L8 [05-02-1936]
L’espressione allude al fatto che la lettera è scritta sul foglio già iniziato con il precedente abbozzo di lettera, e alle restrizioni economiche imposte in quel tempo dal governo fascista.
L8,1 [05-02-1936]
1. Carissimo Fratello.Spero perdonerai se sono così economista di carta da usare questo foglio mezzo scritto, ma tu sai che siamo in tempo di sanzioni. Inoltre bisogna risparmiare per i poveri. Ma per venire al quia: parlo liberamente e chiedo altrettanto su di me. Ti voglio raccontare una storiella (sarò breve e non prolisso) interessante per la sua originalità. Voglio dire perché sono casi rari questi...
AUTOBIOGRAFIA seminario
L8,2 [05-02-1936]
2. C’era un padre che aveva dieci figli, uno più scapestrato dell’altro. Il padre era un ricco principe ed aveva al suo servizio molte truppe e molte guardie. Ora il padre per frenare un po’ i figli diede loro alcune leggi (per es. tornar a casa alla data ora, non allontanarsi più di una data distanza, ecc.). La trasgressione di queste leggi veniva punita colla prigione, più o meno dura a seconda della mancanza. Ora quei figli prima di fare ogni azione dicevano: Questa azione mi frutta carcere? Se non era proibita dalla legge paterna quei figli la facevano liberamente. In una parola agivano sempre e solo in vista del castigo.Il padre però era sempre mesto perché vedeva che i figli non lo amavano, ma lo temevano. Quel povero genitore sentiva la mancanza dell’amore filiale e se ne doleva continuamente con i suoi servi (N.B. Era vedovo).Finalmente uno dei suoi figli comprese lo stato del padre e ne ebbe pietà. Corse nelle braccia del padre e si dichiarò, tra le lagrime, pronto a soddisfare l’ingratitudine dei fratelli. Il padre incominciò a gioire poiché aveva trovato un figlio che l’amava. Il figlio un giorno domandò al padre se volesse fare per lui una nuova legge più ristretta, poiché gli sembrava il minimo quello richiesto precedentemente a lui e ai fratelli.
Il padre rispose: “Figlio mio, quella legge l’ho fatta per frenare un po’ i tuoi fratelli, ma per te non esiste altra legge all’infuori dell’amore. Ti permetto di fare tutto ciò che vuoi, poiché sono certo che non mi farai dispiacere. Non voglio che tu abbia la preoccupazione del carcere, ma voglio solo trovare in te un conforto nei miei affanni, una consolazione nella mia vecchiaia. Se commetterai qualche errore vieni da me e non fuggire, e in me troverai il padre e non il giudice che trovano i tuoi fratelli”.
ESEMPI obbedienza
L’avverbio “volontariamente” è sottolineato nel testo originale.
L’aggettivo “povero” nel testo originale è sottolineato con tre linee.
L8,3 [05-02-1936]
3. Fratello mio, questa storiella non sembra fatta per te che vai sempre pensando: “Questo è male? Se non è peccato si può fare! E questo? ecc.”. S. Agostino diceva: “Ama Dio e fa ciò che vuoi”. Non ti sembra giusta la frase? Uno che ama veramente il Signore, come lo vuoi amare tu, cerca sempre di fare ciò che a Gesù è più gradito. Non dice: “È peccato questo o quello?”, ma: “A Gesù piace di più questo o quello?”. Quante ore tu hai passato da santo!!! Basterebbe un poco di perseveranza nel bene. Io non ho motivo di rimproverarti per mancanze particolari, ma parlandoti da fratello ti dico che se vogliamo possiamo fare di più e molto di più.Attualmente, per sola bontà di Gesù, nessun vincolo mi lega alla terra. Sono povero, molto povero! Amo la mia povertà perché in essa trovo Gesù, mio maestro ed amico. Quanto è bello, giunti a sera, poter dire: ‘Oggi non ho commesso, volontariamente, alcuna imperfezione’. Se Gesù ci concedesse di poter dire così ogni giorno della nostra esistenza! Con Gesù, poveri come Lui, infiammati del suo amore, si sta molto bene, si è in Paradiso. (E non quello delle oche).Ieri sera, ad occhi aperti, sognavo d’esser prete e di essere andato, volontariamente, in un povero paesetto di montagna. Era di sabato sera. Nel mattino tutta quella povera gente era curiosa di vedere il nuovo