) Il mondo maligna se una giovane senza motivi plausibili bazzica in
canonica: "ab omni specie mali...".
3) Imparzialità di trattamento con tutte le rappresentanti di tutte le
congregazioni.
4) Speciali riguardi con le spose, le vedove, oltre che con le giovani.
5) Qualche prete si indispettisce se in ciò gli si fa osservazione; si
accetti con umiltà e si pratichi con prontezza.
Regola:
1 Km. al di qua piuttosto che un cm. al di là.
La donna è un angelo e un demonio:
È un angelo. Nello spirito di sacrificio di una madre, di una sposa, di
una religiosa; nell'esercizio di tutte le opere pie, specie nell'assistenza degli infermi, aiuto
prezioso nell'amministrazione dei Sacramenti con gli ostinati...
È un demonio. Eccl.9. "Virginem ne respicias, ne forte scandalizeris in
decore illius: averte faciem tuam a muliere corrupta, et ne respicias speciem alienam. Propter
speciem mulieris multi perierunt" S. Girolamo a Nepoziano.
Delle associazioni pie (figlie di Maria ecc.) sia assistente il parroco;
solo in caso di necessità il cappellano. Nei convegni evitare non necessari rapporti immediati:
lasciarli piuttosto alla presidente.
In caso di necessità si parli alla vista di tutti. Non si chiamino
ragazze in casa, peggio in stanza. Non regali, visite, sottecchi ,
chiacchiere, caramelle, dolci.
Evitare complimenti, conversazioni inutili, fotografie, dediche,
lettere.
Lasciarle lavorare da sole nelle varie opere, biblioteche (neanche in
chiesa a spazzare dobbiamo andare con loro; diamo le direttive e si arrangino).
Facciano le gite da sole. Il parroco le raggiunga per la S. Messa da
solo, e le lasci girare il paese da sole.
Prudenza con le ammalate; non toccare il polso; le confessi, non faccia
a faccia, a porte aperte; dopo, sempre in compagnia. Non perdere tempo con le donne; non si
accetti il caffè (spesso è ancora da bruciare, sebbene dicano che è subito pronto).
Prudenza con gli ammalati in generale. Non far da medici; solo consigli
igienici di carattere generale.
Suore
1) Sono una benedizione; però non bazzicare troppo all'asilo,
all'ospedale, intrattenendosi a lungo con qualche suora specialmente.
2) Evitare contegno troppo familiare e disinvolto con le suore (sono
donne).
3) Non si dimentichi che il mondo entra anche nei conventi.
4) Imprudenza pericolosa scrivere spesso a suore... e troppo
diffusamente con frasi troppo spirituali.
5) Assai spicci anche con esse quando si confessano.
6) Bisticci con suore: scandalo in parrocchia per tali divergenze...
attacchi dal pulpito... chiacchiere e sfoghi con laici, al caffè, all'osteria.
Misericordiam Domini in aeternum cantabo
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SACERDOZIO prete