Don Ottorino, giovane cappellano di
Araceli (VI), chiede un aiuto per l’Ora-torio parrocchiale San Giovanni Bosco.Si conserva la brutta copia della lettera originale: è un foglio di un quaderno a
quadretti, scritto a mano con matita sulla facciata anteriore. La firma
autografa è completa, e manca la data che viene dedotta dal breve periodo in cui
don Ottorino rimase ad Araceli.Rispett. Signore, spero siate tanto gentile da compatire il mio ardire e nella misura del
possibile vogliate venire incontro ai pressanti bisogni dell’opera nostra, opera che
ha lo scopo di salvare tanta gioventù dalla corruzione e dal fango del peccato. Sono il cappellano di Araceli, assistente dell’Oratorio Don Bosco sito
in Borgo S. Lucia vicino al Seminario. Ora mi trovo nella necessità di circondare il cortile da una mura per
salvare l’interno dalle continue incursioni di monelli che, rompendo ripetutamente
la siepe, riuscirono persino ad asportare i pezzi di ferro e di piombo dei gabinetti
per fare soldi. Ci rubano tutto, ci rovinano tutto; non possiamo avere un diretto
controllo dei giovani, i quali, compresi quelli delle case popolari che hanno un
particolare bisogno, superano i settecento. Abbiamo ancora bisogno di una tettoia per ricoverare i giovani quando
piove. Come vedete queste cose sono necessarie e costose. Perdonate la mia libertà e non rifiutate una moneta a questo sacerdote
che stende la mano per il bene dei suoi giovani. Nell’attesa di una Vostra graditissima risposta con affetto saluta e
ringrazia. Riconoscentissimo.