prete, alto personaggio del paese. Si aspettavano di vedere un vecchio cadente mandato lassù perché incapace di portare le sue ragioni presso il Vescovo per essere esonerato. Sbalordirono nel vedere un giovane prete. Io mi rivolsi loro: “Fratelli, sono venuto tra voi per dividere con voi la gioia e la tristezza e per poi riposare le mie ossa con le vostre. La mia casa è la vostra casa. Per qualunque bisogno venite di giorno e di notte. Il mio cuore è per Gesù e per voi. Il mio cibo è anche il vostro. Il giovane e il vecchio tutti vengano con libertà alla casa del sacerdote ed io vi condurrò a Gesù. Gesù m’ha detto di condurvi a Lui ed eccomi qui per darvi il vostro Dio. Non vogliate piangere soli, ma degnatevi di dividere con me le vostre lagrime, ecc. ecc. ecc.”.Poi sognavo... sognavo... sognavo anime ed amore. Sognavo un fuoco che, partendo dal Tabernacolo, incendiava tutto il paesello. Sognavo la morte di quei corpi e la loro felicità in Cielo. Sognavo la mia morte presso il Tabernacolo ed il mio incontro con l’Agnello. In terra avevo lasciato una scia luminosa. Molti cuori infiammati d’amore mi piangevano, ma un’altra schiera mi venne ad incontrare nella mia entrata in Paradiso.Quanto, a questa luce, mi sembrano dolci i sacrifici!!! Come scompare tutto ciò che luccica quaggiù!!!Qui in terra tutto ciò che luccica non è prezioso, anzi tutt’altro. I veri tesori che vi sono su questa terra sono ossidati e solo pochi riescono a scoprirli, mentre la maggioranza degli uomini si lascia abbagliare da pezzi di vetro senza sostanza, che risplendono solo finché la luce non si piega un po’ troppo.Non intendo con ciò dire che tu sia troppo attaccato a questi pezzi di vetro, ma solo parlo così per parlare.Ti devo dire una cosa, ma in segreto: “Mi è stata promessa una penna stilografica speciale (promissio boni viri ecc.). Speciale per il composto chimico, per la forma e per l’inchiostro, e soprattutto per la durata. Non l’ho vista questa penna, ma mi garantiscono che sia un gioiello, vera marca Paradiso”.
VOLONTÀ
di DIO ricerca della...
GESÙ
amico
CONSACRAZIONE povertà
AUTOBIOGRAFIA seminario
SACERDOZIO prete
ESEMPI Eucaristia
NOVISSIMI paradiso
Il giovane Ottorino ricorre continuamente al linguaggio scherzoso e pieno di immagini per trasmettere all’amico il proprio pensiero.
La parola “santo” è scritta con carattere particolarmente grande e con sottostante l’espressione “guarda bene”; invece la stessa parola “santo” nella riga seguente è scritta con carattere esageratamente piccolo.
Il verbo “voglia” è scritto nell’originale con carattere particolarmente grande, e inoltre sottolineato con tre linee.
L8,4 [05-02-1936]
4. Con dispiacere poi ho appreso dal tuo ultimo scritto che sei un po’ miope. Ti consiglierei di andare dall’oculista quanto prima per scongiurare conseguenze fatali. O tu sei miope così da non vedere i miei difetti o io sono un SANTO, ma io non sono neanche santo ed in conclusione tu devi essere molto ammalato agli occhi.Ma ecco che mi viene lo scrupolo d’averti detto che sto bene perché sono tutto di Gesù, povero come Lui. Ti chiedo perdono se in un momento di entusiasmo mi sono uscite queste parole e credimi ch’io non ho fatto per farti invidia, come tu dici.
Quantunque ti potrei dire che non si può fare invidia ad uno d’una cosa che può in qualunque momento avere in mano anche lui, purché lo VOGLIA.
AUTOBIOGRAFIA seminario
I verbi “rifare... riparare” sono sottolineati nel testo originale.
La parola “sacrificati” nell’originale è attraversata da una grande croce particolarmente marcata.
L8,5 [05-02-1936]
5. Termino perché ormai il tempo stringe, ma ti auguro che la morte non t’abbia da sorprendere col tuo magro ‘voglio’ irrealizzato, poiché allora sebbene tu voglia non ti sarà concesso di rifare il passato, ma solo di riparare. Un’eternità ci aspetta. Quale sarà?Come la vorremo!Prega. Lavora. Sacrificati. Vogliamo e dobbiamo farci santi. Animo!La vetta è nostra.Tuo fratello.
NOVISSIMI eternità